Vuxha e Shkoll�s � il periodico di informazione delle Scuola Primaria (ex elementare) di Lungro ed Acquaformosa. A realizzarlo sono gli alunni del gruppo giornalino di Lungro e le classi 4^ e 5^ di Acquaformosa. Il giornale ha scadenza trimestrale. In questi giorni � stato distribuito il secondo numero relativo all'anno scolastico 2007/08.
Nel periodico sono inserite notizie di vario genere: avvenimenti, ricorrenze, motivi stagionali, attivit� scolastica, ecc.
Ampio spazio � dato al recupero e alla valorizzazione sia della lingua che delle tradizioni delle due comunit� arb�reshe.
Forse, per gli argomenti trattati, dovrebbe essere diffuso anche fuori dalla scuola.
Vi proponiamo, qui di seguito, alcuni articoli per rendere l'idea dell'informazione che si pubblica.
Pasqua ieri
Un tempo la Pasqua si festeggiava in modo diverso da oggi. Anzitutto non si mangiava carne durante la Quaresima e si digiunava. Nei primi giorni della Settimana Santa venivano realizzati i dolci tipici: grandi ciambelle cotte nel forno a legna. Per i bambini, con lo stesso impasto, preparavano delle bambole con al centro un uovo sodo da mangiare il giorno di Pasqua.
La sera del Venerd� Santo, poich� non c�era la corrente elettrica, nelle case si accendeva il �miccio� di stoffa messo insieme ad un poco di olio nei lumi e si cantavano le �Kalimere�.
Il Sabato Santo, al suono delle campane, era consuetudine, nelle case, percuotere i cassoni con un legno pronunciando queste parole �Ikni mi, ikni pieshta ecni gjith� ket ato vreshta� (Uscite fuori topi e pulci e andate nelle vigne). Era un rito propiziatorio per scacciare la miseria e il male.
A notte fonda, invece, molti bussavano alle porte per chiedere uova, salsicce, formaggio e dolci che avrebbero costituito il pranzo pasquale per chi era povero. La mattina di Pasqua si andava in chiesa alle 4:00. Quando si ritornava a casa si mangiavano uova con salsiccia o con cipolline, ricotta, gelatina di maiale (puftea) e si beveva vino.
I bambini, durante il periodo pasquale, facevano il gioco del �piruzzo� (lippa), gioco eseguito con pezzi di legno di diversa grandezza.
Classe V - Acquaformosa
Lungro: �la piccola Rio�
Quest�anno, nel nostro paese, il Carnevale � stato diverso: pi� ricco, pi� movimentato, pi� vario. Infatti, negli ultimi tre giorni (domenica, luned� e marted�) corso Skanderbeg era pieno di gente, venuta anche dai paesi vicini, per vedere le numerose maschere che sfilavano per le vie del paese.
Tanta gente, ci hanno raccontato i nostri genitori, non si vedeva da anni, dall�epoca della rievocazione storica delle gesta di Skanderbeg.
Forse per il bel tempo, forse per il concorso, organizzato da un gruppo di giovani con il patrocinio dell�Assessorato al Turismo, finalizzato alla premiazione della migliore maschera, Lungro � tornata ad essere �la piccola Rio�, come veniva chiamata un tempo.
Anche noi del gruppo giornalino ci siamo mascherati, anche se non tutti con vestiti comprati, e ci siamo divertiti tanto. Del grup-po solo Saverio e Giuseppe hanno fatto parte della stessa compagnia. Saverio si � vestito prima da moschettiere e poi da Batman, mentre Giuseppe da Zorro Degli altri componenti Charlotte ha indossato i panni di una top model, Domenico Pio quelli di Zorro, Angela ha messo solo una maschera e Vincenzo, vestito normalmente, si � aggregato alla compagnia dello zio ed ha girato per il paese accompagnato dal suono della fisarmonica.
Domenica sera eravamo tutti in corso Skanderbeg per assistere alla premiazione. Le maschere che hanno sfilato erano tutte belle, per� alla fine la giuria ha premiato un gruppo vestito con i tipici costumi albanesi, sia maschili che femminili.
Speriamo che anche nei prossimi anni il Carnevale sia cos� movimentato.
Gruppo Giornalino - Lungro
PICIHUDRA
Durante la settimana dei morti, secondo le nostre usanze, si gira per le case a chiedere la �picihudra�, cio� qualcosa da mangiare per le anime dei defunti.
Nei tempi passati erano solo i poveri, grandi e piccoli, a girare per il paese, cos� avevano da mangiare per alcuni giorni.
Oggi, invece, siamo tutti noi bambini a mantenere questa usanza. Come tutti gli anni, anche quest�anno abbiamo formato dei piccoli gruppi e, muniti di buste e borse, ogni sera abbiamo bussato a tutte le porte di una zona del paese. Ogni volta che una porta si apriva chiedevamo: - Ce la fate la �picihudra�?
E, come per magia, nelle mani di chi apriva compariva qualcosa di buono che spariva nelle nostre borse. Cos�, felici, ci allontanavamo senza dire grazie, perch� questa � l�unica occasione in cui non si ringrazia.
Sul tardi ognuno di noi � ritornato a casa e ha svuotato le borse mettendo tutte quelle cose buone sul tavolo: brioche, cracker, patatine, crostatine, succhi di frutta, caramelle e perfino wurstel. Che gioia!
Speriamo che questa usanza non si perda.
Classe V - Acquaformosa
Java e prigatorvet (settimana dei defunti)
Nei paesi arb�resh� di rito bizantino-greco i defunti vengono com-memorati, invece che il 2 novembre come nella tradizione cattolica, nella settimana precedente la domenica di carnevale.
Si crede che Ges� Cristo dia il permesso alle anime perch� escano dall�oltretomba e facciano ritorno sulla Terra per ritrovare i luoghi in cui sono vissuti.
Per commemorare un defunto � consuetudine usare il grano bollito che viene disposto sul pane tagliato a fette, i cosiddetti �collivi� o �panagjia� che vengono distribuiti ai parenti pi� vicini.
Presso le nostre comunit� era tradizione della gente pi� bisognosa chiedere l�elemosina �pir shpirtin e prigatorvet� (per l�anima dei cari defunti), recandosi casa per casa.
Nelle famiglie pi� nobili, il gioved�, si preparava in una grossa pentola il grano bollito che veniva distribuito, la sera, ai poveri.
Anche a Lungro era consuetudine della gente bisognosa bussare casa per casa e chiedere l�elemosina (picihudra): olio, grasso, salame, pane.
Il sabato che conclude la settima (e shtuna prigatorvet), � un giorno di profonda tristezza, perch� i defunti sono obbligati a ritornare nell�oltretomba, distaccandosi dai propri cari. In questo giorno il sacerdote e i fedeli si recano al cimitero dove si celebra la Messa e si benedicono le tombe.
Di estrema suggestione la cerimonia religiosa che avviene a San Demetrio Corone:dopo la processione al cimitero, i parenti degli estinti si appartano nelle tombe dei propri cari per consumare cibo e bevande. Chiunque passa nelle vicinanze viene invitato a partecipare al banchetto.
Questa singolare tradizione affonda le sue radici in usi antichissimi.
Gruppo Giornalino - Lungro