POLIORAMA PITTORESCO : opera periodica diretta a spandere in tutte le classi della societ� utili conoscenze di ogni genere e a rendere gradevoli e proficue le letture in famiglia

 

SALINA DI ALTOMONTE.

 

Era l'alba di un be1 giorno di agosto, allorch� compreso da dolci rimembranze scendea dalle colline di Altomonte, e per una china facile e piacevole, giunsi in compagnia di taluni amici alla Salina prima detta di Altomonte, oggi di Lungro; il quale da povero casale Albanese di Altomonte, merc� il lavorio, il traffico e il trasporlo del sale, si eresse a riguardevole comune, anzi a capoluogo del circondario. Ivi pervenuto fui cortesemente accolto da quel Contraloro sig. Caristina, amico gentilissimo, troppo dissimile da can Cerbero che Virgilio e Dante pongono a custodia dell'inferno; e dal dragone che i poeti misero a guardia degli Orti Esperidi. Rinvenni nello spazio vicino all'ingresso della Salina, detto Mandriglio una moltitudine di vetturini, vidi un continuo affaccendarsi di pi� persone, un brulichio di operai, un andare e redire, un perpetuo movimento; udii un baccano, ed un alternarsi di voci Italiche ed Albanesi. Entrato coi miei compagni nelle ime bolge a lume di tremole fiaccole, un sentimento misto di curiosit�, di piacere e di terrore ci corse nell'animo alla insolita novit�. Sorprendente spettacolo era quello che ci si profferiva; monti, valli, gradinate , pavimenti di antiche gallerie, scoscendimenti, tutto di salgemma ... e nello scendere quelle lunghissime scale mi tornavano alla mente quei versi dell�Alighieri.

" Tu ben vedrai siccome sa di sale

lo pane altrui. e quanto e duro calle

Lo scendere e salir per l�altrui scale.

versi che si rendevano pi� espressivi nell�interno di quell�ipogeo, in un aere senza stelle, alla vista di tanti individui ignudi e trafelanti in fendere con picconi, digrossare e pulire ruvidi e duri macigni, o curvi sotto il peso di grosse moli che si avevano addossate, e facentisi largo gridando: "vem jast � vem jast" Andiamo fuori, andiamo fuori. Mi sembravano spettri vagolanti nel regno delle ombre. Era scomparso il bel zaffiro del Cielo Italico, n� pi� si udiva l�armonico e dolcissimo linguaggio della terra e del sole. Si udivano invece parole ed accenti di un altro linguaggio, e rintronava le orecchie il tremito della montagna, lo scricchiolare dei balzi sassosi, da cui si divelleano enormi pietre di sale, e il rimbombo di queste quando gi� precipitavano, misto al duro e aspro accordo dei replicati colpi dei travagliatori.

Osservate le Amendolette superiore ed inferiore, scendemmo nella galleria Bruno Venere: Vedemmo il sopracielo, e poscia calando per un piano inclinato fummo alla galleria della Speranza: ivi giunti percorremmo prima il cammino che conduce ai cos� detti Ascitelli, e quindi scese non poche scale pervenimmo alla galleria della Provvidenza, con cui comunicano merc� una recente apertura, le atre due Matera e Mancini. Da quest�ultima, per mezzo di un comodo passaggio aperto nel 1827, andammo nella galleria Speranza 2a , e finalmente per una gradinata aspra e difficile scendemmo nella fossa superiore ed inferiore. N� tralasciammo di osservare la galleria Mollo, cos� detta dal ch. Barone Mollo si benemerito di quello stabilimento. Non m�interterr� in lunga dipintura di queste bolge, avendomi di ci� fatto ozio il Cav. Galli ufficiale del Real Corpo del Genio, il quale ad una minuziosa ed esatta descrizione aggiunse la pianta del luogo. Ho voluto solamente trasfondere su queste pagine la viva sensazione che mi produsse il tumulto che si aggira dentro quell�aere cieco, la novit� dello spettacolo, l�aspro ma utile e nobile affanno della industria, il divellimento e il ruinar dei sassi, i colli scheggiati, i lunghi scoscendimenti di quel vasto ipogeo, le cui viscere lacer� l�intrepido braccio dell�uomo, infine l�alito di gas imprigionati, e l�orror che si sente nel difetto delle miti e libere aure del cielo, e del vivido raggio di sole.

Utile e bel subbietto sarebbe di dissertazione il confronto della Salina di Altomonte colle altre due principali del nostro regno quelle di Barletta e di Trapani, e con quelle delle stranie regioni, segnatamente di Wieliezka in Polonia. Piacemi solamente qui avvertire che siccome in Wieliezka del sal gemma che somiglia al cristallo per colore e trasparenza si formano tazze di caff�, armadi e simili cose; cos� parimenti candelieri, crocette, stelle, panerini ed altri graziosi scherzi i lavorano col salgemma di Altomonte. Questo sale che rinviensi ordinariamente accompagnato e coperto da strati di argilla marnosa mista a modica quantit� di gesso, perch� viene spogliato del suo involucro detto comunemente matrice, e viene sceverato da tutte le parti impure, offre un color bianco grigio. Ritrovasi ancora in detta Salina il sal formico, cos� nomato dagli indigeni, che presenta il color di bianco latte, e per la troppa sua friabilit� di rado si vende. Non pu� segnarsi con precisione tutta la circonferenza degli strati salini di Altomonte: pu� soltanto osservarsi senza tema di errore che si estendono al di l� di dieci miglia, internandosi nella montagna Tavolaro di S.Donato ed in quella di Verbicaro, ov�essendo accaduti dei contabandi, vi fu tosto messo riparo dal braccio potente del Governo. La suddetta Salina � feconda di molti vantaggi. Occupa molte forze materiali che senza questa risorsa, sarebbero rimaste disutili, e forse perniziose: ha disgrossato, e disgrosser� ancora della ruvida scorza le abitudini montanare delle vicine popolazioni, ha gittato nobili semi di oneste speculazioni, e col solito lavoro da per prodotto circa 50,00 cantaia di sale ogni anno.

Sta la medesima a pi� di un monte detto Castagneto dall�albero che � frequentissimo e gradito presso i villaggi albanesi. Il terreno al Nord-Ovest, e a Sud-Est � attorniato da due valli non disgradevoli, per una delle quali scorre il Tiro e per l�altro un picciol fiume detto Galatro. A Sud-Ovest � chiuso dalle montagne di Acquaformosa. Molti illustri personaggi e segnatamente stranieri, vollero osservarla in diverse epoche. Nel 1833 fu onorata della presenza del nostro Augusto Sovrano in occasione del suo viaggio per le Calabrie. Nello scorso mese di maggio, fu a visitarla l�egregio Consiglier Gallotti Proc. Generale della provincia di Cosenza.

Vuolsi far risalire la conoscenza di questa Salina ad epoca anteriore all�era Cristiana. Che che ne sia di ci�, deesi schiettamente confessare che gli antichi, principalmente i signori del luogo, durante la feudalit� se ne valsero assai male, facendovi cavamenti irregolari, e pi� badando al momentaneo emolumento che alla durevole consistenza della medesima. N� debbo tacere le ingorde scorrerie che ne� secoli scorsi, e nei principi del corrente vi commisero molti speculatori, i quali vi s�introdussero, non a guisa di padroni cui piace il mantenimento e la perfezione della cosa posseduta, ma a guisa di ladroni e di contrabbandieri stimolati da turpe mercimonio, cui poco interessava lo scrollamento e la distruzione di quel sotterraneo, purch� avessero fra que� rottami satollata la loro avarizia: gravissimo danno tollerato prima dall�anarchia feudale, poscia dalle difficili e sanguinose condizioni del nostro reame. Dobbiamo al nostro governo il termine di tante ruberie, e la regolarit� de� cavamenti.

Dopo percorse le varie bolge di questo alurgico stabilimento, risalimmo all�aere aperto intrisi di sudore, trafelanti e con petto travagliato dalla lunghissima salita, e dalla pesante respirazione. Accompagnati dal sig. Caristina ci avviammo alla volta di Lungro, ove cortesemente accolti dal valoroso D. Pasquale d�Alessandria, giudice locale, lunghe ore favellammo della salina e de� suoi ricchi prodotti, di quando in quando rivolgendoci verso i monti che la ricoprono

Come que� che con lena affannata

Uscito fuor del pelago alla riva

Si volge all�onda perigliosa e guata.