Si ringrazia Gigino La Gamma per averci fornito l'opuscolo
Francesco Saverio SAMENGO
IL COMUNE DI LUNGRO
dall'agosto 1912 al settembre 1913
2^ parte
UFFICIO COMUNALE
Era opportuno premettere un cenno delle finanze comunali prima di discorrere dell' Ufficio e degli impiegati.
La spaventosa agonia economica si ripercoteva sinistramente negli uffici comunali.
Distraeva dal metodico lavoro gl'impiegati, quindi un disservizio, che più che ad essi si doveva allo stato di cose.
L'archivio era nel massimo disordine. Stampe, documenti e libri accatastati alla rinfusa. Non catalogo inventariale. Una confusione spaventevole, desolante metteva amministratori ed impiegati nella dura necessità, quando urgevano atti, di perdere interi giorni di lavoro nelle pazienti ricerche.
Non esisteva registro di popolazione, nè copia degli atti del censimento del 1911. Mancava l'inventario dei beni patrimoniali ed il registro del personale degli amministratori.
Pratiche vecchie anche di qualche anno si ammonticchiavano sui tavoli e lettere di richiami giungevano quotidianamente.
Fin dalla prima tornata consiliare avevo tenuto parola di questo grave disservizio. Ed il consigliere Cortese Francesco il 21 novembre 1912 interrogava il Sindaco perché non si era provveduto alla organizzazione dell'Ufficio comunale.
Si era in attesa del regolamento, che si trovava gli uffizi di Prefettura. Non si poteva, quindi, bandire il concorso per un Vice Segretario, del quale imperiosa si sentiva la necessità.
I tre impiegati (Segretario, Ufficiale d'Ordine e scrivano straoprdinario) erano retribuiti con stipendi meschini, che, per maggior sventura, neppure erano prontamente esigibili. Si rilasciavano -anzi si dovevano rilasciare i mandati, perché essi potessero pegnorarIi ed avere una qualche cosa per non morir di fame.
Eransi già verificati nell'Ufficio gravissimi fatti.
Il Segretario, Predecessore dell'attuale, aveva arbitrariamente levati dall'archivio e consegnati alcuni documenti contro il volere del Sindaco nella causa demaniale con Saracena. E si ritiene che tali documenti fossero stati la causa principale, per la quale Lungro perdette un demanio di oltre lire Duecentomila.
Poco tempo prima i componenti del Consiglio Comunale avevano pubblicamente protestato, anche in comizii, che essi nell'appalto del dazio consumo avevano voluto approvare sole le voci tassabili di vino, liquori e carne e giammai le altre, che l'appaltatore pretese ed incassò effettivamente.
Ed ancora vi fu contro un antico scrivano, dimesso dall' ufficio, processo penale per falsità in certificato.
Non si era messo da autorità tutorie e dagli amministratori alcun dubbio della onestà personale degli impiegati, ma tutto, ciò dava la dolorosa, impressionante realtà, che gli ufficii. comunali non rispondessero ai loro fini.
Non si poteva provvedere per l'Archivio, perché l'Archivista. -Ufficiale d'ordine - era affogato dal lavoro delle liste elettorali. Ed inoltre aveva a suo carico la contabilità, l'assistenza alla Giunta, l'economato, la Cancelleria della Conciliazione.
Per il servizio di anagrafe e pel registro di popolazione non vi era da pensarci, poiché mancava ogni qualsiasi disponibilità finanziaria.
Bisognava almeno provvedere all'espletamento degli ordinarii incombenti, accumulatisi inverosimilmente nella Segretria.
Altro lavoro si aggiungeva con le pratiche di ordine straordinario per la finanza, che venivano sollecitate dall'all'amministrazione. Ciò era data specialmente al Segretario, che in più doveva preparare, in breve termine, il regolamento di polizia urbana (esisteva un regolamento redatto nel 1865!!), il regolamento di polizia campestre, che tanto e da tanti anni ansiosamente attendeva la cittadinanza, il regolamento edilizio.
Il Segretario, sig. Manes Pasquale - uomo d'indiscussa onestà e di molto ingegno -provvedeva inoltre al servizio di emigrazione, di leva ed a tutti gli altri.
Fu, quindi, necessità di assumere per la copiatura altro personale straordinario per dar modo al Segretario di attendere ai numerosi lavori di concetto affidatigli. E ciò anche per evitare gratificazioni agli impiegati per lavori straordinarii.
E' opportuno il ricordo dei due scrivani straordinarii, che, pregati, dettero l'opera loro per qualche tempo al Comune, contentandosi della rnodestissima retribuzione di L. 45 mensili.
Pietro Pisarro, giovine intelligente, di modi garbati e di vita illibata, che concorse ed ottenne la borsa Palladino ed oggi frequenta con onore l'Istituto tecnico, a Napoli.
Cortese Francesco, fornito di licenza liceale, assiduo onesto lavoratore, che trovasi lontano da Lungro, dopo la vittoria di un concorso al Collegio Italo-Albanese.
Onore a voi! Foste anche voi insozzati dalle velenose insinuazioni di un botolo vilissimo, che ha tentato ma non è riuscito a mordere le calcagna di un onesto uomo.
Per effetto della deliberazione del 27 'marzo 1913 si bandiva il concorso per Vice Segretario. Il Sindaco preavvertiva gli scrivani, che, essendo straordinarij, appena nominato il Vice Segretario sarebbero stati licenziati. Però essendo il concorso andato deserto e vedendosi la impossibilità di avere un Vice Segretario con 1200 lire di stipendio (come aveva pretesa la Giunta Provinciale in contraddizione con l' Amministrazione) il 21 agosto 1913 si riformava il regolamento, istituendo altro Ufficiale d'ordine da nominarsi dietro concorso, restando con l'assunzione di questo dimessi gli scrivani sstraordinarii.
Si noti che per le larvate ostilità del Sotto Prefetto in odio al Sindaco per ragioni politico elettorale, il lavoro di contabilità veniva sempre più, negli ultimi mesi, aggravandosi per i molteplici cavilli burocratici, sapientemente messi innanzi e che disturbavano gravemente il normale andamento della funzione amministrativa del Comune. Pur tuttavia si riuscì a mettere quasi in sesto le pratiche, ordinarie ed a dare impulso alle straordinarie, oltre le finanziarie già accennate, specialmente a quelle per le usurpazioni dei demani comunali (delibera, del l7 agosto 1913) e quelle per l'Opera pia, fondata da Darnis Angelo fu Antonio (delibera 7 agosto 1913).
In conclusione l' ufficio non poteva rispondere interamente alle esigenze dei servizii comunali per quanti sforzi potessero fare gl'impiegati, poiché il personale non era in numero sufficiente.
Possibile, adunque, che nell'immensa mole qualche lavoro non sia potuto espletare in tempo e forse non per tutta colpa dell'impiegato addetto. Così, per la piena conoscenza degli ufficii in quell'epoca, si spiega la non regolare tenuta delle deliberazioni della Giunta, affidata all'Ufficiale d'ordine sig. Vaccaro, del quale si conosce l'opera costantemente laboriosa..
Tutto questo era noto al Sottoprefetto di Castrovillari, al quale il Sindaco aveva dichiarato di aver assunta la carica senza la necessaria, regolare consegna, poiché questa era impossibile a farsi nel caos generale, nel quale si trovava l'azienda comunale.
L'opera dell'amministrazione sarebbe stata completamente proficua, e non come fu solo in parte, e quella degli impiegati realmente produttiva, se le autorità preposte alla vigilanza dei comuni avessero equamente giudicato ed aiutata l'opera nobilissima di risanamento. Mentre invece nei primi mesi si ebbe nel provvedere ai deliberati poco esatto apprezzamento dei bisogni locali e negli ultimi mesi si volle, scientemente intralciare il benefico lavoro,. sperando mettere l'amministrazione Samengo in cattiva luce presso la cittadinanza a fini elettorali.
Al Comune le autorità che si dicono tutorie maggiormente aggravarono le non liete condizioni; ma a me non poterono togliere la estimazione cittadina, che, dopo la famigerata inchiesta del settembre 1915, si affermò solenne e larga da consentirmi nella elezione a Consigliere Provinciale 500 voti su 518 votanti.