GRISOLIA: L�ORDINANZA DEL CONSIGLIO DI STATO LASCIA SCONVOLTI
Dopo il giudizio della sesta sezione giurisdizionale del Consiglio di Stato, che ha confermato nella sostanza quanto deciso una dozzina di giorni prima dalla seconda sezione del Tribunale amministrativo di Catanzaro, a contendersi la carica di sindaco del piccolo centro arberesh sono rimasti in due: la lista Uniti per Lungro (numero uno sulla scheda elettorale) con capolista Ambrogio De Marco e la lista Lungro nel Cuore, a capo della quale si trova Giuseppino Santoianni.
Sbarrata la strada alla terza lista denominata L�Aratro, l�ordinanza n. 2573 del CdS, rintracciabile da ieri anche sul portale www.giustizia-amministrativa.it, nella sua laconicit� specifica quanto segue: �Udito il relatore Consigliere Luciano Barra Caracciolo e uditi, altres�, per le parti l�avvocato Grisolia e l�avvocato dello Stato Fedeli; ritenuto che, allo stato, appaiono persuasivi e condivisibili i rilievi svolti dal Tar nell�ordinanza appellata; per questi motivi respinge l'appello, proposto con ricorso n. 4052/2007�.
Professionalmente sconvolto si dice l�avvocato Gianni Grisolia che insieme al figlio Stefano ha seguito l�iter del ricorso nei vari gradi. Il legale definisce l�ordinanza allucinante, espressione di denegata giustizia, perch� nelle due righe di cui � composto l�atto c�� un chiaro difetto di motivazione. Le cause del rigetto, quindi, sono oscure avendo i giudici ristretto il giudizio in poche parole, che seminano incertezza dal punto di vista legale e lasciano profonda amarezza in chi ha preparato il ricorso in modo articolato e con la massima cura. Il giudizio, ha chiosato Grisolia, avrebbe potuto essere comunque negativo, ma le motivazioni a supporto avrebbero dovuto essere corpose e non suscettibili di qualunque apprezzamento.
Il collegio della sesta sezione, composta da cinque magistrati, dopo avere ascoltato dall�avvocato Gianni Grisolia le ragioni degli appellanti e dall�Avvocatura Generale dello Stato la difesa di quanto deciso in sede di Tar catanzarese, definendo persuasivi e condivisibili le argomentazioni dei magistrati calabresi sembra invece si sia indirizzata nella conferma piena di quanto pronunciato il 10 maggio scorso dal Tar.
La puntualizzazione sul tipo di motivazione che hanno dato i magistrati di Palazzo Spada non �, comunque, cosa da niente. Conformarsi in maniera chiara e netta a quanto stabilito dal Tar, non entrando quindi nel merito dello specifico caso e quindi non innovando le ragioni addotte dai giudici di prime cure, potrebbe lasciare aperta la strada dell�impugnazione della delibera di proclamazione delgi eletti all�indomani delle elezioni. Anche in quel caso un solo elettore, ritenendo ristretto il suo diritto di voto, potrebbe nuovamente adire prima il Tar e poi il CdS.