Si ringrazia Gigino La Gamma per averci fornito l'opuscolo
Francesco Saverio SAMENGO
IL COMUNE DI LUNGRO
dall'agosto 1912 al settembre 1913
Ai Lettori
Nel settembre 1913 venne a Lungro un Ispettore Generale del Ministero dell' Interno per eseguire un'inchiesta sull'amministrazione da me presieduta.
Prefetto di Cosenza e Sottoprefetto di Castrovillari, non potendo altrimenti, avevano ideata l'inchiesta con lo scopo premeditato di allontanarmi dal Sindacato, procedendo allo scioglimento dell'amministrazione ed istituendo un regio commissariato straordinario.
Si era allora nel periodo più intenso d'ella preparazione dei comizi elettorali politici e si temeva la mia opera aperta in favore del candidato di opposizione. Non solo, ma si voleva terrorizzare il corso elettorale con un'audace atto di repressione della libera volontà di un cittadino, che, preposto dall' unanime consenso dei suoi compaesani alla pubblica cosa, intendeva compiere, secondo i suoi convincimenti, il dovere civico d'indicare il candidato, che meglio intendesse l'anima colletti va popolare.
Compresi il giuoco dell'autorità dì polizia. .Mi dimisi per evitare il dispendio e la iattura di un regio commissario al mio paese. L'inchiesta, completata, come ora apprendesi, fin dal 13 ottobre 1913, venne, tenuta accuratamente nascosta.
S'imbastirono denunzie anonime all'autorità giudiziaria contro di me. S'istruirono i processi, che finirono nell'escusione di ogni possibile addebito di reato.
Alla fine di dicembre u. s. pervenne al Sindaco l'inchiesta in unica copia e riservata al titolare. Debbo alla lealtà del Sindaco attuale, cav. avv. Pietro Laurito, i miei ringraziamenti per averla potuta leggere.
Con la, presente pubblicazione rispondo, non agli addebiti, chè non vi sono, ma alle velenose insinuazioni di quel tale Ispettore Generale venuto a Lungro con l'obbligo specifico di tentare ai miei danni la diffamazione, legalmente protetta. Però l'inquirente, nonostante il suo malvagio proposito, non ha potuto termare un mio qualsiasi atto di disonestà politica o morale. Un solo appunto ha potuto farmi non in base a documentazione, ma su preordinata congettura. Ed io lo smentisco con l'eloquenza dei fatti e ricaccio in gola al vecchio arnese di polizia il suo mendacio.
M"i sono indotto a questo scritto, non perché alla difesa del mio onore occorra; ma per questi scopi:
1.) per narrare come ed in quale stato fosse l'azienda comunale alla mia assunzione al Sindacato;
2.) quale lavoro ha compiuto e quali rimedi ha proposti l' amministrazione da me presieduta.
3.) come l'azione delle autorità politiche provinciali, pur di giovare al candidato ministeriale, ha nociuto al Comune, e ne ha soffocato ogni lavoro di risanamento economico-morale;
4.) per svergognare le regie autorità politico-poliziesche.
5) Per dimostrare che, fui e sono degno della fiducia della popolazione riposta in me.
Ai miei cari concittadini dedico queste note in segno di viva riconoscenza per l'affetto da essi sempre prodigatomi e per ammonimento di non mai sperare bene dalle regie politico-poliziesche autorità di Stato.
Lungro, 10 gennaio 1915.
Samengo Francesco Saverio
FINANZA DEL COMUNE
La cassa comunale fino a tutto il 1912 era affidata al Delegato esattoriale, che curava l'esazione con non molta solerzia.
Il bilancio di previsione, in ,parte semplicemente figurativo, presentava un deficit di circa lire 12000.
Non vi era denaro disponibile, neppure per la più modesta somma. Spesse volte si doveva ricorrere a prestiti, che Sindaco, assessori ed impiegati facevano per l'invio della corrispondenza. Numerosi creditori -di presenza, per lettera ed a mezzo dell'ufficiale giudiziario -vivamente insistevano. Occorrevano preghiere, scongiuri, promesse per dilazionare i pagamenti del comune, impossibilitato a fare onore ai suoi impegni. I maestri elementari, non pagati, scioperavano.
La Finanza comunale, nell'agosto 1912, si presentava così minacciosamente grave:
1.) Uno sbilancio tra l' attivo ed il passivo di oltre lire 12000;
2.) lire 40000 di debiti liquidi. Alcuni dei quali producevano interessi e qualcuno il 6% e la R. M. a carico del comune;
3.) lire 10000 di stipendi arretrati e non pagati ai maestri elementari;
4.) oltre lire 10000 di mandati in giro;
5.) circa lire 13000 per assestamento del passivo sorgente da impegni precedenti e che col tempo maggiormente veniva aggravandosi.
Urgeva provvedere per impinguare le entrate, pareggiandole alle spese, e risolvere la difficile quistione di un passivo, così rilevante per un bilancio di circa lire 50000. -
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La mia amministrazione principiò il risanamento delle entrate col mettere in appalto la privativa di pesi e misure e l'occupazione di spazìi e di aree pubbliche- (delibera 15 settembre 1912), facendo che il reddito antico si elevasse di oltre L. 500 annue per un triennio.
Regolò con le delibere 27 settembre e 29 novembre 1912 l'uso delle acque di rifiuto Kreres, che prima erano abbandonate, sottoponendole al pagamento di un canone a favore del comune.
E, poichè non si potevano altrimenti aumentare le entrate patrimoniali, che dopo lo scioglimento della promiscuità dei possessi montani con Saracena erano in costante decrescimento, bisognò assolutamente elevare le imposte. Non era possibile gravare la sovraimposta, essendo quella di Lungro la più alta, che registri l' Agenzia delle Imposte di Castrovillari, l'80 p.%. Da tempo si chiedeva la perequazione della tassa fuocatico e già altra volta si era portata in Consiglio questa riforma. Nell'imprescindibile necessità il Consiglio con delibere 15 dicembre 1912 e 21 agosto 1913 elevò il massimo della tassa di famiglia da lire 100 a lire 160.
Inoltre, per effetto della deliberazione 15 dicembre 1912, elevava la tassa esercizii e rivendite, contro i limiti legali, da L. 10 a L. 50.
Con questi provvedimenti si pareggiava effettivamente l'entrata alla spesa, che si era ridotta alla sola obbligatoria.
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Per risolvere il passivo si doveva dare mano ad operazioni straordinarie.
Le vive insistenze dell'Amministrazione ottennero verso la fine del novembre 1912 il pagamento ai maestri elementari dal Ricevitore provinciale. Lo sciopero cessò.
Con deliberazione del 21 novembre 1912 fu proposto la cessione di alcuni domanii comunali allo Stato sia nell'interesse delle finanze comunali sia nell' interesse igienico del paese pel ripopolamento dei bocchi.
Fu continuata alacramente la pratica della vendita dei faggi. Dopo le delibere consiliari del 21 novembre 1912 e 15 marzo 1913 si indisse l'asta alla Sotto Prefettura di Castrovillari. Sfortunatamente andò deserta e neppure si presentò la Ditta Rueping di Saracena, che avea date tante speranze ed aiuti, fornendo il denaro necessario per le spese occorrenti, trovandosi la Cassa comunale al solito, completamente vuota. La Ditta Rueping successivamente chiese alcuni articoli aggiuntivi, che non portavano modificazioni esenziali ed il Consiglio sollecitamente provvide con deliberazioni 24 maggio e 25 settembre 1913.
La vendita dei faggi non bastava per l' estensione dei debiti, necessitava ricorrere ad un prestito con un Istituto. Osservando che con la Cassa Depositi e Prestiti le pratiche erano lunghe per burocratiche prescrizioni, si prescelse di trattare con la Cassa di risparmio di Calabria Citeriore. In proposito si occupò il Consiglio il 17 ottobre e 15 dicembre 1912, 1° febbraio, 15 marzo, 5 aprile e 21 agosto 1913. La pratica finalmente fu approvata e la Cassa di Risparmio concesse, il mutuo.
Con ogni sollecitudine l'Amministrazione si occupò del collocamento dell'Esattoria. Ma per la caparbietà del delegato esattoriale e la nessuna cura delle autorità prefettizie non si potè avere il passaggio di cassa al nuovo tesoriere di documenti, dai quali appariva un non indifferente credito del comune verso il delegato e verso i contribuenti. Non valsero lettere, sollecitazioni a viva voce, solenne delibera consiliare 21 agosto 1913. Sottoprefetto e Prefetto si dilettarono a strainfischiarsi degli imperiosi bisogni del comune.
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La Cassa comunale fu salvaguardata da ogni tentativo di rapina.
Il Consiglio, su mia iniziativa, il 27 settembre 1912 respinse la transazione, suggerita dal Sottoprefetto e già proposta, con Scaglione Alfonso, affrontò la lite ed ebbe completa vittoria.
Il 7 agosto 1913 respinse l'istanza dell'appaltatore di Pesi e misure pubbliche, chiedente una riduzione, del canone di appalto.
E con deliberazione 22 febbraio 1913 non rinnovava la locazione dei pascoli nel fondo detto Terzo di Lungro a tal Gumina per il prezzo di lire 30, poichè lo stesso Gumina l'avea subaffittato ad altri per L.100 nell'anno precedente.
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Con tutto questo lavoro improbo, che non riusciva a fine per le sorde ostilità prefettizie, pronunciatesi dal maggio 1913 in vista dell'elezione politica, per la quale io apertamente mi ero pronunciato in favore del candidato di opposizione, si cercò di sbarcare il! lunario alla meglio per evitare al povero pantalone paesano la sciagura di un regio commissario, che, oltre al rovinare completamente la già esausta Finanza, avrebbe compiuto tante e tante sopraffazioni per distrarre voti al candidato popolare da produrre nel nostro quieto ambiente la guerra civile.
Non è possibile ad alcuno, che non siasi trovato in questi morosi elettorali politici polizieschi a capo di una piccola amministrazione comunale ed essere assertore di un candidato di opposizione, pensare quanta perfidia, quanta malvagità vengano messe in opera dallo regie autorità contro cose ed uomini! Tutti gli uffici, di qualunque genere siano, si mettono alla scoperta di rappresaglie contro i cittadini, che non piegano al comando birresco, con tutto l'armamentario, squisitamente burocratico, che le innumerevoli leggi e relativi regolamenti mettono a loro disposizione.
Il Tesoro comunale esisteva solo di nome. Erano tante e tali le passi vita ed i bisogni, che occorreva, opera sagace e sollecita. Ciò non permise l'autorità politica provinciale. Per solo conquista di voti al candidato ministeriale facilitò con l'ostruzionismo burocratico la rovina del Comune, che pure si poteva, con i provvedimenti adottati, salvare.
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Per i residui attivi -crediti contro ex contabili - non si presero provvedimenti, perchè l'avvocato De Lorenzo, incaricato e compensato dall'Amminoistrazione Vaccaro, non presentò la relazione ed alle sollecitazioni rispose chiedendo dilazione occorrentegli per il lungo ed importante lavoro.
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Fu proposto che allo scadere del contratto la locazione per le scuole elementari femminili col sig. Cesare Capparelli non fosse rinnovata, e che le scuole venissero istituite nel palazzo municipale, diminuendo le stanze addette all'ufficio. Ciò che poi ben fece l'Amministrazione Damis.
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Nessuna gratificazione fu concessa agli impiegati, come lautamente facevasi prima per lo stato assai miserevole della finanza comunale.