Soluzioni allo spopolamento in un dibattito ad Acquaformosa -

di Eugenio Marigliano

 

Prendere spunto da un appuntamento enogastronomico che ha interessato, per due serate, l�intero centro storico del piccolo centro arberesh per riflettere anche sul futuro, o addirittura sull�esistenza stessa, di comunit� che vivono in zone particolari come l�estremo nord della provincia cosentina. Anche questo � stata la Festa d�autunno ad Acquaformosa; ma l�obiettivo, pi� volte citato dell�amministrazione Manoccio, ben pi� grande di un unico appuntamento, continua a essere quello di evitare o contenere spopolamento e marginalizzazione di aree come quella acquaformositana, tentando, allora, di sperimentare ogni strada per evitare crisi irreversibili, cos� da fermare una lenta agonia che lascia non molte prospettive a generazioni in cerca di valide occupazioni.

Alcune risposte a riguardo su questa emergenza sono venute da un dibattito con l�assessore regionale all�agricoltura e alla forestazione Mario Pirillo, l�assessore provinciale all�ambiente Luigi Marrello, il presidente del Parco nazionale del Pollino Francesco Fino, il consigliere dell�Arssa Enzo Caligiuri, il sindaco Giovanni Manoccio e  il consigliere comunale di maggioranza Antonio Di Turi.

Uno dei punti pi� importanti emerso dagli interventi � stata la necessit� di collaborazione ai vari livelli istituzionali, provando cos� a realizzare nel modo pi� efficiente possibile quel principio di sussiediariet� tra enti, grazie al quale intervengono sul territorio interessato le amministrazioni pi� vicine alla comunit� e che meglio riescono a soddisfare i bisogni di questa. Seguendo un percorso simile, � stato ricordato nel dibattito, � automatico come un�istituzione fondamentale come la regione si trasformi progressivamente da ente gestore a ente eminentemente programmatore e controllore. Pensare a un reale sviluppo significa anche credere e investire risorse su aziende regionali come Arssa e Afor, pur non sottovalutandone alcuni lati negativi emersi nel corso degli anni. L�imperativo, dunque, � programmare responsabilmente, non trascurando settori, quali la conservazione e  la difesa del suolo, l'assetto e l'utilizzazione del territorio, la provvista e l'utilizzazione delle risorse idriche.