Il servizio pubblico radiotelevisivo e l�emittenza privata per la salvaguardia delle minoranze linguistiche  storiche

di Nicola Bavasso

 

Un evento organizzato per sviscerare la paludosa problematica dell�emittenza radiotelevisiva per le minoranze linguistiche storiche, ha segnato il debutto del Club dei Giornalisti Arb�resh�, sodalizio sorto da qualche mese con lo scopo precipuo di fare pressione presso le competenti sedi governative e l�Azienda Rai per l�attuazione delle normative di legge (L. 482/99, il regolamento e il Contratto di servizio Ministero della Comunicazione e Rai) per l�avvio delle trasmissioni radiotelevisive nelle lingue minoritarie sottoposte a tutela. La conferenza dello scorso 5 febbraio che ha riempito la sala centrale del palazzo ex Dopolavoro di Lungro, moderata dall�ideatore e presidente del Club Alfredo Frega, � stata pregna di momenti significativi che hanno decretato il pieno successo dell�incontro. Dopo tre ore di intenso dibattito, � stato prodotto un documento  nel quale �si sollecita la competente commissione mista Ministero delle Comunicazione e Rai, a stipulare la necessaria convenzione per l�avvio delle trasmissioni radiotelevisive nelle lingue minoritarie sottoposte a tutela dallo stato, ponendo termine cosi ad una grave situazione di stallo che ha determinato l�ulteriore impoverimento delle culture delle popolazioni alloglotte italiane che, pur pagando il canone, non hanno accesso al Servizio pubblico e viene negato loro un diritto sancito dalla Costituzione�. 

Questo primo incontro di studio patrocinato dall�amministrazione provinciale di Cosenza e sostenuto della Confemili, dall�associazione culturale Rilindja e dallo sportello linguistico di Lungro, ha avuto una vasta eco in giornali ed emittenti radio-televisive regionali ricevendo importanti consensi anche da operatori dell�informazione nazionale.

Di rilievo i contributi dati all�assemblea dagli ospiti chiamati a sciogliere il nodo della intricata questione delle trasmissioni in lingua.  Una relazione ricca di suggerimenti concreti � stata quella esposta da Bojan Brezigar, presidente del Bureau europeo delle lingue meno diffuse, che ha consigliato �di procedere gradualmente nella programmazione radiotelevisiva stimolando le emittenti locali private a dare spazio nel proprio palinsesto a trasmissioni nelle lingue tutelate che siano particolarmente aderenti alle esigenze dei parlanti e che diano la giusta dimensione delle consuetudini culturali della comunit� evitando, in questa prima fase, di puntare su una programmazione di elite�.  Risulta quanto mai opportuno per il presidente del Bureau europeo, inserirsi nella programmazione radiofonica, ancora oggi di gran lunga pi� efficace di quella televisiva, e trovare nei giornali locali adeguati spazi che possano trattare argomenti di chiaro interesse per le minoranze.

Per stimolare una maggiore progettualit� che tenga conto dell�esperienza e delle risorse umane che da sempre le minoranze detengono, il presidente della Confemili Domenico Morelli ha proposto di utilizzare attivamente gli strumenti normativi a tutela dei media e delle minoranze linguistiche per mettere in contatto direttamente i direttori e capiredattori responsabili dei programmi regionali. �A loro come primo passo si potrebbero chiedere cose minime e facilmente realizzabili, che non implichino costi aggiuntivi e impegni eccessivi: un minuto di GR, un�intervista nel TG regionale, un appuntamento settimanale dei GR, una piccola rubrica nei TG. Bisognerebbe cominciare avendo idee chiare e facendo proposte semplici ma serie, facili, ben motivate e ben strutturate. Nessuno ama che sia presentato un problema: tutti apprezzano invece una soluzione chiavi in mano�. Domenico Morelli, infine, ha invitato i giornalisti presenti a sfruttare le provvidenze previste per le imprese editrici delle minoranze linguistiche riconosciute.

Doviziosi di interessanti spunti sono stati gli interventi di Attilio Sabato, direttore della televisione privata T.E.N., di Francesco Altimari, presidente del corso di laurea in Lingue e culture moderne dell�Universit� della Calabria, di Roberto De Napoli, regista-programmista Rai, dei giornalisti Francesco Baffa e Demetrio Emmanuele, del Vescovo di Lungro Mons. Ercole Lupinacci, del giornalista Pantaleone Sergi inviato de �La Repubblica� e dei sindaci di Lungro, Vincenzo Iannuzzi, di Acquaformosa, Giovanni Manoccio e del sindaco Andrea Muglia della comunit� occitana di Guardia Piemontese. Importante la presenza di amministratori dei vicini Comuni arb�resh� di Firmo e di Frascineto.

In concreto i giornalisti arb�resh� richiamano l�attenzione delle istituzioni pubbliche regionali ad intervenire affinch� le sedi regionali Rai programmino le trasmissioni nelle lingue sottoposte a tutela, e da subito si impegnano a sollecitare l�avvio di una conferenza di servizio per redigere e approvare la convenzione prevista dalla legge per l�urgente avvio delle programmazioni radiotelevisive nelle lingue protette delle popolazioni arb�resh�, grecaniche ed occitane della regione e chiedono altres�  all�Universit� della Calabria, alla regione e alla Rai per la Calabria di predisporre un piano formativo con l�istituzione di una scuola di specializzazione o di un master di secondo livello di indirizzo linguistico-comunicativo destinato alla formazione e all�aggiornamento degli operatori della comunicazione chiamati ad operare nelle strutture radio-televisive.