Per la rappresentazione del presepe vivente, alla sua seconda edizione (dopo quella 2003 di contrada Lafkandino), la scelta � caduta su una delle zone pi� antiche del piccolo centro albanofono, il quartiere Borgo, uno dei primi caseggiati d�insediamento arberesh dopo le migrazioni di tanti secoli fa in terra italiana.
Lo scenario quest�anno � apparso assai diverso da quello precedente, che vedeva svolgere l�intera azione in un grande casolare di campagna; l�altro ieri, invece, a essere animati (come non si vedeva da molti anni) erano sheshi Burgut (al secolo piazza Nard�) e la zona circostante, ancora oggi piena di quegli archi che congiungono le varie abitazioni, la maggior parte delle quali ieri (al contrario degli altri giorni) popolate all�inverosimile.
Visto in modo laico, allora, il presepe vivente lungrese del 2004 potrebbe essere considerato un balsamo, seppure breve, per un quartiere che meriterebbe pi� attenzione; come grande evento religioso, invece, bisogna riconoscere l�entusiasmo e il senso di abnegazione (entrambi premiati dal grande afflusso di visitatori) di tutti i partecipanti, ognuno dei quali incardinato nel proprio ruolo, a cominciare da chi ha pensato alla logistica e dal principale promotore Padre Salvatore Sulla.
Il percorso obbligato faceva intendere anche l�intenzione di contaminare la scenografia tipica del presepe natalizio con quanto di pi� caratteristico della cultura arbereshe. Cos� lungo le vie del Borgo, prima di arrivare alla capanna del Bambino (con Ges� Bambino, Maria, Giuseppe e i Re Magi interpretati rispettivamente da Iacopo Bavasso, Zaira Stratic�, Giovanni Forte, Angelo Todaro, Piero Tufo e Mirko Pierno), si aveva il piacere d�incontrare quello che un tempo caratterizzava la gjitonia (il vicinato) tipica albanese.
In costume arber�sh, giovani e meno giovani, hanno interpretato le fasi in cui shkanonej buk�t (iniziava la panificazione), quella della lavorazione del filo dall�arcolaio (anemi) al telaio (argalia), della vendita di alimenti come peperoni (peprat), peperoncini piccanti (djavullicrat), aglio (hudra) e cipolla (qept) e quella della distribuzione di dolci del periodo. Per il 2005 il presepe vivente si trasferisce forse nel rione S. Elia.
Eugenio Marigliano