f.damis@tiscali.it

4.10.'08

ungra@ungra.it

 

 Caro Mimico,

pur con molto laborioso impegno,al cui esercizio ha presieduto Luigi Possidente  condizionante  ultra proprio per le difficolt� superate, dovute ad una questione tecnica difficilissima da spiegare per effetto della sovrapposizione di due diversi sistemi di dettatura e trascrizione tra loro incompatibili,  tanto che non riesco ad antivedere se il presente potrai modificarlo per i tuoi fini di pubblicazione sul sito Ungra, proprio in ragione di una sempre probabile insorgenza di incompatibilit� anche dovuta ad una esigua versatilit� da parte mia in subiecta materia - e comunque mandalo come lo riceverai,compresa la presente che non credo mi disonori- ,    finalmente ti rimetto la riproposizione grafica di quella conferenza che ho tenuta ad allora nel mese di giugno, verisimile essendo che pochi siano stati i necessari aggiustamenti, essendo da evidenziare la durata non esigua, dopo altri sia pur brevi due interventi introduttivi, correndomi obbligo comunque di ancora una volta lodare la particolare silenziosa attenzione espressa dall'Uditorio il quale ha dato conferma di un dato essenziale: che il vero autentico Lungrese vuole prepotentemente recuperare con il passato, non benedicendo chiunque lo abbia vilmente distorto e distolto dall'antico retaggio degli avi.

  N�,  gli apparati mossi dai soliti inconsistenti lo soddisfano, ben sapendo che ormai � una questione di vera sostanza , se cultura ha da essere, relegando ai batrachi il gonfiaggio dei petti.

   Ancora mi interrogo sui tanti errori che si rinverranno, potendo al riguardo storicizzare il contesto perch� comunque resti,ben lieto che correzioni vi siano:

  la predisposizione della manifestazione � stata fino all'ultimo in forse, in ragione dell'aspetto organizzativo ad interazione debole, tanto che pi� di qualcuno,poi, mi ha apostrofato  sindacandomi per questo aspetto( io, peraltro non c' entravo proprio); in un clima di incertezza, la mia stessa predisposizione peccava, anche in ragione del precedente avvenuto, in cui mi sono dovuto tirare indietro all'improvviso perch� troppe erano state le predisposizioni di interventi, mentre la tematica tendenzialmente unitaria e sentitamente corposa , imponeva una tempistica di svolgimento ben estesa in quanto da porre in linea con tanti aspetti parimenti importanti che dessero il segno non riduttivo di tale episodio storico, da qualificare evento,pienamente, storico-culturale  fra i pi� significativi ed unitari che l'ambiente abbia saputo esprimere nella sua conseguita maturit�; non ultimo e sicuramente condizionante a livello di subconscio era il mio stress attuale che veniva continuamente alimentato dai miei continui contatti con ambienti medici, onde ad x diecine di ore certe trovarmi sotto i chirurghi in una sala operatoria, dove si giocava addirittura il timbro e la portanza della mia voce, tanto che io stesso ho corso l'alea della conferenza, proprio per tagliarmi i ponti con non impossibili successivi rammarichi, nel futuro. Ed ora mi interrogo: avrei saputo fare di meglio? Forse! Ma la riprova successiva non poteva aversi, anche perch� a tutt'oggi la voce nelle sue componenti tarda a rimodularsi, sia pure per minimi fili ed allineamenti timbro-tonici.

    Spero, ove me se ne offra l'evenienza, di poter meglio fare in un futuro prossimo, per quanto fin qui non vi sono proprio le avvisaglie, o quanto meno io non ne sono informato, essendo il tutto relegato alla divinazione dei superni dei , che come sempre hanno in mano non solo le divine ma anche le umane vicende, specie quelle di noi Lungresi che invece dovremmo scioglierci liberamente e fare allenamento per saggiare in concreto ove mai fossimo ancora utilmente idonei all'uso delle  avite libert�, nel contesto di possibile utenza dei cervelli pervenutici per affinamento genetico.

    E', comunque, previsto che non pochi leggano, tra cui molti discendenti di personaggi citati !

 

                                  La Rispettabile Loggia Skanderbegh all'Oriente di Lungro

   �  Ringrazio i preopinanti per i loro rispettivi interventi, ma significativa mi sia consentita una elezione, me lo consenta l�avv Tucci, o, se si vuole, una predilezione per Franco Ferraro: perch� Franco Ferraro, muove da lontano. E con grande sentimento, esprime di s�, incarnando l'anima grande di Lungro.

 

    E  la cultura a Lungro � stata uno dei venti proficui che hanno con le vele della seriet� portato avanti il paese in quattro secoli. E, proprio in  ragione di questo comune sentimento che ha agitato l'intera comunit�, addirittura Lungro ha meritato il consenso anche degli altri ambienti viciniori, con una prevalenza riferita all'aspetto culturale.

Quindi, Franco Ferraro che dice e recita queste cose, porta il gene antico di un verbo non sopito nell'ambiente e che ora man mano si va ripercorrendo in vari ambiti e per diversi intenti.

     Ecco perch� Franco Ferraro e gli altri amici, Genserico De  Marco, e cos� tutti gli altri, ne cito due fra i tanti, ma  mi intendo anche riferire ad amici di fuori, come il dottor Vicchio  il quale oggi � qui presente e di cui si tratta, in quanto � in predicato di autore dell� importante libro sul quale mi soffermer� organicamente, ma che interviene anche perch� partecipe di questo comitato di liberi cittadini, i quali vogliono sentirsi partecipi della comunit� e  rendersi attivi, ma non solo come oggetto dell�altrui attenzione istituzionale, ma perch� soggetti attivi e propositivi dell'ambiente, dando cos� il segno del non sopito gene dell'ambiente, in quanto artefici di esso e promotori sollecitatori  se non in termini alternativi, ma sicuramente complanari con le istituzioni ufficiali locali.

     Ed io, in quanto richiesto, non potevo che aderire a cos� nobile sollecitazione che non mette in discussione le istituzioni, ma che le affianca in una nobile concorrente gara, in cui si evidenzia il peso della comunit� reale, non dimenticando quel che qui noi abbiamo avuto, mai prima manifestatosi, l�handicap, o se volete questa nemesi che ha visto una scissione netta, la crasi o  la  separazione tra istituzioni e cittadino, se in molti lamentano che  niente funziona, ed a cui mi � dato collegare la frase in greco di Giovanni, che ci ricorda che � gli uomini amarono piuttosto le tenebre che non la luce�, amando io stesso  per scelta di vita la verit� e ricordando che eravamo cos� in alto e siamo cascati cos� in basso. E non ci meritavamo questo, perch� in effetti su queste vicende poco edificanti non abbiamo concorso, se non subendo la schiacciante preponderanza delle istituzioni diventate quasi nemiche per molti cittadini.

     Ma ora, atteso questo complesso obbligato proemio, mi sia consentito venire all'oggetto della nostra riunione, per la quale, anzitutto ringrazio gli intervenienti,  i quali hanno dimostrato ancora una volta che hanno interesse a conoscere se stessi proiettati a ritroso verso quelli che sono stati loro antecessori e li hanno preceduti sotto il profilo degli eventi, in relazione all�aspetto storico ambientale.

 E venendo a trattare, cos� come mi ero ripromesso, del libro di Marcello Vicchio ricordando che gi� in precedenza, la volta scorsa, avevo partecipato in maniera riduttiva, anticipando trattarsi di un grossissimo spettacolo culturale rappresentato scenicamente aperto sull'ambiente, inusitato per certi aspetti e non previsto, badate, perch� la prognosi sul fenomeno era tutta infausta, ovvero riguardava concettualmente una defunta loggia massonica di cui io avevo sommaria memoria in quanto ripescata all'interno delle notizie provenienti dalla mia Famiglia, sostenuta da rari documenti non certo organici, con tanto conseguente rammarico e, consentitemi, con un senso di autocommiserazione o colpa, per aver concorso io o quanti mi hanno preceduto, a distruggere questo patrimonio, questo insigne monumento della cultura laica Lungrese.

      Ed invece, il Fato questa volta, pur tra la  diruizione generale di cui ho piena coscienza, � stato benevolo, perch� non tutto si � perso, anzi si � perso poco, rispetto al tanto insperato molto rinvenuto, perch� si sono salvati, quasi in un contesto ambientale  di naufragio biblico, le parti essenziali e forse pi� significative, da ritenere organiche, in particolare di un settore  dell�anima culturale di un ambiente, attraverso la individuazione e partecipazione dei soggetti delle riunioni e degli eventi pi� significativi che hanno riguardato la Rispettabile Loggia Skanderbegh all'Oriente di Lungro.

 

 Quindi, come non elevare un salvifico  osanna a Marcello Vicchio, che ha avuto questa benevola sorte e che la ha  anche sollecitata, assecondata, rendendola altres�  utile attraverso un intenso lavoro di ricerca e sistemazione, studiando egli stesso l'evoluzione storica della Massoneria, onde  dare alle stampe la felice ricerca svolta, coltivata nel chiuso dei suoi sentimenti, onde penetrare meglio quei dati, quelle indicazioni, quegli antefatti, quei prodromi e quei contesti in cui ha collocato la strabiliante messe di dati raccolti  e concernenti in generale questa Rispettabile Loggia Scanderbegh  all'Oriente di Lungro.

 

      E poich� i preopinanti sono intervenuti plaudendo a questi  indicati contesti, dopo il riferimento  svolto nei confronti di Franco Ferraro, ora passo all'avvocato Tucci, il quale nel suo intervento si � soffermato a fondo sul concetto di eticit� dei comportamenti sociali, riferendosi ai fratelli massoni descritti nel libro. Ed allora, mi sia consentito, etica per etica, ed io la faccio grossa, ma la dico ancor pi� grossa, se vi cito due versi fondamentali:

                                   � Ove dorme il furor di inclite  gesta,

                  inutile pompa al viver civile, sono i cippi ed i marmorei  monumenti�.

 

     A cos� chiare parole non occorre fare oscura glossa, dandone l'interpretazione.

    Sono due versi di Ugo Foscolo. E ci� egli scrive in memoria del poeta Parini.

  E comparando questi versi con il contesto passato e quello  presente, � giocoforza valutare che quando non si coltivano le virt� civiche, allora non servono i cippi di marmo o i monumenti marmorei per il viver civile, poich� � sicuro che le comunit� si sono gi� autolese e mezze vendute   allo straniero, o  all'interiore.

 

E quindi, proprio per avvalorare questa dominanza dei valori etico-sociali, che sono a presidio anche di questa nostra comunit�, almeno lo erano se riferiti al periodo passato, e di cui noi tratteremo, il testo del Vicchio si � dato carico di analizzare questa bella esperienza storica certa, quindi storicizzata perch� suffragata da copiosa prova documentale, considerando la massoneria di antico rito scozzese accettato, attraverso un'indagine ed un'analisi della Rispettabile Loggia Skanderbegh  all'Oriente sorta qui a Lungro.

 

   Quindi, un�Opera che io apostrofo sicuramente avere dei meriti:  ovvero, questo testo per me far� testo nell'ambiente, nel senso che sar� storia nell'ambiente e rester� come tale. E ci� reputo, in quanto avr� anch'io pur  scritto di vicende storiche, potendo per conseguenza esprimere una valutazione non certo infondata.

    E questo libro, dunque, rester�,  insieme ai tanti che sono stati scritti sull'ambiente, perch� � una pennellata formidabile, piena, intorno ad un contesto storico in cui � sorta, si � sviluppata e si �  rimpicciolita e, quindi, successivamente estinta questo fenomenale Loggia , cos� come ogni altro fenomeno di indice umano, che � nato, si � sviluppato ed ha concluso.

   Ma ora, ne voglio dare una valutazione oggettiva, e vi dico che  i documenti, anzi vi d� una lettura, �che sono proposti nel presente volume sono l'effetto di una ricerca svolta, precisandosi che essi non costituiscono una storia organica della massoneria calabrese, ma che concorrono anch'essi a delineare in grado accettabile, la vicenda relativa alla massoneria calabrese, pur se si deve tenere in considerazione lo smantellamento delle fonti, per effetto della soppressione, poi, a suo tempo decisa dal fascismo, della Massoneria, nel 1925.

Tuttavia, il lungo decorso silenzio, non ha del tutto cancellato uomini e vicende della massoneria post Unitaria nella regione. Ed a furia di insistere e ricercare, sono cos� affiorati dalla oscurit�  degli archivi di famiglia dove giacevano conservati, per la memoria di affetti dovuta a passati avi, atti e documenti che a lungo non hanno avuto prospettiva di utilizzo e che hanno aperto squarci consistenti nel silenzio e nella caligine venutisi a formare.

   Certo, � probabile che ancora altro rimanga, e che ancora presso privati  qualcosa si rinvenga, in modo che l'augurio possa sostenere la realt� e che il tempo ed il succedersi delle generazioni non sopprimano ogni traccia ancora possibile, impedendo cos� di collocare al giusto posto nella storia degli eventi la necessaria ricostruzione e comprendere la memoria della nostra terra�.

            E qui, mi consenta l'Uditorio, ho giocato un brutto tiro a chi mi ascolta con avida attenzione, perch� questa lettura  non riguarda il Testo � Storia della Rispettatile Loggia Skanderbegh all'Oriente di Lungro�, ma ben si attaglia alla Storia della Rispettabile Loggia Skanderbegh all'Oriente di Lungro, perch� � la prefazione pari pari riportata dal testo "La Massoneria Calabrese" di Ferdinando Cordova, titolare della terza Cattedra di Storia Contemporanea all' Universit� di Roma Tre.

            Quindi,  qualcun altro ha elogiato un altro testo, il quale non ha quella organicit� che ha in pi� ed in sintesi la Storia della Rispettabile Loggia Skanderbegh all'Oriente di Lungro; quindi, quella prefazione ancor pi� vale per questo testo  che questa sera abbiamo in predicato di trattazione.

   Ed ecco perch�, la volta scorsa, e Vi chiedo perdono, non potevo dopo sette interventi entrare come un macigno pesante e tutto travolgere, perch� avrei travolto addirittura la memoria di un testo sacro per me, quale questo della Storia del Rispettabile Loggia Skanderbegh all'Oriente di Lungro.

   Per cui, ho ritenuto doveroso astenermi dall'intervento e rinviare a miglior tempo, perch� in modo pi� organico potessi dare le mie valutazione su questo Testo.

            Ma il Testo, come si analizza: ci sono varie vie e vari parametri di interpretazione e di analisi del testo.

            E  allora, possiamo il testo interpretarlo in chiave direzionale, cio� nel senso che lo interpretiamo secondo la valutazione dell'Autore; oppure,  analizziamo il testo in relazione ai contenuti dei dati documentali proposti.

   Personalmente, ho cercato una soluzione mediana, in cui valutando le opinioni dell'Autore, ho anche accoppiato l'indagine sulle singole parti documentali storiche, per narrarle all'Uditorio in modo che dessi il colore, la cromatizzazione dei personaggi, perch� la volta scorsa siete venuti per avere la cromatizzazione, cio� la colorazione di questi personaggi, di cui avete sentito parlare sia pure alla lontana e nel generico ma, non sapete sostanzialmente chi sono; cio�, vorreste sapere chi sono, perch� con ci� andate a soddisfare quel vostro insopprimibile anelito a ricercare nel passato di una intera Comunit� ed immedesimarvi con esso.

            E allora, l'analisi della �Introduzione � dell'Autore, tratta di "un viaggio alla scoperta di alcuni uomini� , riporta Marcello Vicchio, "uomini di coraggio e di passione in ogni caso". Quindi, d� per scontato che comunque abbiano agito, hanno espresso in ogni contesto coraggio e passione.

                 E, secondo Marcello, �questo lavoro � il primo che sia stato mai fatto sulla Loggia Skanderbergh�. E qui consento con lui;  mentre, nella seconda parte della proposizione aggiunge : �perch� i fatti che la riguardano sono racchiusi tutti in queste pagine�. Non � cosi, non sono racchiusi tutti in queste pagine, perch� il furbone  Damis sa come , ha la chiave di interpretazione del testo , e conosce gli antefatti . E  senza voler essere Polibio, risale all'Arch�, transita attraverso gli Aitiai, e perviene alla Profasis .

     Quindi, proseguendo oltre,vediamo ora qual'� l'analisi dei riporti di soggetti diversi sulla Massoneria di Lungro . E qui , se mi permettete, perch� lo stesso dr Vicchio  ne ha fatto la citazione, chiamo in campo, sia pure a latere,  uno scrittore  un certo dr Giuseppe Martino, il quale, scrivendo su tante cose, un po' per la memoria, un po' per gli affetti ed un po'  per la fantasia ,  se ne � andato via per la tangente, perch� trattando della Massoneria Lungrese, cio� sempre della Rispettabile Loggia Skanderbergh all'Oriente di Lungro, ha assunto  e se ne � paternizzato l'onere, che, riporto esattamente, � si pens� di dare al fuoco le carte della Loggia� . Ora, quando si scrive questo, bisogna avere un fondamento  storico . Certo ! Perch�, dottor Vicchio,  chi legge e viene dopo, dice: orbene, gli  hanno gi� fatto l'epitaffio; quindi, sappiamo dove � il sepolcro, il feretro dove � stato deposto, gli hanno scritto sopra : � de profundis, clamavi te domine � .

    Questo, invece, non � cos�. Per fortuna! Non � cos�, dottore Vicchio ! Perch� leggendo queste cose, del dr Martino che mi supera di cinque anni, io che sono un moralista di traverso, mi andavo a cospargere la testa di cenere. E dicevo tra  me: come,  Pap�, ha concorso a questo; come, Pap� ha consentito che ...... Mio Padre che ha conservato, per quello che ha avuto in potere, ogni carta. Ed io, in prosieguo, ho continuato, anche raccogliendo ed aggiungendo. Per cui, l'archivio di cui abbiamo avuto diretto dominio resta integro, sperando che lo salveremo. Ed anche dopo di me, salvatelo voi, dopo di me, perch� riguarda voi tutti.

 E ritornando al tema, la indicata dizione � deviante: quindi,  ha una doppia connotazione negativa. E' deviante perch� la realt� storica effettuale gli ha dato torto con il rinvenimento in esistenza attuale, ad oggi, del corpo principale degli atti massonici e principalmente i verbali delle sedute ed altri atti . Ma non solo � stata deviante, ma � stata inappropriata: cio�,  a confronto con la realt� dei fatti per  cognizione personale ha indicato al Lettore un dato, ha proposto un dato, non veritiero, perch� se le carte vennero bruciate in un sol fal� intorno al quale giravano gli spiritelli dei diavoli ( aggiungerei:  maligni, visto che era merce satanica), questo dice il testo di Giuseppe Martino, io posso ricordare che le carte se vennero bruciate vennero bruciate in progres, cio� progressivamente coll'andar  del tempo, in relazione al  famoso ammezzato detto della Massoneria, che  io ho descritto in quel famoso documento del '91 che non � passato inosservato , ma  pensate Voi,  che io l' ho scritto con tanto garbo e con tanta applicazione non fosse altro che per memoria di un mio prozio che io ho amato e amo visceralmente; pero,  cos� facendo, non sapevo che mi seguisse un giovane alla lontana di cui non conoscevo l'esistenza, il quale ha preso, ha letto ed ha conservato; ed al momento opportuno, ha usato questo documento.

    Noi,  purtroppo del documento  Martino non possiamo  dire queste cose:  che quei diavoli che giravano fra le fiammelle - per merce satanica,aggiungo-  � stata solo una finzione letteraria del dottor Martino, ma non una realt�, per nostra buona sorte . E di qui consegue  l'invito, anche da parte mia, a scrivere cose che abbiano fondamento. Cio�,  la  storia � un grosso ed un corposo affare: e se  vogliamo scrivere di storia, cerchiamo di scriverne con la dovuta capacit� ,anzitutto culturale e poi operativa, proponendo dati reali:  ed , ove incerti,  si avverta il Lettore che vertiamo nel campo delle ipotesi . E  che la storia � meglio trattarla in termini scientifici,  specie per ambienti  che vanno alla ricerca dei fatti passati e che non possono essere deviati da non verit� !

    Ed,  allora,  io ritornando al testo dell'egregio Autore il dr  Marcello Vicchio, propongo un'analisi del testo in relazione ai dati documentali che ha proposto, perch� li ha tratti pari pari dalle verbalizzazioni, i quali dati rappresentano un'oggettiva miniera di conoscenza, signori Uditori, sull'ambiente.

  Quindi, non solo Lungro ed altri luoghi, limitatamente al riporto di persone che sono inserite negli scritti, ma in generale agli ambienti di Calabria e quelli ancor pi� prossimi dei paesi viciniori della nostra storia comune italo albanese Acquaformosa e Firmo, senza escludere Altomonte, ma non tralasciando Castrovillari, Cosenza, Roggiano, Spezzano Albanese, ecc. ecc.

   E questa analisi, deve poter valutare un primo periodo che va dal settembre 1885, ecco il sorgere del fenomeno, fino al 23 ottobre del 1915, quando, scoppiata la prima guerra mondiale, � saltato ogni meccanismo, perch� la guerra ha assorbito ogni energia ed ogni interesse.

    Poi , vi � un secondo periodo, perch� c'� l'interregno del periodo fascista , cui segue la seconda guerra mondiale, un altro trauma grandissimo per tutti gli ambienti ; e, quindi, una ricostituzione silente, sotterranea, dal 15 giugno '44 fino al 29 dicembre del 1951, quando la Loggia Skanderberg traumaticamente si dissolve ; cio�, purtroppo, si estinse.

   Ma perch� si estinse, perch� ormai non vi  era pi� storia; cio�, aveva esaurito  per i valori di cui era portatrice, il suo percorso, interpretato secondo quella chiave culturale . E non poteva andare oltre quei suoi tempi di estinzione; quindi, aveva in s� il gene della consunzione perch� la marca genetica  era gi� impressa.

 Ma stiamo alla parte pi� bella e diciamo pi� onorevole, o  pi� eroica, se volete, per la quale Voi stessi vi siete trovati coinvolti nel leggere il libro: nascita e costituzione, quando: a settembre del 1885.

   E ancor prima, questa Loggia Skanderbegh all'Oriente di Lungro era stata preceduta a Cosenza da due Logge:  una, quella dei Pitagorici Cratensi  Risorti, che seguiva una prima loggia antesignana, costituita nel 1811 � 12, al tempo della presenza di Gioacchino Murat: ecco perch� poi fu identificata Pitagorici Cratensi �Risorti�. E  poi, un'altra Loggia ,che va a sorgere nel 1874 che � quella �Bruzia� ossia, quella fondata da Pietro de Roberto. E  Pietro de Roberto era un  personaggio di grossissimo stile e capacit�: aveva una cultura formidabile, era attrezzato con due polsi cos�. E, quindi,  Pietro de Roberto citato dal dottor Vicchio, non vi inganni l'ampiezza dell'entrare, � un personaggio tutto da riscoprire in un contesto di cultura calabrese piena e densa di contenuti .

     Ma, ritornando al nostro argomento,  questa Loggia Skanderbegh  trova l'apporto da queste altre logge, perch� la �Bruzia�  nel 1878  fu demolita, e qui il linguaggio ritorna , siccome la memoria da sempre era agli antichi mason, muratori;  mason significa fare le case, quindi,costruttori, prendono la loro origine scozzese, irlandese, quando i francesi nel tredicesimo secolo, i muratori che erano costituiti in loro strumenti aggregativi che erano le corporazioni medievali, andavano in Inghilterra  a costruire le cattedrali secondo il modello che in  parte abbiamo avuto  anche qui, ad esempio faccio riferimento alla cattedrale tipo, quella di Chartre, mentre per i nostri ambienti mi limito a riferire a qualche dipendenza che abbiamo avuto in Calabria con l'ordine dei Cistercensi, non esclusa Acquaformosa. E, quindi, questi francesi, mason, muratori, migravano in Inghilterra e per autoproteggersi, per autodifendersi e per sostenersi, poich� erano depositari anche del mestiere cio� della professionalit� dei mason, muratori, cio� del fare casa, e quindi  del costruire per traslato,  diventando cos�  essi stessi una consorteria  o corporazione;  da cui si mosse, dopo secoli,  per ricostruirla, adottandone il linguaggio e quindi, dare l'origine alla masonrie .Ed ecco come viene fuori il riferimento moderno al costruire, fare le case, con la relativa terminologia e simbologia adottata modernamente  di questi antichi costruttori francesi emigrati in Inghilterra, liberi muratori come si definiscono i massoni.

 Ma, ritornando al tema:   con la demolizione della Bruzia sorge un'altra Loggia a Cosenza, l'Excelsior.  E badate che Excelsior vuol dire molto:  una loggia di spinta se � vero che gi� nell'800 il termine Excelsior vuol dire non plus ultra, l'adeguamento alla modernit� in questo 800 che si era avviato  verso il positivismo. Ed  a settembre del 1885 , in parte,  per effetto dei travagli di queste altre logge massoniche su Cosenza, sorge la Loggia Massonica Skanderbegh all'Oriente di Lungro, con partecipazione anzitutto corposa di molti appartenenti alla loggia Excelsior di Cosenza . E per dare un'indicazione storica, c'� un verbale importantissimo quello del 25 settembre 1886 che fa il punto sui partecipanti.

      E cominciamo a conoscerli -  ecco perch� avrei voluto 4 - 5 ore di tempo che non ho-.

     E principiamo dagli esterni, proprio in onore e  memoria di coloro che hanno per scelta voluto Lungro venendo da fuori, quindi moralmente hanno aderito al fenomeno culturale Lungro, perch� l'hanno ritenuto degno ed in linea con la loro condizione e opinione culturale, storica e sociale.

    E c'� Giuseppe Granata, che � un'ex dipendente della salina trasferito a Volterra; c'� Vincenzo La Valle che viene da San Donato Ninea; c'� Franceschi Giuseppe che non so da dove provenga ma su cui si pu� indagare, perch� ancora siamo agli inizi di questo fenomeno che dobbiamo indagare in tutte le sue componenti, con l'andare dei lustri, dei decenni; c'� Martino Scaglione,  che se non proveniente da Lungro, forse, potrebbe venire da Terranova o altro paese viciniore; c'� Francesco Giacobini che viene da Altomonte; c'� Giuseppe Streri che non so da dove provenga e che potrebbe anche provenire, per esempio, da Roggiano; c'� Giovanni Casella che proviene da San Donato Ninea; Francesco De Angelis che potrebbe provenire da Acquaformosa in quanto c'� un ramo De Angelis che � insediato ad Altomonte e che poi si trasferisce ad  Acquaformosa; c'� Scoles Giacinto; c'� Camillo Gregorini: questo Gregorini � un p� noto per la verit�, compare spesso; c'� Bortolazzi Guglielmo; c'� Giuseppe Cerbini di Altomonte; c'� Cerchieri Giuseppe da Altomonte; c'� Antonio Gangale da Firmo ;c'� Marcello Romano che non so da dove poter farlo pervenire. E c'� Vincenzo Casini da Cosenza, che, o � il fratello, o � il padre di Agostino Casini, per noi lungresi troppo noto: cos� come vi dicevo l'altra sera, parlando fra amici.

    Ma, espletato il doveroso omaggio agli esterni, ora trattiamo degli interni, accoppiando ovviamente anche qualcuno che � di Acquaformosa,  Firmo, come capita.

   Ci sono : Angelo Damis troppo noto, tra l'altro non sta a me descriverlo, questo potentissimo Damis,  il quale l'ha sentita vera la vita come milizia, perch� in quello che credeva faceva e in quello che faceva credeva; c'� suo fratello minore , mio bisnonno, Giovanni, l'ultimo dei Damis che � stato salvato dalle guerre e dalle rivoluzioni, perch� temevano che anche lui fosse soppresso in un putch militare, sopprimendo tutta la razza. E c'�, la compianta  buonanima di Don Agostino Maida forse il miglior sindaco che ha avuto Lungro: signori Lungresi, non vi dispiaccia se vi porto e vi propongo Don Gustino Maida, un patriota, avvocato, una persona seria, un qualificato, un capace, che ha retto il Comune di Lungro, all'indomani dell'Unit�, dopo Pasquale Martino; che l'ha retto per lustri, specie nel conturbato momento delle divisioni demaniali ed ho atti su queste vicende. E c'� Ugo Strocchi, che era venuto per la salina, ed � un militante, ex combattente delle guerre di indipendenza, che poi si � trovato a sposare una De Marco del ramo Polimaro.  Poi, c'� Salvatore Lotito, dal cognome insediato a Lungro.

   C'� Giuseppe Damis, mio nonno, il quale, capita, non  si sa bene perch�,  in quel contesto, anche perch� giovanissimo, e sostanzialmente si tiene, in seguito, lontano, anche perch� fortemente impegnato nella professione forense, escluso, cos�, da altri impegni. C'era Angelo De Marco, Don Angiuli Pulimarit, che dovrebbe essere lo zio dei due alti magistrati De Marco di Lungro. E come notate, curo proprio di darvi quella descrizione, che prima avevo definita colorazione, in modo da rendervi prossimi se non familiari i personaggi, di cui posso avere una qualche capacit�, pur se non assoluta, in termini di possibile individuazione. E credo che questo voi volevate, pur se non posso garantirvi le certezze piene. E continuando, c'era Orazio Stratic�, meglio ad individuarsi come Stratig�, della famiglia Stratig�; c'era Salvatore Guaragna ex combattente, il quale si era anche dedicato al contrasto, con successo, del brigantaggio che oltre l'aspetto propriamente delinquenziale, aveva manifestato tendenza per il legittimismo borbonico nella provincia di Potenza, all'indomani del cambiamento. E c'era Nicola Martino, uno dei Martino, ovvero uno dei rami Martino; c'era Alberto de Marco; c'era Achille Irianni, Ksuglia, che era insegnante, Don Achilli; c'era Vincenzo Cucci che credo fosse nella razza dei Bhenanoti anche perch� i Bhenanoti, i Cucci, non si smentiscono: hanno partecipato e cospirato dal '44 al '60,  ininterrottamente ed anche dopo; e c'era Raffaele Santoianni che �  il fratello maggiore, se non erro, di Angelo Santoianni, Miliunari, che part� per l'America insieme al fratello o un po' prima del  fratello, sembrando che una delle connotazioni di Lungro, dagli anni '80 ai primi anni del '900, � che i Lungresi andassero e venissero, come se fosse dietro l'angolo, dalle Americhe. Posso dire di Ksuglia, in questo senso, cio� degli Irianni, in quanto mi consta che tre o quattro di essi andavano e venivano dall'Argentina, compreso Orazio Irianni, don Orazi, il quale ha scritto Risveglio Albanese, Sghijmi, e che ha pubblicato  nel 1911 a New York, e di cui io ho una copia e che credo ne abbia anche un'altra Alfredo Frega.

E ritornando, c'era Angelo Santoianni, Miliunari di cui abbiamo la fotografia che vi mostro, e che volevo restituire a don Ciruzzo, e che non essendo presente, mi apostrofer�, per non averlo avvertito di questa riunione.

   E su questa tematica, ora vi vorrete chiedere perch�, Signore e Signori, questa socialit� a Lungro?

    Perch� questi uomini, ci hanno creduto alla Massoneria ed ai principi da essa propugnati. E la Massoneria, parlava di libert�, fratellanza, eguaglianza. E parlava anche di tolleranza, come quarto termine aggiuntivo a quelli propugnati o proclamati dalla rivoluzione francese: ebbene, proprio in virt� di ci�, Angelo Santoianni, che meglio noi conosciamo come Miliunari, ha donato un patrimonio a Lungro . E lo stesso Angelo Damis, nel '99, ancor prima, aveva anch'egli disposto un lascito per le ragazze orfani da sistemare nell'ambiente col matrimonio. Quindi, questo senso della partecipazione e dell'altruismo, che io oggi, anzi stamane, ho in parte, riduttivamente, o, se volete,  in sedicesimo, ho questa mattina, cercato di ripetere, andando con mio figlio a rendere visita al nostro luogo benemerito, prima di recarmi in montagna, avendone desiderio, non sapendo tra l'altro come mi andr� nei prossimi giorni,  che � quello degli indigenti e degli anziani, che vivono nel Centro Comunale, portando anche questa volta della frutta, siccome usiamo da lustri, e ci� anche per educare, ovvero dare il segno, anche a mio figlio, all'antico retaggio della partecipazione comunitaria.

   E pur considerando  Angelo Santoianni, a me sembra che questo senso educativo sia andato oltre  la singola persona, in un contesto in cui determinati valori venivano coltivati dalla Comunit�, come segno distintivo di essa. Per modo che, ne sortisce un quadro d'insieme, diverso e pi� completo, in cui lo stesso Santoianni, Miliunari, non � stato il solo, ovvero in un contesto in cui si credeva e si faceva quello in cui si credeva.

    Ed ancora, proseguendo sugli iscritti,  c'era Alberto Martino, di uno dei rami dei Martino di Lungro; poi, c'era ancora ,Vaccaro Francesco Saverio. Ed ultimo a chiudere, Nicola Santoianni, che potrebbe essere o appartenere ad uno degli estesi rami collaterali prossimi per parentela al qui presente Francesco Santoianni. Un certo Nomellini, compare spesso nei riferimenti documentali, che potrebbe venire da fuori ed avere rapporti con la Salina di cui poteva essere  funzionario.

   Ed ora che abbiamo parlato di questo primo gruppo corposo di iscritti, ce ne sono altri che si desumono dalle successive verbalizzazioni: c'� Stratic� Gianvicenzi,di Nicola Maria, di anni 28:  credo che sia , per il riferimento a Nicola Maria, da appartenere ai Colmaricchi come oggi li intendiamo. E c'era, ancora, Vincenzo Frascini,che � venuto pi� tardi nell'87, figlio di Ambrogio, ritengo bisnonno dell'ingegnere  giovane Ambrogio Frascini, che ora abita Cosenza, il figlio di Giuanno Frascini e nipote di Zhoti Mieshtir Frascini di recente defunto; Giovanni Frascino, funzionario della Salina , il quale  in ragione di una innata signorilit� e disponibilit�, � stato prodigo nei confronti di mio Padre , per tutte quelle notizie che hanno insieme attinto direttamente dalla Matricola della Salina. E poi, venne anche  Francesco Pisarro, il nonno di donna Lucia, che ad allora, nell'88, aveva 29 anni e che lei mi ha descritto ricordando le tante cose e le date, puntualmente.  E c'era anche un De Marchis, badate, ed � rilevante  e significativo parlare di un De Marchis a  Lungro, in quanto appartenente ad una  potentissima famiglia, la pi� in vista   che si possa a Lungro, per retaggio e per tutto, in quanto c'era nella storia . E questo Gabriele De Marchis aveva allora 22 anni ed era allievo ingegnere, forse di poi trasferito in altri ambienti. E ricordo che di Gabriele De Marchis ne avr� conosciuti almeno cinque documentalmente: di recente � comparso un manifesto funerario su Don Gabriele insegnante  che risiedeva a Spezzano Albanese,persona a modo: l'ultimo, con inerenza lungrese, � stato l'Arcangelo Gabriele   ligneo che si � allontanato nei suoi ori da Lungro, perch� acquisito circa gli anni '60 o pi� in l�, da antiquari provenienti da Roma o Bari, per interessamento di qualche discendente di Ferdinando Sciuscarieglio. E poi, c'era Nicolino Irianni, di anni 44, forse uno zio del dr Nicola Irianni , di cui diremo in seguito.E vi era anche Alberto Stratic�, il famoso, tra noi noto Alberto Stratic�, professore nelle scuole, Ispettore scolastico, che ha lavorato molto in Sicilia ed a Roma, scrittore Lungrese che ha lasciato tra i vari testi  un libro sulla letteratura albanese. E c'era Pasquale Manes, che voi ricorderete nel documento di Zhoti Ngic Samengu , nel 1913,  in cui parla del Comune di Lungro. E Manes, allora Segretario Comunale,  era il nonno di don Ciruzzo Marco, avendo 21 anni era nato nel 1866. E, poi, c'era Salvatore Elmo di Acquaformosa, della famiglia degli Elmo, di cui tratter� nella seconda parte  del libro che vado scrivendo, in particolare su certe vicende demaniali e del  territorio di Acquaformosa.

 E poi, c'era un birbante che si chiamava Raffaele de Marco, il quale avendo 27 anni ed essendo un provetto avvocato, andava sfottendo e  benevolmente provocando quelli pi� grandi di lui, cos� come  mi � stato descritto, che � niente di meno che il nonno notaio di Genserico De Marco; il quale, poi ha retto bene la Loggia quando i vecchi sono transitati anche per consunzione ed alternanza delle generazioni. Ed ancora v'era Bettino Santoianni, di anni 22 , di Nicola, che era segretario comunale. E c'era ancora Giuseppe Aronne di Acquaformosa.

Ecco perch� ho detto che questa trattazione � corale, riguardando i nostri ambienti indifferenziatamente, convenendo qui, Acquaformosa, Firmo e Lungro, per come allora convenivano nella Loggia. E c'era Domenico Vaccaro di Raffaele di anni 26 ,era nato nel '63, il quale in ragione dei rapporti poteva essere un fratello maggiore o lo zio di don Peppino Vaccaro, don Pippini Cosmit, Iatroi. E cos�, proseguendo, nell'89 iscritti alla Loggia ce n'erano 33.

     Ma dopo quel periodo di impatto iniziale, vi sono ancora Pasquale De Marchis, don Pascali,  nel 1890 ;  c' era il dr Nicola Irianni che con gli anni, poi,  � stato sindaco : il medico che entr� in conflitto con la popolazione sui fatti della Salina. E c'era ancora Leccadito Nicola di Giovan Vincenzo, che ritengo possa essere un antenato parente dell'attuale Nicolino Leccadito che ha negozio in piazza Garibaldi ed � commerciante a Lungro, forse in correlazione con Don Ricu il Magistrato.

  Ed ancora, c'era iscritto Vicenzo Russo, Vicenzi Ciccuzzit, il fratello maggiore di Camillo Ciccuzzit, commerciante  che aveva il negozio di stoffe dove oggi c'� il tabaccaio Angiulino e tutta la casa sopra quel negozio, gestendo un accorsato emporio. Ed in relazione al commercio, posso dare ancora una informazione: che da Lungro si andava a Napoli a fare rifornimenti due volte all'anno, per corpose spedizioni, in modo da non essere oggetto di attacchi  alla spicciolata da parte dei briganti.

 E proseguendo oltre, c'era Nicola Conte che era negoziante;  e poi, c'era De Marco Raffaele, un altro De Marco, e Scipione De Lorenzo, genitore di Archelao, l'avvocato che risiedendo poi a Spezzano Albanese da non molti anni � scomparso, sembrandomi che Scipione De Lorenzo, notaio a Lungro sia morto presto lasciando molti figli, (cinque,  ? )  bambini.

   Poi, non solo questi  dianzi descritti, furono gli aderenti alla Loggia, perch� sarebbe riduttivo per la onorata memoria di questa Loggia, ma molti aderenti venivano da altri posti in parte descritti.

    E qui ricordo che un mio amico carissimo, il Preside Giovannino La Viola, morto recentemente a 92 anni, mi ricordava per averlo egli letto su documenti, che si muovevano  a piedi o con la cavalcatura da San Demetrio, per venire ad iscriversi a Lungro. E qualcuno, direbbe oggi: fukij. Ma allora, era sentimento,  verbo! Era Moralit�!

   E da San Sosti  allora veniva Ambrogio Sanseverino che era cancelliere. E da Cosenza venivano  Ippolito Mirabelli e Luigi Stragiulli. Ed in relazione al Mirabelli, ricordo che questi negli anni '90 dell'800  sar� Consigliere Provinciale ed � quello stesso cui � premessa la esortazione del breve testo  pubblicato per la Commemorazione di Agostino Casini avvenuta in Lungro,nel 1898 ? , oggi in pubblicazione sul sito web importante , www.ungra.it

   E da Bonifati veniva ad iscriversi  Francesco Ferrari ; da Sant'Agata d'Esaro  veniva  Filiberto Spinelli, un nome di prestigio se stiamo all'antico sugli Spinelli. E da Castrovillari, veniva una persona, una persona modesta,  ma tanto modesta quanto utile,  Francesco Patitucci, il bisnonno dei viventi  Francesco ed Alfredo, o il trisavolo, anch'esso tipografo, quello che ha segnato la vicenda storica della tipografia zonale, pubblicando atti e documenti, tra cui � Il Calabrese�. E questa persona modesta, ricordo la modestia e la semplicit� di modi della buonanima di Eduardo, ha ritenuto di dare la sua testimonianza a questa Loggia.

   Ed ancora, da Firmo, veniva Gennarino Russo,  ecco perch� volevo presente il Sindaco, sembrandomi essere il personaggio, il bisnonno o lo zio del nonno dell'attuale Gennarino, anche perch�  i cognomi e nomi camminano per generazioni, fino a recentemente, ma il sindaco di Firmo non c'� perch� in questo contesto � a Roma, ma ha promesso incondizionata partecipazione mettendosi a disposizione per questa manifestazione che � comune alle nostre Comunit� unitariamente intese. Del resto, avevo chiarito agli amministratori di Lungro che avevano palesato qualche perplessit�, che non se l'avessero a male se si fosse provveduto diversamente, anche perch� l'interesse era di tutte e tre le popolazioni, facendo venire da Firmo tutta la aggregazione fonica sostenuta da copiosi watt.

   Ma oltre Generino Russi, c'era Cirillo Frascino, dell'importante famiglia a suo modo nobile dei Frasher di Firmo Ed a seguire,c'era anche Antonio Romano Gangale, oltre il Gangale che Vi ho indicato, questi tutti, insieme agli altri da Firmo. Ed ancora, da Acquaformosa venia un altro Elmo,  Salvatore,nel 1887. Ed a seguire, da Cassano Ionio un certo Francesco Nola di Giovanni di anni trenta , civile. Ed avrei voluto qui  vedere il dottor Gaetano Nola, perch� molte cose avrei potuto riferirgli sui vari Nola da me rinvenuti  negli anni nei vari documenti letti. E proseguendo, da Acquaformosa veniva nientedimeno che Ferdinando Capparelli  che era maestro elementare, don Furdinandi.E veniva anche da Acquaformosa Cesare Capparelli, il quale poi si trasfer� a Lungro, in parte con il fratello Don Orazio Capparelli, il poeta in idioma avito, a noi ben noto.  

  Ed ancora, da Castrovillari, veniva Francesco Pace  che ritengo fosse il fratello di Giuseppe Pace, il comandante Pace il quale mor� nel 1864  a Battipaglia, forse colpito da un attacco di malaria fulminante mentre stava ritornando. E Giuseppe Pace era  il nostro combattente Albresh,  sotto la cui  guida militare come capo,  combatterono nel battaglione  tutte le schiere degli italo albanesi: quelli di Lungro, in particolare se li guidava personalmente Domenico Damis. Ed ancora, da Spezzano Albanese veniva Michele Quintieri ed anche Raffaele Tarsia, ritengo cugino del poeta patriota Nicola Tarsia di Firmo, forse figlio di quel Tarsia di Spezzano  citato nei documenti della Polizia borbonica, il quale nel 1816 aveva a Spezzano partecipato ad una riunione segreta in cui si trattava apertamente che di l� a pochi giorni sarebbe stata instaurata la repubblica . E questo vi fa intendere come erano speranzosi  e fidenti i nostri avi.

  E da Spezzano, ancora,   c'era  Domenico Caputo,  cos� come c'era De Mari  da Acquaformosa, sul quale si appunteranno poi alcune alcune questioni, perch� morto egli  � successo qualcosa, su cui non mi posso dilungare, ritenendo doveroso da parte mia, sia pure fugacemente ricordare tutti questi partecipanti, essendo il fenomeno di una ampiezza tutta da approfondire e studiare.

    E c'era Francesco Martucci da San Donato Ninea; cosi, anche Luigi Maltese da Spezzano Albanese;

 e c'era Arturo Salvadori che abitava in Lungro e faceva parte del Deposito dei  Tabacchi; ed ancora Vito Albanese da Nicastro, venuto a lavorare alla Salina; ed anche, Giuseppe Di Candia, da Lungro- attenzione al cognome Di Candia, Lungresissimo, che ora si ritrova salvato in Argentina; nei documenti questo Di Candia era allievo geometra: e sempre per questo cognome, se dovessi completare, leggerete  di alcuni con questo Cognome- ;  poi, c'era Ulisse Di Turi da Acquaformosa, che era il nonno di Di Turi, siamo al 1912. E poi, risulta riportato don Davide Gramazio, da Firmo che io non ho conosciuto ma di cui mi hanno parlato anche per ragioni di parentela su San Basile, morto forse alcuni decenni prima del 1960. Ed ancora, sempre da Firmo, don Vittorino Corrado. Ed ancora da Acquaformosa, don Gennaro Capparelli di Angelo, medico .

    Ma tutti questi tanti indicati, Vi pongo l'interrogativo,   questi facevano numero o agitavano idee?

   Io ritengo personalmente, che agitassero idee. E per le ragioni fondanti a chi si rivolgevano questi Massoni ?   Si rivolgevano a un verbo massonico che era sorto  circa il 1700, anzi era risorto  in chiave moderna fra il 1720  ed il 1730. E  su questo innesto di regole massoniche che ci provengono dal modello anglosassone,  si aggiungono dei valori autonomi, creati nelle varie logge massoniche italiane.

Per cui,  il venerabile maestro Angelo Damis, accenna  a questi valori etici che professavano questi  Massoni e parla di �perfezionamento morale, materiale ed  intellettuale dell'umanit�� . Ed in questa chiave,  esposta da Angelo Damis, si collocavano anche gli altri massoni che appartenevano a questa Loggia. Ed integrando, bisogna aggiungere anche quel pensiero del Gran Maetro Ettore Ferrari che � citato nei testi . E quindi ....., -non ve lo posso leggere, perch�, attesa la lunga inusuale disamina,  vorrei andare verso la conclusione-,  questi erano i valori che professavano i Massoni.

   Naturalmente, condite  il tutto con frequenti riunioni mensili o bimensili, o pi� frequenti, e con molto aiuto ai bisognosi, agli indigenti, tra i quali molti che erano stati partecipanti alle Guerre di indipendenza, perch� c'erano stati anche quei pochi fortunati che avevano sette lire al mese di sussidio o simil pensione,- Pithi Pitha ne prendeva tredici perch� era stato sergente-. E chi raccoglieva tutto,  era don Federico Irianni, il padre di don Camillo,che faceva il collettore  presso l'ufficio postale delle somme che doveva distribuire fra questi pensionati.

   Quindi,  il verbo massonico  lo colorirono col  sostegno ai bisognosi dell'ambiente. E badate che sono parecchi ; e non li enuncio, ma erano parecchi, se capitava  una volta si ed  un'altra  pure, che  si dovesse dare aiuto ad una signora anziana,o ad un'altra persona, sia perch� lo Stato sociale ancora  modernamente inteso non era rientrato nelle  priorit� dell'800, ma veniva solo vagheggiato dalla teorica politica di quel contesto e non solo del partito socialista che sorge dopo nel 1892, ma che  era una costante che proveniva dalla rivoluzione francese, se non addirittura  prima,  dalla seconda rivoluzione inglese.

   Ed allora, non solo l'aiuto ai bisognosi,  ma la sollecitazione alla partecipazione alla Societ� Operaia che a Lungro era operante, funzionante. Ed ancora, promozione dell'attivit� di emancipazione attraverso l'istruzione, e Vi ricordo che solo al 1877 l'on.le Coppini pone in essere la legge sull'istruzione pubblica che avvia lentamente ed in tal senso l'indirizzo pubblico. Ed ancora, il concorso  della Loggia alla emancipazione della donna, altra tematica anticipatrice delle grandi riforme, e che sar� uno dei motivi delle  lotte sociali americane negli  Stati Uniti per l'emancipazione alla donna.

 E cos�, in prosieguo, la Loggia Massonica Skanderbegh all'Oriente di Lungro,concorreva alla concreta formazione di corsi organizzati di istruzione popolare. E come non avvalersi, sia pure un po' pi� avanti,  di un grosso personaggio che abbiamo avuto nella cultura ed educatore per eccellenza, quale � stato Don Camillo Vaccaro. E non solo l'istruzione popolare, ma anche la formazione della banda musicale che risale a quel periodo .

 E poi,....... poi un argomento che � molto caro, a me come a molti  Lungresi, perch� io personalmente avveduto forse in questo come antesignano nella ricerca avevo messo bene il dito focalizzando il problema, anche in relazione ai personaggi, nel senso che all'interno della Loggia � stato interamente dato corso alla Onomastica  del centro allora abitato, nel senso della intitolazione delle strade, nel 1898. E  su questo argomento, oggi abbiamo piena sicurezza.

   Ed a questo punto,occorre porsi l'interrogativo, se solo per le questioni interne � intervenuta questa Loggia, e la risposta � negativa, nel senso che sarebbe riduttivo per essa limitarla ai soli nostri ambienti interni, poich� i documenti ci dicono che Lungro ha l'ardire di interloquire con Milano,  Roma, Napoli, Palermo ed altri centri.

  E  partecipa con propri rappresentanti alla inaugurazione del famoso monumento a Giordano Bruno, che � stata una grossissima da una parte rivoluzione e dall'altra scandalo, quel famoso monumento a Campo dei Fiori a Roma. Ma anche l'inaugurazione del Monumento a Giuseppe Mazzini ha visto il contributo e la partecipazione della Loggia Skanderbegh con suoi due partecipanti mandati espressamente.

    Ma dopo questo tripudio, dopo questa esplosione veramente fantasmagorica che eccede l'ordinario del pensiero, doveva pur prendere la china questa Loggia. E gi� al giro di boa del secolo, dopo il primo decennio del Novecento, circa il 1912, dopo la Guerra di Libia,ecc , ecc, la Loggia comincia a scendere, fino al '15  ,  fra Triplice e Quadruplice si va alla Prima guerra mondiale, e la Loggia si blocca.

   Per�, in venti, venticinque anni ne ha dato di contributo e di materiale su cui approfondire, di apporto culturale, sociale, di sentimento, di partecipazione collettiva. E al 23 ottobre 1915, si fermano le verbalizzazioni.

    E comunque occorre ricordare che per quel contesto vi sono alcuni personaggi da evidenziare, tra cui un, diremmo, furbetto del quartiere in senso benevolo, zhoti Ngicco Samengu, quel Francesco Saverio Samengo che vi cito, avvocato, il quale partecipava alla Loggia, ed � stato anche sindaco di Lungro ed � stato anche consigliere provinciale, e di cui avete letto sul sito Ungra ( www.ungra.it)  tutta quella pubblicazione, per il periodo 1912-13,  che � stata edita con benemerenza dal sito indicato su Francesco Saverio Samengo.

    Ed ora, avviandomi a concludere,  Vi faccio solo due notazioni mie personali, che vi avevo anticipate e che ho espunto, tirato fuori come dal  cappello a cilindro da tutte quelle informazioni, e  che mi hanno dato il senso anche del riporto da parte del dottor Vicchio. E sono due notazioni che danno il senso umanissimo della vicenda -  Ed a tutto questo contesto, naturalmente inseriteci zhoti Angiul Stratig�, importante personaggio strategico per questa Loggia, da meglio approfondire se questa conferenza si potesse ripetere con pi� tempo ed innanzi ad un pubblico pi� vasto, come merita l'interesse della Collettivit�, ribadendo che ognuno, dato il mutato clima che si percepisce, si identifica con l'ambiente e vuole ricercare e sapere queste cose che qui ora trattiamo, che sono del popolo, viene il fenomeno dal popolo, e deve restare nella conoscenza del popolo- Ma ritorniamo al tema:

     la prima notazione,  riguarda il mio bisnonno, il quale, siccome credeva a determinati valori, come ogni uomo di antico stampo, in  un certo periodo(1892) si tratt� di candidare Agostino Casini  a deputato; e  Agostino Casini era dalla sinistra e avrebbe potuto dare fastidio alla destra, con imbarazzo per i Savoia,  pur se nella famiglia si agitava la sinistra - e poi diremo il perch�, .... anzi non diremo il perch�, .. poi se capiter� l'occasione lo diremo-;  ed allora lui, memore di aver fatto giuramento 40 anni prima che, pur di fare l'unit� d'Italia, aveva giurato  � Italia e Vittorio Emanuele�, non ha aderito, astenendosi, dalla proposta per Agostino Casini,  dicendo che lui era vincolato ad un giuramento di fedelt� da cui non poteva venire meno. E questo, � per darVi  il senso di come gli uomini di allora capivano o si  immedesimavano nell'onore.

      La seconda notazione, � anch'essa particolarissima-  e non c'� stato stasera, volevo invitarlo,  Costantino Marco, non so perch�, non l'ho trovato-,  riguarda la descrizione della commozione di Angelo Stratig� maestro venerabile e siamo al 1946,  il quale � diventato maestro venerabile della risorta Loggia riformata nel '44, allorch� in seduta straordinaria, il 13 marzo del 46, egli si alza in piedi e commemora la recente morte improvvisa del fratello Vincenzo Frascino, alias zhoti mieshtir Frascini,   il padre di Ninuzza Frascino, il suocero di Bruno Marco, il nonno di Costantino Marco, che  era direttore scolastico ed  � morto improvvisamente,  io me lo ricordo come fosse oggi, se non erro di infarto, e profferendo queste parole : �  il nostro pi� caro indimenticabile e  giovane fratello� apostrofando il test� scomparso �fratello Vincenzo Frascino�.

    E   con questa notazione seconda , vorrei concludere, dacch� gi� mi sembra di aver abusato molto della  vostra attenzione.

    E chiudo con l' epilogo :

        Ogni umana cosa , cos� come avevo recitato all'inizio,  sorge e si conclude nel tempo.

      Restano,  per�,  le significazioni morali, che  sotto forma di esempio e di insegnamento, valgano per le generazioni future.

         Ed in questo senso,  ho voluto tenere concione questa sera, a questo interessato, interessatissimo Uditorio,  ripetendo per auspicio un distico famoso che era comune a tutti i Massoni :  

                   Si scoprono le tombe si levano i morti,

                               i Martiri nostri sono tutti risorti.

       E che cos� continui, la Storia di Lungro !  �

  Conferenza storica tenuta il 14. 6. 08 in Lungro, nel Salone del Dopolavoro; durata:ore 1 e min 24.