SALVATORE CORTESE (Salvaturi Piliviut)
|
Lungro - Zona S.Leonardo |
NASCITA |
Lungro - 21 febbraio 1899 |
GENITORI |
Domenico e Teresa Maria De Marco |
ATTIVITA' POLITICA
|
Si iscrisse al Partito Comunista nel 1922, svolgendo attiva propaganda politica. Nel 1925 emigr� in Argentina ed entr� subito in contatto con esponenti del comunismo internazionale. Dall'Argentina inviava stampa antifascista ai compagni di Lungro per la diffusione. Nel 1929 abbandon� l'ideologia comunista per aderire al movimento anarchico, iscrivendosi al gruppo italiano "Umanit� Nuova". Dopo il colpo di stato di Uburu, nel 1930, venne creata a Buenos Aires una sezione speciale per la repressione del Comunismo. Molti italiani furono costretti a rifugiarsi a Montevideo. Per quelli che non fecero in tempo ad andare via le cose si misero subito male. A seguito di un attentato alla Banca dell'Agricoltura di Buenos Aires, numerosi anarchici italiani vennero arrestati, in quanto ritenuti responsabili, ed espulsi come elementi rivoluzionari ed indesiderati. Con decreto del 2 marzo 1932 il Cortese sub� la stessa sorte. Giunto a Napoli il 23 Marzo 1932 venne fermato e deferito alla Commissione per i provvedimenti di Polizia di Cosenza. Il 4 aprile dello stesso anno , per l'attivit� antifascista svolta all'estero, venne assegnato al confino nell'Isola di Ponza per la durata di cinque anni che scont� interamente. Negli anni di confine ebbe occasione di conoscere tantissime persone tra cui Sandro Pertini. Venne scarcerato il 3 aprile 1937. Ritornato a Lungro continu� nella sua azione antifascista e nella diffusione di materiale propagandistico antifascista. Spesso le forze dell'ordine andavano a mettere sottosopra la casa alla ricerca del materiale e altrettanto spesso veniva condotto in caserma e "purgato". Alla caduta del fascismo, continu� a frequentare la Camera del Lavoro di Lungro, sede anche del P.S.I. e del P.C.I.. Era indicato come possibile candidato a sindaco nel 1948 ma alcuni episodi particolari lo portarono ad abbandonare tutto e ritirarsi a vita privata. |
CULTURA |
Pur non avendo alcun titolo di studio, si era formato una cultura politica e non attraverso la lettura di vari generi letterari. Il piacere di leggere e di sapere lo portarono alla studio e alla conoscenza di diverse lingue straniere. Conosceva lo spagnolo, il francese e l'inglese. Importanza in questo senso ebbero i cinque anni di confino. Infatti quando venne scarcerato si port� a casa da Ponza una vera e propria biblioteca. Partecipava a conferenze e spesso i suoi scritti venivano pubblicati da giornali locali. Qualche articolo � stato pubblicato anche dalla rivista anarchica a carattere nazionale "Volont�". |
LA PERSONA |
Piuttosto taciturno, era molto legato alla famiglia. Ritornato dal confino riprese a fare il contadino. Applicava alla lettera gli insegnamenti anarchici ed era sempre a fianco dei pi� deboli. Si racconta che:
|
MORTE |
Mor� a Lungro il 27 luglio 1951 a causa di un tumore al rene. I suoi funerali si svolsero in maniera civile con banda musicale e bandiere rosse. L'orazione funebre venne tenuta dal compaesano Pasquale Laurito, attuale direttore della "Velina Rossa" |
HANNO SCRITTO DI LUI
Celso Ghini in "Antifascisti in Italia"
"Numerosi furono gli italiani catturati dai tedeschi nella Francia occupata e consegnati ai fascisti: tra gli altri Pietro Nenni e Giuseppe Di Vittorio. Ad un certo punto, ci si mise anche l' Argentina. Numerosi democratici italiani si erano rifugiati in quel paese per sottrarsi alle persecuzioni fasciste ed avevano potuto continuare a svolgervi, per un certo tempo, attivit� politica. Dopo il colpo di stato di Uruburu, nel 1930, venne per� creata a Buenos Aires una sezione speciale di polizia per la repressione del comunismo. Per i sovversivi italiani che non avevano fatto in tempo a riparare a Montevideo, le cose si misero subito male: coloro che furono arrestati vennero consegnati alle autorit� consolari fasciste che provvidero alla loro traduzione in Italia in stato di detenzione. Tra gli altri, subirono una tale sorte Salvatore Cortese nel 1932, Antonio De Marco neI 1933, Romeo Saoner nel 1935."
Salvatore Carbone in "Il popolo al Confino"
Ovviamente
non � possibile in questa sede neanche potere illustrare l'attivit� dei �
grandi � antifascisti calabresi confinati, sia di quelli che hanno avuto
fortuna politica
(Fausto
Nicola Gullo, Pietro Mancini, Bruno Misefari, Eugenio Musolino), sia di quelli
meno noti ai non addetti ai lavori (Giuseppe. Bongiorno e Natale Borgese gi�
citati; Aladino Battista Burza, falegname comunista di Malito (CS); Tullio
Francesco Cardamone, meccanico anarchico di Savelli, di cui � interessante
conoscere anche l'attivit� politica svolta in Argentina; Salvatore Cortese,
contadino anarchico di Lungro (CS), anch'egli emigrato in Argentina; ��
La scheda
"Cortese Salvatore di Domenico e di De Mario Teresa Maria, n. Lungro (CS) il 21 febbraio 1899, res. Lungro -Buenos Aires (Argentina), celibe, contadino ,ex comb., anarchico.
Arr. dalla P.S. portuale di Napoli il 23 marzo 1.932 per avere svolto attivit� anarchica all'estero.
Assegnato al confino per anni cinque dalla C.P. di Cosenza con ord. del 28 novembre 1932.
Sede di confino Ponza. Liberato l'1 aprile 1937 per fine periodo.
Periodo trascorso in carcere e al confino: anni cinque, giorni 10.
Militante comunista, svolse prima e dopo l'avvento del fascismo attiva propaganda politica. Nel 1925 emigr� a Buenos Aires ove entr� in contatto con. elementi comunisti e da dove inviava periodicamente stampa antifascista ai compagni di Lungro, incitandoli a farne propaganda. Successivamente si orient� verso il partito anarchico, aggregandosi nel 1929 al gruppo �Umanit� Nuova �; cerc� anche di formarsi una cultura politica associandosi a giornali e partecipando a conferenze.
Nel 1930, in seguito a moti rivoluzionari svoltisi in Argentina, fu arrestato dalla polizia di Buenos Aires perch� sospettato di avere partecipato moralmente se non materialmente ad attentati dinamitardi. Con decreto del 2 marzo 1932 fu espulso dall'Argentina, unitamente ad altri italiani e stranieri e imbarcato per essere consegnato alle autorit� italiane."
Katia
Massara : L�emigrazione �sovversiva�. Storie di anarchici calabresi
all�estero.
Figura
interessante � quella di Salvatore Cortese di Lungro. Segretario del locale
comitato pro-vittime politiche d'Italia, collaboratore del periodico "L'
Allarme" -mensile diretto da Aldo Aguzzi, che fond� e diresse anche il
quindicinale " Anarchia" -e in contatto con la redazione Idel giornale
antifascista "L'Italia del Popolo", Cortese, allo scoppio della
rivoluzione, fu costretto a rifugiarsi a Montevideo (dove fu ospitato dal
Sindacato operai e si mise in contatto con Luigi Fabbri) assieme appunto ai
compagni di fede Aldo Aguzzi e Giacomo Barca. Indicato come temibile anarchico e
come tale schedato dalla locale polizia politica, fu probabilmente arrestato e
detenuto nel penitenziario di Ushuaia nella Terra del Fuoco, carcere duro nel
quale, subito dopo la rivoluzione del 1930, furono mandati centinaia di
anarchici pericolosi; successivamente fu espulso dall' Argentina assieme ad
altri 99 anarchici indesiderabili, di cui 24 italiani. Giunto in Italia, fu
confinato a Ponza, ma continu� a mantenere i contatti con gli anarchici in
Argentina; nel settembre 1932, infatti, il compagno Miguel Montano gli scrisse
per informarlo sulle somme che gli sarebbero state recapitate tramite la madre e
delle collette organizzate a suo favore.
NOTIZIE VARIE
L'istituzione del confino a Ponza da parte del regime fascista � datata 1928. Ponza accolse, tra gli altri, Giorgio Amendola, Lelio Basso, Pietro Nenni, Sandro Pertini, Mauro Scoccimarro, Giuseppe Romita, Pietro Secchia, Umberto Terracini.
L'edificio chiamato Bagno nuovo, oggi sede delle scuole elementari e medie, e molte case private accolsero gli esiliati. Era loro consentito muoversi in uno spazio ristretto, tra il tunnel di Sant' Antonio, i Guarini e la Dragonara.
Lettera di protesta scritta da un confinato, Giuseppe Isola, e inviata al Ministero dell�interno: �Da una ventina di giorni tutti i confinati politici, salvo pochissime eccezioni, che alloggiano in abitazioni private, in seguito a disposizioni superiori e nonostante il grave pregiudizio per la loro salute, dormono nell�edificio denominato �Bagno� malgrado non corrispondi affatto, neppure approssimativamente, alle norme pi� elementari dell�igiene. I locali oltre di essere umidi sono poco arieggiati e vi alloggiano circa duecentosettanta persone, delle quali ottanta in due corridoi. Lo spazio riservato ad ogni confinato � talmente ristretto che non tutti possono tenere presso di loro il corredo personale. Le latrine sono vicinissime ai dormitori ed emanano un fetore insopportabile�.
www.libertaria.it/
L�8
novembre 1926 fu pubblicato sulla �Gazzetta Ufficiale� il decreto che
istituiva il �Tribunale Speciale per la difesa dello Stato� e le
�Commissioni provinciali per l�assegnazione al Confino di Polizia�. Ma fin
da prima di quel decreto molti anarchici furono relegati su quelle isole
sperdute nel Mediterraneo che gi� erano state utilizzate alla fine dell�800
per tenervi raccolti (ed isolati dal mondo esterno) i sovversivi.
Al confino, gli anarchici costituirono sempre un gruppo compatto e battagliero,
e seppero combattere la dittatura fascista anche in quelle dure condizioni.
Basti pensare alle condanne al carcere subite da 152 confinati politici che nel
1933 organizzarono a Ponza le proteste contro i continui soprusi della direzione
della Colonia;