Tradizione e ricerca musicale � Il programma del gruppo orchestrale "Dit� e Re".
di Eugenio Marigliano
"La ricerca etnomusicologica all�interno dei canti della tradizione arbereshe e la loro ristrutturazione in versione orchestrale" questo uno degli obiettivi principali del gruppo musicale "Dit� e Re" dei �iftungra, di cui Alessandro Rennis e uno dei principali promotori.
Lo studioso lungrese (fisarmonicista del gruppo) oltre a ricoprire la carica di consigliere comunale, si � dedicato, in pratica fin dalla giovent�, allo studio e alla divulgazione del rilevante patrimonio etnomusicologico arberesh.
Il suo intento, unito a quello degli altri componenti, � allora quello di partire dai nuclei tematici della tradizione melodica italo-albanese per rileggerli, scoprirne i punti salienti e, infine, presentare una via orchestrale originale e fino a oggi poco esplorata.
"Cos� la tradizione italo-albanese e quella napoletana � racconta Rennis - avvolte dalle magie del violino di Giuseppe Settembrini, dagli incisi coinvolgenti del sax di Carmelo Sangiovanni, del mandolino di Enzo Filardi, dai magistrali contrappunti al pianoforte di Filippo Popia, dal sostegno ritmico puntuale e profondo di Lino Manna e di Gino di Mingo, dalle chitarre di Antonio Mormandi e di Salvatore Montera, dalla fisarmonica del sottoscritto e dalle voci dello stesso Enzo e Lorenzo Filardi, hanno trovato straordinari interpreti nei solisti Maria Barletta e Giannino Ciliberti".
Se il repertorio del gruppo orchestrale arberesh va a soddisfare uno dei caratteri fondamentali quali l�esecuzione di brani della tradizione, lo stesso gruppo non prescinde dal rispettare l�autenticit�, intesa come tradizione e sviluppo di temi musicali interpretati secondo i canoni della musica strumentale.
"In una delle pi� recenti manifestazioni � ricorda Rennis � immersi nell�affascinante realt� di Rabatana nel materano, il gruppo orchestrale ha dato vita a un�autentica sintesi di suoni che dall�Oriente d�Albania si sono protesi fino alle sponde partenopee. Una sensazione di un passato che torna magicamente a rivivere, aiutato in questo da un paesaggio, quello appunto di Rabatana, riportato agli splendori di un tempo grazie a originale intuizioni artistiche e a una sana gestione".