Intervista ad Anna Stratig�

 

Il �bucaneve� multietnico

La rivista Amadeus dedica uno speciale alla riscoperta della musica arbereshe

 

E� in edicola un numero speciale di Amadeus, la nota rivista di cultura musicale classica che, per la prima volta, si lascia contaminare dalle sonorit� etniche e popolari. Il supplemento di gennaio, infatti, presenta una pubblicazione dedicata alla storia, cultura e musica degli Arb�resh� e un cd che raccoglie i canti d�Arberia e d�Albania. Le espressioni musicali dell�antica minoranza linguistica sono offerte agli ascoltatori come esempio dell�incontro tra culture, poich� i ritmi e le melodie albanesi sono gi� il risultato della fusione delle sonorit� balcaniche, orientali, bizantine e mediterranee.

Il progetto Lulebor� � questo il titolo della registrazione inedita che in italo-albanese vuol dire �bucaneve� � partendo dall�animo poetico di un popolo lontano, presenta i canti popolari, tradizionali in una nuova veste particolarmente accattivante, grazie ai tanti musicisti che hanno collaborato con Anna Stratig�, a cui si deve l�idea del progetto. Con lei, vi suonano Piero Gallina, Massimo Garritano, Checco Pallone e Giuseppe Sergi, riuniti nel Lulebor� Ensamble, oltre al gruppo Xicr� (Antonello Ricci, Arnaldo Vacca e Alessandro Cercato) e a Nicola Pisani, docente al Conservatorio di Cosenza. Un progetto musicale corale, che ha coinvolto anche i lungresi Angelo Stratig� e Teodosio Cal�, rispettivamente all�organetto a quattro bassi e alla karramunxa (la zampogna surdulina) e la voce di Giovanna Marini, cantautrice e studiosa di canti popolari.

Il cd e lo speciale, realizzati anche con il contributo dell�associazione Cluster e della Provincia di Cosenza, saranno presentati al pubblico il 3 gennaio prossimo, nelle sale del castello di Corigliano Calabro. Sar� l�occasione per approfondire i contenuti raccolti nello speciale appena pubblicato, con interventi di Gaetano Santangelo, editore e presidente della Fondazione Amadeus, Donatella Laudadio, assessore alle Minoranze Linguistiche della provincia di Cosenza, Papas Donato Oliverio, vicario vescovo dell�Eparchia di Lungro, Antonello Ricci, antropologo e Roberta Tucci, etnomusicologa. All�incontro, moderato da Alfredo Frega, seguir� un concerto di Anna Stratig� con il Lulebor� Ensamble e gli artisti di Xicr�.

Per la Stratig� �fare musica � un�esigenza vitale � scrive nello speciale di Amadeus Antonello Ricci � forse perch� ha sempre cantato, insieme agli zampognari e agli organettari, nelle riunioni fra amici, nelle sfrenate giornate del Carnevale di Lungro (suo paese natale, ndr), nei pianobar estivi, nei concerti di musica arb�resh� in giro per il mondo�.

Stratig�, com�� nata quindi l�idea di pubblicare Lulebor�?

Ho sempre pensato a un�iniziativa come questa, per far uscire la musica e la cultura italo-albanese fuori dai suoi confini. Con il gruppo di Lungro �Moti i Par�, in passato, avevamo partecipato a festival internazionali, ma erano pur sempre contesti di nicchia. In seguito, durante il mio percorso jazzistico, ho rivalutato l�idea e, grazie a Carlo Vitali, critico di Amadeus, ho avuto la possibilit� di iniziare a registrare.

E� stato un percorso complicato?

S�, ma ce l�abbiamo fatta facendo incontrare la Calabria e Milano, la provincia di Cosenza, l�Unical e i musicisti del Conservatorio e quelli di Lungro con la Fondazione Amadeus: tanti contributi e tante anime al servizio di melodie antiche, ma affascinanti.

Spera che cos� la cultura arb�resh� possa coinvolgere quanti ancora non la conoscono?

I brani di �Lulebor�� sono ascoltabili da tutti, inoltre nel libretto del cd ho spiegato l�origine dei canti che abbiamo arrangiato innovandoli con la bossa nova e delle nuove composizioni. In entrambi i casi, si tratta di interpretazioni che rispettano la tradizione e i passaggi armonici tipici. Il cd, diffuso in 30 mila copie, inoltre, � venduto a un prezzo simbolico.

In che modo vi ha contribuito Giovanna Marini?

Ci siamo incontrate tante volte, negli ultimi anni, poi, parlandole del progetto � arrivato il momento, commovente, in cui siamo riuscite a concretizzare la collaborazione. Insieme cantiamo �Popo Jeta�, un brano tradizionale lungrese che era stato studiato nel 1954 da Carpitella e De Martino e che mi incantava fin da piccola, perch� lo cantava il mio pap�.

E il brano che da� il titolo alla raccolta?

�Lulebor� � un testo emozionante, scritto da Simon Gjoni, albanese di Scutari, e tradotto da me in lingua arb�resh�. La dolcezza del nome del fiore, il bucaneve, racconta per� la storia straziante di un amore impedito fra due giovani di ceto diverso ostacolati dal regime comunista. Per me significa anche cosa vuol dire vivere senza libert�.

La registrazione si chiude in modo molto particolare..

S�, con una risata. Pur essendo un lavoro serissimo, elegante, abbiamo scelto di concludere la rassegna di canti con un situazione carnevalesca, tipica di Lungo, dove la zampogna di Teodosio Cal� e l�organetto di Angelo Stratig� accompagnano i �vjersh�, i versetti improvvisati fra chi si riunisce nella festa collettiva.

 

Maria Frega

(Quotidiano della Calabria, 31 dicembre 2008)