Acquaformosa. Clamorosa iniziativa per evitare la chiusura dell�istituto
Anziani a scuola per fare numero
Anche due anni fa utilizzarono lo stesso escamotage
di FRANCESCO MOLLO
ACQUAFORMOSA - Si era no messi lo zaino sulle spalle gi� due anni fa, per scongiurare il rischio della chiusura delle scuole elementari: ultra settantenni iscritti alla prima elementare per fare numero.
Ora che con la legge Gelmini non ci sono pi� santi - sotto i quaranta scolari si chiude e ci si trasferisce a studiare in altri paese vicini - il sindaco di Acquaformosa, Giovanni Manoccio, dovr� disturbarli ancora i suoi concittadini dai capelli bianchi.
"Per il prossimo anno - ha spiegato - dovremo certamente replicare l'iniziativa del 2006�.
All'epoca, avendo difficolt� a formare la prima classe elementare dell'istituto comprensivo di Acquaformosa, il sindaco present� al Provveditorato agli Studi Regionale e Provinciale, domanda di iscrizione di tredici alunni, ma solo quattro erano state inoltrate dai genitori di bambini nati nell'anno 2000, le altre nove erano state invece presentate direttamente da alunni maggiorenni. Un bel po', maggiorenni: Gesualdo della classe del '35, Pasquale del 1929, Biagio del '27, Elisabetta del '33, Pasqualina del '29, Maria Francesca del '34, Angelo del '23.
"Oggi come allora - ha spiegato Manoccio - il problema � sempre lo stesso, ed � molto pi� grave: il rischio, con la con la chiusura della scuola elementare � di emarginare ancora di pi� un paesino di un area interna, dove le scuole e le Poste sono ormai gli ultimi presidi contro l'abbandono e lo spopolamento� .
Con la nuova legge della ministra Mariastella Gelmini, che prevede la chiusura delle scuole con meno di 50 alunni e l'accorpamento di quelle che non arrivano a 500, per Acquaformosa non ci saranno davvero speranze.
Ma il problema non � solo la pesante trasferta alla quale sarebbero soggetti i bambini per andare a studiare in un vicino paese capace di mettere insieme pi� di 50 fanciulli: � piuttosto la perdita di identit� culturale di questi ragazzi, che dovrebbero sacrificare lingua, usi, costumi, tradizioni tipici (come sono quelle arb�reshe), per aderire a una pi� omogenea scuola "normale".
�E sarebbe, in effetti, necessario una reale messa in opera della legge regionale numero 15/2003 sulle minoranze linguistiche calabresi - ha spiegato Giovanni Manoccio - per evitare situazioni del genere e dare diritto di cittadinanza ai piccoli comuni come il nostro, che nelle proprie scuole conservano e rigenerano il proprio patrimonio culturale�.
Speriamo che ad Acquaformosa non si dovr� fare davvero ricorso a tanto: il problema sorgerebbe in caso di assenze, note disciplinari o sospensioni� nonostante la buon volont�, difficilmente siffatti scolari potrebbero, all'indomani, esse accompagnati a scuola dai genitori.
Articolo pubblicato su il Quotidiano del 2 novembre 2008