Donne arb�reshe sugli schizzi di un garibaldino
di
Maria Frega |
Contadine
della Calabria Albanese
Contadina di Bagnara |
L�impresa
garibaldina che con la spedizione dei Mille realizz�, nel bene e nel male,
l�Unit� d�Italia, a distanza dalle memori celebrazioni del primo centenario
(1860 � 1960), ancora suscita interesse tra gli studiosi, e non solo, di
storia risorgimentale. Vi sono alcuni episodi marginali, per esempio, che
destano curiosit� e fanno rivivere antiche emozioni, specialmente se hanno come
riferimento la nostra terra. E� il caso della nota rivista, oggi non pi� in
edicola, che tutti credo ricordano �Historia�, il mensile illustrato
dell�editore Cino Del Duca, diretto da Alessandro Cutolo[1].
Tra gli scaffali, non poteva non mancare il numero speciale del gennaio 1960,
interamente dedicato al centenario dell�Unit� d�Italia.
Tante le firme allora famose come Leopoldo Marchetti, Gino Doria, Franco
Bozzini e scritti dell�epoca di Alexandre Dumas e addirittura di Garibaldi che
fu anche scrittore in versi. Autore di un �Poema autobiografico�, la rivista
pubblica l�ode �Maggio 1860�, che scrisse �ferito e prigioniero sul
campo di battaglia, al Varignano, nel 1862, dopo la disgraziata impresa
d�Aspromonte�, come si legge nella didascalia.
Ma in quello speciale di Historia vi sono due pagine degne di nota. Si
diceva un fatto marginale, ma oltremodo significativo che offre una immagine
diversa del �garibaldino�, visto sempre sotto l�ottica del signorotto
borghese o del contadino meridionale spinto dal �furore� patriottico a
combattere contro il �borbone� indicato come nemico ed occupante della
patria.
Le due pagine centrali della rivista sono dedicate ad un curioso cimelio
che � stato rintracciato per caso nella civica raccolta delle stampe di Milano.
Durante la campagna dei Mille, uno sconosciuto garibaldino, su alcuni fogli di
un quaderno, esegu� alcuni schizzi dei suoi commilitoni e delle popolazioni che
incontrava. Infatti, sotto il titolo di �Album garibaldino�, fanno bella
mostra sei cartelle raffiguranti scene di vita garibaldina, rassegna di divise
militari dell�epoca e, quello che pi� ci ha incuriosito, un disegno
raffigurante tre ragazze in costume calabrese. I tratti del disegno dello
sconosciuto soldato dalla camicia rossa presuppongono che lo stesso fosse un
abile artistica, dalla mano sicura. Nessun riferimento ci � dato sapere se
questi lavori sono stati eseguiti con l�acquarello, cosa molto probabile,
essendo state pubblicate in bianco e nero.
.
Delle tre ragazze disegnate la prima � una donna con il costume di
Bagnara e le altre due sono contadine della Calabria Albanese, come lo stesso
anonimo disegnatore ebbe ad annotare di suo pugno in calce alle medesime figure
che sono state rappresentate in mezzo busto. Semplice il costume della �bagnarota�,
molto elaborato quello albanese, di cui � difficile stabilire la localit� di
appartenenza. Si evidenziano comunque alcune caratteristiche tipiche del costume
arb�resh, come l�ampia camicia, il corpetto molto stretto, la gonna
plissettata e il merletto. Nessuna relazione, invece, ha il copricapo che, come
si vede dal disegno, � un fazzoletto e una cuffia, e non quello tipico delle
donne albanesi. Ma il disegnatore ci dice che esse sono �contadine� della
Calabria albanese.
Interessante
la scena degli insorti siciliani dove si evidenziano i tipici costumi isolani.
Cos� la serie delle diverse divise dei vari corpi che hanno accompagnato
l�Eroe da Marsala al Volturno. Sono raffigurate quelle dei Cacciatori, dei
Lancieri, della Brigata di Heber, dei Bersaglieri di Bixio, delle guide, dei
medici del Battaglione Straniero e degli Ussari, del Battaglione Carabinieri
Genova e di quello della Cavalleria Ungherese.
L'articolo � stato � stato pubblicato anche su
Anno VII - n. 6 � nov. Dic. 2003