UN POPOLO E LA SUA LINGUA

nj� popull dhe gjuha tij

ALLA RIBALTA DELLA PROTOSTORIA INDOEUROPEA (QUATTROMILA ANNI FA!)

di  Tiberio Occhionero

    Di quale Popolo antico della penisola balcanica � continuatore l'Albanese? L risposta a questa domanda non solo determina l'origine e la Patria primitiva degli 'Albanesi ma risolve anche il complesso problema glottologico della lingua da essi parlata. Gli antichi popoli che abitavano i Balcani erano: i Greci, i Traci, gli Illiri, i Macedoni e, tra la penisola balcanica e il bacino danubiano, i Dalmati (che parlavano il dalmatico). I Macedoni e i Dalmati [1] non esistono pi� n� come lingua n� come popolo e il nome non ha ormai che il valore di una espressione geografica. La discendenza degli Albanesi dagli Illiri non � pi� contestata dagli studiosi. Tutto al pi� vi � fra di essi chi precisa che le stirpi illire, dalle quali discende l'attuale Popolo albanese, fossero molto o poco tracizzate, cio� fuse con nuclei di popolazione trace, poich� nella lingua albanese ricorrono elementi linguistici traci. Risolto cos� il grande problema glottologico dell'appartenenza della lingua albanese al ceppo linguistico indoeuropeo, si pu� accettare la definizione che di quella lingua dette il famoso albanologo austriaco Norbert Jokl (1877 -1942) �l'albanese � la fase odierna di una parlata illirica traciziata�. Un altro insigne albanologo, l'italiano Carlo Tagliavini, afferma che all'inizio del secondo millennio a.C. giunse nella penisola balcanica un'ondata di paleo-indoeuropei e con essa alcune stirpi illire come risulta a dal nome di Hylloi (in albanese hyll = astro). Il nome di un noto Re illiro detto BARDHYLLI (2) significa in albanese bardh = bianco e hylli = astro, dunque: ASTROBIANCO. Il nome Bardhylli, inoltre, esiste nella comune fraseologia albanese per indicare quello di un remotissimo 'personaggio che ha lasciate nel patrimonio espressivo popolare molte sagge sentenze, ossia proverbi. Le sopra menzionate stirpi forse si indentificavano con  i Dori. Comunque, queste genti illire, duemila anni prima dell'era volgare si insediarono sulle sponde dell'Adriatico. I materiale toponomastico e onomastico illirico raccolto e studiato, da H. Krahe insieme alle ricerche di Francesco Ribezzo, il miglior specialista di quel ramo dell'illirico trapiantato nell'Italia meridionale che � il messapico, testimonia e prova l' evidenza delle precise concordanze tra l'illirico e l'attuale lingua albanese. Altri moltissimi valenti studiosi hanno suffragato con efficaci contributi scientifici la tesi della derivazione dell'albanese o dall'illirico o dal trace, e quindi dell'origine del Popolo albanese da una commistione di queste due antiche razze residenti nella penisola balcanica. Il primo storico che si pronunci� decisamente per l'origine illira degli Albanesi fu Johann Thunmann di Lipsia, nelle sue "Untersuchungen �ber die Geschichte der �stlichen europ�ischen V�lker". E poi con maggior rigore di metodo scientifico J. G. von Hahn, padre dell'albanologia, e Gustav Meyer, il Kretscher (1866- 1956), il Ribezzo.

    Sempre secondo Tagliavini. sostennero invece la tesi della derivazione dai trace il grande e geniale indoeuropeista Hirt, il Bari�, Gustav Weigand (1860-1930). Norbert Jokl,  dal canto suo giungeva per gradi alla conclusione che l'Albanese � imparentato tanto con il Trace che con l'illiro. Egli, basando su argomenti puramente linguistici, credeva di identificare il luogo di formazione dell'albanese nella Dardania (nome antico di una regione balcanica),  che deriva dall'albanese dardh� = pera, elemento lessicale attribuibile al trace secondo i linguisti tedeschi Vasmer e Meyer e il rumeno Rosetti. Ma forse ha pi� ragione lo storico Stadtmller quando afferma che lo spazio vitale dei Protoalbanesi si deve ricercare in un paese vicino alla Dalmazia ma anche vicino confine greco.

 

1. L'ultima persona a parlare la lingua dalmatica mor� nel 1898. Si  chiamava Antonio Udina detto "Burbur", un cittadino dell'isola di Veglia.

2. Considerato, dagli storici pi� avveduti, l'esponente di maggior spicco della Dinastia Reale degli Enchelei.

Articolo pubblicato su KAMASTRA N. 3 -  maggio/giugno 2007