IL MOVIMENTO ANTIFASCISTA ITALIANO IN ARGENTINA ( 1922-1945)
di Maria de Luj�n Leiva.
(Docente Universit� di Buenos Aires)
L'immigrazione italiana in Argentina assunse, gi� dalle origini, un carattere politico molto accentuato. l colpi di. coda dell'industrializzazione europea rovesciavano sulle nostre spiagge non solo i disoccupati, i senza terra, ma anche coloro che avevano partecipato ai movimenti rivoluzionari del '48 o coloro che semplicemente avevano simpatizzato con essi.
L'insuccesso rivoluzionario, la restaurazione napoleonica in Francia, le misure persecutorie e il diffuso dilagare della speranza di veder nascere un'Italia democratica, tutti questi fattori spinsero molti a cercare nuovi orizzonti. La decisione di partire e la scelta del luogo dove dirigersi fu vissuta dagli immigrati pi� o meno coscientemente, ma preferire l'Argentina era implicitamente una decisione politica, essendo una terra ancora vergine, aperta a nuove esperienze repubblicane e dove i padri del risorgimento erano conosciuti, rispettati e ammirati.
Questi immigrati liberali, repubblicani, scegliendo di vivere in Argentina piuttosto che negli Stati Uniti, manifestavano di prediligere un paese con un minor grado di sviluppo, con crescita economica pi� lenta, ma che al tempo stesso, lasciava maggior spazio per l'azione politica e culturale degli italiani.
Se si trascura questo aspetto politico dell'immigrazione italiana e anche l'influenza culturale di questi gruppi in seno alla societ� argentina, si corre il rischio di non capire la storia dell'antifascismo italiano in Argentina e dell'antifascismo argentino, processi che affondano le radici nella seconda met� del secolo XIX. Gli italiani diffonderanno l'ideale mazziniano-garibaldino, saranno i difensori della cultura laica, nelle loro scuole, nelle societ� di mutua assistenza, nei giornali. Parteciperanno alle aspre polemiche contro l'insegnamento religioso, contribuiranno, con i professori Ramorino e Strobel, a diffondere la scienza positiva e, tra l'orrore della cultura della �gran aldea� di Buenos Aires, il virus dell'evoluzionismo.
La legge argentina sull'immigrazione del 1876 contribu� a rendere massiva l'immigrazione degli italiani, con un maggior numero di presenze dai paesi meridionali (Basilicata e Sicilia) che, comunque, non determin� l'indebolimento del carattere laico dell'immigrazione italiana, come testimoniano il successo delle societ� regionali a forte contenuto massonico, la celebrazione del XX settembre, vissuta in Argentina come festa civile non ufficializzata e la crescente preoccupazione delle autorit� religiose e politiche che reagivano tra l'altro, facilitando l'inserimento dell'ordine dei salesiani con funzione di bilanciamento.
Italiano era sinonimo di anarchico o per lo meno di anticlericale.
La prima celebrazione del 1" maggio, in Argentina, in conformit� alla risoluzione del congresso dell'Internazionale socialista del 1889, cont� sull'adesione di molte societ� italiane, la Societ� L'Ancora, la Societ� italiana di Barracas, il Centro repubblicano italiano, i Figli del Vesuvio, il Circolo Repubblicano Tommaso Campanella, l'Unione calabrese, l'Italia unita, il Centro repubblicano Mazzini, l'Unione e benevolenza ed altre ancora.
Il socialismo argentino e i socialisti italiani
Il Partito socialista argentino debutta come Partito socialista operaio internazionale (nell'aprile 1894) nel quale confluiscono i Centri socialisti dei rioni (Barracas e Balvanera), il Centro socialista universitario, il gruppo italiano Fascio dei Lavoratori che pubblicava il giornale La Rivendicazione e il Club tedesco Vorwarts editore anch'esso di un giornale.
Il contributo italiano alla fondazione, all'organizzazione e alla diffusione del partito fu primario sia dal punto di vista numerico, sia per le qualit� umane e politiche dei suoi dirigenti (Carlos Mauli, Adri�n Patroni; Eneas Arienti. Francisco Cuneo), sia nella politica di appoggio propagandistico nei sindacati, nelle aziende e nelle associazioni di Quartiere.
Il sostegno elettorale si concretizz� nel 1904, quando venne eletto Alfredo Palacios, primo deputato socialista argentino e americano: elezione dovuta al decisivo trionfo della lista socialista nel quartiere Xenese della Boca, nel quale le societ� italiane Giuseppe Verdi, Liberi pensatori , Societ� ligure, agivano come veri comitati.
Il Partito socialista divent� il partito dell'immigrazione, poich� chiese leggi per la tutela del lavoratore immigrato, misure legislative e amministrative per favorire la naturalizzazione e l'acquisizione dei diritti politici dopo un solo anno di residenza.
Il Partito non ebbe successo nella campagna di naturalizzazione, sia a causa della reticenza degli iscritti a rinunciare alla nazionalit� italiana, sia a causa delle pastoie burocratiche di uno stato che si dimostrava zelante nell'opera di assimilazione dell'immigrato ma lo era molto meno quando si trattava di dargli una voce politica.
Il socialismo argentino visse la problematica del socialismo europeo e in particolare di quello italiano, non solo nei gruppi idiomatici, sebbene non potesse contare sull'appoggio del socialismo italiano, pi� attento all'emigrazione continentale, n� su ci� che sarebbe stato decisivo per il suo sviluppo come partito di classe, cio� il contatto con le figure importanti che con il loro contributo ideologico e con la loro esperienza politica avrebbero favorito la discussione programmatica e il rinnovamento dei quadri.
L'Argentina fu visitata solo da Enrico Ferri che accus� il Partito socialista di essere un partito radicale alla maniera francese; e che non perse l'occasione di elogiare la �democrazia� argentina contro la quale si battevano i suoi compagni argentini (legge di residenza, giornata lavorativa di 8 ore, riposo domenicale, la trasparenza del suffragio) e dal deputato Rondani che partecip� alla risoluzione di alcuni conflitti sindacali.
Movimenti politici argentini, base dell'antifascismo
Un anno chiave per l'evoluzione politica argentina fu il 1912. L'approvazione della legge Saenz Peňa (voto obbligatorio, segreto, correttezza nella formazione delle liste elettorali) cerc� di risolvere la crisi di rappresentativit� del sistema politico locale. La legge produsse effetti importanti relativamente al passaggio da un sistema oligarchico a un sistema di partecipazione della classe media. Il Partito socialista vinse le elezioni nella capitale, il Partito radicale abbandon� il suo atteggiamento di non partecipazione alle campagne elettorali, si immise nella lotta politica, guadagn� le elezioni del 1916, con un vero trionfo popolare.
Dal 1916 al 1930 si succedono i governi radicali, Yrigoyen, Alvear, e ancora Yrigoyen; solo per due anni, il paese vive un periodo di democrazia a partecipazione allargata. Fu solo una parziale soluzione della crisi politica argentina, la quale torner� a manifestarsi nel 1930, con caratteristiche molto pi� gravi. Gran parte della popolazione di origine straniera (dal 50 al 70%) non votava e ci� riduceva seriamente il livello di rappresentativit� dei governi. L'anarchismo si asteneva totalmente dal partecipare all'attivit� dei partiti; il radicalismo, espressione quasi esclusiva della classe media di tendenza nazionalista, al quale avevano aderito molti figli di immigrati, visto come un modo di inserirsi nella societ� argentina, e il Partito socialista, che aveva adottato una linea riformista e esclusivamente parlamentare, perdevano consensi nei settori della classe operaia. Non era soltanto un partito in progressivo �imborghesimento �: era un partito che aveva di fronte un movimento di massa al quale non sapeva dare risposte. Il gruppo di tendenza �rivoluzionaria �, dentro le sue file, gli �internazionalisti� partigiani della rivoluzione russa, vengono espulsi nel 1917 dal Partito socialista e formano, il 5 di gennaio 1918 il Partito socialista internazionale che, a partire dal dicembre 1920 prender� il nome di Partito comunista. Entrano in questo partito un nutrito gruppo di italiani tra i quali Jos� penel6n, Ruggero Rugilo, Juan Ferlini, Aldo Cantoni. Una nuova tendenza di sinistra intanto lacera il vecchio Partito socialista. Il senatore Enrique del Valle Iberlucea e un importante nucleo di militanti socialisti per la maggior parte intellettuali e studenti, sosterranno la necessit� per il partito, di aderire alla III Internazionale. Costoro diffondono le pubblicazioni edite dall'Avanti! di Roma, e la rivista Il Comunismo di Menotti Serrati e Bombacci.
Contano sull'appoggio di Del Valle Iberlucea, Jos� Ingenieros e Carlos Mauli, tre dei fondatori del Partito socialista. Saranno espulsi dal Partito socialista nel congresso di Bahia Blanca nel 1921 e molti di essi entreranno nel Partito comunista.
NeI frattempo i governi radicali sono rispettosi delle libert� politiche, della libert� di stampa, il che permette una rivitalizzazione dell'attivit� politica. Parallelamente, la posizione governativa non cambia nei confronti del movimento operaio: si fa uso della forza per combattere gli scioperi, la semana tragica di Buenos Aires provoca pi� di 400 morti tra gli operai, scoppiano gli scioperi in Patagonia, studiati da Osvaldo Bayer; a ci� si deve aggiungere il crescente appoggio del radicalismo alla chiesa e alle forze armate, che sar� decisivo durante la preparazione del golpe del 1930.
In questi gruppi politici di sinistra, l'antifascismo incontrer� un terreno fertile, favorito dalla libert� di espressione che i governi radicali permettevano e da una vita politica in crescita, nella quale la partecipazione italiana era molto importante.
L'astensione elettorale degli italiani e degli stranieri, in generale, non era indice di indifferenza politica. Un fattore di diminuzione della partecipazione pu� essere fatto risalire all'incremento della immigrazione meridionale; tale fenomeno era per� compensato con l'attivismo dei repubblicani, degli anarchici, dei socialisti e anche dei massoni che operavano principalmente nelle societ� di mutuo soccorso e nelle distinte associazioni politiche.
In sintesi, la colonia italiana assunse in Argentina un ruolo attivo e predominante nella vita sindacale e politica e questo fatto avr� influenza notevole nella creazione di un movimento antifascista pi� esteso e meno permeabile, almeno in un primo momento, alla propaganda degli agenti di Mussolini, dell'ambasciata e della chiesa italiana che presentavano il fascismo come una rivendicazione dell'italico cuore.
Prime manifestazioni antifasciste
Gi� a partire dal 1922 arrivano a Buenos Aires i primi emigranti politici antifascisti e le pubblicazioni italiane e argentine si erano dichiarate contrarie al cambio del regime in Italia.
Nei comizi antifascisti espressioni quali � L'abbasso il fascismo! Il muoia Mussolini! L'abbasso la Lega Patriottica! L'evviva la redenzione proletaria1 L'evviva il Comunismo�, erano secondo l'Avanti! di Buenos Aires gli intermezzi frequenti e i finali di prammatica 1
� Muoia la canaglia che martirizza e assassina i lavoratori d'Italia! � Muoia Mussolini, il barbaro Attila che saccheggia e incendia le Cooperative e i giornali libertari! Muoiano i pescecani che alimentano col denaro e con le armi le affamate turbe che indossano le camicie nere, simbolo del retrocesso e dell'oscurantismo! (...). Il nostro grido � di dolore ed anche, quasi, di impotenza (...). La storia ci dice che tutti i tiranni periscono di morte tragica. E Mussolini, fantoccio massimo della leggendaria Roma, non avr� altro destino dei suoi antecessori 2.
Ma � l'atrocit� dell'assassinio di Matteotti che spinge i vari gruppi a organizzarsi e a sviluppare una azione continua contro il regime. L'attivit� antifascista si dispiega in aree distinte: a. a livello di partiti (Partito socialista, Partito comunista. Partito repubblicano, anarchici): b. a livello di associazione regionale e di mutuo soccorso; c. i fronti antifascisti; d. la Massoneria.
Ricostruzione dei partiti in Argentina
4.1. Partito socialista italiano
Il Partito socialista argentino non accettava la formazione di gruppi idiomatici. Il Circolo socialista italiano era stato sciolto nel 1910, in armonia con le direttive di partito di favorire l'integrazione nella vita politica argentina.
Dopo l'avvento del fascismo, sorgono a Buenos Aires i due rami del socialismo italiano, il ramo riformista e il massimalista. Le due ramificazioni sono accolte dal Partito socialista argentino che mette a disposizione i propri locali, ma in sezioni distinte, i massimalisti nella sezione 13 e l'unitaria nella sezione 1l. Il contatto con questi gruppi non mancher� di agitare le acque del partito � indigeno � che viveva un periodo di scissione e di polemiche tra le due tendenze, di destra e di sinistra. Gli immigrati portano con s� una esperienza di lotte politiche, di occupazione di fabbriche e un pensiero rivoluzionario che stava in contraddizione con quello di Juan
B. Justo, difensore della linea riformista e di altri leaders del partito, Repetto, De Tommaso. A detta di un vecchio militante italiano �avevano paura di noi �.
Nel 1927. vincendo le prime incertezze, si installa nell'atrio della Casa del pueblo (sede centrale del Psa) un busto di Matteotti, scolpito in Italia e portato a Buenos Aires di contrabbando, avendo pagato tutte le spese due fratelli, i Ronconi, socialisti che poco tempo prima avevano donato una scuola al governo argentino.
All'inaugurazione partecipano 25.000 persone e tutte le associazioni antifasciste.
Crimen barbaro, porque la victima luch6 siempre a cara descubierta, con medios y argumentos civiles; estupido e inutil, porque con la muerte de Matteotti no se suprimian las verdades por el proclamadas con tanta entereza. Y he aqui que el nombre del martir invicto cobra ante los hombres libres del mundo la fuerza y el esplendor de un simbolo de justicia y libertad. La manifestaci6n que hoy organiza el Partito Socialista y los grupos socialistas italianos tiene, este alto y doble significado; es ante lodo un acto de reverente homenaje al politico socialista, que sobre todos los deberes que le imponian su condici6n de representante del pueblo supo mantener la propia coherencia entre la doctrina y la practica, hasta hacer de su cargo un puesto de combate, sin preocuparse de si hab�a de salir vivo o muerto del encuentro. Y es tambien un acto de protesta que unira en un solo pensamiento de repudio a miles de hombres de todas las ideas que aqui viven y trabajan, con tra el r�gimen odioso y
brutal que impera en Italia 3.
Per i "socialisti argentini parla il deputato Adolfo Dickman, che per il suo costante aiuto agli antifascisti sar� oggetto di innumerevoli informazioni da parte dell'ambasciata italiana:
Matteotti no sera nuestro idolo. EI socialismo no los necesita ni los admite. Matteotti sera nuestro ejemplo en la acci6n fecunda y tenaz para luchar todas las adversidades y contra todos los obstaculos que se opongan al triunfo definitivo del socialismo.
Per i socialisti italiani prende la parola Giuseppe Coppola, che � attualmente presidente onorario dell' Aimi:
Los asesinos de Italia siguen adelante porque sus actos no tienen control, porque sus fechorias se desenvuelven en un ambiente de intereses creados y sin escrupulos, y, ademas, porque los gobiernos extranjeros en generaI y el norteamericano en particular. tienen inter�s en proteger la grotesca figura de Mussolini y su gobierno debido a todas las ventaja que por su intermedio pueden conseguir con tra estados menos ricos.
Il Partito socialista italiano massimalista era il pi� forte, avendo 12 sezioni in tutto il paese: Ciudadela, Villa del Parque, Parque Chacabuco, Mar del Plata, Rosario, Pergamino, Tandil, Mendoza ecc.
Sorgono malgrado la scarsezza cronica dei fondi, e le difficolt� dei nuovi immigrati: � Il problema che li assaliva era di trovare lavoro per sussistere, dimenticando anche il motivo per il quale avevano lasciato il paese � (dichiarazione di un militante), e il proposito di inviare la maggiore quantit� di fondi a Parigi.
Le sezioni si collocano in zone di sviluppo industriale e nei vecchi centri di immigrazione italiana. Il sindacato dei ferrovieri che conta un'alta percentuale di affiliati italiani, partecipa alla distribuzione del materiale propagandistico e contribuisce con una esperienza organizzativa importata dall'Italia. �Sono i pi� violenti e ribelli �, informa l'ambasciata italiana il 3 febbraio 19254.
Nel febbraio 1928 il Psi, sezione argentina, celebra il suo III congresso riaffermando la linea massimalista e propiziando la formazione di un fronte unico antifascista.
Il III Congresso federale (...) accoglie con entusiasmo la relazione del Partito Socialista Italiano seguita a Marsiglia, plaude alle deliberazioni prese nello stesso, specie nei riguardi dell'integrit� del Partito e della tattica che rispecchia quella classicamente marxista ed intransigente da un trentennio praticata.
Fa voti vivissimi perch� il Bureau International possa svilupparsi fino a raggiungere l'unit� agognata tra i partiti socialisti, formando la vera Internazionale Socialista capace di abbattere insieme alla feroce reazione fascista il sistema capitalista borghese 5.
Viene ribadito il principio dell'unit� antifascista:
Il III Congresso federale (�) riafferma la inflessibile necessit� dell'Unit� internazionale di tutte le forze proletarie e richiamandosi al manifesto della Direzione, in data 20 febbraio 1927, fa voti che la stessa Direzione continui con maggiore energia negli sforzi per raggiungere la tanta auspicata unit� di tutte le forze proletarie; apprezza altamente il senso di equinimit� con cui la Direzione del Partito accolse la domanda di autonomia in rapporto alla concentrazione di Parigi (�) 6.
Per quanto concerne la situazione in Argentina, � necessario notare come la nostra propaganda non subisce, come in altri paesi, soverchi ostacoli da parte delle autorit� politiche, n� deve lottare contro la violenta intolleranza dei partiti affini. Il Ps indigeno, per quanto non si mostri avverso alla nostra opera non pu� apportarci nessun appoggio appartenendo esso all'ala destra del Socialismo Internazionale, vale a dire alla II Internazionale. Il Pc indigeno non � che ai suoi primi passi mentre i gruppi italiani. per quanto abbiano un settimanale, si dibattono tra le stesse difficolt� in cui si dibatte il nostro Partito 7.
A questo III congresso partecipavano le sezioni di Buenos Aires Costantino Lazzari, Peppino Di Vagno e Gaetano Pilati, la sezione Antonio Piccinini di Ciudadela, la Costantino Lazzari di San lsidro, le sezioni di Pergamino, Bahia BIanca e Rosario.
A Bahia Bianca era in funzione il Centro Matteotti, di tendenza massimalista, che pubblicava il giornale Italia libera, grazie ai contributi di varie aziende cittadine e sul quale scrivevano i rappresentanti di tutte le sezioni del Psi.
Un'altra roccaforte era Rosario, i cui dirigenti lavoravano nella Federaci�n agraria argentina e avevano pubblicato un importante numero unico per il 1� maggio 1925, nel quale riaffermavano la posizione internazionalista:
Il socialismo non rinnega, checch� ne dicano balordi avversari, n� la famiglia n� la patria; (...) quella stessa borghesia che proclama la morte dell'Internazionale proletaria, n� crea una difesa dei propri interessi ed � nazionalista in politica e cosmopolita in affari. Per il proletariato oltre le frontiere c'� l'eterno nemico, per i capitalisti c'� un compagno ai � privilegi �.
Nel IV congresso, nel dicembre 1928, si manifestava la tendenza a realizzare l'unit� con i socialisti unitari, tenendosi per� fermi nel respingere la II Internazionale, una misura strategica per evitare che la maggioranza dei simpatizzanti si trasferisse nelle formazioni comuniste.
4.2. Partito socialista unitario
Era minoritario rispetto al gruppo socialista massimalista, e aveva la sede nel Centro Matteotti di Buenos Aires. Si avvaleva di dirigenti importanti, come Giuseppe Parpagnoli, che aveva organizzato la Federterra laziale ed era membro della direzione del partito in Italia
dal 1921, nonch� di fig\lre attive nelle associazioni di mutuo soccorso,
come Coppola, Cesaroli, Fogli ecc.
La sezione svolgeva un'attivit� debole, divisa non solo a causa dei problemi interni al socialismo italiano, ma anche per la sua partecipazione nelle scissioni del Psa.
Nel 1927 il Psa aveva espulso dalle sue file i tomasistas (partigiani di De Tommaso e Federico Pinedo), rappresentanti dell'ala destra del vecchio Partito socialista e sospettati di relazioni con il radicalismo e l'oligarchia argentina. Avevano adottato un programma nazionalista in campo economico, che propugnava lo sfruttamento del petrolio da parte dello stato; e con tale programma avevano conquistato un importante risultato elettorale nelle elezioni del 1928.
Un gruppo appartenente alla sezione Matteotti, affiliati al Ps indipendente, tentava di aiutare gli scissionisti argentini. Tale situazione dava luogo a un interessante carteggio con la direzione del Psuli di Parigi, particolarmente con Modigliani. Il dibattito permetteva una riflessione sulla situazione argentina e internazionale che avvicinava la base unitaria a quella massimalista.
Nei rapporti coi partiti socialisti locali i compagni dell'Argentina inscritti al nostro Partito dovranno tener conto che soltanto il Partito socialista argentino � riconosciuto come sezione dell'Ios. Conseguentemente i nostri compagni hanno il dovere di tenersi normalmente in rapporto con questo e tutti gli effetti dell'azione da spiegare nel campo della solidariet� socialista internazionale., il che non diminuisce il dovere per i compagni iscritti al nostro partito di fare tutto quanto potranno per la fine pi� sollecita della scissione socialista argentina 8.
Cos� come il Psuli si preoccupava per l'unit� socialista argentina, i socialisti italiani chiedevano l'intervento dei prestigiosi leaders argentini, per raggiungere un'unit� che avrebbe permesso loro di guadagnare terreno nei confronti della crescente attivit� dei comunisti. L'unit� si raggiungeva per l'intervento di Francesco Frola, dopo un tentativo infruttuoso di Arturo labriola.
Queste visite incentivavano l'attivit� antifascista ed erano pubblicizzate dai giornali, sempre desiderosi di presentare .le personalit� della � civile Europa �. Tale aspetto propagandistico venne trascurato dai partiti europei, il che non solo influ� negativamente nello sviluppo dei partiti americani, ma in seguito rese difficile l'aiuto quando si scaten� la persecuzione fascista e nazista in Europa.
Por ser maestros (...) (desde que la vieja Europa se erige siempre en catedr�tica de los (...) principiantes del Nuevo Mundo) hay que convenir en que no hemos dado ni damos un espect�culo muy edificante. Y, sin embargo, el Ps Argentino nunca ha negado su importante concurso en todo pedido o iniciativa de los trabajadores o socialista italianos... M�s �un puedo afirmar sin temor de ser desmentido que en ning�n otro pais del mundo la hospitalidad y la fratemidad socialista se evidencia de
manera tan cordial (...).
Si los trabajadores italianos - corno era su deber se hubieran puesto en relaci�n con el movimiento socialista de este pa�s, y dispuestos a colaborar en el mismo, lo hubieran uesto en condiciones no s�lo de protegerlo y defenderlo, sino tambi�n de crear un movimjento pol�tico y sindical de primer orden utilizando en tal modo predispuestas energfas y capacidades actualmente inutilizadas y dispersas 9.
4.3. Partito comunista
L'espulsione dei terceristas del Psa, nel congresso di Bah�a Blanca, provoca un incremento di iscritti al Pca, che estende la sua azione nei sindacati e si differenzia dagli altri partiti della sinistra per la sua vasta base operaia; d'altra parte, difetta di figure di alto livello intellettuale, al contrario del Psa. Per questo, l'arrivo di Giuseppe
Tuntar provoca nel partito una svolta e un rinnovamento. Tuntar opera nel Pca fino al novembre 1929, quando si allontana non condividendo la linea stalinista che era stata ufficialmente adottata. L'organizzazione degli italiani e degli jugoslavi sotto l'egida di Tuntar di distingue dalla maggior parte dei gruppi idiomatici anche per il pi� elevato livello di discussione e dibattito politico.
Le esigenze di rigore dottrinario e di dialogo politico fanno entrare Tuntar in conflitto con il gruppo di Vittorio Codovilla (� il cenacolo di ultra infantilisti � a detta di Tuntar). Il fatto forn� l'occasione per espellerlo per deviazione � di destra �, e secondo alcuni militanti ci� provoc� il suo arresto perch� si era trasformato in un personaggio scomodo.
Il Pca pubblicava un giornale La Internacional il cui ultimo foglio scritto in italiano prendeva il nome di Ordine nuovo e che in seguito si trasformer� in un foglio autonomo.
In seno al Pca si produceva una scissione, quella di un gruppo stalinista guidato da Jos� Penel6n. Nasceva il Partito comunista della regione argentina al quale aderiva un numero considerevole di italiani della nuova emigrazione, per reazione alla situazione creata da Tuntar con le notizie delle persecuzioni staliniste ai rifugiati italiani e dell'�argentinizzazione� del Pc. Nella nuova organizzazione comunista i gruppi idiomatici avevano un posto e gli italiani pubblicavano con molte difficolt� i giornali L'Antifascista e Il Lavoratore, con uscita discontinua.
Il raggio d'azione della nuova organizzazione si circoscriveva a Buenos Aires e nella periferia industriale, con sezioni nei vari rioni, e con l'istituzione di 30 biblioteche operaie, tra cui la pi� importante era la Antorcha de la Verdad.
La composizione sociale era quasi completamente operaia, con scarsa partecipazione di intellettuali, chiamati dagli iscritti pancistas poich� �si occupavano del proletariato fino a quando mettevano la targa alla porta �, ai quali intellettuali si rivolgeva Penel6n, ma senza farsi illusioni sulla loro futura fedelt� al partito.
L'attivit� nel Concejo deliberante e il suo impegno nella denunciare gli affari e nell'esigere un miglioramento della qualit� della vita urbana ebbero come effetto un risultato elettorale crescente.
4.4. L'anarchismo
I vecchi militanti antifascisti lo consideravano il gruppo pi� combattivo e organizzato degli anni venti. L'estensione e la penetrazione del movimento anarchico funzionava da freno alla penetrazione del Pc di stampo stalinista tra i proletari argentini.
Erano anni di grande attivit�; insieme alle agitazioni antifasciste, si includeva il movimento pro-libert� di Sacco e Vanzetti e per l'indulto a Sim�n Radowitski che scontava vent'anni di carcere a Usuahia.
L'anarchismo era diviso in gruppi contrari all'azione violenta, che pubblicavano il prestigioso La Protesta diretto da Lopez Arango e L'Avvenire di Aldo Aguzzi, con abbondante materiale di Rocker e Nettlau. Invece La Antorcha era il giornale degli anarchici individualisti e difendevano entro certi limiti l'azione diretta; solo il Culmine di Severino Di Giovanni accettava apertamente l'azione dell'anarchismo espropriatore, le cui figure oltre a Di Giovanni erano Miguel Arcangel Roscigna, Lanciotti, Vicente Moretti.
L'azione congiunta di socialisti, comunisti e anarchici nel Comitato antifascista italiano, si spezzava con le purghe staliniste e per differenze ideologiche.
No es admisible que en la actualidad quede un solo anarquista militando en la ignorancia de lo que es y de lo que aspira a ser el partido comunista. Millares de compafieros, presos y proscriptos: he aqu� el balance siniestro del gobierno que en Rusia ejerce una dictatura no menos liviana que la del fascismo en Italia 10.
Per questa ragione combattendo il bolscevismo non siamo borghesi: e concentrando tutte le nostre attivit� a lottare contro il fascismo, non siamo come (...) si dice degli � antifascisti � puri e semplici, perch� siamo � anarchici� prima che antifascisti; meglio ancora: siamo rivoluzionari ed antifascisti anarchicamente 11.
Altre pubblicazioni anarchiche erano Umanit� nova, Afirmacion, l'Operaio ebanista.
Di Giovanni promuoveva una duplice azione: quella violenta, con attentati alle banche nord americane, assalti, la bomba al consolato italiano di Buenos Aires, che provocava otto morti tra i quali il cappellano della chiesa italiana; e quella organizzativa di societ� culturali come Risveglio, Societ� proletaria italiana di cultura eri. creazione.
Le vecchie societ�, fondate da italiani da molti anni residenti nel paese, non entrano in simpatia ai nostri nuovi emigrati. I loro nomi patriottici e monarchici urtavano la loro ideologia, la loro suscettibilit� (...).
Con di pi� queste societ�, quantunque create da operai, divennero feudi di cricche borghesi ed attualmente sono il vero covo del marciume fascista 12.
Severi no Di Giovanni era uno che andava in giro con le bombe nelle tasche e, secondo Frola non era molto rigoroso della dottrina quando si trattava di entrare in azione:
(...) mi fece vedere una cartuccera ben guarnita ed un revolver... Io non ho le sue idee, ma vedo che lei combatte sinceramente. Se ha bisogno di me, me lo dica 13.
L'arrivo di Luigi Fabbri in Uruguay promuoveva l'azione degli intellettuali anarchici che facevano continui viaggi a Montevideo per pubblicare Studi sociali.
Il prestigio di Fabbri contribuiva a mitigare la violenza degli anarchici di � azione diretta� che si stava dirigendo anche contro gli stessi compagni: diminuzione della violenza che non signific� azione comune con l'antifascismo e neppure con i diversi gruppi anarchici.
4.5. Le associazioni di mutuo soccorso
La consegna degli antifascisti era di occupare i consigli delle associazioni di mutuo soccorso per evitare che si convertissero in focolai di propaganda del regime.
Le antiche associazioni, Unione e benevolenza, Colonia italiana, non solo godevano di una tradizione prestigiosa ma avevano strutture che erano appropriate per organizzare le conferenze e le riunioni sociali il cui obiettivo era la raccolta di fondi.
Gli attivisti si moltiplicavano e i loro nomi figuravano sia nelle liste dei partiti sia in quelle delle associazioni.
Erano numerosissime le associazioni regionali e di quartiere impegnate nella diffusione dell'ideale democratico; purtroppo gran parte della documentazione sulla loro attivit� � andata perduta e le notizie a disposizione sono di fonte indiretta.
Tra le associazioni pi� attive possiamo ricordare la Lega proletaria friulana, che nel 1928 prendeva il nome di Unione operaia friulana, accettando nelle sue file anche i comunisti. Questa associazione poteva conIare su affiliati abituati alla militanza attiva; tuttavia perse combattivit� quando i comunisti propiziarono l'unione con la Famiglia friulana, di tendenza cattolica e monarchica, i cui iscritti erano soprannominati almaceneros perch� non erano di estrazione operaia.
Un'altra associazione molto attiva era la sarda, che fu l'unica nella quale l'ambasciata non pot� infiltrare informatori i quali, oltre a dover superare lo scoglio del dialetto avrebbero dovuto fare i conti con le conseguenze della delazione.
La Sociedad marchigiana contava nelle sue file molti anarchici e molti comunisti, instancabili organizzatori di raccolte di fondi.
La diffusione della propaganda antifascista a opera di queste associazioni, era una preoccupazione costante per le autorit� italiane che cercavano, con esiti negativi, di far avanzare le proprie associazioni, e che, con un cambiamento di strategia, promuovevano negli anni trenta la diffusione dei dopolavoro.
Per noi socialisti questi episodi di lotte coloniali in altri tempi, non ci avrebbero preoccupato, per� oggi debbono. attrarre tutta la nostra attenzione, poich� il fascismo tenta di snaturare gli scopi per i quali le associazioni italiane sono state create, la mutualit�, l'istruzione passano in seconda linea esse debbono abbandonare la loro apoliticit� ed essere strumento della loro propaganda deleteria (...). Per� qui non si pu� usare il bastone ed il pugnale e la collettivit� italiana nella sua grande
maggioranza non vuoi sapere di fascismo 14.
A eccezione di La Nazionale italiana, che dal 1861 seguiva una tendenza monarchica e in seguito filo-fascista, e la Dante Alighieri, tutte le altre associazioni conservarono il loro carattere democratico.
4.6. Massoneria
Il carattere segreto di queste logge, e la loro successiva chiusura avvenuta principalmente nel periodo peronista, rendono difficile la ricostruzione precisa della loro attivit� antifascista, che, comunque, pu� dedursi dall'attivit� individuale dei suoi esponenti tra le file dei vari partiti politici e nelle associazioni di beneficenza che contavano su una forte componente massonica.
Una lista incompleta delle logge massoniche include: Umanit�, Liberi pensatori, Rinnovazione, Sarmiento, Mariano Moreno, Giordano Bruno, Loggia nuova Roma, Ugo Bassi, Stella d'oriente, e l'Associazione Italia unita nella quale convivevano anarchici e massoni.
La firma del Concordato indusse a rafforzare l'azione contro Mussolini: si costitu� il Capti (Cenacolo di azione contro la tirannia italiana) con l'apporto di argentini, spagnoli e italiani 15.
Il programma era attuato di intesa con la massoneria francese e prevedeva l'intensificazione della campagna giornalistica contro il trattato del Laterano, iniziative per favorire la svalutazione della lira e aiuti alle iniziative d'insurrezione.
4.7. Alleanza antifascista argentina
Dal 1925 si tentava di creare un organismo multipartitico che unisse tutte le espressioni antifasciste. Era comunque la costituzione della Concentrazione antifascista di Parigi nell'aprile 1927 che spingeva i socialisti, i comunisti e i repubblicani italiani a formare l'Alleanza antifascista argentina che adottava, al pari della istituzione parigina, l'iscrizione tramite il partito.
Ma l'unit� antifascista presentava subito le prime smagliature con l'allontanamento dei repubblicani contrari alla crescente egemonia dei comunisti all'interno dell'Alleanza.
Al I congresso nel 1928 vi partecipano pi� di quaranta organismi; si decide l'iscrizione individuale e la separazione dalla Concentrazione antifascista di Parigi; si approva la mozione � la lotta contro il fascismo � un periodo di lotta di classe �.
La tattica comunista di adesione individuale assicurava a questo partito il predominio, che non poteva essere raggiunto dai socialisti, divisi.
Gli unitari si ritirano da! congresso; nel frattempo i massimalisti votano a favore dell'unit� di azione ma molto presto vengono allontanati dalla direzione in seguito al successo di una lista unica di candidati comunisti. Comunque, nonostante le scissioni, l'Alleanza resta l'organizzazione pi� attiva ed estesa. Nel comitato esecutivo figurano Codovilla, Tuntar, Angenor Dolfi e Silvio Ravetto, i quali organizzano un 'azione di diffusione che permette l'installazione di sezioni nei rioni della capitale e nella periferia: Lanus, San Isidro, Della Maggiora (Belgrano) Oreste e Gastone Sozzi (Villa Urquiza), Boca, Spartaco Lavaginini (Villa Devoto), Campana, Remedios de Escalada, Zarate La Plata, A vellaneda, San Fernando ecc.
Gli organi di diffusione sono l'Antifascista e L'Italia del popolo, diretto da Enrique Pierini. In realt� L'Italia del popolo era un giornale che pubblicava tutta l'informazione sull'attivit� antifascista ma che in quegli anni assumeva una linea pro-Alleanza e antisocialista.
Le autorit� italiane lo consideravano un foglio sovversivo e sequestravano tutte le copie che giungevano in Italia. Le sue accuse ai leaders dei partiti repubblicano e socialista, di malversazione di fondi, o anche di essere fascisti favoriva la divisione in un momento Politico che chiedeva un altro tipo di comportamento. Pierini veniva espulso dall'Alleanza con l'accusa di � confusionismo � e da quel momento il giornale indirizzer� le sue accuse contro i comunisti.
(...) � una bottega traballante, in cui l'antifascismo � ragione di lucro. Nella bottega si creano, e dalla bottega si divulgano, le pi� velenose menzogne, che dividono e quindi indeboliscono, l'antifascismo 16.
Sotto la direzione di Vittorio Mosca, il giornale adottava una posizione di sinistra indipendente, si esprimeva a favore della campagna contro la guerra d'Abissinia, appoggiava i repubblicani spagnoli, ma al tempo stesso teneva dei contatti con l'ambasciata d'Italia, il che getta ombre sulla sincerit� della sua posizione.
Al congresso antifascista di Berlino prendevano parte in qualit� di delegati dell'Argentina, Giuseppe Tuntar e Angenor Oolfi, che rientrarono con precise direttive a favore di una capillare estensione dell'Alleanza. Nell'ottobre 1929 si celebra il Il congresso che imprime una linea anticoncentrazionista, antisocialista e pro-sovietica dell'Alleanza. Nell'ottobre 1929 si celebra il II congresso che im�.zione di massa � e perch� � la lotta antifascista sia lotta in generale contro il regime borghese �. Il programma di azione prevede il boicottaggio dei commercianti italiani fascisti, la creazione di patronati per gli emigranti, di centri sportivi e ricreativi e la partecipazione nelle elezioni delle associazioni di mutuo soccorso. Si consiglia agli affiliati di partecipare attivamente alla vita sindacale argentina per interessare i sindacati locali alla lotta antifascista.
In seno al congresso si manifestava il dissenso tra Tuntar e Codovilla, e piovevano anche le accuse di collaborazionista della borghesia contro Pierini; prendevano corpo i sospetti contro Dolfi, del quale, in seguito, si scopr� l'attivit� di doppio informatore; espulso dall'Argentina fin� i suoi giorni fucilato dai partigiani in Toscana.
Certamente l'esistenza dell'attuale crisi in seno all'Alleanza non pu� non essere che dannosa all'organismo stesso, e questa Regia Ambasciata con le dovute cautele e con moltissimo tatto, cerca di alimentarla ed acuirla a mezzo di fiduciari (...) (informazione dell'ambasciatore, 4 gennaio 1930) 17.
Concluse le sessioni del congresso, Tuntar si allontanava dal Pc; e di conseguenza dall'Alleanza. L'attivit� dell'Alleanza fu interrotta con il golpe del 6 settembre 1930 che la dichiar� illegale.
4.8. La Lidu
Si costituiva a Buenos Aires nell'ottobre 1928, in coincidenza della sconfitta socialista nell' Alleanza. Il suo obiettivo politico era di raccogliere quegli antifascisti restii a un'azione politica che implicava collaborazione con i comunisti. Come la Lidu parigina non era partitica e si dichiarava apolitica rispetto alla realt� argentina.
La nostra opera, quindi, nella Repubblica Argentina sar� politica per quanto si riferisce all'Italia; e eminentemente sociale per quello che riferisce con gli italiani emigranti e profughi.
(...) la nostra Sezione rispetter�, senza eccezioni di sorta, le leggi ed i costumi del paese che ci ospita. Non organismo sovversivo; ma organismo di ordine democratico.
La AAI se si vuole, � l'esercito d'attacco dell'antifascismo, noi siamo un po� la Croce rossa del"antifascismo. Ma con la fede purissima fino al sacrificio (Manifesto - 21 ottobre 1928).
La sua azione rimase sempre minoritaria anche se riusc� a fondare una sezione a Bah�a Blanca e a pubblicare, in questa citt� il giornale L'Avvenire; comunque la Lidu era limitata all'ambiente massonico.
4.9. La concentrazione antifascista
Per iniziativa di Paolo Prister. dirigente del Centro repubblicano, uomo di grandi possibilit� economiche, e di Giuseppe Parpagnoli, il Psi, il Psuli, la Lidu e il Partito repubblicano il giorno 26 gennaio 1929 dichiararono costituita la sezione di Buenos Aires della Concentrac�on antifascista.
La gran preocupacion espiritual de los buenos antifascistas para hallar una base de �union de todas las fuerzas antifascistas � donde no tuviese cabida ning�n criterio monopolizador de parte, ha desaparecido. En la Concentraci�n, los partidos y los seres son considerados sobre un mismo pie de igualdad: unica competicion, la voluntad de superarse para el mejor aporte a la causa com�n.
Antifascistas! En esta tierra de exilio, el nuevo huno enfundado en la Librea consular, descubre otros senderos a la delincuencia de l�s camisas negras, tras!ada aqu� sus g�rmenes y las bombas estallan matando inocentes.
La reaccion local, por su parte, parece orientarse hacia e! fascismo favoreci�ndole y negando a nosotros derechos otorgados por la Constitucion, derechos que en su destierro empuflaron los grandes patriotas argentinos para forjar las armas que deb�an dispersar la mazorca de Rosa., (Manifesto della Concentrazione).
La Federazione italiana pubblicava Giustizia e Frola otteneva la pubblicazione del giornale antifascista Risorgimento nonostante il cambio di regime che si era prodotto in Argentina e che non era favorevole per esplicare un'attivit� antifascista.
Risorgimento, appunto perch� italiano, non pu� che essere antifascista. Per la libert� contro la violenza, per la giustizia contro l'arbitrio, per la democrazia contro la dittatura, per la repubblica contro la monarchia, per la libert� di coscienza contro la teocrazia. Risorgimento, non � di un partito, n� lo pu� essere.
E� antifascista. E� di tutti gli antifascisti 18.
Frola era � invitato� a lasciare il paese (non lo ricorda nelle sue memorie) dopo una violenta campagna contro la visita in Argentina di Italo Balbo, e perch� affermava che la formazione a Buenos Aires di Giustizia e libert� era possibile, in quanto esisteva gi� pronta per attuare in Italia la Legione Piemonte.
Governi radicali argentini e antifascismo
La seconda presidenza di Yrigoyen (1928-1930), periodo di crescente mobilitazione politica, favoriva l'attivit� dei gruppi italiani.
Come abbiamo gi� detto, � impossibile tracciare una linea netta tra i movimenti politici italiani e locali; i protagonisti lavorano in circoli diversi e in diversi sindacati e si muovono nella problematica europea e in quella argentina.
Un regime come quello di Yrigoyen, che lasciava molto spazio alla propaganda e si mostrava rispettoso delle libert� politiche, costituiva un terreno quasi � ideale � per le attivit� antifasciste, anche le pi� estremiste, come quelle degli anarchici.
Nel frattempo si preparava il colpo di stato del 6 settembre 1930 che avrebbe posto fine a questo fervore politico e che avrebbe inaugurato la lunga serie di governi militari forti, seguiti da governi civili deboli, sostituiti a loro volta da altri governi militari.
L'ambasciata d'Italia faceva udire la sua � autorevole� voce alle autorit� argentine affinch� frenassero questa attivit� antifascista; ma con scarso esito, a causa di motivi di politica interna.
Il ministro degli esteri del presidente Alvear (1922 - 1928), dott. Gallardo, era secondo gli italiani un dichiarato ammiratore di Mussolini. l documenti confermano che seppure non adott� misure restrittive alle associazioni italiane, fece valere la sua influenza per impedire che senatori e deputati prendessero parte alle attivit� antifascista e che queste fossero controllate dalla polizia locale.
Il clima elettorale del 1928 fece aumentare le tensioni, i rappresentanti dell'ambasciata accentuarono la pressione cambiando argomenti:
�Impossibile, infatti, interessare l'Argentina in una lotta contro la propaganda antifascista come tale, possibilmente interessarla ad un movimento pericolosissimo, il quale tende a sovvertire violentemente le assise istituzionali della societ� e della nazione Argentina� (rapporto r. ambasciata d'Italia, 1l luglio 1929) 19.
Come illustrato in precedenza nel trattare separatamente l'attivit� partitica degli italiani, gli anni di maggiore azione antifascista furono il 1928 e il 1929. Il regime di libert� facilitava l'azione quasi continua (giornata internazionale contro la guerra, celebrazione del XX settembre, commemorazione di Mazzini, Garibaldi, Matteotti, omaggi alle vittime del fascismo, commemorazione di Gastone Sozzi, richieste di libert� per Camillo Berneri, Sacco e Vanzetti ecc.), alla quale prendevano parte gli argentini, gli italiani e gli spagnoli, come gruppi maggioritari.
Ma non era solo questa ondata di incontri, assemblee e volantinaggi nella capitale, a Rosario, a Bahia BIanca, a preoccupare il governo, l'esercito e la stampa �responsabile�, quanto l'ampliamento li queste manifestazioni nelle province e nelle federazioni agrarie che fino a quel momento avevano fatto udire la propria voce solo
sporadicamente.
I quotidiani come La Razon e La Prensa affermavano che la dittatura del proletariato non rappresentava una minaccia per l'Argentina, ma che era gi� un fatto compiuto 20.
Con il colpo di stato del generale Uriburu si interrompeva una tradizione di stabilit� costituzionale che riempiva d'orgoglio gli argentini; le forze politiche dell'opposizione fino ad allora cos� combattive, non furono capaci di costituire un movimento contrario al governo di fatto e alla sospensione delle garanzie costituzionali. Le organizzazioni pi� colpite (espulsione dal paese, carcere, scioglimento delle associazioni, divieto di stampa) furono le anarchiche e le comuniste e, nell'ambiente italiano, i gruppi con esse in contatto.
6. I difficili anni trenta
Il governo di Uriburu, fallito tentativo di instaurare un regime fascista, rompeva in maniera traumatica il processo di democratizzazione dell 'Argentina.
La rivoluzione militare del 1930 con la smobilitazione politica realizzata attraverso la frode elettorale sistematica ed altri mezzi repressivi, aveva creato una profonda crisi politica e morale, alienazione e scetticismo nell'opinione pubblica ed anche forte reazione nazionalistica, in opposizione ad una politica economica chiaramente subordinata agli interessi inglesi e dei loro alleati nell'oligarchia argentina. Ma allo stesso tempo il crollo del mercato scaten� un processo economico che in pochi anni trasform� la struttura sociale del paese e modific� sostanzialmente la composizione socio-culturale e la distribuzione geografica dei suoi abitanti 21.
Sospese le attivit� politiche, molti attivisti si rifugiarono in Uruguay per non perdere contatto con la realt� argentina e per essere pronti a far ritorno ai primi sintomi di crisi del regime.
Il primo segno di apertura fu il procedimento elettorale � pilotato � del novembre 1931, nel quale trionf� il candidato del governo Agustin P. J usto. L'astensione del Partito radicale favoriva il successo dei socialisti che ottenevano 43 deputati e 2 senatori (Alfredo Palacios e Mario Bravo, da sempre simpatizzanti dell'antifascismo)
e il partito di Penelon, ora Concentracion obrera argentina, portava alcuni rappresentanti al Concejo deliberante.
L'antifascismo pu� contare nuovamente su strutture partitiche locali che appoggiano la sua azione e sulle associazioni di mutuo soccorso e regionali che canalizzano un'attivit� adesso pi� ristretta verso l'esterno.
Mancano ancora studi specifici sulla storia sociale e politica del periodo e, sul tema che ci interessa la documentazione deve essere localizzata e recuperata a livello di struttura di partito, di associazioni, di fondi individuali e di materiale giornalistico.
Nell' Archivio centrale dello stato la scarsezza del materiale argentino contrasta con la maggior ampiezza e precisione del materiale uruguayano.
Attraverso questa documentazione e tramite le interviste ai partecipanti del movimento antifascista si desume solo una temporanea e relativa diminuzione dell'attivismo che cercava altri canali di espressione.
Quando le condizioni politiche locali lo permisero, coincidendo con eventi di portata mondiale come la guerra di Etiopia e la guerra civile spagnola, tutta questa protesta �contenuta� fino ad allora, esplodeva in un esteso movimento antifascista di opinione pubblica, movimento democratico, emotivo, solidale anche materialmente, con i repubblicani spagnoli e gli antifascisti italiani.
La guerra di Spagna merita un paragrafo a parte perch� signific� una mobilitazione politica di grande tensione emotiva che sensibilizz� e prepar� l'opinione pubblica nel sostenere le democrazie durante la II guerra mondiale.
L'antifascismo fu un aspetto nell'ampio processo di mobilitazione della classe media e del vecchio proletariato di origine europea, e nel quale si inserirono coloro i quali erano arrivati dopo il fascismo e che avevano una medesima tradizione politica e sindacalista.
Era il movimento dell'Argentina � Immigrata centrale �, con scarse tendenze elitarie, minoritaria 22.
Movimento politico poco studiato poich� finora gli studi si sono occupati della mobilitazione popolare che dar� origine al perdonismo trascurando questa mobilitazione parallela; per questo l'interpretazione del processo � parziale e anche possiamo dire ingiusta storicamente qualificando questi gruppi solo come minoranze esterofile.
Il movimento democratico, socialista e quello comunista aderiscono alla formazione del fronte unico che caratterizza la politica europea posteriore al 1934, manifestandosi con una efficacissima azione congiunta contro il fascismo e il nazismo e per la riconquista delle libert� politiche in Argentina. La mobilitazione si canalizza nei sindacati, nei partiti politici e in un movimento intellettuale attivo, di stampo europeo e di grande prestigio presso l'opinione pubblica.
Sono gli anni nei quali giungono a Buenos Aires, Tucuman, Cordoba, Rodolfo Mondolfo, Renato Treves e Gino Germani verso i quali la cultura argentina ha un debito molto grande e per certi aspetti non del tutto riconosciuto. Le autorit� del momento non si mostrano molto entusiaste per "arrivo di questi italiani e gli spagnoli Jim�nez de Az�a, Claudio Sanchez Albornoz, portatori di rinnovamento ideologico e � rivali� nei concorsi accademici. La freddezza delle alte sfere contrasta con l'accoglienza del movimento universitario e dei socialisti, punti di riferimento sicuri per i compagni emigrati.
Vi � una figura del socialismo uruguayano, Emilio Frugoni, che si distacc� per la sua attivit� politica e per la nobilt� e umanit� che dimostr� verso gli emigrati, e che caus� l'ira delle autorit� diplomatiche. Lo stesso si pu� dire per Mario Bravo deputato socialista argentino, dotato di indiscutibile prestigio per la sua dirittura morale.
Intanto l'opposizione socialista in Parlamento ottenne di far votare una legge per la difesa della nazionalit� argentina contro l'infiltrazione delle idee straniere (giugno 1939) che costitu� un duro colpo per la propaganda fascista abituata a un ambiente pi� favorevole; si dovettero togliere i ritratti del duce dalle scuole e si sospese tutta la propaganda del regime. Gli agenti dell'ambasciata e dei dopolavoro non avevano ottenuto fino a quel momento grandi risultati, sebbene avessero avuto l'appoggio delle istituzioni ufficiali e della chiesa, ma tuttavia la martellante propaganda sull'onore nazionale e sull'Italia imperiale continuava ad avere ascoltatori 23.
Le associazioni di mutuo soccorso di tendenza democratica costituirono una Federazione delle societ� italiane in Argentina per arrestare l'azione della fascista Federazione delle societ� italiane al Plata e della Dante Alighieri dalla quale un gruppo democratico si separ� per fondare la Nuova Dante che tuttora funziona e ha rifiutato il rientro nella vecchia associazione.
Tenere in piedi vecchie alleanze e rivalit� � una caratteristica della collettivit� italiana che ha vissuto il periodo della guerra e che non ha fatto rientro in Italia.
Negli anni trenta il nazionalismo, prima esclusivamente patrimonio della destra (aristocratico, ammiratore della Spagna, nostalgico del gaucho) si estende ai movimenti di sinistra e di centro-sinistra. Ma si tratta di un nazionalismo con contenuti antimperialisti � contrario alla plutocrazia anglo-americana� pi� che un nazionalismo di cultura.
Questa tendenza imponeva un'ottica diversa nei confronti della guerra a del fascismo. che obbligava a una scelta politica delicata nella strategia antifascista. Se a ci� aggiungiamo la crisi che si produce nella sinistra con il patto Hitler-Stalin e a livello interno l'impossibilit� d'incontro con l'altra grande mobilizzazione di massa popolare, la situazione nella quale nasceva Italia libera non era certo chiara e ci� influenzer� i suoi programmi politici.
7. Italia libera
Nel 1938 fu eletto presidente della repubblica Roberto M. Ortiz, candidato del governo, avvocato delle imprese britanniche. La sua precedente appartenenza al Partito radicale aliment� le speranze di un ritorno al sistema democratico e che si ponesse fine alle attivit� pro-fasciste e pro-naziste che si svolgevano liberamente a livello economico, nella stampa e nei contatti con alcuni settori nazionalisti dell'esercito.
L'et� avanzata di Ortiz e la sua salute precaria, per la quale fu costretto ad abbandonare la presidenza, frenarono la sua politica di restaurazione della �democrazia allargata�; si aggiunga inoltre la guerra aperta intrapresa contro la sua gestione da parte dell'ala pi� conservatrice (filoinglese, fautrice dell'Argentina latifondista) e dai gruppi vicini a Mussolini e a Hitler (anticomunisti, neutralisti, pro-industrialisti).
Essi avevano assunto una posizione critica rispetto agli Stati Uniti. che favorivano il Messico e il Brasile e nel frattempo negavano crediti e armi all'Argentina. Sono queste componenti nazionaliste e industrialiste che renderanno difficile la formulazione di una critica al nuovo movimento senza correre il rischio di essere qualificati cipayos:
era vendepatria el que no cre�a en las delicias de la autarqu�a; el que no vociferaba contra la dominaci�n inglesa en que se dec�a que el pa�s gem�a; el que no declamaba contra el imperialismo extranjero y hablaba de recuperar por procedimientos fulmineos la riqueza argentina (...) l4.
Il problema della neutralit� invadeva tutta la politica nazionale dell'epoca; si prendeva partito secondo la militanza, alleata o nazista, del momento, introducendo un elemento di confusione nelle file dell'opposizione: non si potevano buttare via tutte le precedenti accuse all'imperialismo anglo-americano. Questa disputa lasciava indifferente il nuovo proletariato industriale, che reagiva di fronte alla guerra solo in quanto questa colpiva i suoi interessi primari (l'occupazione, la scarsezza di prodotti, l'aumento dei prezzi).
Ne! settembre 1940e si faceva carico del potere esecutivo Ramon S. Castillo; era un ritorno del conservatorismo e una rettifica alla politica anti-Asse iniziata da Ortiz. Il suo obiettivo era di mantenere la neutralit� e di non consegnare il governo ai radicali che quell�anno avevano ottenuto un trionfo nelle elezioni per il parlamento.
Il I0 dicembre 1941 si dichiarava lo stato di assedio, si chiudeva il Concejo deliberante, si proibivano ogni attivit� politica, la propaganda e le riunioni pubbliche a favore dell' Asse o per la causa alleata. Il nuovo ministro degli esteri era Ruiz Guinaz�, dichiarato simpatizzante dell'Asse.
el anticomu1ismo, las tendecias nacionalistas, la influencia de ciertas corrienles de la Iglesia Catolica e incluso, en sectores marginales, de las doctrinas corporalivistas, nazis o fascista, jugaron cada una, en mayor o menor grado, un rol particular en la formulaci6n de la politica de neutralidad 25.
Sul piano economico la guerra produsse un cambiamento straordinario, perch� determin� un freno all'uscita delle divise straniere in seguito alla riduzione delle importazioni, svilupp� il commercio di carne e di prodotti agricoli con la Gran Bretagna che si convert� in paese debitore. Si crearono industrie per sopperire al fabbisogno di quanto non si poteva importare, vi fu una diminuzione della disoccupazione e una continua immigrazione interna popol� le grandi citt� costiere.
Gli Stati Uniti approfittarono di questa situazione favorevole per intensificare le relazioni con il nostro paese attraverso prestiti, trattative commerciali, con l'ottica di prendere il posto della, Gran Bretagna una volta terminata la guerra.
8. La costituzione di Italia libera
Il 31 maggio 1940 un gruppo di affiliati al Centro Matteotti, Nicola Cilla, Leonardo Alterisio, Renato Ugolini, Guido Tempesti e Michelina Ugolini, affiggono sui muri di Buenos Aires i primi manifesti di Italia libera:
La guerra fue possible, porque su mayor responsable, Hitler, despu�s de haberse asegurado la complicitad de Mussolini, recibi� al final el aliciente decisivo de Stalin.
El pueblo italiano nunca aprobo el eje Roma-Berl�n pacto mostruoso que lo sta a su enemigo tradicional; muy al contrario, siempre fue animado por sentimentos de profunda amistad hacia los pueblos franc�s e ingl�s, con los cuales ha venido estrechando cada vez mas sus vInculos fraternales, desde el periodo hist6rico de su �Risorgimento� a Naci6n Libre e Independiente, hasta la ultima conflagraci6n europea.
Il Comitato Italia libera riceve le prime adesioni da socialisti e repubblicani, ottiene buona accoglienza da parte dei gruppi italiani che lavorano nei sindacati tessili, metallurgici e grafici, e anche nei trasporti e nelle costruzioni; nelle associazioni regionali la sua diffusione si presenta talmente promettente che l'ambasciata fa arrestare Ugolini e Tempesti che sono invitati, senza alcun esito, a rinunciare all'attivit� per la diffusione del movimento 26.
Era necessario controbattere l'azione de Il Mattino d'Italia, organo degli ovristas e anche la propaganda neutralista del governo argentino con un giornale del nuovo movimento, Italia libera; dirigeva Cilla, e il finanziatore e organizzatore era l'ingegnere Torquato Di Tella, lo � zio d'America� che aveva gi� generosamente finanziato la Concentrazione di Parigi 27. Si contava anche sull'appoggio delle ambasciate francese e inglese le quali seguivano da vicino lo sviluppo del Partito socialista argentino, considerato come una valida alternativa al governo di Castillo..
Durante il primo anno si concretizzava una opera di proselitismo all'interno del paese: sorgevano 24 sezioni e le pi� importanti erano: Rosario, Santa F�, Mar de la Plata, Mendoza, Cordoba e La Plata che gi� erano note per il loro contributo alla Concentrazione e alla Alleanza.
La risposta a Italia libera nelle citt� dell'interno si pu� sintetizzare come indifferenza al messaggio antifascista; tale atteggiamento � spiegabile se si tiene presente sia l'attivit� dei consolati che erano in mano di autentici fascisti che condizionavano ogni pratica all'appartenenza o no al fascio, sia all'atteggiamento del governo argentino degli anni trenta che favoriva la paralisi politica.
A bilanciare questa indifferenza - non consenso n� appoggio al fascismo - c'erano gli attivisti, con esempi commoventi di disinteresse e di devozione alla causa. I carteggi rivelano un lavoro senza pretese, rischioso per la facilit� di essere individuati nelle piccole citt�: questi attivisti erano assolutamente alieni ai dibattiti ideologici, alle rivalit� personali, agli interessi delle potenze, che invece scuotevano Italia libera di Buenos Aires.
9. Italia libera - Mazzini Society
Italia libera argentina assunse un carattere originario indipendente, di movimento antifascista, accettando nelle sue file gli iscritti di vari partiti politici.
Art. 2 - Los principios fundamentales de Italia Libre san los siguientes: a) defensa de los derechos del hombre y del ciudadano, segun el espiritu de la democracia argentina; b) respeto y tolerancia por todos los credos religiosos; c) repudio de cualquier sistema dictatorial de gobiemo; d) repudio de toda teoria racial.
Art. 3 - Pueden adherirse a Italia Libre ciudadanos que partenezcan a cualquier partido politico, cuyo programma no se oponga a los principios indicatos en el articulo anterior.
- Art. 5 - De acuerdo con los principios enunciados, se considera explicitamente incompatible la afiliaci6n a Italia Libre de elementos controlados directa o indirectamente por partidos o movimientos totalitarios.
A questi articoli di compromesso, redatti per non lasciar fuori quasi nessuno, non espliciti. nel concetto di democrazia n� economica n� politica, si riferivano i gruppi antagonisti di Italia libera, con accuse reciproche di atteggiamenti dittatoriali, con la conseguenza di debilitare l'azione dell'antifascismo strettamente italiano.
Fino all'entrata della Russia in guerra, i comunisti si erano mantenuti lontani dai movimenti filo-alleati; formalizzata l'alleanza Hitler-Stalin, molti intellettuali si allontanavano dal partito, altri rimanevano per disciplina ma senza poter rispondere agli attacchi di connivenza con la dittatura a eccezione della tesi che tali democrazie non erano poi democratiche, specialmente se si faceva riferimento alla esperienza argentina.
� necessario ribadire questa posizione dell'Argentina come paese dipendente economicamente che incider� in tutta la politica antifascista impedendo la costituzione di un blocco omogeneo.
Dopo il giugno 1941 i comunisti chiedevano di entrare a far parte di Francia libera e Italia libera, ma le risposte erano diverse.
Francia libera era a Buenos Aires un movimento importante; la capitale era forse la citt� che lo accettava pi� volentieri ed essa accetter� i comunisti causando l'allontanamento di alcuni membri che non avevano intenzione di collaborare con essi.
In Italia, libera si avevano notevoli dissensi interni. Il comitato esecutivo, in cui operavano Cilla, Pecorini, Sigfrido Cicotti, assumeva una linea rigidamente anticomunista, e di avvicinamento e in seguito di dipendenza con la Mazzini Society.
Serafino Romualdi nel luglio 1941 arrivava in Argentina e presentava la Mazzini Society come associazione destinata a organizzare gli italiani per il dopoguerra, assicurando la possibilit� di opinione e di voto nelle deliberazioni, nei giornali, e nelle varie istituzioni culturali e lavorative. La propaganda alla Mazzini Society provocava critiche a Buenos Aires, scriveva Angelina Balabanoff:
Per dovere di solidariet� verso di voi, compagno, devo dire che tanto a me quanto ad altri che pur non militando nel movimento italiano che qui non esiste, ma che sono gente seria. e conoscono uomini e cose, ha fatto dolorosa impressione la sproporzionata reclame che l'Italia Libera fa alla Mazzini ed al �Mondo� ecc. Anche nell'interesse del vostro giornale vorrei dirvi che esagerazioni di questo genere nuocciono sempre 28.
Il giornale Italia libera riceveva l'appoggio economico dall'American Labor Council di Luigi Antonini, destando sospetti dei gruppi vincolati al sindacalismo argentino diffidenti nei confronti di questi sindacati italo-americani che erano visti come agenti di una � americanizzazione� del movimento operaio.
Il conflitto all'interno di Italia libera si approfondiva, ed era focalizzato nella polemica tra .il comitato esecutivo e la sezione Buenos Aires, contraria a legare il movimento di Italia libera ai disegni della politica nordamericana, e che era favorevole al patto di Tolosa dell'ottobre 1941, all'entrata dei comunisti nel movimento e all'approfondimento dell'azione di massa.
Nel dicembre appariva il Manifesto dell'Alleanza Garibaldi di Francesco Frola e Mario Montagnana in Messico; la sezione Buenos Aires esprimeva il desiderio di aderire all'Alleanza Garibaldi.
Il nostro movimento non ammette esclusivismi, il che significa che tutti possono far parte con parit� di diritti dell'Alleanza Garibaldi e lottare per la libert� d'Italia.
Ci� non vieta ai f�rmatari del presente manifesto di nutrire un intimo convincimento ed un'ardente aspirazione. Noi pensiamo che i rappresentanti delle classi lavoratrici debbano costituire oggi il nucleo, centrale dell'alleanza e domani asse maestro della ricostruzione 29.
La contestazione poco diplomatica di Ciccotti fu di non dare pubblicit� al manifesto fino a che non si � conoscano le relazioni che intercorrono con i nostri amici del Nord America �30.
Italia libera, come tutto il movimento antifascista risentivano notevolmente dell'entrata in guerra degli Usa e dell'insuccesso della conferenza di Rio de Janeiro (gennaio 1942) che impediva la costituzione di un fronte comune belligerante di tutta l'America.
I governi argentino e cileno rifiutavano di dichiarare guerra all'Asse. Il panamericanismo (americanizzazione della dottrina Monroe) urtava contro la decisione di neutralit� argentina, appoggiata da settori filonazisti, ma anche velatamente dall'Inghilterra interessata a mantenere contatti economici con l'Argentina. La pressione del dipartimento di stato sul governo argenti no e sui movimenti antifascisti si accentuava e il conte Sforza e la sua Italia libera furono elemento della politica americana in Italia e in America Latina, contrastando ugualmente le attivit� dell' Asse e dei gruppi antifascisti pi� rivoluzionari.
Mancarono i compromessi con Sforza sul riconoscimento di Italia libera e della Legione, come pure le precise garanzie territoriali per il � dopoguerra �, ma ci fu l'appoggio del dipartimento di stato alla celebrazione del congresso degli italiani liberi di Montevideo 31.
10. Il congresso di Montevideo
La scelta di Montevideo obbediva alla situazione interna argentina, � stato di assedio� in atto, proibizione di svolgere attivit� connesse ai paesi in guerra e le esistenti precarie relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti. Per favorire l'esito positivo del congresso, si misero da parte le divisioni interne cercando di dare un'immagine di unit� antifascista.
Sforza. in una conferenza stampa del 17 agosto ribadiva questa unit�:
Entiendo que la lucha Coptra el fascismo debe ser total, sin exclusi�n de hombres o partidos. Liberales, socialistas, democratas, cristianos, comunistas, (...) deben actuar juntos, vigorosa y lealmente (...) 32.
I delegati dell'Argentina, Cile, Brasile, Stati Uniti, Uruguay, Costa Rica e Paraguay votarono la Declaraci6n de Montevideo, eleggendo Sforza capo degli italiani all'estero, e aderendo a una linea di lealt� agli Stati Uniti.
In considerazione dei legami indissolubili di complicit� esistenti tra il fascismo e la monarchia, la nostra profonda aspirazione � quella che la monarchia sia sostituita da una Repubblica democratica e sociale.
La Conferenza nutre fiducia che il Consiglio Generale Italiano riceva dai governi delle Nazioni Unite il riconoscimento indispensabile affinch� possa operare all'estero ed esercitare in Italia tale influenza che affretti la caduta del regime fascista.
La Conferenza Panamericana considera anche che sotto il comando di Randolfo Pacciardi, debba darvi al pi� preso soddisfazione, con l'organizzazione di un'unit� militare, al diritto degli italiani liberi di partecipare alla lotta armata per la vittoria della libert� e della democrazia 33.
Il grande assente fu Pacciardi il quale dalla rottura con la Mazzini e dal suo avvicinamento ai comunisti era stato messo nella lista nera del dipartimento di stato.
Il congresso di Montevideo diede pubblicit� agli antifascisti e contribu� a neutralizzare le organizzazioni fasciste dell'America del Sud, ma non riusc� a ottenere il riconoscimento degli alleati al governo in esilio n� la formazione della legione di volontari. Politicamente il congresso non era rappresentativo della situazione italiana;
i comunisti erano stati esclusi deliberatamente; i socialisti, divisi, non avevano presentato figure di rilievo; erano presenti molti liberali e repubblicani; in quanto ai cattolici popolari, erano assenti, poich� l'ambiente cattolico simpatizzava, in America, con Mussolini.
11. Italia libera unitaria
La valutazione dei risultati del congresso di Montevideo riaccese la polemica che culmin� nella scissione che si produsse a causa della disposizione dell'Esecutivo nel ritesseramento dei soci, Nella nuova tessera si doveva firmare la condanna �para todo r�gimen dictatorial de gobierno, ya se tra te de una dictatura de derecha o izquierda...�
Nel congresso di Rosario (gennaio 1943) le due frazioni si affrontarono duramente, scambiandosi accuse di totalitarismo, complicit� con il fascismo, ingenuit� politica ecc.
Il comitato esecutivo, in particolare Cilla e Cicotti, risolse il commissariamento della sezione di Buenos Aires che si trasform� in Italia libera unitaria.
Italia libera unitaria afferma la sua aperta irriducibile opposizione al fascismo, negazione ed oppressione della Patria. ed indice una lotta senza quartiere. in tutti i campi e con tutti i mezzi. per la liberazione dell'Italia.
Reclamiamo per la Patria nostra la instaurazione di una libera Repubblica, unica soluzione del problema italiano, che realizzi gli ideali di giustizia economica e sociale in un regime che garantisca eguaglianza giuridica e libert� politica 34.
Aderirono Gino Germani, Leonardo Alterisio, Giuseppe Parpagnoli, Giuseppe Coppola, Tempesti, Ugolini ecc. Purtroppo la scarsit� della documentazione impedisce di tracciare lo sviluppo del movimento, senza dubbio limitato per la povert� dei mezzi economici e che non poteva contare su nessun finanziamento sia dei governi alleati o di altri partiti politici in particolare; ci� ridusse la sua attivit� nell'area di Buenos Aires e fu causa del suo rapido scioglimento.
La scissione fu particolarmente dolorosa per i componenti di Italia libera, poich� produsse un contrasto a livello politico e ideologico tra persone che fuori della polemica si rispettavano e avevano alle spalle un nobile passato di lotta antifascista, I carteggi rivelano la difficolt� di prendere partito per uno dei gruppi poich� si confondevano molti motivi nel prendere la decisione pi� che il convincimento di favorire il gioco divisionista dei fascisti, o metodo pi� adatto che questi usavano per operare in una realt� come quella argentina. Di fronte a una opinione pubblica per la maggior parte contraria alle camicie nere o brune e di fronte agli intellettuali tra i quali non avevano rappresentanti di prestigio, ma solo simpatizzanti della destra nazionalista.
Si allontanavano da Italia libera molti affiliati della prima ora, si entrava anche in conflitto con alcune sezioni dell'America Latina, come quella cilena che organizzava un congresso nel gennaio 1944, di carattere unitario, motivando il ritiro dei delegati argentini.
I motivi fondamentali di questa scissione furono i rapporti con la Mazzini Society, il fronte comune con i comunisti e l'approfondimento del programma di Italia libera a livello politico ed economico. Tutti questi fattori strettamente legati formavano un tutto indivisibile che condusse molti affiliati a prendere partito per uno dei gruppi anche se era difficile accordarsi totalmente sotto tutti gli aspetti.
Rispetto all'accettazione dei comunisti, la causa forse pi� visibile, si mossero rimproveri e sorsero attriti di antica data e attuali, dagli atteggiamenti nella guerra di Spagna alle purghe e il totalitarismo stalinista, al patto Berlino-Mosca e alle caratteristiche egemoniche e divisioniste rispetto agli altri partiti. La guerra spagnola era stata � storia argentina � in quei tre anni. Il trionfo franchista, favorito dalla divisione in campo repubblicano, costituiva una esperienza molto amara per quanti avevano seguito giorno per giorno le lotte del popolo spagnolo: e non dimentichiamo che Buenos Aires riceveva in quegli anni alcuni esiliati di prestigio, Rafael Alberti, Jim�nez de Az�a, Ramon Gomez de la S~rna, Claudio Sanchez Albornoz e tanti ex miliziani.
Si instaurava quindi una solida collaborazione e amicizia tra socialisti e anarchici, dalla quale per ovvie ragioni erano esclusi i comunisti.
I rimproveri ai comunisti si riferivano anche alla politica del Fronte popolare e all'appello ai fratelli in camicia nera che avevano permesso a molti di infiltrarsi nel movimento e in alcuni casi di impadronirsi delle societ� di mutuo soccorso: �nemmeno i fascisti poterono distruggerci come fecero loro � 35.
In quanto alla situazione argentina, a livello sindacale i socialisti e i comunisti si disputavano il predominio nei sindacati, disputa che culmin� con la divisione della Cgt: a livello di partito si muovevano gli stessi rimproveri gi� accennati, in un clima politico confuso e con un governo rigidamente anticomunista, per cui accentuare un allontanamento dei comunisti debilitava il fronte dell'opposizione.
Questa sfiducia generalizzata nei confronti dei comunisti facilitava la propaganda della Mazzini Society, sostenuta da vari membri eminenti di Italia libera, insieme a importanti mezzi finanziari a disposizione e all'indiscutibile prestigio di Roosevelt nelle file democratiche.
Per poter valutare le forze pro e contro la Mazzini Society � imprescindibile la consultazione di archivi privati, tutti da recuperare; per quanto riguarda il materiale esaminato fino a oggi, si pu� dire che la maggior parte si accostava a una posizione pi� vicina a Salvemini e Pacciardi, che rispondeva sia alle necessit� dell'antifascismo italiano, sia alla particolare situazione argentina.
La mancanza di rappresentativit� di Francia libera in Africa del Nord, le voci causate dalla missione Gentili e la vaga premessa di Berle che la �nazionalit� italiana sarebbe stata rispettata, suscitarono la inquietudine tra gli iscritti di Italia libera, in quanto il movimento correva il rischio di compromettersi politicamente appoggiando quei governi dai quali si poteva ottenere ben poco.
Intanto la colonia italiana in Argentina non era comparabile con quella nordamericana; era una realt� tanto diversa dalle Little Italy che insistere in un programma cos� modesto e moderato come quello � mazziniano� avrebbe messo in pericolo la rappresentativit� e la diffusione del movimento. La colonia italiana in Argentina si era caratterizzata sempre per il suo antifascismo, la sua laicit� e il suo ruolo protagonista a livello politico e sindacale e non proprio nei partiti conservatori; non aveva bisogno di essere rieducata all'antifascismo come neppure l'opinione pubblica argentina doveva essere convinta delle caratteristiche totalitarie del fascismo.
Il periodo 1940-1943 fu uno dei pi� confusi della storia argentina, con una grande agitazione politica e sindacale diretta a provocare la caduta di un governo illegittimo e con minacce di colpo di stato che misero in marcia un processo di smobilitazione. Non esisteva isolazionismo n� neutralit� nell'opposizione argentina; si era antifascisti e, di conseguenza, pro-alleati, senza invertire i termini. Qui gioca un ruolo importante il contenuto nazionalista dell'opposizione democratica, un nazionalismo ben lontano da elementi imperialistici o da nostalgie �guachescas � e spagnoleggianti e tendente a ottenere un'indipendenza economica del paese nei confronti delle grandi potenze e che obbligavano a una strategia molto attenta nell'appoggio agli alleati.
-Accentuare la difesa delle � democrazie� poteva solo contribuire ad aumentare la confusione e a debilitare il movimento.
Italia libera era un microcosmo del movimento democratico argentino degli anni quaranta, che nella sua espressione antifascista e pro-alleata si trov� a fare alleanze politiche con filo-britannici o filo-americani con i quali condivideva la posizione nella guerra ma non rispetto alla politica interna. Queste alleanze temporanee e parziali, dettate dalla particolare situazione internazionale del momento, contribuirono a intorbidire le acque dell'antifascismo e che si lanciasse contro il movimento l'insinuazione di atteggiamenti antidemocratici o antinazionalisti.
Per concludere potremo dire che per i vecchi antifascisti italiani ancora residenti in Argentina, i fatti qui sommariamente descritti sono lontani dall'assumere la caratteristica di �passati �; fra di loro, le amicizie, le alleanze, le scissioni fanno riferimento alle posizioni assunte nella lotta contro la dittatura, mentre, parlando con gli estranei al movimento, mostrano una nobile riluttanza ad affrontare il ricordo delle stesse divisioni, che essi chiamano � miserie della emigrazione
NOTE
1. Avanti!, Buenos Aires, maggio 1923.
2. Volantino dei Savellesi dell'Argentina, aprile 1923.
3. La VanguardiG. Buenos Aires, 12 e 13 giugno 1927
4. Acs-Dgps, 1926. b. 101.
5. L'Italia del popolo, Buenos Aires, 22 febbraio 1928.
6. L'Italia del popolo, Buenos Aires, 23 febbraio 1928.
7. L'Italia del popolo, Buenos Aires, 19 febbraio 1928.
8. Lettera di Giuseppe Modigliani. Parigi. 21 agosto 1928. Archivio Centro Matteotti, Buenos Aires
9. Lettera di Giuseppe Baldi, organizzatore del Partito socialista unitario a Milano nel 1923, La Vanguardia,
Buenos Aires, 4 settembre 1930.
10. Scritto da Miguel Arcangel Roscigna "Anarquistas incongruentes" in O. Bayer. Los anarquislas expropriadores.
Buenos Aires. 1975. pp. 45.
11. L'Avvenire. Buenos Aires, 5 gennaio 1925.
12. Statuto della Societ� Risveglio 1929. Acs-Dgps, 1929, b. 20.
13. F. Frola, Ventun'anni d'esilio, Torino, p. 146.
14. Numero unico 1" Maggio. edito a cura della Sezione Socialista italiana di Rosario. 1925.
15. Acs-Dgps. 1930-1931, b. 48.
16. F. Frola. op. cit., p. 162. .
17. Acs-Dgps, Gl, b. 269, fasc. 714.
18. F. Frola. op. cit., p. 161.
19. Acs-Dgps, 1928, b. 203,
20. La Prensa, Buenos Aires, 12 luglio 1929.
21. G. Germani. Autoritarismo. fascismo e classi sociali. Bologna. 1975. p. 119.
22. Ibid., P. 149.
23. Acs-Dgps, 1939, b. 39.
24. F. Pinedo, En tiempos de la Republica. Buenos Aires. 1946. p. 186.
25. M. Rapoport. Gran Bretagna. Estados Unidos. Las clases dirigentes argentinas : 1940-1945. Buenos Aires, 1981, p. 44.
26. Acs-Dgps-CpC, b. ] 343, Nicola Cilla.
27. B. Tobia, �Problema del finanziamento della Concentrazione d'azione antifascista negli anni 1928-1932 �, Storia
Contemporanea giugno 1978
28. Lettera di Angelica Balabanoff a Nicola Cilla. senza data. circa 1942. Archivio Unione e benevolenza, sezione Italia
libera.
29. Bollettino della Alleanza internazionale Giuseppe Garibaldi, luglio1941. p. 20.
30. Lettera della commissione esecutiva Italia libera alla sezione Buenos Aires. 6 dicembre 1941, Archivio Unione e
benevolenza. sezione Italia libera.
31. J. Miller, � Carlo Sforza e l'evoluzione della politica americana verso l'Italia 1940-1943�, Storia contemporanea, dic. 1976.
32. La Vanguardia, Buenos Aires, 19 agosto 1942.
33. �Dichiarazione di Montevideo �. in Conferencia Panamericana de Italia Libre, Buenos Aires, pp. 5-6.
34. Primo manifesto Italia libera unitaria.
35. Intervista con un vecchio dirigente massimalista.