AL TEATRO UNGRA IN SCENA "NON TI PAGO" DI DE FILIPPO -

a cura del laboratorio teatrale di Alessandro RENNIS

di Eugenio Marigliano

 

LUNGRO - E�andata in scena al Cinema Ungra, inserita nel programma Immagini e Suoni, "Non ti pago", una delle pi� riuscite e divertenti commedie di Eduardo De Filippo. Il locale liceo "Mattei" l�ha ripresa sotto la direzione di Alessandro Rennis, con le interpretazioni di Nicola Lasdica, Sabrina Pellegrini, Giuseppina Cortese, Francesco Aragona, Francesco Forte, Domenico La Gamma, Giovanni Forte, Franco Pistoia, Virginia De Marco, Maria Cristina Esposito, Francesco Forte, Raffaele Pistoia, Angela Bellizzi e allietata nel corso degli intervalli dai giovani musicisti Marina Bavasso e Salvatore Frega.

Andata in scena per la prima volta nel dicembre 1940 al Teatro Quirino di Roma, fu interpretata dai due grandi fratelli Eduardo e Peppino ed ebbe subito un clamoroso successo.
La trama � la seguente: Ferdinando Quagliolo (Nicola Lasdica), gestore di un botteghino del banco lotto a Napoli, gioca con accanimento ma non azzecca mai un numero o una combinazione vincente.
Al contrario, il suo impiegato Mario Bertolini, interpretando casualit� e sogni, vince sempre; anzi, in un giorno superfortunato, gli capita perfino una ricca quaterna suggeritagli in sogno proprio dal defunto padre del suo datore di lavoro, lo stesso Quagliolo appunto. Indispettito da quest'ennesimo colpo di fortuna del suo dipendente, il Quagliolo si rifiuta per� di pagargli la vincita e trattiene la giocata sostenendo che quella fortuna in realt� spetta a lui. Il defunto padre, venuto in sogno a Bertolini, ha commesso un involontario errore di persona, perch� Bertolini dorme nello stesso letto e abita proprio nella stessa casa dove un tempo abitava Ferdinando quando il padre era ancora in vita. Lo sviluppo della divertente commedia � nei vari tentativi di Ferdinando a convalidare questa tesi, con litigi e contrasti fino alla felice conclusione finale.

� un mondo chiassoso, ricco di spassosa cialtroneria e credenze popolari. Ma anche di un'umanit� genuina e sempre speranzosa nel colpo di fortuna. Una realt� in scena, quella napoletana, che il preside del Liceo, Angelo Rennis, vede simile al microcosmo arberesh: "accomunate da analogie di comportamenti, che caratterizzano tutti i popoli del Mediterraneo".