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L�avveduto Lettore di K.Y., non avr� certo bisogno della modesta mia  collaborazione per ricordarsi chi fosse il celebre patriota e poeta Nicola Tarsia da Firmo, il cui cognome di provenienza da Spezzano, induce a ritenere avesse parenti stretti, zii e cugini, in Spezzano e che di tanto in tanto tale legame  anche in qualche  vecchio documento riaffiora. E se poi al Tarsia, sicuro poeta fra l�altro ritenuto tale ed in buona considerazione dai suoi  stessi contemporanei, affianchiamo l�ardore patriottico dimostrato in diversi contesti, tanto da doversi meritare la fama di vivente per il solo motivo di vedere la comune Patria unita, a maggior ragione non si motiva la non  edificante coltre di cui si intende coprire la fulgida memoria per un contesto di cui a breve dir� e che purtroppo non riguarda il solo Tarsia ma anche altri patrioti che di recente sono stati in parte rispolverati in occasione di questo decorso centocinquantenario, sulla cui metodica interpretativa vi � anche un altro fervorino da impiantare, dacch� insipidi non siamo.

    Quindi, cominciamo ab ovo ( noi incalliti Lungresi diciamo: zh�mi ka Rekani ), nel senso di voler giustificare che il richiamo alla memoria delle passate vicende storiche , non dovesse trattare della solita filastrocca su chi siano stati i patrioti ed i loro antecedenti trascorsi, potendo bastare a questo riguardo prendere il non mai abbastanza usato elenco dei patrioti messi gi� alla rinfusa dalla buonanima del prof Emilio  Tavolaro in quella relazione proposta in occasione del Secondo Congresso Storico Calabrese nel 1961 o gi� di l�, ripetuto anche in parte da zhot Fhrrari, e dai tanti altri a seguire pi� o meno noti, tra cui alcuni recenti anche perniciosi, perch� in possesso del potere e della money che  si sono addirittura andati a sprofondare nei processi politici della Gran Corte Criminale ed il tutto ben mescolando ed infarcendo hanno anche dato sembiante della diversit� albreshe, condendo i nomi  anche con qualche conferenza storica che poi alla bisogna non guasta. Del resto questa ( per me brutta)  piega, lo stesso mio buon amico Mim� non potr� negare, posto che il pesante piombo( suo ) del dagherrotipo figurato, gli ha servito la lastra  tombale con alcuni articoli ( in rivista K.Y., pur non in negativo si consideri fra la tipologia in discussione anche  lo zibaldone multi puntate rispolverato da Domenico Cassiano   ) che in ossequio al vezzo, hanno confortato la falsa piega che non pu� essere ritrattata. Dunque, ognuno si � arrangiato per come ha potuto e le tre bandierine hanno comunque in semitono svolazzato tra le festose folle. E poich� il popolo � ignorante, lo secondiamo qual merita.

        Ma caro Lettore , puoi Tu ritenere in coscienza che si dovessero andare a recuperare i cadaveri ed i carcerati delle borboniche galere ed i processati, e gli esuli,  e tutti quelli che hanno ben a ragione fatto parte del nostro Martirologio, cui fra l�altro ed a mani giunte mi inchino, per poter degnamente ed efficacemente far intendere a tutto un Popolo, che era da descrivere il solo ed unico momento fatale, finale, la primavera avanzante, quella che in poche giornate di sole e di caldo, rompeva l�incantesimo di un freddo e buio inverno durato secoli, centinaia di metri di sagola per cappi al collo, diecine di chili di piombo fuso, da un�oncia, per i plotoni che armavano il cane degli avancarica (che ancora serbiamo in casa) per scaricare quelle pallottole in corpo a giovani petti.

    Per me ed in ragione ed ossequio al fine da dover conseguire, proprio perch� il Popolo capisse e digerisse nella sostanza la sacralit� storica degli eventi da ricordare, bastava dire di quel 1859, nuovo secolo di un secolo, che ha rotto quell�incantesimo, con battaglioni e battaglioni formati a quadrato, e Reggimenti serrati, con quella bandiera tricolore da combattimento, con quelle divise tutte eguali, quelle baionette tutte appuntite, che andavano a prendersi una fetta di storia, rimasta indietro �. appesa alla speranza ���  tanto lontano �. fino a Berengario II.

    E poi il Genio dell�azione, che dapprima in sordina nel 1859 con quei Cacciatori delle Alpi stringeva gli Austriaci, battendoli  sempre  e rovinosamente, tanto da diventare esso stesso un problema , culminava il proprio amor di Patria, andandosi a prendere con i Suoi addirittura intere regioni  ed un Regno da solo.

        E di qui l�epopea, con quel popolo delirante  descritto in Cosenza fin nelle minute cose e l�entusiasmo di chi ci ha lasciato scritto queste cose viste con i propri occhi .

       E dopo Cosenza , l�assedio di un Popolo che a Spezzano Albanese voleva il suo santo, redivivo Castriota che tornava a riscattarci dalla � tirannia� , con tutta quella descrizione rigo per rigo  dell�incedere pur rallentato del Dittatore, anche un po� frastornato dalle diverse fogge del vestire della popolazione, e delle manifestazioni di un popolo diverso che la coralit� manifestava attraverso la grazia della valie. Ed anche tutto questo, per quel che minutamente ci � descritto da altro nostro scrittore albresh Giuseppangelo Nociti che tutto notava dal suo osservatorio privilegiato in Spezzano.

     E per finire, con l�ultimo tratto significativo di passaggio nella Calabria Citra di allora, a Castrovillari, dove da ponente e da oriente tutti erano concorsi per  omaggiare il Dittatore ancor pi� reso proprio dai suoi in Camicia Rossa di questi nostri luoghi, tra cui il Peppino Pace, nella cui casa ripos� nemmeno una nottata piena, che gi� alle cinque del mattino si allontanava in gran fretta sulla strada consolare per Morano, mentre lo stato maggiore delle locali forze, in quel �Proclama al Dittatore� rimastoci nella grafica di don Gabriele Frega e proveniente dal potente Comitato di Lungro, nel mentre magnificava il Giuseppe Garibaldi con gli appellativi pi� diversi e tutti contenuti zeppi nel Documento, forse intendeva porre pi� che un legame con esso, dando ad intendere che il Popolo di Lungro comunque evolvessero gli eventi era a Lui votato in giurata fedelt� per il fine della riscattata Patria Unita, traendo altres� dai contesti che il Popolo ivi convenuto, ivi  anche stette la notte anche, per una massa umana a raggio di almeno quattro chilometri, infiammata a dare ora e subito ogni sostegno sol che il Comandante supremo lo avesse richiesto, e per come si legge nella tersa narrativa di Cristoforo Pepe, anch�esso testimone di quegli eventi che hanno segnato indelebilmente la vicenda storica del Meridione.

    Ma Garibaldi, sapendo che altrove si giocava la partita, aveva fretta di arrivare alla  meta finale di Napoli e l� con gli Stati Maggiori decidere le azioni a seguire.

    E fatte queste non poche digressioni, comunque sostenute dai coevi documenti di allora, mentre la sceneggiata si distende su non pi� di cinque sei mesi, proprio per pi� e maggiormente interessare gli Ascoltatori, menarla alla grande verso il finale epico  del Volturno, dove il cozzo tra gli Eserciti avvenne ed il Borbone cedette, mentre la scena era da meglio infarcire con tante altre colorite e valide didascalie: che mentre ancora si combatteva, si votava l�Annessione all�Italia Una Indipendente e Libera, in quella formula elaborata da Pasquale Scura figlio albresh; che mentre gli eserciti ancora  non si ritiravano, si svolgevano le elezioni politiche del Popolo Italiano e si fissava la Riunione del nostro Primo Parlamento Nazionale; che mentre si stava ancora oliando la macchina della nuova organizzazione del Parlamento in Palazzo Carignano, gi� in una seduta parlamentare che rester� famosa, si proclamava il Regno d�Italia con Vittorio Emanuele suo Re costituzionale; e cos� seguiranno, sempre in rapida successione, senza dar tempo ai nemici di poter svolgere azioni di contrasto, le elezioni  comunali, l�istituzione delle Province e tante altre decisioni importanti per il nuovo stato nazionale, avendo anche un orecchio teso sull�estero  .

            Ecco,dunque e per sommi capi, come meglio attrarre l�attenzione delle Popolazioni, anche perch�, si dovrebbe far intendere che tutto quanto proposto, � solo la parte iniziale di un  percorso difficile, in cui si caler� lo sbandamento delle popolazioni meridionali, la crisi economico produttiva, il brigantaggio-eversione post unitario e tante altre nuove diverse problematiche miranti comunque a reggere la spinta di questa nuova Italia messa in piedi a fatica ed in gran fretta, sfidando l�incerto del futuro anche a livello internazionale.

       Ed ora, raccogliendo la tesa rete e facendo la conta dei tanti frutti riscontrati, � da sennatamente dedurre che non si potesse e non si dovesse estendere l�ambito degli interventi, che se non strettamente attinenti anche per prossimit� storico-temporale al principale tema della Celebrazione dei Centocinquanta anni dell�Unit�  d�Italia , era conseguenziale non immettere nel circuito dell�informazione divulgativa, altre diverse tematiche pur blasonate, appunto per non creare confusione con i dati pi� diversi  e distrarre l�interesse delle Popolazioni che si sono comunque sentite coinvolte, ma che sono in molti casi state mal utilizzate per la finalit� istituzionale. E questo, mi sento di riportare  con piena consapevolezza, anche perch� proprio quella classe colta, a ben indagare, non c��, o se esiste sicuramente latita quando proprio si vorrebbe che almeno un colpo lo battesse  ( questo ci dicevamo con la reciproca arguzia di sempre con Giovannino Laviola, ma non oggi, ma tanti decenni addietro). E dire che nella surrettizia diaspora (sta per: falsa dispersione) sono stati capaci taluni benevolmente  di coinvolgere anche me, che in ordinario tanto disposto non sono a secondare le altrui avances, prova ne sia l�episodio certo di San Basile,mia seconda atavica patria, in cui ben predisposto a fare un buon organico sermone della Montagna appunto esaustivo e mirato perch� tutta San Basile godesse sostantivamente onorata di un suo Damis ad intermittenza ritornato, sono stato per contrario verso tirato per la giacchetta a trattare di cose altre e diverse, tra cui lo sventurato quanto eroico Costantino Bellizzi, che legato con la catena da sei palmi a Pier Domenico Damis, gli � spirato accanto dopo che erano stati internati cinque mesi prima nel Bagno Penale di Procida. E poich� a ciliegia  segue ciliegia, come impormi di tacere di Stanislao Lamensa, altro fortissimo eroe che fu bruciato in prossimit� del Ponte dell�Ammiraglio a Palermo da un colpo di mitraglia sparato da un cannone di una corvetta alla fonda nel porto, al 27 maggio del 1860. E poi, le tante altre cose, e le altre ancora, cos� via via intervenendo, guastando con interno dissapore tutto un impianto appropriatamente predisposto proprio per la maggior gloria dell�Uditorio.

     E ritornando al primo termine, come Dante ci ammaestra, torna confortato che quelle sceneggiate alla Merola sui patrioti, poco hanno concorso ad educare il Popolo, ed ancor pi� poco hanno  concorso a coeducare chi ha sentito di farle, essendo andato totalmente fuori circuito, alzando polvere e guastando il corretto percorso di taluni.

     E se quella che precede si colloca nel novero delle sbandate ricorrenti e per certi aspetti riprendibile, quando si presenta l�occasione( venticinquennale, da mezza bandierina?), ritornando al primo non tralasciato argomento, su di una personalit� tutta da riscolpire nella sua dimensione, ovvero sul Patriota Nicola Tarsia, non ho riportato male che sia stato uno tra quelli in cui mi sono imbattuto ed in cui mi sembra di aver colto il senso unico esistenziale, votato al supremo della libert� di una Patria idealmente vissuta, anche in ragione del sentimento poetico romantico di cui � intriso il suo spirito di puro poeta. Infatti, nelle gole del fiume Cornuto, Nicola Tarsia � uno di quella comitiva che intendeva colpire secondo il precetto mazziniano  l�avverso esercito, mettendo in dormienza il suo capo il Generale Lanza, avendone ricevute conseguenze esistenziali non pi� riprendibili, in quanto massacrato di colpi, che se pur lasciato in vita, ne � stata fortemente condizionata la di lui sopravvivenza , tanto che  a pochi anni dall�Unit� Nazionale si spegner� proprio in ragione delle malpatenze sovraccaricate. Naturalmente, Nicola Tarsia, a conferma del precedente episodio e proprio nel solco del suo ardore poetico patriottico � quello stesso che viene indicato nelle memorie di un suo amico, Attanasio Dramis, come il congiurato votato alla ribellione da far scoppiare nel Carcere di Cosenza, per tentare di liberare i patrioti ivi reclusi a centinaia e che  poi saranno processati di l� a breve dalla Gran Corte Criminale, atteso il fallimento insurrezionale interno. Quindi, le credenziali indicate, pi� altre che ometto, non sarebbero poi tanto difettose e su questo poeta patriota occorrerebbe meglio sistemare l�insieme delle conoscenze che abbiamo, proprio per meglio approfondirne la personalit� e la rilevanza nella scala di quei valori storico-artistici che talora anche tra noi compaiono, posto che vi sia fra l�altro anche l�avallo prestigioso degli scritti di Francesco de Santis che di un filone simil romantico ( ora non ricordo se anche  del Tarsia) elogia il tratto poetico insieme al Domenico Mauro, se mal non ricordo.

      E naturalmente, poich� alcuni decenni addietro mi ero peritato di possibilmente penetrare l�antro culturale della di .lui discendenza, trovando una pesante chiusura sostanziale da parte di parente acquisito, da fuori venuto, del  quale mai ho ben percepito in cosa si incentrasse la volont� di approccio all�Avo(acquisito) pur famoso, ho doverosamente desistito, ma in pari modo ho doverosamente insistito nell�interesse a seguire il Tarsia, anche nelle sue vicende carcerarie tra Santa Maria Apparente, Procida, le perquisizioni, quel che � derivato da esse e quelle poche altre notizie che di volta in volta inserivo nel solito  fascicoletto di archivio, ripromettendomi in futuro di sentirmi pronto a collaborare con chiunque intendesse di questo personaggio acquisire ogni possibile dato che complementarmente  andasse a recuperare l�intero del soggetto, sottraendolo alla regressione progressiva dalla scena culturale degli ambienti di Calabria Citra. Ma anche per il Tarsia la superna divinazione, questa volta condotta a mano da amministratori locali di cui il giudizio storico far� piena giustizia quando sar�, sul come e con quale intensit� abbiano anch�essi servito il popolo( come se non bastassero i precedenti, faustissimi anch�essi), avvalendosi dei soliti canali istituzionali della mungitura , si sono dati in connubio con un certo progetto donna a riscrivere un puzle esistenziale del Tarsia �una ottantina di pagine- e ad apporre anche una targa ad un muro di strada, nulla pi� aggiungendo, perch� pi� approfonditamente almeno si acquisissero dati e notizie che lo potessero riguardare, ampliando magari il gi� saputo, con l�aggravante forse che qualche dato pur incerto varcasse il filtro di una censura preventiva, volta ad inibire che il dato  andasse a collocarsi come virus infetto nel diagramma del personaggio, ponendone in sostanziale disequilibrio l�intera credibilit� scientifica, e magari inibendo la laurea sul campo a qualche ignorantello( il sesso non conta) d�occasione che di storia non conosce pressoch� un amato sbazzo. E perch� io scriva di questo, meglio chiarisco che mio Padre, circa i primi anni del � 60 in occasione del Centenario, scrivendo anch�esso, ha ritenuto doveroso recuperare il Tarsia, fin troppo notogli, pubblicando anche qualche sua poesia tratta dai documneti della famiglia ed insiemandolo con Vincenzo Stratig� anch�esso poeta, anch�esso patriota fervente, e tra loro aventi elementi di  ritenuta comunanza poetica oltre che esistenziale, solo che lo Stratig� era di Lungro ed il Tarsia di Firmo. E tenuto conto del precedente non lieve, io appunto mi ripromettevo di dare indicazioni ad un possibile Comitato, di meglio individuare le fonti energetiche anche nel diagramma vettoriale, contare bene la truppa , stabilire i tempi operativi e magari ad uno staff  per l�occasione formato dare anche l�onere di attingere la sede di Naples e dietro mie credenziali direzionate, andare a ricercare in corpore se tra i residui del Ministero di polizia sia confluito qualcosa proveniente dai noti luoghi di carcere e galera, perch� mi consta che da documenti letti, in una perquisizione al Tarsia siano stati trovati un certo quantitativo di scritti, tra cui alcuni poetici che egli custodiva in una intercapedine del mattonato, cosa fra l�altro rischiosissima per la sua pelle ( per incidens, ho sempre ritenuto che al Tarsia e sia pure benevolmente, proprio in ragione di quello che ho acquisito sulla sua comprovata temerariet� dovesse mancare qualche rotella ). E posto che alcune composizioni poetiche, tra quelle magari sottrattegli , non siano state trasfuse nelle composizioni stampate  a sua cura circa il 1863-64 ( vado a braccio), ecco allora che qualche Fermgnoto meno diselegantemente improduttivo verso il pur illustre Concittadino, avrebbe potuto concorrere a far restare, questo significa  s t o r i c i z z a r e , pais�, il senso di devozione al nostro trapassato, recuperando il pi� possibile di quanto lo potesse riguardare, dai riferimento storici, ai suoi trascorsi insurrezionali, ai suoi atti di eroismo, alle sue molte sofferenze nella Galera di Procida ed altri luoghi, e cos� tante altre giuste componenti che ne arricchissero comunque la conoscenza, tra cui anche e se possibile le poesie sparite, ben consci che da cosa nasce cosa [ per chi mi conosce personalmente, sa che Pier Domenico del mio stesso sangue � stato l� ed io ho recuperato anche le ( utilissime, straordinariamente ) librette della spesa infarcite di riferimenti a tutto quel popolo di centinaia di �servi di pena� , che erano la meglio giovent� del regno meridionale!]

      Dunque, il Fermgnoto, per non smentirsi � stato capace di fare quel giusto tanto che sostantivamente equivale al poco, con qualche ( purtoppo) difficoltazione grammaticale se non altro, frammentazione dei riporti grafici con insito dubbio sulla organicit� e provenienza e quant�altro di contorno, inclusa la consumazione di  probabile spesa pubblica a carico del civis del genere strunzeus imparentato magari, con affine ceppo virale berlusconeus per stare ai tempi, tanto che ( e qui il Lettore deve drizzare le ANTENNE)  per stessa ammissione di chi ha managerialmente cogestito la vicenda, di una pubblicazione del 1863 curata dallo stesso Patriota sui suoi scritti, si ha avuto l�ardire di non trovarne copia,almeno cos� desumo da un colloquio avuto, non foss�altro che per fare necessari imprescindibili riscontri, atteso che si andava a tirare la Summa di questo nostro Illustre conterraneo, senza poi tacere che della vicenda da me riportata della perquisizione e della frequente produzione letteraria svolta dal Letterato anche in carcere, se ne ha conforto sia leggendo  le date ed i luoghi da cui proviene la sua produzione letteraria, quando ci� � possibile riscontrare, sia per analogia di caso riscontrando i contenuti della riportata lettera significativa al riguardo dello stesso Nicodemo Palermo che in carcere con lui, gli rimette una poesia scritta dallo stesso Tarsia nel luogo di galera (Procida, citata dal Palermo)  e conservata a cura del Palermo stesso � serbata per quattro anni circa quella che io reputo la pi� bella e maschia delle tue poesie�. E  tale riporto saltato ovviamente ed a pi� pari anche dal sangionanni che per ultimo interviene nell�ensamble grafico, avvalora il mio personale assunto che la perquisizione da me indicata e che ha dato esito positivo con il rinvenimento di un quantitativo incerto di scritti del Tarsia, � una circostanza altra e diversa e su cui si sarebbe dovuto svolgere doverosa indagine.      

     E l�argomento Nicola Tarsia per Firmo, non � da considerarsi  completo, se non si informa il Lettore che medio tempore   altro � avvenuto, ma per il versante Lungro, dove dopo tergiversamenti di mezzi secoli, finalmente � venuta fuori la pubblicazione di quel che residua degli scritti di Vincenzo Stratig�, che, a narrazione riferitami personalmente, ha riguardato questo personaggio per l�aspetto �eminentemente filologico�. E c�� da crederci che si sia curato l�aspetto eminentemente filoogico della produzione del nostro grande amico concittadino, anche perch� le manine fatate ce le ha messe, questa volta sia pure sotto forma di spendita nel nomen dell�alto patronato,   Francesco Altimari ed il suo Dipartimento della Universit� di Arcavacata per una produzione che recupera il nostro albresh di Lungro a cavallo del primo cinquantennio dell�800( l�albanese parlato e scritto ventanni  prima e trenta dopo il 1850) .

      E tuttavia, mi sembra dover notare che anche per lo Stratig�, pur nella dovizia dei particolari  linguistico-lessicali, di cui non ho ad ora che confusa  tenue cognizione, salvo a parlarne pi� in l� quando meglio tutti approfondiremo se qualche termine possa essere corretto anche in ossequio a quanto anche oggi usiamo nella vulgata, non si sia approfondito dal lato della personalit� del personaggio anche per l�aspetto caratteriale, proprio per consegnare al successivo un lavoro in qualche modo completo.

  

    Ed al cospetto delle ombre e delle incertezze dianzi riscontrare con diversa coloritura ,nel mentre non nascondo la provocazione  di un assestato vaffan liberatorio alla Sgarbi o Grillo che ci sdogana da una sofferenza che dura da pi� di cinquant�anni , noi che per tempo abbiamo fatto una scelta di vita ! oh Bepi, fratel mio dove sei!, come non possiamo non lanciare l�anatema che abbiamo in corpo, sol che consideriamo l�umilt� e la concretezza e la certezza dei nostri contermini fratelli di Basilicata, che senza cassi e fronzoli e quel che pi� rileva senza  abbondanti ignoranti di contorno, a mezzo di POR e con �INTESA Istituzionale � Il 1860 �La Basilicata e l�unit� d�Italia� per come traggo e fedelmente riporto dai Documenti, con la partecipazione dei COMUNI di MOLITERNO MONTEMURRO e CORLETO PERTICARA, ha ripubblicato per pi� di settecentocinquanta pagine  tre volumi tre delle Opere cos� significative ed appropriate dello Storico Giacomo Racioppi di Moliterno -lo stesso ambiente da cui proveniva un altro Patriota che dovremmo noi di qu� conoscere bene, suo contemporaneo, Ferdinando Petruccelli Della Gattina  che al tempo della rivoluzione  dormiva nella stessa branda o pagliericcio con il suo grande amico Annunziato Capparelli di Acquaformosa -  tra cui la � Storia dei Moti di Basilicata  e delle Provincie Contermine nel 1860�, a me necessitate per consultazione e che il Vice Sindaco di Moliterno � venuto a portarmi sulla A3 a Motesano personalmente, lieto di essere di aiuto ad un ricercatore che fra l�altro lo ha ringraziato a dovere e gli ha aperto tutto un nascosto percorso della vita del Petruccelli, emergendo dal contesto che ne sapessi pi� che essi paesani, pur io ammirando riporti e notizie anche su Pietro Lacava , Tommaso Senise, Giacinto Albini e gli altri importanti Patrioti di quei luoghi e contesti, potendosi anche dal raffronto diretto valutare la differenza .

   

 -    E qui mi fermo  �.. con la sola perplessit�          se mi sar� possibile intervenire in pro sia del Tarsia che dello Stratig�, se � vero che interi mezzi eserciti sono intervenuti per entrambi, con risultati sui quali confermo e per certi aspetti le mie ritengo doverose riserve.

     Altra e diversa declinazione dovrebbe assumere una mia propensione ad un ripristino del verso di indirizzo della commemorazione del cento cinquantenario dell�Unit�, a cose fatte naturalmente, avendo speso utile parola con il non loquace Attilio Vaccaro, interessato, perch�  tra i giovani di quel Dipartimento vada a dire secondo mio modello cose che dovrebbero arieggiare la Storia (anche per prossimit� di odore del sito! Non foss�altro, mi approfitterei della copertura), pur se con la ben accetta clausola del seguito all�intervento di una disamina partitaria delle fonti, nel novero della epistemologia storica( mi scuzasse il Lettore l�ardire) .

       Nelle More, mi stavo allertando per sfondare i timpani all�Accademia Cosentina, concordando un mio mirato intervento, da poi  rispettosamente estendere all�Uditorio dell�intera nostra Provincia tramite i midia dell�informazione divulgativa. Senonqueque , il temibilissimo Damis, in questi giorni prendendo in senso contrario l�incipit augurale, si stava egli stesso fracassando un timpano e se non ci � riuscito per questo aspetto, ce l�ha fatta comunque tutta ed intera a fracassarsi una mandibola in un punto delicato, con dolori che sono cassi amari e che mira di lenire con antidolorifici e con sproloqui del presente tenore, non potendo fare sentenze, s� come � uso anche nelle Festivit�( ndruckes !).

      Le more, poi, sono queste e non  quelle della Morea da cui in parte proveniamo, n� quelle che ben commestibili e mature mia moglie mette poi a macerare per fare un ottimo liquore di famiglia , con il quale, brindo comunque a tutti i tanti amici dell�onorato Popolo dei Lettori di Katundy Jne, non escluso il Mim� , restando io all�indirizzo mail in intestazione.

      Ed a conclusione di questo periodare, su cui qualcuno potrebbe ritornare dando apporti contributivi a sostegno della cultura per i personaggi indicati, avendola menata in lungo e largo dall�epica all�eroica, alla poetica,  piace di seguito riportare la valutazione che un grande Patriota, ha espresso in sintesi e per l�alto valore ed interesse dell�Unit� nazionale, quel Carlo Pisacane che sempre vive nella memoria di noi tutti.