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Francesco Saverio SAMENGO

IL COMUNE DI LUNGRO

dall'agosto 1912 al settembre 1913

   7^ parte

 

 

III- calunnie le bugie dell' inquirente

 

Attribuisce l'inchiesta ad atto di favoritismo l'assunzione degli scrivani straordinarii Pisarro e Cortese. Le ragioni di tale assunzione è detta, quando si è discorso dell'Ufficio comunale.

Ma l'Ispettore mentisce parlando del Pisano, che fu assunto dall'amministrazione Vaccaro, che pagò il servizio compiuto nell'agosto 1912 con mandato N. 305 del 26 agosto 1912 di L. 45, a firma del sindaco L. Vaccaro.

Dove il Roascio discorre della luce elettrica cerca di prendere contro me una rivincita, m:a non ci riesce. Ed allora, degno discepolo di don Basilio, chiama la sua bugiarda, falsissima deduzione: ferma mia convinzione. Egli è convinto che io mi sia intascato L. 65,00, che figurano in una mia nota di spese date per L. 25 all'avv. Benedetto Saletni e per L. 40 all'avv. Alessandro Corigliano.

Roascio mentisce.

L'avv. Alessandro Corigliano è uomo talmente apprezzato e stimato nella provincia di Cosenza che non si presterebbe a rilasciare false dichiarazioni. L'avv. Corigliano ha scritto al Comune di aver ricevuto dal Sindaco Samengo L. 40. E la Giunta Municipale, deliberando il compenso pel lavoro di consultazione del Corigliano per la lite per la luce elettrica, stabilisce altre L. 125, che, in uno alle precedenti L. 40, formano la somma di L. 165 -compenso che dichiara modesto. per l'esauriente risultato.

L'avv. Benedetto Salerni non ebbe mai compensi dallo zio, Sindaco Samengo, per conto del Comune di Lungro. L'avv. Salerni era procuratore legale e come tale ebbe un fondo di spese a sua disposizione. Dal fondo di spese il procuratore legale deve dar conto al suo mandante. Non è, dunque vero che si tratti di onorario. Ma ciò conveniva al bandito Roascio. Lanciare il venticello della calunnia, perchè qualche gaglioffo in buona fede o qualche uno in mala fede facessero eco, ripetendola.

Ed ancora egli scrive falsità dicendo di essermi notate spese pee Castrovillari, Cosenza e Roma.

Oh! per Roma mai! Lo giuro sul tuo vecchio e dimenticato onore, o Roascio, e ti autorizzo a provarlo.

 

IV Dimissioni del Sindaco

a) Deliberazione della Giunta Municipale

L'anno millenovecento tredici addì ventidue del mese dì settembre in Lungro e nella sala del Municipio di Lungro.

Convocata con appositi avvisi per iscritto la Giunta Municipale di questo Comune si è la medesima ivi congregata, nelle persone dei signori:

l. Cortese Ferdinando

Presidente

2. Bavasso Costantino

3. Irianni Federico

4. Damis Antonio

}

Assessori effet.

5. Pisano Nicola

6. Domestico Pasquale

}

Assess. suppl.

  Alla qual Giunta legalmente costituita rappresenta il Sindaco doversi prendere o meno in considerazione la seguente lettera presentata dal Sindaco titolare signor Samengo Francesco Saverio:

« In questa ora torbida di passioni e d'insinuazioni partigiane reputo mio dovere presentare le dimissioni da Sindaco per evitare al mio paese la iattura ed il dispendio di un R. Commissario Straordinario. Sicuro di avere adempiuto al mio dovere, ho l'onore di lasciare una eredità amministrativa intesa sempre e con ogni possa al miglioramento collettivo. Con ossequii. Samengo Francesco Saverio »

LA GIUNTA

Lette le dimissioni del Sindaco signor Samengo Francesco Saverio.

Poichè a nulla valsero le insistenze a recedere dalle date dimissioni.

Poichè la Giunta intera si dichiara solidalmente responsabile dell'operato intero del sig. Samengo

DELIBERA

a voti unanimi di prendere atto delle dimissioni del Sindaco Samengo Francesco Saverio, plaudendo all'opera di lui esplicita in pro del Comune, durante l'anno del suo sindacato.

b) Deliberazione del Consiglio Comunale

Il 25 settembre 1913 il Consiglio deliberava a voti unanimi di ratificare in ogni parte e per ogni effetto di legge la deliberazione della Giunta Municipale del 22 istesso mese, con la quale si prendevano atto delle dimissioni del Sindaco Samengo, che, invitato a ritirarle, le mantenne, non ostante vive premure dei consiglieri.

 

V. Procedimenti Penali

 

Fui imputato: a) Omissione di atto di ufficio - b) Peculato - c) correità in interessi privati in atti di ufficio.

E venni con ordinanze del Giudice Istruttore del 23-4-1914, 26 -4- 1914 e 30.4.1914 assoluto per inesistenza di reato.

 

Appendice

 

I. I risultati pratici dell' inchiesta

 

L'Ispettore Roascio il 13 ottobre 1913 presentava l'inchiesta al Ministero dell'interno. In quell'epoca il Sottoprefetto dì Castrovillari, a mezzo del delegato Ragusa, riammetteva i maiali nell'abitato di Lungro. Pare ora, che si è potuto leggere la relazione, che questa sia stata l'unica conclusione, che il Sottoprefetto abbia potuto trarne.

A proposito: è giocondo riprodurre la seguente epigrafe, che un anonimo pubblicò in Lungro, affigendo un foglio manoscritto in piazza Nino Bixio. Ecco il testo:

Al Comm. Lozzi, Prefetto di Cosenza

Al Cav. Galli, Sottoprefetto di Castrovillari

Al Cav. Roascio, Ispettore Generale dell' interno

LUNGRO

Memore dei benefici ricevuti

Con l'introduzione dei maiali nell' abitato

RENDENDOLA

Merdosior omnibus latrinis

GRATA

Ad ammonimento delle future generazioni

PERCHÈ

Fortemente sperassero nell'azione regia poliziesca di funzionarii simili

ED

A imperituro ricordo di tanto avvenimento

E per eterna infamia POSE

Ottobre 1913

*****

 

II. L'opinione del paese per l'inchiesta

 

Molto si fece sussurrare sulle gravi risultanze dell'inchiesta a mio carico. Il Galli, l'ineffabile sottoprefetto di Castrovillari, negli amichevoli conversari pre-elettorali parlava di me, additando responsabilità gravissime.

L'inchiesta si tenne nascosta appositamente. Neppure al Magistrato, che insistentemente la richiedeva, fu data.

Si voleva che le elezioni amministrative del 1914 avvenissero sotto la fosca, paurosa minaccia di essa, perchè io non avessi voglia nè opportunità di richiedere il suffragio dei miei concittadini. Ma la simpatia del popolo lungrese e degli amici del mandamento vollero la mia candidatura a consigliere provinciale. Fui eletto con enorme maggioranza non ostante fossi combattuto dal soffio campanilistico del vicino paese di Firmo e da una propaganda intensa, spendereccia. Lungro, la mia cara città, mi onorò di 500 voti su 518 votanti.

Ecco perchè in Lungro - e si lamentava di ciò il Roascio -non sorse mai una voce contro di me!

Lungro, che mi sa nella vita pubblica di circa cinque lustri, comprese subito, che non si trattava di inquisire sulla mia opera di amministratore, ma di togliere dal mondo elettorale politico-amministrativo un uomo, che ha rappresentato e rappresenta la gran maggioranza del suo paese.