Domenico De Marchis
BREVE CENNO MONOGRAFICO STORICO DEL COMUNE DI ACQUAFORMOSA
(1857)
Parte 2^
Ogerio Conte di Bragalla, oggi Altomonte, e sua moglie Basilia redigevano nel 1145, innanzi a Monsignor Umfrido Vescovo di S. Marco, solenne atto di generosa largizione, merce di cui investivano l' Abate Pietro dell'ordine Cirstercense del dominio di vaste tenute, e della Chiesa di S.a Maria de Santo Leucio, onde erigere un Monastero dell'ordine ridetto, e con la facoltà di edificare un Casale nelle sue vicinanze, verso di cui eserciterebbe la giurisdizione Civile e Criminale qual feudatario del luogo. Questa concessione viene riportata per intero dall'Ughelli nel tom. 9 della sua Italia Sacra, ed io reputo cosa utile al mio divisamento di trascrivere qui due brevi tratti, uno cioè relativo ai confini dei beni assegnati, e l'altro sul dritto della erezione del Casale, come prenozioni da non perdersi di vista, poggiando su di essi alcune critiche osservazioni, a cui mi è obbligo rispondere a suo luogo: «Donamus et concedimus Ecclesiam Sancte Mariae de Sancto Leucio, cum omnibus tenimentis. ..quod incipit a Vallone Galatri in via publica, quae ducit a Lungro, ad Sanctum Donatum, et ascendit per Valonem ad tenimentum S. Mariae de Monte etc. etc.». Ed infine si legge «Insuper volumus, et concedimus ipsi venerabili loco, ut si Abbas cum monacis suis ubicumque voluerint aliquod Casale construere, et aliqui de terra nostra, ire velint ad habitandum, in dicto Casale liberam habeant facultatem etc. etc. etc.».
Federico Imperatore dei Romani e Re delle Sicilie, con regio Diploma portante la data de' 15 marzo 1227, confermando alla lettera, e per ben due volte la Concessione di Ogerio, nella introduzione ecco come si esprime: «Inde est igitur, quod Goffredus Venerabilis Abbas Monasterij Aquaeformosae fidelis noster per Fratrem Joannem Venere Priorem eiusdem Monasterii fidelem nostrum quoddam Privilegium dudum in Alemania ipsi Monasterio a celsitudine nostra concessum; nec non, et aliud Privilegium nostrum, quod post Curiam Capuae celebratam, eidem Monasterio similiter concessimus etc. etc. etc.».
E questa finale espressione allude al celebre parlamento convocato nella città di Capua nel 1220, in cui col consiglio di Andrea Bonello di Barletta, avvocato fiscale, fu ordinata l'esibizione di tutti i privilegi, conceduti da esso Imperatore Federico, e da , suoi antecessori, come anche da Rainaldo del Guasto duca di Spoleto suo luogotenente; del pari che vi decise l'abolizione di quelli che non sarebbero stati confermati. Per la cui osservanza venne in prosieguo emanata la costituzione cum concessiones, come ne assicurano gli storici del regno, e con maggior diffusione il Capecelatro nella parte 2 fol. 70 a tergo.
Sorgono ora spontanee due obiezioni, che han d'uopo di esser risolute alla meglio si potrà, cioè primo: in qual tempo il monastero adottò il titolo di S.a Maria di Acquaformosa, in cambio del primo segnato nella concessione, cioè di Santo Leucio? Secondariamente, se ebbe qualche volta esistenza il casale Galatro? Al primo dubbio nulla di positivo ci è riuscito poter assodare malgrado le più accurate ricerche all'uopo istituite. Il cangiamento di nome ha dovuto verificarsi in uno degli anni della serie intermedia tra il 1145 al 1220, poiché dalla lettura della regia carta di Federico si rileva il titolo di Acquaformosa assunto di già dal monastero in sostituzione del primo; ma l'anno preciso quando ciò avvenne rimane avvolto nella voragine dei secoli, e il potere della filologia non può evocarlo neppure con i mezzi tradizionali; quindi irresoluto rimane questo dato storico.
Quelli poi che riluttano di piegarsi a credere all'esistenza del casale Galatro, fissano per dati di partenza l'espressioni stesse di Ogerio, che ho a questo scopo divisato di trascrivere, e ritenute dall'Imperatore Federico nel testè citato diploma. Infatti, affermano essi, nel fissarsi i termini territoriali delle tenute assegnate al monastero, si fa cenno del Vallone Galatro per cui si ascende a S.a Maria del Monte, quindi in vece di un torrente si sarebbe nominato piuttosto il casale, se mai fosse esistito; ed acquista per loro maggior forza tale ragionamento nell'osservare, che negli altri contermini, si disegna la strada che conduce a Lungro, e in S. Donato, indicandosi questi due casali in luogo di altri segni discernibili, che non sarebbero mancati in quelle località. Finalmente, la dicitura usata nell'atto del donante Ogerio ubicumque voluerit aliquod casale construere, par che affatto escluda l'esistenza di Galatro; in opposta ipotesi, si sarebbe espresso poter riedificare un casale.
A questa severa critica io affronto di rimbalzo testi trascritti da regie carte, che per intero riporto in apposita nota, e prego la cortesia dei lettori di scorrerli con pazienza, poiché la convinzione dell' animo non si ottiene senza coscienziosamente valutare gli elementi che debbon produrla.
Carlo di Angiò con sovrano re scritto sotto la data dell'anno 1278 riferisce che i monaci del cenobio di S.a Maria de Acquaformosa «tenuerunt et possiderunt quoddam casale, quod dicitur Calatrum etc. etc.». E Carlo Secondo nel 1302 con altra regia carta dice «quod ab olim in partibus ipsius guerrae commotione praemente casale eorum ( cioè dei monaci) quod Galatrum nominatur, ad dictum monasterium pieno iure etc. etc. et esse dicitur prope eidem monasterio situatum».
Finalmente il Re Cattolico nel 1514 raffermando dei privilegi al Monastero, accenna, che il casale di Acquaformosa venne riedificato, e di nuovo popolato dagli Albanesi nell'anno 1501 a cura dei monaci Cistercensi.
Se dal 1145 al 1225 di Galatro non vi è menzione alcuna, e che dalla regia carta del primo Angioino in poi si nomina quel casale, emmi d'uopo conchiudere, ch'esso abbia avuto esistenza in tempi assai remoti, e che dalle rovine e devastazioni prodotte dalle guerre, a cui andaron spesso soggette queste infelici contrade, abbia sofferto la ferocia dei vincitori, rimanendo adeguato al suolo, e gli abitanti sperperati, fossero stati accolti ad ospitale asilo dei vicini Comuni, che riuniti dopo agli Albanesi nel 1501, avessero riedificato il distrutto casale in sito prossimo all'antico, cui imposero il nome di Acquaformosa, titolo assunto di già dal Monastero, come sopra riferimmo.
Per me non rinvengo altro modo da rispondere in via di transazione filologica a quelli che persistono nel contrario avviso, e si fu questo il motivo, che m'indusse a riportare per intero i documenti, da cui ho tratto il mio giudizio, affinché chiunque mostrerassi vago di riscontrarli, potrà emettere quella deliberazione, che meglio lo guiderà ad ovviare un dubbio, che a me non fa dato conciliare diversamente.
NOTA
Ex registro Regis Caroli Primi signato in anno 1278, -n° 79, lit. H. fol. 228.
«Scriptum est eidem et ex parte Religiosorum virorum Abbatis, et Conventus Monasterii Sanctae Mariae de Aquaformosa devotorum nostrorum nostrae fuit expositum Majestati, quod cum dictum Monasterium, cujus non extat memoria tempore, habuerunt, tenuerunt, et possiderunt quoddam Casale, quod dicitur Calatrum spectans ad ipsum Monasterium pleno jure ita quod homines ejusdem Casalis semper consueverunt tenere, et habere, praeter quod de Criminali quod ad nostram Curiam spectat, et homines ipsius Casalis in capite solvunt, et solvere consueverunt collectas, et alia onera, quae in dicto Casali pro tempore per nostram Curiam imponenda, Guardus de Silera Dominus Brahallae dictum Monasterium super possessione dicti Casalis multipliciter inquietat, non permittendo praedictos Abbatem, et Convenctum Casale ipsum pacifice et quiete possidere, ab homnibus ejusdem Casalis collectas violenter, et authoritate propria exigendo, in ipsius Monasterii, et dictorum hominum non modicam laesionem. Quorum supplicationem humiliter, et eis providere super hoc benignius dignaremur: Ideoque fidelitati tuae praecipiendo mandamus, quatenus Vocatis coram tua praesentia, qui fuerint evocandi, non permictatis, predictos Abbatem, et Conventum super possessione dicti Casalis contra justitiam molestari, seu collectas exigi per eundem Guardum indebite ab homnibus supradictis; ita quod dictis aliis deducendis propterea ad manus Nostrae Curiae non capiunt -Datum ut supra».
Ex Registro Regis Caroli Secundi signato de Anno 1302: lit. F. fol. 563.
«Scriptum est Justitiariis Vallis gratis, et Terrae Jordanae tam praesentibus, quam futuris fidelibus suis et -Pro parte Religiosorum virorum Prioris, et Convenctus Monasterii Aquaeformosae Cisterciensis Ordinis de decreta vobis Provincia devotorum nostrorum petitio Culmini nostro noviter oblata continuit, quod ab olim inpartibus ipsius Guerrae, com- motione praemente Casale eorum, quod Galatrum nominatur, ad dictum. eorum Monasterium pleno jure, et esse dicitur prope eidem Monasterio situatum, propter impugnationes, et devastationes hostiles dispendia feralis exabitationis incurrit, cum inculae dictorum vegente nacessitate discriminum suum exter. ..ad localia in Calatrum illum obuisse, desiderent per accessum pacis, sedata jam, ejusdem guerrae concussione, repetere, si circa remissionem aliqualem Collectarum Fiscalium cum eis clementer agere dignaremur, circa quod quidem Prior, et Conventus provisionis nostrae remedium suppliciter implorarunt».
«Nos ergo hujusmodi supplicationem ipsorum hujusmodi exaudire, homines dicti Casalis, redeuntes in pristinam, habitationem per ipsius appraestationem generalium subventionum imponendarum per Curiam, aliarumque collectarum quorumcumque Fiscalium per quinquennij spatium ab anno scilicet secundae Inditionis instantis inclusive in antea numerandos, de speciali gratia eximimus, et immunes esse jubemus, fidelitati vostrae praecipiendo mandamus, quatenus hominibus ipsis praesentem immunitatisgratiam observantes, et observari facientes, et eos ad solutionem dictarum generalium subventionum, ut collectarum pro quinquennio praedicto durante nullatenus compellatis, nec molestetis propterea, vel turbetis, generalis cassationis cedula, vel quocumque mandato, vobis in contrarium dirigendo nullatenus obsistente, ipso autem elapso quin- quennio vos, successive futuri Justitiarii Casale praedictum secundum numerum, facultates, et qualitates hominum praeabitantium illud, in eisdem. generalibus subventionibus, ut collectis fiscalibus cassare proportionabiliter debeatis, quantitatem in ipso cassatam ab ejusdem hominibus exigi facientes, et sicut in futurum Casale ipsum in numero, et facultatibus hominum continget augeri, sic cassatum eis hujusmodi quantitatem successuris impositionibus aumentetis, significantes Magistris rationalibus Magnae Curiae Nostrae quantitatem quam eisdem hominibus Cassandum duxeritis, et successive tempore aumentandam. Praesentes autem literas post opportunam inspectionem earum restitui volumus praesentati, apud dictos homines pro cautela servandas, ut dicto durante quinquennio efficaciter valituras -Datum Neapoli per Bartholomeum de Capua etc. etc.».
Carta Reale del Re Cattolico in Spagnolo, del 1514 fol. 124.
«Spectabile Almirante nuostro Lugarteniente General Sabed, que por parte de Abad, y Convento del Monasterio de S.a Maria de Aquaformosa de la Provincia di Calabria nos ha fido fecha relacion, que el dicho Monasterio fue saqueado en las guerras desse Beyno mas feras passadas de todo lo que el havia, corno son vestimentos preciosos, massarias, da animales, y do quantos bienes muebles tenia entanto que no podian sostenerse en el dicho Monasterio, ni hazer el Culto Divino en el, y haviendo cobrado los precedores al gunos privilegios de immunidades, y franquezas, que tiene la dicha Abadia senaladamente de poder poblare los terminos della de nuovos habitadores, procurando la reparacion dellos dichos danos fizieron poblar do nuovo certo termino della dicha Abbadia de algunos Albanenses, alos quales han fecho gozar du todas las immunitades, y franquezas contenidas en los dichos Privilegios, come de fecho le han gozado por virtude de los dichos privilegios salvo del pagamiento, que el Regiente nuestro Tesoraria Generale desse Reyno torna de los que son privilegiados, de la franqueta del qual pagamiento dize, que por mucho, que el dicho Tesoriero haja sido instado, no ha querido consentir, que los dichos nuovos pobladores guzzassero con dizir, che non quiere escusar la esaction del dicho pagamiento, sin aver nuevo mandamento nuestro de la observacion de los dichos privilegios, supplicando nos muy h umilmente fuesse nuestra merced mandarles, dar nuestras lettras confirmatorias, y observatorias de los dichos Privilegios, conforme al tenor dellos, por manera, que los dichos Vassallos non sean, molestados del dicho pagamento; Porendo nos mandamos, que vistos los dichos PrivIlegios, y oydo nuestro Procurador Fiscal proveays sobrell, lo que se deviere proveer, conforme a Justitia, y por manera, que el dicho Monasterio non reciba agravio por que bien sabeis, que a las cozas de Religion tenemos a special devocion, y acconstumbrados, non solamente conservarlos, en las immunitades, que le pertenece, y mas ahun concederlas otras de nuevo en su caso, y lugar, e no fiziesse des lo contrario, que assi procede de nuestra terminada voluntad -Datum in Segovio a 9 del mese de Julio anno mil quincientos, y quatorze».
«Per copia -Gregorius de Masi Regius Archivarius».
Per non trasgredire la legge della brevità promessa, non si trascrive l'atto di concessione del Conte Ogerio, ma il solo Diploma di Federico relativo alla conferma dei Privilegi impartiti al Monastero, di Acquafomosa. Chiunque però fosse vago di riscontrarlo, e rilevarne copia, l'autore si offre appagarlo a semplice richiesta.