Non solo sale. Episodi a margine della storia della Salina di Lungro. Il problema dei rifiuti organici in uno scritto del 1893.

 

Cosa c�entra il concime per l�agricoltura con la nobile storia  della Salina di Lungro? Apparentemente nulla, soprattutto se le domanda � posta a chi pensa quel posto, citato gi� tanti secoli addietro dal geografo Plinio, come uno dei punti centrali della storia sociale e politica lungrese.

Solo in questa occasione, allora, della Salina di Lungro abbattiamo  il ricordo (perch� ormai di quel sito solo questo pu� essere abbattuto) di uno dei luoghi pi� importanti della storia del piccolo borgo arberesh.

Fermiamoci a raccontare anche episodi minori che hanno contornato la vita della Salina e dei salinari. Tralasciamo dunque un momento quel sito minerario ai confini tra Lungro e Altomonte, ricordato tempo fa anche in paesi lontani per la purezza del suo prodotto e che oggi molti, causa degrado, stentano persino a localizzarne quel poco che resta.

Soffermiamoci, invece, su ci� che oggi sarebbe definito un costo ambientale e che vedrebbe (fosse ancora praticata l�estrazione del minerale come nei secoli scorsi) l�impresa gravata di questo costo far di tutto perch� esso possa trasformarsi in una vera e propria risorsa, di cui render partecipi anche i dirimpettai, alla stregua (ma con enormi differenze) di quello che oggi si tenta con il riutilizzo di una parte dei molti materiali nocivi all�ambiente.

Ci torna utile, in questa direzione, citare una pubblicazione (presente nella sezione di questo mese del sito www.ungra.it) di fine �800: Pensiero e Azione, curata dal professore lungrese Costantino Bellusci, il cui obiettivo ricordato anche nel sottotitolo del suo foglio era la costruzione di una ricca biblioteca.

�Tutti gli agronomi ammettono e l'esperienza lo afferma � ricorda Bellusci sul suo foglio - che gli escrementi umani costituiscono il migliore concime; e se non si generalizza l'uso � per causa degli inconvenienti che si presentano di raccoglierli e per il difficile maneggio. Questi inconvenienti nella Salina di Lungro si sono superati in parte, non col metodo Bettoni, ma con un altro suggerito dalla necessit�. Quattro operai sono incaricati di fare la  pulizia nella miniera;  raccolgono gli escrementi in apposite cassette, e li trasportano fuori, versandoli nel vicino burrone, per essere trasportati al mare. Chi ha pensato mai di fare in quei dintorni una fossa, una concimaia, una fabbrica di concime? Nessuno. Questi contadini sanno i buoni effetti degli escrementi  umani, ma siccome gli escrementi che vengono dallo stabilimento hanno circa il 10% di sale, cos� per l'antico pregiudizio desunto dal fatto di Barbarossa, il quale sparse sale nella distrutta Milano, in segno di perpetua sterilit�, nessuno fa pensiero di appropriarseli. Il sale, dicono i contadini, danneggia le piante, lontani dunque da questo veleno dei vegetali�.

L�analisi, a questo punto, va nel dettaglio, concentrandosi sulla miniera lungrese.

�Ora la salina di Lungro da circa 35 mila chilogrammi di escrementi umani all'anno col 10% di sale, cio� tanto quanto basta a migliorare in modo straordinario 1,750,000 chilogrammi di concime ordinario.(�) Allo spiazzo dello stabilimento si fermano ogni giorno cavalli ed altri animali da tiro per molte ore, e gli escrementi che depositano, per circa 200 chilogrammi al giorno, non sono ricercati perch� potrebbero contenere delle molecole di sale, e li lasciano pure misti nella polvere e letame, a disperdersi nel fanoso burrone�.

Tirate le somme, il ricavato potrebbe innescare, secondo l�autore, un secondo ramo d�industria (favorito dalla vicinanza della Salina), i cui prodotti non avrebbero difficolt� a collocarsi sul mercato.

�Sterro e materie impure, dalle quali si avrebbe il cloruro di sodio, la potassa ed altri sali, lo stabilimento potrebbe dare a tutta Italia e per la concimazione dei terreni e per le industrie diverse. Escrementi umani solidi col 10% circa di sale, la salina potrebbe dare circa chilogrammi 35,000 all'anno. Escrementi di cavalli lo spiazzo dello stabilimento potrebbe dare circa chilogrammi 40,000�.

Nessuno, purtroppo, raccolse in quel caso le dettagliate esortazioni del Bellusci che gi� allora segnalava le difficolt� nello stoccare o addirittura riutilizzare materiali che, come si dice oggi, mettono a repentaglio l�ecosistema.

 

Eugenio Marigliano

Articolo apparso sulla Provincia cosentina del 23 agosto 2004