PAESE IN CENERE
di Eugenio Marigliano
Bastava guardare il territorio di Lungro nel pomeriggio e nella serata di sabato 23 agosto per concludere che ancora tante cose non vanno. Dal primo pomeriggio di quel giorno almeno cinque localit�, alcune anche densamente abitate, venivano circondate dal fuoco in maniera molto seria. Quello che � balzato ai miei e ad altri occhi l� presenti (ma che ad altri stranamente continua a non balzare e non si sa perch�) � come sia possibile che terreni privati e comunali, si badi a qualche metro e non a decine di chilometri da abitazioni private, versino in condizioni critiche: sterpaglie, cespugli, rovi e ogni altro tipo di vegetazione ricoprono questi terreni accumulandosi nel corso degli anni. Perch�, infatti, pu� capitare l�annata senza fiamme, ma in quella successiva l�incendio raddoppia in pericolosit�.
Non � necessario dispiegare l�esercito, la marina e l�aeronautica per controllare non un territorio ma (da sottolineare) alcune sue limitatissime parti (quelle cio� adiacenti private abitazioni).
E� meglio, allora, non emettere ordinanze o atti simili se poi manca anche il minimo riscontro sul campo. Basta avere una striminzita mappa per arrivare ai responsabili di tanta incuria. Non credo che un Comune non sia in grado di gestire l�ordinaria amministrazione.
E� veramente surreale vivere in pieno centro abitato e vedersi minacciato da incendi di sterpaglie e arbusti.
Questo quadretto rispecchia perfettamente la situazione lungrese. La rendeva, forse ancora pi� evidente, un incendio di qualche giorno prima sulla strada che collega l�ex mattatoio a via Abbadia. In linea d�aria da corso Scanderbeg saranno poche decina metri, ma di controllo del territorio nemmeno l�ombra.