I RAGAZZI DI BESLAN OSPITI A LUNGRO DEL LICEO SCIENTIFICO

Eugenio Marigliano

 

LUNGRO � Offrire solidariet� a chi si � trovato per diversi giorni ostaggio di un gruppo di terroristi pronti a uccidere, come purtroppo � drammaticamente accaduto per fanatismo religioso infarcito a rivendicazioni e odii etnici.

Questo � stato uno dei motivi che ha convinto docenti e alunni del Liceo scientifico di Lungro a incontrare e a confrontarsi con una realt� lontana da noi migliaia di chilometri, ma che in quei momenti del settembre dell�anno scorso sembrava cos� dolorosamente vicina, causa lo spasmodico interessamento dei massmedia dell�intero pianeta.

Un gruppo di ragazze e ragazzi, coinvolti loro malgrado in prima persona nella famosa "strage degli innocenti" nella scuola di Beslan nell�Ossezia del Nord � stato appunto ospite per un�intera giornata dell�istituto scolastico lungrese, pronto insieme all�amministrazione cittadina a offrire non solo un pranzo, ma un simpatico spettacolo presso il locale Cinema Ungra.

"Non si pu� restare indifferenti � spiega il professor Alessandro Rennis, uno dei promotori dell�iniziativa � davanti a simile tragedie, che vedono diventare parte in causa soggetti, giovani studenti appunto, assolutamente privi di qualsiasi colpa. E� purtroppo il triste destino di tutti coloro che si ritrovano in un contesto di odio etnico e politico, al quale per� non hanno minimamente partecipato, rimanendone bens� vittime innocenti. La nostra speranza � che la giornata di questi ragazzi con noi a Lungro, unita a tutti gli altri momenti trascorsi sempre da loro in altri luoghi della nostra regione, sia servita a loro come svago e testimonianza che l�affetto � sconfinato, anche in nazioni lontanissime come l�Italia, per studenti come loro privi di qualsiasi colpa, ma orrendamente uccisi o rimasti traumatizzati da un gesto folle come la strage in una scuola. A noi � conclude Rennis � � invece rimasta la dimostrazione di assoluta dignit� che questi giovani ragazzi continuano a possedere pur vivendo in contesti geografici, che la politica e l�estremismo religioso provano a rendere costantemente instabili".

I REGALI DEL LICEO AI RAGAZZI DI BESLAN

LUNGRO � Il feeling tra i ragazzi del liceo scientifico di Lungro e i loro coetanei di Beslan � andato oltre la giornata trascorsa insieme nel piccolo centro arberesh. Con piccole, ma significative azioni che possono cominciare a segnare una controtendenza e a tenere vive le possibilit� di dialogo e di confronto culturale, interreligioso ed interetnico, sempre su iniziativa del professor Alessandro Rennis, lo stesso preside del Liceo "Mattei" Angelo Rennis in accordo col segretario dell�Istituto, ha provveduto all�acquisto di una serie di oggetti che i ragazzi osseti custodiranno certamente anche a migliaia di chilometri di distanza dalla Calabria.

"L�augurio pi� importante - spiega Alessandro Rennis - � che incontri come questo, all�insegna dell�amicizia, continuino nel futuro, a testimonianza che l�intesa su valori fondamentali possa tranquillamente superare i confini nazionali. In proposito, a ciascuno dei venti ragazzi � stata consegnata una medaglia, su cui sono impresse parole come Amicizia, Solidariet� e Libert�".

In pi�, il regalo di una tuta sportiva ad ogni ragazzo della scuola N. 1 di Beslan, presso la colonia di S. Benedetto nel comune di Cetraro, � stato il giusto completamento di una storia di amicizia che professori e studenti del liceo lungrese si augurano abbia un seguito per il tipo d�insegnamento che questa esperienza pu� avere.

"Se a Beslan i bambini e i giovani sono stati gli involontari e tragici protagonisti che hanno esaltato i sentimenti di vicinanza da parte di buona parte della collettivit� mondiale, allo steso modo essi devono diventare, in positivo, gli alleati e, poi gli attori consapevoli, di un percorso indirizzato alla ricerca delle migliori possibilit� di convivenza pacifica. Beslan � conclude Rennis - � lo specchio che riflette al presente tutte le vicende di terrore, le paure, le deportazioni ed i conflitti che nel tempo hanno coinvolto ora le une ora le altre etnie, sacrificando alle varie ragioni di stato, o a interessi politici ed economici, le possibilit� e gli sforzi di una convivenza e comprensione reciproca".