DANZE
Dalle ricerche fatte pare che l�unica danza che i nostri antenati abbiamo portato dalla patria abbandonata sia la Vallja. Che la Vallja sia un ballo proveniente dall�Albania si presume dalla descrizione che il Byron fa parlando dei Sulioti: "Prima dell' ora silenziosa della mezzanotte i Palikari cominciano la danza del loro paese. Ciascuno depone la sua sciabola e, tenendosi tutti stretti per la mano, si mettono in movimento urlando un canto barbaro. E� bello vedere i loro salti e la loro gioia selvaggia ed inoffensiva, la loro gaiezza barbara e decente, i loro gesti pieni di vivacit�, i loro occhi neri e brillanti, ed i loro lunghi capelli che cadono in ciocche fino alla cintura"
Lo Smilari , in Gli Albanesi d'Italia - 1891- racconta che:" La danza comune degli albanesi d'Italia � quella degli Epiroti che descrive Byron nel suo pellegrinaggio��� Questa danza costituisce il divertimento esclusi vo delle donne appartenenti alle colonie che conservano tuttora i patri costumi. Unite, sempre in numero eccedente la cinquantina, guidate da due nomini, o da due di esse pi� inoltrate negli anni, tenendosi strette per le mani, o a mezzo di fazzoletti, muovono, piene di un intenso ed insolito brio, che sfavilla nei maschi loro volti, per le vie del paese, con passi ora smisurati e gravi, come se eseguissero una marcia militare , ed ora accelerati, con movimenti circolari e disordinati, come se volessero aggredire o fuggire l'inimico. In questi movimenti � sempre il canto che le inebria ed eccita, il canto di poesie popolari che ricordano Scanderbek ed i tempi Bizantini
. L' istessa danza si usava circa mezzo secolo dietro, anche dagli uomini."Il De Grazia, in Canti popolari albanesi - 1889-: "In origine essi aborrivano anche dal ballo, ma a breve andare vi si adattarono. Nel Peloponneso c�� la Rumeika, ove le donne, tenendosi tutte per mano, si voltano attorno a se stesse e passano a vicenda l'una sotto il braccio dell'altra, mentre il canto dei danzatori e il concerto degli strumenti ne regolano il tempo. Comincia lenta e leggiera la danza, ma in breve diventa cos� rapida, da stupire. In Italia questo ballo fu trasformato nella Falia o Valia, ch'� un saluto cantato a un alto personaggio o a due sposi novelli. Oggi per� � stata smessa, meno in pochi villaggi, che la solennizzano nel giorno di Pasqua solamente , come ricordanza della caduta dell'Albania sotto il dominio dei turchi, e della emigrazione dei suoi figli in Italia."
Il Marchian�, in Canti popolari albanesi - 1908-: "Uomini e donne, vestite di gran gala, presi per mano e guidati da vessiliferi o corifei a� due capi, formano una lunga riga, che percorre le vie del paese, cantando e danzando, e, a seconda dell' opportunit� che offre la via, ora si spiega e si ripiega, ora si annoda e si snoda, ora si apre c raccoglie in circolo, in mezzo a cui, uno de' pi� baldi e audaci cantori, improvvisatosi aedo, detta il canto, mentre i coppieri mescono il vino, che la munifica liberalit� delle famiglie magnatizie a loro donato. �
Ma ormai questi canti delle danze circolari, nella dissuetudine degli antichi costumi, divengon sempre pi� rari, �"Il Giordano nel vocabolario arb�resh Fjalor - :" v�lle-ja sf. ridda, danza corale: la "vallja" consiste in una ridda, composta di donne, di uomini o mista, che tenendosi per mano girano esaltano danzando e cantando inni patriottici, rapsodie patrie, canti epitalamici o versi augurali improvvisati. Nella ridda le donzelle albanesi, danzando, cantano in coro le imprese degli eroi trapassati, onde incitare i presenti all'amore delle loro azioni generose e grandi (B. D.)
La "vallja" pare che sia la "Choreola" degli antichi romani (Dorsa). La vallja � tutt'ora in uso presso molti paesi albanesi d'ltalia �. Dove dalla domenica al marted� di Pasqua hanno luogo i tradizionali festeggiamenti che commemorano le vittorie degli Albanesi sui Turchi ed altri storici episodi degli Avi.".Non ci sono notizie certe sulla data di dismissione della danza a Lungro. Con molta probabilit� il periodo sar� stato tra la seconda met� e la fine dell�800. E� certo che ai primi del novecento non era in uso.
Oggi le danze sono tipicamente calabresi. Nella tradizione � entrata prepotentemente la tarantella.