UN SILENZIO INSPIEGABILE sulla miniera di salgemma di Lungro.
di Alfredo Frega (29 febbraio 2004)
Questa risorsa da sempre ha
rappresentato per il territorio un bene economico di primaria importanza, sino a
quando nel 1976 � cessata l�attivit� estrattiva del minerale. Anche dopo tale
data la miniera, di riflesso, ha contribuito, attraverso la creazione di nuove
iniziative industriali dei Monopoli, ad assicurare il lavoro agli ex �salinari�.
Oggi, quei pochi dipendenti dell�Azienda, che si � allontanata definitivamente
da questa parte di Calabria, operano in altre strutture della pubblica
amministrazione.
In quel luogo, intanto, restano il bacino minerario e tutto quello che ci sta sotto terra. Dopo la chiusura, nonostante ci fossero stati degli appelli per la trasformazione della miniera in museo della civilt� industriale, nessuno mosse un dito per salvaguardarla. Anzi, si infier� su di essa. Si depred� di tutto, dal semplice chiodo alle suppellettili. Si asportarono tegole, infissi, travi, binari, ringhiere, ed altro. L�Amministrazione Comunale, che aveva avuto in consegna dall�Azienda dei Monopoli, non fece nulla per impedire gli scempi. Divenne anche un deposito di carrozzerie d�auto. Tutto incominci� pian piano a sgretolarsi. Anche il bosco di macchia mediterranea che sorgeva di spalle alla miniera scomparve. Prima gli incendi e poi, guarda caso, la mano dell�uomo che ha modificato la stessa conformazione geologica del terreno, dove lo stato argilloso in forte pendenza pur doveva presagire i danni che poi regolarmente sono accaduti.
Il gran canalone realizzato, una ferita mortale inferta alla miniera, con le piogge torrenziali delle settimane scorse, ha versato sul piazzale dello stabilimento tonnellate di ghiaia e pietrisco. Il torrente d�acqua formatosi a monte ha trovato poi la sua �naturale� strada che lo ha portato diritto proprio nella imboccatura della miniera. Ora un manto di melma e fango copre ogni cosa e non si sa quali ulteriori danni abbia provocato all�interno delle gallerie. Intanto l�acqua continua a scorrere versandosi indisturbata direttamente nelle viscere salifere, dove un tempo non troppo lontano i nostri padri ed i padri dei loro padri trascorsero gran parte della loro travagliata esistenza a �cavar sale�.
Si dovevano salvare alcuni edifici posti sul crinale sovrastante il bosco della miniera. Per questo sono stati operati interventi costosi sul terreno scosceso sottostante, come il canalone artificiale, che le recenti piogge hanno quasi distrutto.
Non sappiamo quali danni ulteriori siano stati arrecati a quella miniera. Speriamo che non si sia infranta anche la tenue speranza di voler conservare alle nuove generazioni quel che resta di quello stabilimento.
I visitatori del nostro sito si potranno rendere conto dell�ultima violenza subita dalla �Salina� guardando attentamente le foto e leggendo gli altri contributi del dossier.
Sperando che il muro del silenzio sia
infranto, auspichiamo una pubblica discussione su questa Miniera che � un bene
patrimoniale universale e non soltanto di Lungro.