Oreste Camillo Mandalari

L'ALBANIA

NELL'OPERA DI

ANSEMO LORECCHIO

(Roma 1939)

Parte 5^

 

 

   

Camerati!
Avete udito le belle le coraggiose le profetiche parole sgorgate  dal cuore nobilissimo di Anselmo Lorecchio nel lontano Marzo del1897, cioè  42 anni or sono? 
Fin di allora, dunque, l'Albania, con simpatia e  fiducia, guardava all'Italia come alla sua naturale e protettrice, come oggi, in fatto è, unendo lo stemma di Scanderbeg alla bianca  croce di Savoia e al Fascio Littorio. 
Cosa vanno cianciando e blaterando, in mala fede, gl'invidi maldicenti di Parigi e di Londra o di altri paesi europei ?  
Solo dall'unione con l'Italia l'Albania poteva avere: salute, salvezza e prosperità! E in una bella poesia del febbraio 1897 il Lorecchio (che fu anche poeta) sintetizza questi sentimenti, con questi versi:

 
IL FANCIULLO ITALO-ALBANESE

Era mesta la mamma e m' ha detto
che al di là dell'Adriaca marina

v'ha una terra ch'è detta divina,

abitata da un popolo divin.

 

Quella terra m'ha detto la mamma,

come l'Italia ha i suoi celi fulgenti,

ha sui colli le vigne ridenti

la si vede l'arancio fiorir.

 Quella terra ci è patria, m'ha detto;
 gli avi nostri colà sono nati;
 vincitori, mai vinti dai fati
 fur costretti, raminghi, esular.
 
Bella Italia, ci hai dato le case,
 cittadini ci hai fatto e tuoi figli;
e noi, grati partiam nei perigli
Albania ed Italia nel cor.
 
L'ultimo verso racchiude, o cortesi miei ascoltatori, un vero programma di vita, a cui il nostro Lorechio consacrò tutte le forze del suo spirito, della sua mente, del suo cuore.
Egli visse, scrisse, operò, lavorò, palpitò per questo grande ideale Italia e Albania, che voleva vedere unite, concordi, in piena intesa, perché senza la potente protezione dell’Italia la piccola gracile e valorosa Schiperia sarebbe stata un nome vano, un’espressione geografica e le sue terre divise e il suo patrimonio morale disperso, cancellato, annullato.
Quando bel 1914, vi fu l’effimero regno albanese del principe di Wied, egli me ne parlava accorato, urtato contro l’incomprensione italiana che permetteva un re in Albania non legato alla regione da alcuna tradizione, da alcuna storia, da alcuna preparazione,  nuovo in tutto ai problemi albanesi.
Prevedeva la sparizione e fu così!
Della sua opera gigantesca, consacrata in 27 annate della rivista La Nazione Albanese, della sua immensa opera che va dal l900 al 1924, non è possibile, ripeto ancora, fare nemmeno un cenno tanto è vasta varia e complessa.
Prima di morire aveva iniziato una pubblicazione, direi  riassuntiva, dal titolo: Albania, in cui, in relativi volumetti" raccoglieva la documentazione del suo insonne lavoro di patriota e scrittore perché sentiva vicina l'ora di qualche grande avvenimento, ch'era stato l'aspirazione costante di tutta la sua vita, sia di albanese sia di italiano.
La morte, in agguato, stroncò questa sua nobile fatica, così importante per la storia delle relazioni italo-albanesi.
Con cuore presago, nel febbraio del 1987, cantava:

L’AQUILA DI SKANDERBEG

Vola la strofa libera

ai tempi in cui ruggia

più ruinoso il turbine

sopra la patria mia:

 

Quando pittrice l’aquila

di Skanderbeg volava

e dagli Emardi culmini

I vinti fulminava.

 

Europa allora trepida

e imbelle al gran cimento,

vedea pugnare impavidi

noi, uno contro cento.

 

Oh, liete vale!!! Oh memori

de le vittorie grida!

Oh, Sole fulgidissimo
 che illuminasti Ocrida!


 Or la mia patria misera,
 ora deserta è Croia,

 e d'increscioso esilio
 sol vince nella noia.
 
Grazie mio Dio! Di vivere

Tu a me concedi l’ora

in fin che veda sorgere

la desiata aurora.

 

E non è lungi … s’agita

in noi pensier sovrano;

l’ossa dei padri fremono,

io non aspetto invano;

Già s’è ridesta l’aquila,

alto gridar la sento

d'Alessio intorno al tumulo

agli stranier sgomento (22). ;

Camerati,

La desiata aurora… oggi è una realtà vivente e palpitante, e l'unione dell’Albania all’Italia segna un altro passo infrangibile e l'aquila di Scanderbeg  unita al bianco scudo di Savoia e al Fascio Littorio è veramente agli stranier sgomento e perciò, noi, rievocando salutiamo la memoria del Precursore con il commovente e mistico rito fascista:

-Anselmo Lorecchio!

- Presente!

E sarai tu, che ben meritasti della Patria, sempre presente, fra noi, come araldo di quel nodo di amore, che unisce, in eterno, la piccola amica Albania alla grande e potente Italia Imperiale!

 

NOTE 

(1) O.C. MANDALARI: Gli Italiani per l’indipendenza della nazione Albanese, Archivio Storiografico Reduci di Guerra, Roma l936. 

(2) RICCIOTTI GARIBALDI: I fratelli Garibaldi -Dalle Dalle Argonne all’intervento -Edizioni Garibaldine, Milano 1934.

(3) Ecco il suo curriculum vitae, fatto da lui stesso, a cui noi facciamo qualche aggiunta

LORECCHIO cav. uff. avv. Anselmo fu Bernardo da Pallagorio, Circondario di Crotone, Provincia di Catanzaro ed ivi nato il 3.11.1843.

21 dicembre 1868: Laureato in Giurisprudenza nella R. Università di Napoli.

10 novembre 1869: Iscritto nell' albo dei procuratori presso la Corte di Appello di Napoli.  

24 maggio 1870: Procuratore del Banco di Napoli. Sede centrale di Napoli.

31 maggio 1878: Con Decreto Ministeriale nominato Delegato Scolastico per i Comuni di Pallagorio, Umbriatico e Verzino, Circondario di Crotone, Provincia di Catanzaro.

11 Marzo 1879: Con Decreto prefettizio nominato Agente demaniale per i Comuni di Cerenzia e di Umbriatico.

12 marzo 1879: Id. Agente demaniale del Comune di Roccabernarda.

15 aprile 1879: Id. id. id. del Comune di Casino.

26 agosto 1880: Eletto consigliere provinciale pel mandamento di Savelli.

14 settembre 1880: Socio effettivo del Club Alpino Italiano, Sezione calabrese.

1880-81-82: Vice Segretario del Consiglio Provinciale di Catanzaro.

30 marzo 1881: Come tale su proposta del Ministro degli Interni, nominato cavaliere nell'ordine della Corona d'Italia, in occasione del viaggio in Calabria delle LL. MM. il Re e la regina.

Il dicembre 1881: Con decreto ministeriale su proposta della Reale Commissione d'inchiesta sulle opere pie, nominato membro del Comitato Circondariale di Cotrone per la inchiesta stessa.

17 settembre 1882: Eletto membro titolare della Deputazione provinciale di Catanzaro.

30 settembre 1882: Membro del Collegio Arbitrale per gli Affari della Sila di Calabria, con sede in Cosenza.

lo settembre 1883: Incaricato dal Prefetto di Catanzaro di una ispezione economica, amministrativa e disciplinare nella R. Scuola Pratica d'Agricoltura di Catanzaro.

25 ottobre 1883: Incaricato di una inchiesta sullo stato della scuola normale con annesso Convitto di Catanzaro.

30 ottobre 1883: Membro della commissione incaricata di studiare e proporre le riforme richieste dagli ingegneri ed impiegati dell'Ufficio Tecnico della Provincia di Catanzaro, per essere pareggiati al personale del Genio Civile.

3 luglio 1883: Conferitagli la cittadinanza onoraria di Verzino da quel Consiglio Municipale.

5 dicembre 1883: Membro del comitato provinciale di Catanzaro per il pellegrinaggio a Roma alla Tomba del Gran Re.

1883-1884: Segretario del Consiglio Provinciale di Catanzaro.

6 febbraio 1884: Membro della commissione deliberata dal Consiglio Provinciale di Catanzaro per far conoscere coi suoi prodotti la provincia all'esposizione nazionale che ebbe luogo in Torino quell'anno istesso.

15 agosto 1884: Incaricato dal Prefetto di Catanzaro di una rigorosa inchiesta su gli amministratori dei Monti FrumentAri di vari comuni della Provincia.

20 novembre 1884: Delegato dal Consiglio Provinciale di Catanzaro alla sorveglianza dei pubblici stabilimenti sussidiati dalla provincia nel circondario di Cotrone.

21 novembre 1884: Delegato dal Consiglio Provinciale di Catanzaro alla commissione per la requisizione quadrupedi nel circondario suddetto.

21 novembre 1884: Delegato dal Consiglio Provinciale di Catanzaro al Consiglio di Leva del circondario.

Dal 1885 al 1888: Presidente della Commissione per le imposte dirette nel mandamento di Savelli.

28 aprile 1885: Rappresentante della Provincia di Catanzaro nella Commissione Interprovinciale per le strade silane.

12 giugno 1885: Membro del Consiglio Provinciale Scolastico di Catanzaro. 30 settembre 1890: Con decreto dei Presidente della Corte di Appello delle Calabrie nominato Giudice Conciliatore nel Comune di Pallagorio. 7 agosto 1891: Promosso Ufficiale nell'Ordine della Corona d'Italia, su proposta del Ministero delle Finanze, dopo espletati  lavori del Collegio Arbitrale per gli affari della Sila di Calabria. . .

10 marzo 1892: Con decreto Reale nominato Sindaco del Comune di Pallagorio. 1892-1893: Membro effettivo della Commissione per l'accertamento dei redditi sui fabbricati nel Mandamento di Savelli, Circondario id., Provincia id. 2 ottobre 1895: Eletto Vice Presidente della “Società Nazionale Albanese

21 febbraio l897; Eletto per acclamazione Presidente della Società stessa.

1898: Pubblicato: «La Questione Albanese» Vol. di 216 pagine.

Agosto1900: Incaricato di rappresentare ai solenni funerali che ebbero luogo in Roma pel compianto Re Umberto I.

I) La Società AIbanese « Dituria » di Bucarest ;

II) Il Comitato per l'esposizione Etnografica;

III) Il comune albanese di S.Nicola dell'Alto.

IV) Il Signor Perirle Trikos;

V) Il comune albanese di Pallagorio;

VI) Il comune di Verzino;

VII) Un numero di cittadini di S. Nicola dell'Alto;

VIII) Alcuni di cittadini di di Pallagorio;

IX) Il comune di Savelli;

X) Gli insegnanti di Pallagorio;

XI) Il comune albanese di Castroregio;

XII) Il comune albanese di Vaccarizzo;

XIII) Società “Giovine Albania” di S. Cosmo Albanese (Cosenza);

XIV) Il comune di S. Cosmo Albanese (Cosenza).

 1904: Pubblicato « Il Pensiero politico Albanese in rapporto agli interessi italiani» a vol. di 510 pag. con documenti, Presso Modes, Roma.

Dal gennaio 1897: pubblica e dirige il periodico quindicinale «La Nazione Albanese».

(4) Consulta: Albania dello stesso Lorecchio, n.11 Roma 1923.

(5) E' notorio che il Generale Gonrad, subito dopo il terremoto calabro-siculo 1908, ci voleva attaccare, approfittando di quel momento di dolore e di scompiglio angoscioso.

 (6) Difatti dell'opera e della vita della Nazione Albanese è  mia intenzione trattare altra volta, come merita l'argomento di grande attualità è di grande interesse per la storia delle relanoni italo-albanesi e per l'immensa opera, svolta dai nostri patrioti delle colonie albanesi, in ogni tempo, per l' Albania, sia nel campo politico, sia nel campo culturale e sia nel campo filologico.  

(7) Vedi anche La Nazione Albanese n. 1.2.3 gennaio-febbraio 1921; anno XXV.

Giustamente nota Caetano Petrotta: « la collezione della Nazione Albanese è un tesoro inestimabile di documenti; di notizie, di scritti storici e letterari riguardanti l'Albania, dei più noti scrittori albanesi e italo-albanesi. A. Lorecchio, scrittore e poeta egli stesso, accolse nella sua rivista articoli e poesie anche di giovani scrittori che accrescevano il piccolo gruppo dei cultori della lingua e della letteratura albanese. Vi collaborarono il De Rada, G.Schirò,  B. Bilotta, E. Cremo, V. A. Dodani, G. C. Bugliari, Francesco Chinigò, Sakol Baazi, T.Tocci; E.~-Scheneider, A. Ribecco, Manlio Bennici, Oreste Buono, Luigi Lorecchio, arch. Pietro Camodeca, Gerardo Conforti, M. La Piana. e molti altri ecc.” (C. PETROTTA; Popolo Lingua e Letteratura Albanese, Palermo 1932).

(8) B. Borghi – La crisi di Oriente e il Trattato di Berlino, Milano, Treves 1885.  

(9) A. Lorecchio. - Il pensiero politico albanese in rapporto agli interessi italiani, ecc. pag. 30-31.

(10) Scrive Gustavo Meyer nella Nuova Antologia del 15 :prile 1885 così: “se io dò il posto all’attività letteraria degli albanesi d'Italia, lo faccio perchè appunto colà regni da diverso tempo un'animata vita intellettuale, la quale tra noi è interamente sconosciuta e perfino in Italia è appena osservata”.

(11) Lorecchio. -opera citata pagina  32-

(12) Sono superstiti di quel movimento politico albanese, sapiente e previdente, e vivono a Roma, per quanto ricordi: Francesco Chinigò, C; B; Groppa, Camillo Vaccaro, ecc.  

(13) Circa le emigrazioni e colonie albanesi in Italia vedi: O.C. Mandatari - Gl'Italiani per l'indipendenza della Nazione Albanese, ecc. Roma, Archivio Storiografico Reduci di Guerra. 1936. Via Filippo Casini 5, Roma L. 20.

(14) Lorecchio: op. cit. pag. CXXII;

(15) Lorecchio: op. cit. pag. CXL;  

(16) Lorecchio: op. cit. pag. 37;

(17) Lorecchio: op. cit. pag. 51;  

(18) Lorecchio: op. cit. CCCXXXI e CCCXXXVI;  

(19) O. C. Mandalari: op. cit..

(20) Lorecchio: Op. cit. pag. 65-66;

(21) Lorecchio: op. cit. da pag. CCCXXXI a CCCXLVI;

(22) Nazione Albanese: 28 febbraio 1897.