LE LINGUE �SENZA VOCE� DELLE 12 ITALIE MINORI.
Programmazione Rai: dove sono gli �SPAZI� nelle lingue tutelate dalla legge?
Il caso delle minoranze linguistiche Arb�reshe (italo-albanese), Greche e Occitane di Calabria
di Alfredo Frega
Pu� sembrare un assurdo. Eppure il caleidoscopio dell�Italia presenta diversit� linguistico-culturali sottoposte ancora in stato di �sonno� forzato, nonostante esse siano abbastanza produttive e vive. Il riferimento non � dovuto al caso, ma queste diversit� non hanno �voce� nei media radiotelevisivi che pure s�interessano e molto dei loro aspetti pi� appariscenti di colore, costume, folclore, ed ora anche di gastronomia, perch� sono di moda le tavole imbandite in tutti i canali televisivi possibili. Il non aver �voce�, per�, ha un significato molto preciso e sintomatico. Queste diversit� possono solo apparire, mostrarsi, incuriosire, ma non possono parlare essendo ancora delle �lingue tagliate�, ossia �senza voce�. Non possono dire, soprattutto nel loro idioma materno, che la loro parlata � lingua e non dialetto, chi effettivamente esse siano e di quali culture sono portatrici.
Il caso - In Calabria stanziano ben tre gruppi linguistici storici e cio�: gli arb�resh� (albanesi) sparsi in 25 tra comuni e frazioni nelle province di Cosenza, Catanzaro e Crotone, con una popolazione che supera le 20 mila unit�; i greci di Calabria del Reggino con circa 5 mila abitanti e gli occitano-valdesi di Guardia Piemontese (CS), la pi� piccola ed unica isola linguistica del Meridione di appena 350 anime. Tutti e tre i gruppi, assieme ad altri nove sparsi nelle altre regioni, sono oggi riconosciuti e tutelati da una legge dello Stato, la n. 482 del 1999 e, in Calabria, da una legge regionale la n. 15 del 2003, tanto in relazione all�art. 6 della Costituzione che � rimasta per lunghissimo tempo inosservato.
In provincia di Cosenza, dove sono comprese aree in cui insistono popolazioni bilingui (albanesi e occitani), l�informazione � gestita dalla Redazione della Sede regionale Rai, con due TGR e due GR, dalle emittenti televisive private Tele Spazio (con sede in Catanzaro), con due reti, da Teleuropa Network (con sede in Cosenza), da Video Calabria (con sede a Crotone), da MetroSat (con sede a Rende), ed altre locali, oltre che da diverse emittenti radiofoniche. Sotto l�aspetto della carta stampata sono presenti diversi quotidiani. Nella sola provincia di Cosenza: Il Quotidiano di Cosenza e provincia, la Provincia di Cosenza, Calabria Ora e la Gazzetta del Sud che copre tutta la Calabria e la Sicilia orientale; ma non vi sono state iniziative editoriali tendenti ad offrire nel territorio interessato un�informazione plurilingue.
Tutti questi mezzi d�informazione si sono spesso interessati della cultura e delle tradizioni delle minoranze linguistiche attraverso articoli, servizi, inchieste ma sempre in lingua italiana e mai hanno fatto uso della lingua minoritaria parlata delle popolazioni interessate. In questi ultimi anni, con il fiorire di nuovi quotidiani si � registrata una presenza sempre pi� numerosa di corrispondenti dai vari comuni alloglotti e quindi ogni giorno da questi centri, medi o piccoli, appaiono note di cronaca, ma anche qualche articolo di �terza pagina�. La Rai regionale dedica agli eventi pi� appariscenti il ristretto spazio consuetudinario nei notiziari. Dell�uso della lingua parlata, diversa dall�italiano, cos� come prescrive la nota legge di tutela, la 482/99, da parte della Rai non se ne parla. Questo � un problema molto sentito, per la verit�, tra le minoranze linguistiche storiche della Calabria.
Nell�emittenza privata ci sono stati alcuni tentativi di rubriche radiotelevisive bilingui dissolte poi nel breve giro di una stagione. Citiamo i casi di due emittenti televisive private, Rete Alfa, nel 1992, con un notiziario settimanale �Java arb�reshe / La settimana arb�reshe� in lingua arb�reshe (albanese), curata dal prof. Alfio Moccia e VL7 Cinquestelle, nel 2002, con un contenitore sempre in lingua albanese �Jetra�Ital� (L�altra�Italia), diretta da chi scrive, in collaborazione con il collega giornalista Nicola Bavasso. Per la carta stampata, La Provincia ha uno spazio di cronaca dedicato all�Arb�ria (cos� indicato il territorio dove insistono comuni albanofoni) con testi scritti interamente e solamente in italiano e in pi� una rubrica settimanale (esce quando pu�) �Rreti / l�Arcobaleno�, in albanese con abstract in italiano, firmata dal collega Bavasso. La pubblicistica istituzionale, invece, sembra favorevole ad ospitare articoli anche in lingua, come il mensile �Calabria� del Consiglio regionale, mentre la Provincia di Catanzaro edita da poco una rivista bilingue (albanese ed italiano) �Catanzaro ARB�RIA�. Il periodico �Mezzoeuro�, edito in Cosenza, pubblica due pagine curate dal prof. Giovanni Belluscio, ricercatore Unical, dal titolo �Minoranze linguistiche� che riporta articoli nelle lingue italiana, albanese, greca e occitana. La comunit� dei Greci di Calabria ha una sua rivista bilingue �I Fon� Dik�ma / La nostra voce�, giunta al quarto numero. Nessun organo di stampa si pubblica a Guardia Piemontese.
Diversa � la situazione dell�informazione a mezzo della carta stampata che si pubblica in Arb�ria, soprattutto in alcuni comuni albanofoni della Calabria, dove la tradizione pubblicistica risale dalla met� dell�800. Ricordiamo le riviste pubblicate dal poeta italo-albanese, Girolamo De Rada, che diedero un grande contributo alla causa dell�indipendenza dell�Albania (�Fiamuri Arb�rit / La bandiera dell�Albania� e �L�Albanese d�Italia�). Sin da allora il materiale era pubblicato in lingua albanese e/o italiana. Le testate odierne hanno una tiratura limitata, con distribuzione per abbonamento, ma non sono in vendita nelle edicole. Raggiungono, comunque, una buona percentuale di famiglie albanofone residenti nel resto dell�Italia ed in Europa. Contengono scritti d�attualit�, informazione, letteratura, storia e varia umanit�. Solo il trimestrale �Katundi Yn� / Paese Nostro� che si pubblica con regolarit� a Civita dal 1970, �Lidhja / Unione� dal 1980 a Frascineto, il mensile �Jeta Arb�reshe / Mondo Italo-Albanese� dal 2001 ad Eianina, tanto per citare i pi� importanti. Anche l�Eparchia greca di Lungro, la diocesi che raccoglie i fedeli italo-albanesi di rito bizantino dell�Italia continentale, ha un periodico d�informazione in lingua italiana ed albanese �Lajme�
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La legislazione � Ci chiediamo: perch�, a distanza di pi� di sei anni, la legge quadro nazionale di tutela non � attuata nel campo dell�informazione in lingua?
Per quanto riguarda i media e le comunit� di minoranza vi � tutta una legislazione nazionale, ma anche regionale, che tratta la questione in modo ampio, specialmente nel settore della radio e della televisione del servizio pubblico. Il legislatore ha fissato modi e termini per l�attuazione degli articoli interessati, attraverso delle norme chiare che, tuttavia, sono rimaste tali per diversi motivi. In ultima analisi possiamo affermare che per le dodici minoranze linguistiche storiche protette dalla legge n. 482/99 non � stato dato avvio a trasmissioni radiotelevisive nelle lingue parlate, diverse dall�italiano. Dal 2000 ad oggi vi � tutta una vasta letteratura di saggi, relazioni, documenti, articoli che evidenziano questo stato di fatto. Le lingue regionali e minoritarie si salvaguardano oltre con l�insegnamento nelle scuole dell�obbligo delle lingue e nelle lingue �diverse�, anche attraverso l�uso di queste nella comunicazione, specialmente nella programmazione radiotelevisiva.
Il legislatore ha voluto cos� rafforzare il concetto di �tutela� che nelle comunicazioni ha un effetto pi� immediato e dirompente che fa scaturire difese efficaci di conservazione e restauro linguistico nei parlanti. Del resto ci� ha avuto esperienze positive in alcuni gruppi linguistici nazionali o di confine, protetti da leggi speciali e forme d�autonomia amministrativa, come, per esempio. tra i ladini e gli sloveni.
Va detto che la Rai, almeno in quelle sedi dove esiste una struttura di programmazione, ha grande interesse per le minoranze linguistiche. Si veda il caso della Sede Rai di Bolzano che cura trasmissioni in lingua ladina. Altro caso, gi� accennato prima, � stato quello della Sede Rai per la Calabria la cui di programmazione, allora diretta dal giornalista Antonio Minasi, � stata da diversi anni soppressa. In quella sede allora si producevano programmi d�ampio spessore culturale, dove uno spazio non indifferente era dato alle tre minoranze linguistiche: l�albanese, la grecanica e l�occitana. I tempi, in ogni modo, non erano ancora maturi per l�uso di queste lingue. Era gi� una conquista parlare di queste culture �altre� e mostrarle attraverso bei documentari.
La questione oggi si presenta diversamente, nel senso che le minoranze linguistiche a ragione pretendono che si dia attuazione ad un proprio diritto per una programmazione speciale nelle lingue sottoposte a tutela, con la collaborazione tecnica professionale del servizio pubblico che � la Rai.
Una normativa recente da loro ragione. Si � ancora lontani dal pensare di dare �voce e visibilit�� alle dodici �altre Italie�, rappresentate dalle minoranze linguistiche storiche, le cosiddette �lingue deboli� (discriminate rispetto a quelle privilegiate �forti� come la franco-provenzale, la ladina, la slovena etc.), ora protette dallo Stato con legge n. 482 del 1999, e ancor prima da quel famoso art. 6 della Costituzione rimasto disatteso per mezzo secolo. Sembra proprio di si, anche se il contratto di servizio stipulato tra il Ministero delle comunicazioni e la Rai - Radiotelevisione Italiana per il periodo 2003-2005, approvato con DPR 14 febbraio 2003, con scadenza 31.12.06, recependo la sopra richiamata legge quadro, indica quali sarebbero le iniziative per la valorizzazione delle culture locali (art. 12) e, in particolare, l�impegno formale della Rai per effettuare, per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri e sulla base di ulteriori convenzioni, servizi per le minoranze linguistiche, assicurando una programmazione rispettosa dei diritti delle predette minoranze nelle zone di appartenenza (comma 4). In altre parole alla Rai spetta il compito di assumere e promuovere iniziative per la valorizzazione delle lingue ammesse a tutela, in collaborazione con le competenti istituzioni locali (regioni, province e comuni).
La legge di tutela ha acceso le luci dei micro universi e sono apparse tante costellazioni che mostrano una diversificazione territoriale dove si annidano fermenti, tradizioni, usi, costumi e che, finalmente, si espandono oltre gli angusti confini storici. Fermenti anche nel campo dell�informazione, dove la legislazione prevede interventi non trascurabili all�editoria minore che pubblicano periodici nelle lingue sottoposte a tutela.
Le aspettative e le iniziative - Vi � speranza che tanto si possa realizzare? Lo stesso servizio pubblico radiotelevisivo � alla vigilia di una rivoluzione sia per quel che riguarda l�assetto societario, con la parziale privatizzazione dell�azienda, e sia per l�inizio dell�era digitale, che cambier� il sistema della televisione in Italia. Per tenere viva questa attesa, che scaturisce da una esigenza che ci siano forme di tutela anche nel settore dell�informazione e della programmazione radiotelevisiva e per studiare strategie atte a sollecitare l�inizio dei programmi in lingua a loro riservati, si stanno attivando nel nostro Paese varie iniziative a partire da quella del Confemili, il Comitato Nazionale Federativo Minoranze Linguistiche d�Italia, che, tra l�altro, ha investito anche l�Autorit� per le garanzie nelle comunicazioni che ha il compito per legge di vigilare sul rispetto della tutela delle minoranze linguistiche riconosciute nell�ambito del settore delle comunicazioni di massa.
In tutto questo contesto, va ribadito che le richieste tendenti l�ottenimento di una programmazione in lingua diversa dall�italiano, non hanno significati o scopi reconditi di autoisolamento o idee separatiste, ma semplicemente una difesa che tende a recuperare le lingue minoritarie come un fatto d�identit� e di cultura. I gruppi linguistici, giustamente sottolineano in ogni occasione, di sentirsi mirabilmente integrati nel tessuto politico, sociale ed economico dell�Italia. Pur integrandosi essi hanno saputo tenacemente conservare un ricco patrimonio linguistico, storico, culturale e religioso. Attraverso la lingua, che rispecchia il sentimento di un popolo, di una comunit�, essi sono riusciti a far sopravvivere tutto quello che oggi vogliono difendere e conservare, rivendicando il suo insegnamento e di conseguenza la propria cultura.
Altre iniziative sono state prese a livello istituzionale dall�Assessorato provinciale alla cultura di Torino e dalla Comunit� montana di Val Po del Piemonte. In Calabria si sono mossi i giornalisti appartenenti all�area linguistica Arb�reshe (italo-albanese), che si sono dati una forma associativa, il Club dei Giornalisti Arb�resh� (in albanese: Klubi i Gazatar�vet Arb�resh�) che ha organizzato un apposito convegno sul tema. Cos� l�Universit� della Calabria, unitamente agli enti locali, come la Provincia di Cosenza, tramite l�assessorato alle minoranze linguistiche, ed i sindaci dei comuni allofoni delle tre aree linguistiche (albanese, grecanica ed occitanica) hanno avanzato alla Rai richieste per dare attuazione alle norme della legge 482/99 e all�art. 12 del Contratto di servizio.
Il ritardo (o un ritardo voluto?) � dovuto alla mancata stipula della convenzione Ministero delle comunicazioni � Rai che avrebbe dovuto assicurare quelle condizioni necessarie per la tutela delle �isole linguistiche� nelle zone d�appartenenza, nei modi e nei termini stabiliti dal contratto di servizio, che guarda caso ha richiamato anche quanto previsto l�art. 11 della Carta europea per le lingue regionali e minoritarie del Consiglio d�Europa, non ratificata ancora da uno dei due rami del Parlamento italiano, ma di fatto riconosciuta da un testo di legge.
Intanto, stanno per nascere iniziative atte a promuovere, tramite emittenti private, una programmazione in lingua. E� il caso del progetto della Provincia di Cosenza che � stato approvato e finanziato ai sensi della legge 482/99, in via di realizzazione, e che prevede la produzione di un format �Arb�riaTVoccitana� informativo e di cultura nelle lingue albanese ed occitana, di 35 minuti a cadenza settimanale che sar� messo in onda da un�emittente privata.
Vi sono pressioni da ogni parte d�Italia per indurre il Ministero delle Comunicazioni e la Rai a definire finalmente una convenzione, previa la scelta delle sedi regionali Rai interessate, che porti alla tanto attesa programmazione radiotelevisiva nelle lingue delle dodici minoranze protette in Italia con legge dello Stato.
Per saperne di pi�
Armonizzare Babele, lingue e culture minoritarie per costruire la nuova Europa, atti del convegno del 21 � 23 giugno 2001, Corigliano d�Otranto (Lecce)
Cisilino William, La tutela delle minoranze linguistiche. Analisi della normativa statale e regionale, con particolare riguardo alla lingua friulana, Consorzio Universitario del Friuli, Udine 2001
Vivoli Pier Giorgio, Tutela delle minoranze linguistiche e Radiotelevisione pubblica, Corerat, Regione Autonoma Valle d�Aosta, 1980
Informazione in Calabria e sistema radiotelevisivo, prima conferenza regionale sulla 3� rete Rai, Reggio Calabria 8 � 9 ottobre 1981, Edizione Consiglio Regionale, Reggio 1982
AA.VV, Mezzogiorno e informazione, scritti in ricordo di Walter Tobagi, Edito dalla Associazione della Stampa di Puglia e Basilicata, Bari 1981
Per una ricerca sulla legislazione ( A. F.)
Carta europea per le lingue regionali e minoritarie del Consiglio d�Europa, art. 11 � Mass media
Convenzione-quadro del Consiglio d�Europa per la protezione delle minoranze linguistiche storiche, art 9
Legge 103/14.4.1975 - Il servizio pubblico radiotelevisivo �Nuove norme in materia di diffusione radiofonica e televisiva�, artt. 19 e 20
D.P.R. 28.3.1994 - La concessione del servizio pubblico �Convenzione tra il Ministero delle poste e delle telecominicazioni e la RAI-Radiotelevisione italiana S.p.a. per la concessione in esclusiva sull�intero territorio nazionale del servizio pubblico di diffusione di programmi radiofonici e televisivi�, art. 19
Legge 249/31.7.97 - �Autorit� per le garanzie nelle comunicazioni�, artt. 1, 2, 3
D.P.R. 31.7.1997 �Convenzione per la trasmissione di programmi radiofonici e televisivi in lingua tedesca e ladina nella provincia autonoma di Bolzano�, artt. 1, 2, 4 e 6
D.P.R. 31.7.1997 �Convenzione per la trasmissione di programmi radiofonici e televisivi in lingua francese per la regione autonoma Valle d�Aosta�, artt. 1, 2, 4, 5, e 8
D.P.R. 31.7.1997 �Convenzione per la trasmissione di programmi radiofonici e televisivi in lingua slovena nonch� radiofonici in lingua italiana per la regione autonoma Friuli-Venezia Giulia�, 1, 2, 5 e 8
Decreto Legge 30 gennaio 1999, n. 12 �Disposizioni urgenti per lo sviluppo equilibrato dell�emittenza televisiva e per evitare la costituzione o il mantenimento di posizioni dominanti nel settore radiotevisivo��, art. 3 � Interventi urgenti a sostegno (minoranze linguistiche riconosciute)
Legge 23.12.2000 (G.U. n. 302 (ord.), art. 153, comma 2, � Imprese editrici di quotidiani e periodici
Legge Regione Calabria 22.1.2001 �Istituzione e funzionamento del Comitato regionale per le Comunicazioni � CORECOM�, art. 3
DPR nov. 2001 �Regolamento recante modifiche al DPR 2.12.1997, norme per la concessione dei contributi e delle provvidenze all�editoria�, art. 1 - ..appartenenza del parlamentare ad una forza politica espressione di minoranze linguistiche storiche riconosciute, ai sensi dell�art. 2 della legge 15 dic. 1999, n. 482
DPR 14 febbraio 2003 �Approvazione del contratto di servizio tra il Ministero delle comunicazioni e la RAI � Radiotelevisione Italiana SpA per il triennio 2003 � 2005�, art. 12 - Assicurare una programmazione rispettosa dei diritti delle minoranze linguistiche nelle zone di appartenenza (art.12 L. 482/99)
Presidenza del Consiglio dei Ministri � Decreto del Ministro per gli affari regionali del 22.12.2004, �Criteri per la ripartizione dei fondi di cui alla legge 482/99�
Articolo pubblicato su LEM, n. 11/12