INTRODUZIONE
E' Ella una vana curiosità l'indagar le origini delle Nazioni ? è ella un'erudizione superflua il saper l'indole ed i costumi de' vari popoli della terra? dubitare dell'utilità di simili occupazioni è camminare a gran passi verso la barbarie.
Difatti lo studio migliore, che sull' uomo far si possa, non è che nell'esame de' suoi costumi. Ma se questi sono propr, o alieni, è degna considerazione di colui che con criterio ragiona: ciò ch'è alieno non fa il carattere dell'uomo, essendo l'animale il più attaccato all'imitazione; ma ciò ch'è proprio fa formare la vera idea dello sviluppo delle facoltà di lui.
L'esame de' costumi fa conoscer l' uomo. La simiglianza de' barbari, la differenza de' popoli colti, i lenti progressi del sapere umano, l'influenza dell'indole sulla morale, e sulla politica, la facilitazione o l'ostacolo dei costumi alla coltura, ed al ben essere di una nazione, sono gli oggetti più grandi, che possa avere in mira il sensato Filosofo.
Una Nazione quanto famosa altrettanto poco conosciuta, una Nazione che per secoli e secoli non ha alterata nè la sua indole, nè i suoi costumi; una nazione che sempre in mezzo ai popoli colti ha ritenute, e tuttavia ritiene le usanze barbariche, merita certamente l' attenzione dell'uomo di lettere. Frattanto di questa nazione niente si e mai scritto di preciso; e se alcuno quasi di passaggio ne ha fatto parola, ha piuttosto con errori la verità ingombrata.
Questa e la nazione Albanese, la quale non solo occupa un immenso territorio, di cui c indigena, incominciando da Scutari sino a L'Arta, ma tiene disperse per la Morea, per la Sicilia, e per l' Italia infinite colonie. I costumi di questa gente debbon di certo interessare chiunque studia il corso de' Popoli, e lo sviluppo del genere umano; ma soprattutto l' interesse maggiore debb'esser de nostri Regnicoli, non solo perchè sparsi per le nostre Provincie sono moltissime migliaja di Albanesi, che oggi fanno una parte non indifferente della ricchezza nazionale, ma anche perchè la vicinanza della Macedonia, e dell' Epiro può, quando sia ben diretto, essere un mezzo di aumentare la scarsa popolazione del Regno, ed aprire un fonte inesauribile di ricchezze per via del commercio.
CA P. I.
Dell' Origine degli Albanesi.
La Regione, che oggi si chiama Albania, si estende per tutto 'quel tratto, che anticamente si chiamava Illyria Graeca, o anche Macedonia, incominciando dal fiume Drilo sino ai Monti Acrocerauni. L' Epiro, che tuttavia ritiene il pristino nome, ha principio dagli Acrocerauni, e tira sino a L' Arta, prima detta Ambracia. Ora per tutta questa estensione di terreno, lunga 700. miglia in circa, e larga (prendendo la larghezza media) circa 270 miglia, non sono che Albanesi, i quali differiscono dai Greci, dagli Schiavoni, e dai Turchi nella lingua, e ne' costumi .
Questa diversità ha eccitata negli Scrittori l'idea di non esser gli Albanesi indigeni della Grecia, ma che traggano la loro origine dall'antica Albania asiatica sita tra il mar Nero, ed il Caspio. Enea Silvio(1), Mangini(2), Antonio Bonfinio(3), Tommaso Cornelio(4), e Filelfo(5) sono appunto di tal sentimento. Martinier(6), quantunque non dagli Albani Asiatici,
(1) Descript. Europ. Cap. 15. -Credimus hoc genus hominum ex Albania quondam venisse, quae vicina Colchidi in Asiatica Scytia memoratur, ut saepe Barbarorum inundatio Nationum Graeciae, atque ltaliae provincias occupavit. (2) Moderne Tavole di Geografia aggiunte a Tolomeo Cap. dell'Epiro- Vogliono che questo Epiro colla già nominata parte della Macedonia ora sia detta Albania dagli Albani Popoli dell'Asia, i quali scacciati da' Tartari quivi sedettero. (3) Rer. Ugnar. decad. 1.1ib. I. - Ab his (Albanis Asiae.) Albani quoque orti sunt, quorum pars hoc tempore in Peloponneso, pars in Macedonis juxta Dyrrachium plane consedit. (4) Dictionar. art. Albanopolis. (5) Epist. ad Ludovic. Foscarin. et ad Christophor. Maurum.- Albani, qui a nostris Albanenses vulgo, a Graecis Albanitae nominantur, populi origine Asiatici, vergentes tamen ad Septentrionem, qui Caucaso Monte a Colchis divisi, ad Indos prope ulque praetenderent. Unde jam quidem magnis viribus surgentes, intra sinum Adriaticum conenderunt. (6) Dictionar. art. Albanopolis. |
ma dall' Albanopoli Greca ripeta la denominazione degli Albanesi, pure riconosce in questi un'origine Scitica.
Or se questi Scrittori parlare intendono dc' tempi remoti, trovan forse delle autorità onde sostenere il loro sentimento(1); sebbene altre autorità dettino piuttosto, che gli Albani Asiatici derivino dai Tessali portati ivi da Giasone(2). Ma che giova andar in traccia di tanta antichità, e di fatti così lontani dalla memoria degli uomini? Contando dai bei tempi della Grecia fino alla caduta dell'Impcro di Costantinopoli, niuna Colonia di Albani Asiatici ha popolato l'Epiro, e la Macedonia. Queste Regioni essendo state mai sempre abitate da indigeni illustri, e bellicosi, un fatto cosi memorando non avrebbe l'istoria anche dei tempi più barbari trascurato di esporlo.
Gli Albani asiatici abitavano circa la Colchide, e verso il Monte Caucaso(3), che oggi e appunto la Georgia. La lingua de' Colchi, secondo la testimonianza di Erodoto(4), era simile a quella degli Egizj, la quale per le parole che ci sono rimaste niente ha che fare colla lingua Albanese. Ma checche sia della lingua antica
(1) Plinio lib. 4. Cap. 22. Hist. parlando di Dolcigno. dice: Olchinium, quod antea Colchinium dictum, a Colchis conditum. (2) Plin. Hist. lib. 6. Cap.13. Dein per oram Albani, ut fuerunt ab Jasone orti. Tacit. Annal. lib. 6. 34. Nam Hiberi, Albanique, saltuosos, locos incolentes, duritiae, patentiaeque magis insuevere. Feruntque se Thessalis ortos, qua tempestate Jason post avectam Medeam, genitosque ex ea liberos, inanemmox Regiam Ooetae, vacuosque Colchos repetivit . (3) Strab. lib. XI. Cap. (4) Lib. 2. Cap. |
Colchide, l'odierna Georgiana non solo non ha veruna rassomiglianza coll'Albanese, ma è totalmente differente nei vocaboli , e nella maniera di esprimere (1).
(1) Leibnilz Epist. ad Andreum Acoluthum 10.0ctob.1695.Collect. tom. 6. p. 2. pag. 138 ci reca moltissime parole di quell'idioma, delle quali io noterò alcune per far vedere la differenza dell'Albanese. |
|
Italiano Uomo bocca Sedia sera Orto bagno bestemmiare Cavaliere figlia notte rana gatta bove lupo spada tempo spina stella pomo fuoco capo gallina vedere asino barba cane padre sale lana terra serpente Monte selva sole luce sudore guerra cenere sonno letto pane latte ferro nome casa legno caldo sangue acqua aceto anima capra neve Dio Madre verme ora Cie6lo mare porta osso grano |
|
Georgiano aniri bache Sella seri bostani abano ogmozenebeti asnauri assuli agama bakak bi gili chuli ghemelli dros echati varskulaui vaskli zezili thaui katami kedan kizchi kueri lekui mama marili matkeli miza mkazi mta drago neze nathabi opti omi peopli pirculi popne puri rze rhicna safeli sachieri sese sizche sischi skalè smali sicli tka touli Ghmerti sciobali cià zami za zea chari zuali chirtili |
|
Albanese gnerii grich thron mbrumma copset rons malcuar caagliuar biglia nat bretkos macce cau ulc cord mot ghiumb iil pemm ziarm crie puugl ruagn gomar miechr chien att crip lese dee ghiarpr rakk maane diel drit diers gliuft ghii ghiumm sctrat buc chiumsct ghecur amar spii druu vapp ghiach ughi uthul spiirt dii bora Peerndii amm crimb gheer chiel deet deer asct gruur. |
Più: gli Albani asiatici erano Sciti detti anche Massageti (1); e questi sono appunto quelli dai quali i Turchi derivano(2). Ma che i Turchi siano una Nazione differente in tutto dall'Albanese non è chi nol sappia. In quelle stesse Regioni, donde i Turchi sono usciti, si parla un linguaggio diverso dall'Albanese; gIi Usbecchi, i Calmucchi i Mogolli hanno aItro idioma(3).
Gli Sciti poi anticamente detti Sarmati, o Sauromati sono quelli che posteriormente furon chiamati Slavi, o Schiavoni , sotto i quali si comprendono i Russi , i Polacchi, i Boemi , i Moravi, i BuIgari , i Dalmati
(1) Zonara parJando de. tempi di Adriano annal. tom. 1.lib.VI. , in fin., si spiega così: apud Albanos (sunt autem massagetae secundum Dionem). (2) Leibnitz Brevis designatio medilationum de originibus Gentium: Collect. tom. 4. part. 2, p. 190. -Turcasex Regionibus venisse, quas qui nunc habitant Usbecchii vocantur, idest ex Massagetis vel scytis Persiae vicinis, satis apparet per ipsam gentis utriusque linguam. Cognatam esse Turcicae Tartaricam Praecopensem constat, et Calmuccos etiam (quod recens nomen credo, et a Russis inditum), imo et Mogallos (quae vetus appellatio) sermone ad Turcas accedere proditur. Ipsi illi Orientaliores Tartari, Sinis imperantes, multa habent cognata Turcis vocabula, ex quibus nonnulla mihi R. P. Bouvetus suppeditavit. Ex Turcorum genere et Comanos fuisse, qui tunc cum primum Tartari ingruerint, inter Tanaim. et Danubium sedes habebant. certis indiciis comperi. Eorum reliquiae in Hungaria supersunt (quo Tartarorum metu confugerant), sed lingua ni fallor amissa. Vedi il passo di Leibnitz recato sopra. Ed aggiungasi , che in realtà gli Usbecchi parlano la lingua Persiana ; e la Calmucca, e la Mogolla è presso a poco la stessa lingua: V. lettera di N. Witsenio a Leibnitz 16. Ottobre 1697. Collect. tom. 6, p. 2, pa9. 119. -Il Pater noster in linguaggio Mogollo e tutto diverso dall'Albanese. ib. pag. 204. |
odierni , i Resej , i Servi , i Croati, i Ziculi (1), i quali sono diffcrcntissimi dagli Albanesi.
Sciti ancora erano i Goti, e gli Unni; ma la lingua de' Goti era la stessa che la Germana, e quella degli Unni non poteva esser allra che la schiavona(2).
Inoltre se gli Albanesi son venuti daIla Scizia, convicn supporre che tutti gli antichi Macedoni, ed Epiroti sien rimasti distrutti. E come di un fatto cosi memorando non fe la storia alcuna menzione? Gli scrittori bizantini spesso parlano delle scorrerie degli Sciti per le provincie dell'Impero, ma non mai accennano che abbian fissate le loro sedi nella Macedonia, o nell'Epiro.
Difatti spiantare un'intiera Nazione di più milioni d'anime sembra un'assurdo; e maggiormente cresce l'incongruenza , se si riflette , che attualmente quelle contrade sono ben popolate, e tutte di Albanesi. Un branco di forestieri , di cui nemmeno si sa la venuta,
(1) Leibnitz Brevis disegnatio etc. Collect. tom. 4. part. 2. .pag.191. (2) Leibnilz loc. cit.- Ex Prisci Rhetoris legatione constat, duas tantum linguas in Aula Attilae usitatas fuisse .Goticam, et Hunnicam. Goticam esse Germanicam manifestum est, et vel Regum nomina demonstrationi sufficiunt. Hunnica autem, nisi ipsa fuisset Sarmatica, debuisset etiam tertia illic usurpari, cum Attila inter medias gentes Slavonical tune versaretur. Addo quod Coni vel ChUDi vocabulo equum sarmatis significari constat, ut proinde Hunnorum nomine nil nisi equites lignificarentur. Qual sentimento combina benissimo coll'istoria, mentre, come si ricava da Ammiano Marcellino lib. 31. in princ. gli Unni dalle Paludi meotidi si estendcvano sino all'Oceano del Nord, onde comprendeva i sarmati, ed i Massageti. E per tal motivo anchc Cedreno ncl compendio della sua istoria an. 6551. p. 767. Paris. dice, ch'erano di genia Unnica i Turchi che abitavano i Monti del Caucaso. |
come avrebbe potuto produrre una popolazione così vasta? I Vandali, i Goti , i Longobardi ec., ch'erano Nazioni intere, e de' quali tanto parlano gli Scrittori, non han potuto distruggere tutti gl'indigeni dell'Italia, nonostante i loro sforzi; non han potuto far adottare la loro lingua, ed i costumi; non han potuto finalmente popolarc una Regione intera dopo distrutti gli antichi abitatori: e frattanto tutto ciò si stima facile per gli Albanesi, quando si vuole dar credenza al sentimento di esser questi venuti dalla Scizia.