PIANTA ICHNOGRAFICA PARTE A MISURA ET IL RESTO A BRACCIO D�ALTOMONTE E SUO TERRITORIO E DELLA SARACINA E SUO TERRITORIO E CIRCUMJACENTI, SECONDO HANNO DIMOSTRATO SOPRA DE�LUOGHI RESPETTIVAMENTE LI PERITI DI CIASCHEDUNA PARTE.
Il colorito di ombreggiato giallaceo mette sotto l�occhio tutto il territorio d�Altomonte colla terra,e casali che vi sono.
Il colorito di verde tutto il territorio della Saracina e casamento di Ciparsio.
Il colorito di violaceo tutti li terrt. ed anche qualche terra delle Circujacenti , a fine di notiziare tutti i confinanti.
Il colorito di ceruleo i fiumi e tutti gli altri corsi d�acqua.
La bussola de� Venti e la scala mensoria di miglia due colla quale si � regolati ��racchiudendo pi� di miglia 30 di perimetro di territorio di Altomonte e pi� di miglia 20 la Saracina.
Il contornato di giallo dinota il controvertito in otto partite,cio� due con Castrovillari,due prediali in Malarosa una conS.Lorenzo e l�altra colla Matina d�Altomonte, due colla Serra della Giumenta, cio� una colli RR. Preti di S.Giacomo,ed un�altra con Altomonte e l�ottava fr� Altomonte e Lungro vicino il Carmine.
Il contornato di ombreggiatura gialla dinota (dinota) il territ� dell�Abbadia di Lungro in tr� partite.La maggiore intorno a Lungro,e le restanti due minori,una � San Caloiero da sopra il capo della Serra della Giumenta; e l�altra confinante ,oltre l�altra ( per) quello mi � stato riferito.
Il contornato di cremisi il distretto di Lungro come dall�istrumento dell�anno 1710.
Il contornato di verde oscuro racchiude in terr�: della Saracena le vigne de� Lungaresi fra il fiumicello Tiri, ed il decorso dell�acqua delle vene, e l�altre contornate del d.� colore oscuro in terr�: d�Altomonte in pi� partite le vigne del Sig Principe,ed altre de� particolari esibite vendute.
I Suffeudi,difese,contrade,ed altro nella medesima Pianta notati si leggono.
Le lettere S.P. denotano i luoghi particolari del Sig Principe di Bisignano , le S.D. i luoghi particolari del Sigr Duca della Saracina .L�altre A. ed L. Abbadia di Lungro . AF Abbadia di Acquaformosa. SMV Sig: Marchese della Valle. D.S.D.Duca di S.Donato
Napoli li due maggio 1713
Donato Gallarano
Prolegomeni alla Pianta icnografica della Contea di Altomonte redatta dal regio cartografo Donato Gallarano nel 1713
Per Francesco Damis
Trovandomi in Napoli ai primi degli anni Novanta del decorso secolo, essendomi ivi recato per forzatamente rinverdire la mia applicazione agli studi e ricerche, questa volta per� senza il condizionamento del Giure, pur se non del tutto da escludere, atteso che la materia questa volta era di quelle toste, sull�ordinamento feudale, da confrontare nel contesto della evoluzione e trasformazione dei feudi con particolare riferimento ai territori di Calabria Citra ed alle popolazioni Italo Albanesi , ho ritenuto di dover fare prevalente riferimento all�Archivio di Stato di quella citt�, atteso che in quella sede erano stati depositati il compendio di atti e documenti risalenti ai Principi di Bisignano in uno con quel che residuava dell�Archivio Ufficiale di quei Principi, definiti dalla pubblicistica primi principi del regno meridionale, poich� erano titolari di ben sessantacinque feudi, allocati prevalentemente in Calabria, Basilicata, Puglia e Campania; in sostanza, un regno nel regno, da temerariamente afffrontare, pur se intenzionato e motivato a non rientrare con poco o nulla.
Ed infatti, impostomi uno spazio temporale di giorni, ritenuto idoneo, se pur limitato da coevi impegni istituzionali, ivi mi sono dato alla bella vita dello studente a pieno regime: mattina e pomeriggio , incluso se possibile il sabato, il primo ad entrare e l�ultimo ad uscire, armeggiando anche con registratori ed altri strumenti tecnici, guadagnandomi contatti umani e disponibilit� personale, in particolare di funzionari addetti alle varie Sezioni, che molto potevano cos� come hanno molto potuto nei miei confronti, tanto che ho guadagnato, fra l�altro, la considerazione ed amicizia della drssa Maria Luisa Storchi che poi ha retto l�A.S. di Salerno e che ad oggi � di merito Direttrice dei Beni Culturali Storici Artistici ed Ambientali della Campania , un Funzionario di rilievo, direi ai vertici, mentre ad allora leggevamo insieme in latino curiale del �400 un Tomo unico rimasto del Tabulario della Curia di quei Principi, concernente i Privilegi e benefici feudali concessi da quei Principi, da Luca a Bernardino, atteso che il grosso Tomo � datato 1507. E tutto quanto precede, di contorno a letture continue, assillanti, asfissianti, senza sosta, se non per necessit�, proprio per non perdere magari un capoverso o un rigo importante in quel complesso contesto in cui mi ero andato a cacciare ( ricordo Paola, mia cugina, figlia di zio Vittorio Cucci, che venne a trovarmi anche l� e che fu di aiuto anche in quel contesto sorreggendomi il microfono mentre io sfogliavo grossi paginoni di antichi tomi)
Dunque, sfrontatamente affrontando un mare magnum di carte, atti, documenti, in pi� di una occasione, avendo la sensazione che quegli atti, dopo una sommaria catalogazione di ingresso, quasi epidermica, erano quasi intonsi, nel senso che non alcuno li avesse percossi o indagati, ho avuto conferma di quel mio contesto valutativo, poich�, a conclusione avevo discoperto tre mappe o cartografie, da me ritenute importanti, tutte riguardanti a vario titolo l�ambito della Contea di Altomonte e che curavo di celare, onde garantirmi che comunque ne potessi avere un sia pur limitato uso, magari ed anche a futura memoria. Ed infatti, non conoscendo interamente il meccanismo di quell�Archivio, dapprima mi sono utilmente informato, indi al termine della mia forzata conclusione obbligata, mi sono confessato ed ho discusso con la drssa Storchi, la quale si � meravigliata dei miei impatti con tali documenti , e disponendo la loro traslazione ad una Sezione apposita , mi ha confermato che ne potessi estrarre per motivi di studio le idonee copie riproduttive, delle quali ho svolto parziale riproduzione nel Testo da me elaborato su � Gli Albanesi di Lungro�, rammaricandomi comunque e sin da allora, di non poter dedicare a cos� importanti documenti culturali che il modesto spazio affrontato ( una eccezione di anni addietro ha riguardato Acquaformosa con una Pianta azzurrina da sogno, che ho interpretato ivi in una conferenza), attesa la narrazione storica che ha riguardato oltre quattro secoli e mezzo, con tante difficolt�, non ultima quella di far intendere ad un Lettore medio, pur interessato, un insieme di problematiche di cui alcune intrinsecamente complesse ma che comunque necessitavano per una organica comprensione dello sviluppo storico affrontato. E comunque, me la sono cavata senza molti danni, se � vero che anche il recentemente Scomparso amico Don Angiulin Pipiu, al secolo Nicola Angelo Mattan� (tra i tanti), fratello di quel gran galantuomo amico da me stimato e voluto bene, Don Peppini, morto vittima del lavoro, aveva sul suo comodino, per come narratomi dalla moglie, in permanenza una copia del Testo da me scritto e del quale mai a lui ho fatto cenno, pur se ogni mattina comperava il solito giornale sportivo.
E venendo a recentemente, alcuni ricercatori Lungresi tra cui l�esimio Architetto il Dr Vincenzo Mattan�, anche Incaricato recentemente all�Ateneo della Calabria, nella Facolt� di Architettura, congiuntamente a due giovani Lungresi , per i quali io travedo solo a sentirne l�esistenza nell�ambiente, il Dr Gianfranco Castiglia ed il prossimo giovane Laureando Angelo Stratic�, in ragione di loro ricerche sull�ambiente lungrese, analizzando il Testo da me elaborato e ritenutolo importante e veritiero, mi hanno con buon garbo e maniera richiesto di un mio scritto da inserire in un Testo di prossima stampa, magari soffermandomi un po� pi� a lungo per la Contea di Altomonte sulla Cartografia rinvenuta a Napoli all�Archivio di Stato.
E non potendomi sottrarre alla di loro gentilezza, che andava addirittura a colpirmi nel mio profondo senso di colpa per uno svoluto mio contatto con quelle Cartografie, tanto amate e pur tanto derelitte ed abbandonate da alcuni lustri, ho raggiunto con essi un punto di equilibrio, concordando che avrei solo scritto una Introduzione ( o Prolegomeni ) alla PIANTA ICHNOGRAFICA DELLA CONTEA DI ALTOMONTE, a mio giudizio meritando essa, in ragione degli elementi multipli in essa contenuti a che attengono alle pi� varie materie, una intera monografia per centinaia di pagine, tanta e tale essendo l�ampiezza dei contenuti che in tale documento storico si rinvengono: un lusso che rifiuto oggi cos� come allora ho negletto, ora e questa volta essendo pressato a portare avanti ed auspicabilmente completare, quella Seconda Parte de� �Gli Albanesi di Lungro� cui intendo conseguire il traguardo. Dunque, non malanimo, ma saeva necessitas, che i Lettori vorranno valutare in mio beneficio.
E tra questi elementi introduttivi, ritengo, principiando dalla trasposizione da me di sopra svolta per l�occasione della Trascrizione esatta e con scrittura accessibile attuale ai Lettori di oggi, della Intitolazione o Legenda di essa, si debba indirizzare il Lettore sulle ragioni specifiche storiche di quel contesto che hanno imposto la motivazione di tale complesso Elaborato, chiarendo per come in altro Testo affrontato, che i Principi Sanseverino di Bisignano, intendendo rientrare nel dominio feudale di Saracena, o nei diritti riguardanti Lungro e pi� in generale parti del territorio della Contea di Altomonte, a suo tempo ceduti col patto di ricompera o restituzione, hanno ufficialmente e giudiziariamente impegnato il Duca Spinelli di Saracena. In conseguenza di quanto precede, � stato officiato un Cartografo Regio agrimensore, appunto il Donato Gallarano napoletano, il quale intervenendo sui luoghi ha effettuato, in contraddittorio con i Periti delle parti in causa, una cartografia dei territori in uno con gli Abitati , da cui si individua San Donato, Acquaformosa, Lungro, Altomonte, Saracena, Firmo, Ciparsio, San Basile, Castrovillari, Serra Giumenta ed altre localit� identificabili in quanto leggibili ordinariamente.
Che poi la Pianta sia iconografica (o ichnografica come si � scritto nel testo antico), null�altro vuole dire che essa Pianta sia ad immagini ( eikon in greco antico significa immagine, figura) ,ovvero con riporto in certo qual modo tecnico del territorio a mezzo di immagini-figure, quasi una fotografia approssimata, modernamente intesa.
Oltre i nuclei abitativi ed i Luoghi culti, la descrizione si amplia ai corsi d�acqua ,alle strade, alle coltivazioni, ai boschi ed a tanti altri particolari che sottoposti a disamina da parte di esperti, possono concorrere a meglio penetrare il passato, ovvero quel periodo in cui la cartografia � stata elaborata, anche in relazione a pregressi contesti, titoli feudali ed alle popolazioni.
E naturalmente, per svolgere una disamina seria e certa di tutto quel che in essa � contenuto, occorre purtroppo ritornare indietro al primo motore, ovvero ritornare all�Archivio di Stato di Napoli, ed ivi fare un bel bagno di conoscenze rinverdite, andando a compulsare il principale organo giudiziario antico, il Sacro Regio Consiglio, dove si svolgevano le vertenze giudiziarie tra i feudatari, dipoi l�organo supremo contabile e di giurisdizione contabile, la Regia Camera della Sommaria, per i risvolti economico contabili riguardanti i territori ed i diritti feudali nelle loro rispettive implicazioni economico finanziarie. E poi, dopo molto impegno, peritarsi di andare a scomodare il Lettore con informazioni e notizie anche e talora incerte o nebulose. Ecco perch�, nell�attualit� non mi � consentito questo lusso.
Ma ritornando e muovendo verso l�epilogo, per questa Pianta svolta attraverso la costruzione delle figure ed immagini, nella sostanza ed in essa , oltre la dimensione da meraviglia e la bellezza del manufatto descrittivo, impressiona la complessiva armonicit� dell�intero complesso riportato, il quale a sua volta, ad occidente sfuma in una bella sommatoria di montagne quasi fatate, l� dove il piccolo mondo descritto partitamente pare non abbia interessi a proiettarsi, dacch� tutto il bello e l�armonioso � interamente raggiunto e in cos� vasta immagine descritto e conseguito.
In conclusione, lirismo poetico e bello estetico a profusione, oltre gli accennati enormi dati e valori storico culturali in essa contenuti.
In epilogo e per, ritengo, utile diletto dei Lettori, auspicherei mi fosse concesso di pubblicare il presente modesto lavoro anche sul sito Internet ungra.it, con ringraziamento � l�avance per gli Amici che mi hanno officiato.
Ottobre 2012