KA NJ� QIND VJET �� VDIQ XENERALL DAM�SI
Af�r Vollturnit i trubulluar nj� ushtar luftonej me shabje e bajonet� nd�r duar, ish i bukur, me hj�, dukej se Skanderbeku u kish prier mbi dh�. Af�r lumit, ket nj� shesh, luftonej ai p�r krje me prapa tjert arb�resh, tring�lis�nej shabulla, gjimonej bajoneta e Burbun�rat nxir ka jeta. Ishin ata ushtar� t� fort si hekur, dukej se Skanderbeku e t� tijit n�ng kishin maj vdekur. Brul� me brul� me Gariballdin mik luftonej ai ushtar e vrit shum� armik, ustrojin bashk� l�tinj e arb�resh me gjith� z�m�r e pa pritur, se t� b�jin Italljen ngjitur. Arb�resht gjith� shtijin gjak t� ngr�jin fjamurin e liris pak e pak, te pririjin mender� at� flamur �'i dha e jema kur ishin m� der�. |
A CENTO ANNI DALLA MORTE DEL GENERALE DAMIS
Sulle rive del Volturno dall�acqua intorpidita un soldato combatteva con in mano sciabola e baionetta, era bello, avvenente sembrava Skanderbeg ritornato di nuovo sulla terra. Sulle rive del fiume, in un piazzale, combatteva in prima fila seguito dal suo esercito di albanesi, tintinnavano le sciabole, tuonavano le baionette uccidendo i soldati borbonici. Erano quei soldati forti come il ferro, sembrava che Skanderbeg con i suoi non fossero mai morti. Gomito a gomito con Garibaldi combatteva quel soldato e uccideva molti nemici, combattevano insieme italiani e albanesi con coraggio e con l�intento di rendere l�Italia libera e unita. Combattevano gli albanesi versando sangue per portare in alto a poco a poco la bandiera della libert� e riportare a casa con onore quella bandiera che la madre aveva loro consegnato prima della partenza. |