L�eroe albanese in un fotogramma del film �Sk�nderbeu,.luft�tari i math i Shqip�ris� (1954) |
Appunti di storia
SCANDERBEG EROE ANCHE IN TERRA DI PUGLIA
di Alfredo Frega
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Proponiamo una pagina di storia dimenticata che ha visto le terre di Puglia e d�Albania legate da un personaggio allora famoso in tutta Europa per essere stato l�artefice di un�impresa eccezionale che stup� le Corti dei Paesi del Mediterraneo. Oggi, di questo personaggio celebriamo i seicento anni della sua nascita, rivivendo le sue gesta, riscoprendolo quale �Atleta di Cristo e difensore della Fede�, come lo defin� Papa Callisto III. Il nostro personaggio � Giorgio Castriota Scanderbeg, eroe dell�Albania, nato nel 1405 e morto nel 1468.
Era l�anno 1450 quando nel cuore dei Balcani si registr� un evento che doveva poi segnare la storia non solo dell�Albania ma anche delle regioni dell�Italia meridionale. L�esercito ottomano di Maometto II, dopo la dura resistenza di Sfetigrado da parte della lega dei principi albanesi guidati dal condottiero Scanderbeg, fu incredibilmente sconfitto a Croya. Si sconvolse cos� l�obiettivo dei Turchi di impadronirsi dei Balcani e poi di Venezia, con il sogno recondito, di innalzare la Mezzaluna sulla cupola di San Pietro. In tal modo, Scanderbeg, che per pi� di un ventennio tenne lontano i Turchi dai confini albanesi, tranquillizz� i principi cristiani e lo stesso Pontefice che pensava ad una splendida crociata, che per� non realizz� mai.
Il destino poi fu avverso all�Albania, anche se aiutata dagli Aragonesi i quali, a loro volta, ebbero da Scanderbeg un grande contributo nelle lotte belligeranti con principi ribelli e gli Angioini. Una congiura, le cui vicende sono state narrate da Pontani (De Bello Neapol., Napoli, Gravier MDCCLXIX, lib. II), rendeva inquieto e malfermo il trono del re di Napoli. Ferdinando I fu costretto a sollecitare, nel 1459, aiuti a Scanderbeg. Questi, memore dei benefici ricevuti dal padre Alfonso d�Aragona, detto �il Magnanimo�, affidava al nipote Coiro Streso un corpo di spedizione di 5000 uomini. Sbarcato egli stesso a Barletta, dove istitu� la base per le sue operazioni, sconfisse subito le truppe del principe ribelle Orsini di Taranto. Poi si scontr� con i francesi conquistando la citt� di Trani con uno stratagemma. Il duca Giovanni d�Angi� si salv� con la fuga per mare e Jacopo Piccinini, comandante delle truppe francesi, si ritir� verso gli Abruzzi. Il principe Antonio Iosciano fu fatto prigioniero. In seguito prese parte alla battaglia di Orsara che fu decisiva per le sorti di re Ferrante. In tal modo l�eroe albanese liber� il monarca aragonese, che sembrava soccombente, da una difficile situazione e gli permise di riprendere gradualmente l�offensiva. Scanderbeg ebbe, a riconoscimento degli aiuti prestati alla Corona, le citt� di Trani, Siponto, Monte Gargano e San Giovanni Rotondo.
Dal punto di vista politico, la partecipazione di Scanderbeg alla guerra a fianco degli Aragonesi gli procur� sicurezza sull�altra sponda dell�Adriatico, l�Albania, e la continuit� di un�alleanza che, in seguito, gli sarebbe stata utile. La posizione dello Scanderbeg nei confronti del re di Napoli era ora d�assoluta parit�. Ritornando in Albania, pass� per Ragusa (l�attuale Dubrovnic) che gli tribut� nuovi onori (Particolari della parentesi italiana del Castriota li riferisce Gino Pallotta nel suo libro Scanderbeg, edizioni italalb Roma 1958).
Molti dei soldati albanesi si stanziarono nei territori di quei possedimenti pugliesi formando cos� alcune colonie, le quali ancora oggi costituiscono memoria storica di quei tempi. Iniziava cos� l�esodo storico degli Albanesi in Italia che si svolse ad ondate ed in epoche diverse, mentre la loro patria era saccheggiata dagli invasori ottomani. I transfughi Albanesi, dopo stenti e patimenti, si fermarono nei feudi del Castriota, nei latifondi badiali e nelle commende. Solo dopo la morte dell�eroe Scanderbeg, avvenuta ad Alessio nel 1468, suo figlio Giovanni, a seguito della caduta della fortezza di Croya una decina d�anni dopo, guid� parte del suo popolo verso l�esilio.
Lo storico Domenico Zangari elenca le prime colonie che sorsero in provincia di Lecce: Faggiano, Martignano, Monteperano, Roccaforzata, San Giorgio Jonico sotto Taranto, San Martino, San Marzano di San Giuseppe, Sternatia e Zolino. In provincia di Foggia a Chieuti, Casalnuovo di Monterotaro e Casalvecchio di Puglia (Domenico Zangari, Le colonie italo-albanesi di Calabria, storia e demografia, sec. XV � XIX, ed. Casella Napoli 1941).
I rapporti tra la terra di Puglia e quella delle Aquile hanno radici antichissime, soprattutto per la vicinanza delle due coste che, nella parte pi� stretta misura appena 75 chilometri. Probabilmente Bari � stata fondata dagli Illiri nel VII sec. A. C.. Altri eventi furono le imprese del leggendario Pirro in terra tarantina, e prima di lui quelle di Milone nel 281 a. C.. Poi gli eventi che abbiamo sopra ricordato. A Taranto, il Rodot� ci ricorda che gli Albanesi approdarono tra il 1461 e il 1478, mentre il Tajani li determina tra il 1473 e 1474.
La comunit� arb�reshe pi� rappresentativa nella provincia di Taranto � senza dubbio San Marzano di San Giuseppe, l�unico comune che sia riuscito a conservare le caratteristiche di minoranza linguistica. Il primo feudatario del luogo fu Ruggero di Taurisano che l�ottenne dal principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini. Dopo Raffaele di Monterone il feudo pass� in eredit� al figlio Roberto, che lo perdette perch� congiur� contro i re aragonesi. Carlo V vendette il casale a Demetrio Capuzzimati, nobile capitano del Castriota, che apr� ai suoi connazionali che si dedicarono al dissodamento delle terre. Dopo varie successioni, fu acquistato nel 1530 dal Regio Fisco per soli settecento ducati, a condizione che il casale avesse il diritto di essere ripopolato da nuovi arrivi di gente dall�Albania. Fu anche dominio di signorie dell�Epiro
N. 5 � Aprile 2005