KA NJ� QIND VJET �� VDIQ

XENERALL DAM�SI

 

Af�r Vollturnit i trubulluar

nj� ushtar luftonej

me shabje e bajonet� nd�r duar,

ish i bukur, me hj�,

dukej se Skanderbeku

u kish prier mbi dh�.

Af�r lumit, ket nj� shesh,

luftonej ai p�r krje

me prapa tjert arb�resh,

tring�lis�nej shabulla,

gjimonej bajoneta

e Burbun�rat nxir ka jeta.

Ishin ata ushtar�

t� fort si hekur,

dukej se Skanderbeku e t� tijit

n�ng kishin maj vdekur.

Brul� me brul� me Gariballdin mik

luftonej ai ushtar

e vrit shum� armik,

ustrojin bashk� l�tinj e arb�resh

me gjith� z�m�r e pa pritur,

se t� b�jin Italljen ngjitur.

Arb�resht gjith�

shtijin gjak

t� ngr�jin fjamurin e liris pak e pak,

te pririjin mender�

at� flamur �'i dha e jema

kur ishin m� der�.

A CENTO ANNI DALLA MORTE DEL GENERALE DAMIS

 

Sulle rive del Volturno dall�acqua intorpidita

un soldato combatteva

con in mano sciabola e baionetta,

era bello, avvenente

sembrava Skanderbeg

ritornato di nuovo sulla terra.

Sulle rive del fiume, in un piazzale,

combatteva in prima fila

seguito dal suo esercito di albanesi,

tintinnavano le sciabole,

tuonavano le baionette

uccidendo i soldati borbonici.

Erano quei soldati

forti come il ferro,

sembrava che Skanderbeg con i suoi

non fossero mai morti.

Gomito a gomito con Garibaldi

combatteva quel soldato

e uccideva molti nemici,

combattevano insieme italiani e albanesi

con coraggio e con l�intento

di rendere l�Italia libera e unita.

Combattevano gli albanesi versando sangue

per portare in alto a poco a poco

la bandiera della libert�

e riportare a casa con onore

quella bandiera che la madre

aveva loro consegnato prima della partenza.