Nj� her� rrini e shurbeni Firmoz� nj� zot virteta i zgjedhur, Zoti Vi�enx Matrangolo. Burr� i mir� dhe me shpirtin e madh, shum� i urt� dhe, nj� drit� pir  gjindjen e katundit, ku u kish ler� n� vitin1913.

Shum� jan� shurbiset �� thufen edhe �� jan� martri mbi personalitetin e tij, besin dhe dashurin e madhe pir tjert�.

Ju rr�fyemi ca, nd�r m� t� njohurit,�u b�n nani p�rrallez�.

Kur kish 14 vje� e studjoni ket seminari e Grotaferat�s, prind�t kishin p�nxuar se t� vejin nd� Merk�t ( ish moti kur gjindja vejin jasht� ka Italia se t� shurbejin) e i than t� birit se t� veni me ta.

Trimi Vi�enxi dini mir� se ndose n�ng veni me prind�t kushedi nd� i shif m�, po ai zgjodh� t� veni nd� seminar, e burthoj sa e madhe ish besa e tij.

ǒahirna shkoj shum� mot par� se t�  shifni t�jemin. Pirpoq t�jatin, piak e i s�mur� p�staj �� shkuan qasur nj�zet vjet.

Kur firnoj studimin e teologjis n� Rom� p�nxoi shum� �udh� kish� t� mirr. Pyeni vet�m �� donej Inzot se ai ish gati t�e b�ni..

Cila ish shurbesa m� e mir�?  T� qinndroni Rom�, t� zeni carierin diplomatike o t� beni zotin Grotaferat�?

Ai, p�staj, rr�fyeni se nj� dit� kur ish e spasioni pr�z� Teverit  e p�nxoni at� �� kish t� beni, gjegji ni� vuxh� �i thonej: ��� kam dirgonj ka gjindja jote, ka katundi yt�, m� se tij?�

Kapirti ahirna se ajo ish virteta  �e th�rritura�.

Kish�t prirer �doher� ka gjingia e tij, ka arb�resh�t, ket katundi tij e t� tohni meshin grek-bizantin.

K�shtu b�ri. U pruar� Firmoz� e n�ng iku m�, edhe kur kardinall Tisserant i tha se t� venej t� shurbeni nd� Vaticant dhe kur Papa dote benej peshkop� i Hor�s e Arb�reshvet. Ai ng� ndroj koc�.

Kur p�staj, ket viti 1936, desh t� b�nej ikonostasin m� qish�, vate ai vet e mbiodh turrest� nd� katund e dhe mbiodh 600 lir�.

Njifni gjith� familjet e katundit e shum� h�r� i ndifni kur kishin b�zonj. Nga famil� ndieni bulkaciun pir t� e i dha turres pir sa mundni.

Turres�t �� mbjodhi, ndir ata mote, n�ng ishin pak po n�ng sosijin se t� befshin f�tig�t.

N� njeri i tha mos ver� ikonet e Zotit Krisht dhe t�Sh�njtravet t� mira e t�arta po v�ri kartje .

Po Zoti Matrangolo, �� arrivoni t� b�ni �doher� at� �� doni, i tha: � Zoti Krisht ��sht� Firmoz�, katund i vikir nd� Kalabriet, n�ng �sht� ndrishe dhe m� pak i mir� se ai i Rom�s, hor� pavdekje .

Zoti Krisht i Firmoz�s dhe qisha e saj kan ken shurbiset si i ka Roma�.

K�shtu vate: ture b�n� shum� sacrifi�e, pa �� qindroni pirpara ostakulvete. B�ri at� �� do t� b�ni.

P�staj �� ndreqi qish� e Firmoz�s dhe b�ri nj� t� re: Qisha e Miserikordies. Pra  zu f�tig�t se t� b�ni mozaiket ket Qisha Sh�n Janit. Mozaiket dhe piturt� c� bukurojin Qishin e Sh�n Janit i b�jin shum drit�  katundit t�n.

Thufet edhe se ndir vitrat �60, Zoti, �� n�ng lodej mosnj�her�, ruani, ture p�nxuar at� �� kish b�n , gjindien �� ik�jni ka katundi e vejin nd� Xhermaniet. T� m�dhenj�t e katundit ikjin e vejin t� gjejin f�tig� ket katunde e huaja dhe  lejin f�milin prind�vet.

Ish nd�r ata vitra �� nj� djal� i vendit pat� ish i rikoverartur ket spitali �Gaslini� i Xhenoves (Genova).

Zoti Matrangolo kapirti si ish shurbesi dhe se turres� ng�ishin shum� pir djalin i smur� �� rrini me nanin e tatmadhin.

Zoti kirkoj t� gj�ni modin t�i ndifni gjith� djal�ravet �� kishin b�zonj.

Stisi, hapu dhe mbajti hapt�  pir 40 vjet kolexhet (Centri di assistenza giovanile � Qendret pir t�ndihjen e t� rinj�vet ) ku nd�jtin dhe qen� t� ritur shum� djal�ra �� vijin ka katundet t� ndryshme t� Kalabries�.

Raportet  me k�ta djal�ra kan� q�n� shum� t� fort. Zoti ka q�n� pir ata  tat� dhe shok�. Kish bes� nd�r vlemete tyre dhe shtyni pirpara t� bejin.

Ai ish m� i hapur me ata djal�ra �� kishin m� b�zonj; i doni shum� mir� dhe shkoni shum� mot me ata , ture dh�nur kunxile.

Pir disa nd�r ata m� t� shkret ka qajtur dhe u dh�mb shum� si kur Pjetir Peta(�� kish nd�njur nd� kolexhit) nd�nj keq� ket Spitali i Katanxarit. Zoti pr�z� shtratit e k�tij djalit parkalesi, qajti dhe i lypi t�Yn� Zoti t�e shironi.

Pra, kur kishin shkuar shum� vjet, dhe zoti Matrangolo u mbjak� dhe ai nd�nj shum� smur� po ish kutjend� se gjindja e tij e doj mir� dhei rini afir.

Shum� dhe ndryshe shurbise mund rr�fyami mbi zotin Matrangolo po na p�nxomi se edhe vet k�to �� kemi rr�fyer sos�jin pir t� b�mi nj� mozaik e jet�s s� tij, t� krishterit dhe t� priftit.

Na jemi sikuru se e mbami mend� pir sa t� rromi me figurin e tij t� masur dhe e ashpir kur predhikoni dhe ngit� me modhe  t� rr�nde dhe t� dashur argomende teologjike e so�ale.

Do t� mbami mend� zotin nga her� �� ish me ne nd�r festat, manifestaciun�t dhe t� tjera her� kur jipni pjesin e tij .

Fino a qualche anno fa � vissuto ed ha operato ad Acquaformosa un parroco davvero speciale, Zoti Vincenzo Matrangolo, uomo buono e generoso, colto e preparato, che ha rappresentato un punto di riferimento per la gente del paese, dove egli era nato nel 1913.

Numerosi sono gli episodi della sua intensa vita e gli aneddoti che si raccontano a testimonianza del suo grande carisma, della sua forte personalit�, della sua fede, del suo smisurato amore per gli altri.

Ne riferiamo alcuni, tra i pi� significativi, ormai divenuti leggendari.

All�et� di 14 anni, mentre frequentava, con profitto, il Liceo presso il Seminario di Grottaferrata, i suoi genitori decisero di partire per la lontana America (erano gli anni della grande emigrazione) e proposero al loro figlio di seguirli.

Il giovane Vincenzo sapeva bene che non seguire i genitori avrebbe potuto significare un distacco definitivo da loro ma egli, richiudendosi alle spalle le porte del seminario, vi rientr� definitivamente dimostrando quanto vera e decisa, profonda e sentita fosse la sua vocazione.

Trascorse un bel po� di tempo prima di rivedere  sua madre. Rincontr� suo padre, ormai vecchio e malato, solo dopo circa vent�anni.

Completati, poi, gli studi teologici a Roma fu molto combattuto nel dover prendere un�altra importante decisione della sua vita. Si chiedeva che cosa Iddio preferiva da lui e si diceva pronto.

Qual era la cosa pi� giusta? Che rimanesse per sempre a Roma, intraprendendo magari la carriera diplomatica, o che restasse monaco a Grottaferrata?

Egli stesso, in seguito, raccont� che un giorno, mentre passeggiava lungo il Tevere, assorto nei suoi pensieri e nelle sue meditazioni, angosciato per la sua indecisione, sent� una voce che distintamente gli diceva: � Chi mander� tra la tua gente, presso il tuo popolo, se non proprio te?�

Cap� allora che quella era la vera � chiamata�.

Doveva tornare tra la sua gente per sempre,tra gli arb�resh�, nel suo paese e officiare,come parroco, i riti greco-bizantini.

Cos� fece. Rientr� ad Acquaformosa senza mai pi� allontanarsene, neppure quando fu invitato dal cardinale Tisserant a ricoprire prestigiosi incarichi presso gli Uffici Vaticani o quando il Papa avrebbe voluto nominarlo vescovo di Piana degli Albanesi.

Quando poi, nel 1936, dovette dedicarsi all�allestimento dell�iconostasi in chiesa, fece personalmente una raccolta di soldi tra i suoi parrocchiani che ammont� a 600 lire.

Conosceva tutte le famiglie del paese e si faceva spesso carico dei loro problemi, che aiutava a risolvere. Ogni famiglia quindi si sent� in dovere di ricambiare l�aiuto e, secondo la propria disponibilit�, partecip� alla raccolta dei soldi.

La cifra complessiva, per quei tempi, non era modesta ma comunque insufficiente per il costo del lavoro da effettuare

Qualcuno, allora, gli sugger� di utilizzare, al posto delle preziose icone originali in oro, delle semplici stampe di Ges� e dei vari Santi.

Ma Zoti Matrangolo, volitivo e determinato nelle sue decisioni, rispose: �Il Cristo che si adora ad Acquaformosa, piccolo centro albanofono della Calabria, non � diverso e quindi non meno importante di quello che si adora a Roma, capitale eterna.

Il Cristo di Acquaformosa e la sua Chiesa avranno perci� gli stessi ori e lo stesso marmo prezioso che hanno a Roma�.

E cos� fu: con grandi sacrifici, senza mai sconfortarsi e scoraggiarsi di fronte alle inevitabili difficolt�, riusc� nel suo intento.

Dopo aver fatto restaurare le chiese di Acquaformosa, e averne fatto costruire una nuova, la chiesa della Misericordia, avvi� i lavori di decorazione musiva della Chiesa  Parrocchiale di San Giovanni Battista. I dipinti e i mosaici che abbelliscono ed impreziosiscono la Chiesa Parrocchiale, sono oggi il vanto del nostro paese.

Si racconta, ancora, che negli anni �60, l�instancabile Zoti, assisteva, rivivendo la sua sofferta esperienza, ad un�altra emigrazione, quella verso la Germania. Gli adulti del paese partivano in cerca di lavoro in terra straniera e lasciavano, seppur temporaneamente, i loro figli affidandoli ai nonni.

Fu proprio in quegli anni che un ragazzo del posto doveva essere ricoverato necessariamente, per gravi problemi di salute, all�ospedale �GASLINI� di Genova.

Padre Matrangolo si rese conto di quanto fossero grandi le difficolt� per trovare i contatti giusti col centro ospedaliero specialistico di Genova, maggiormente per un ragazzo, momentaneamente senza i genitori e affidato a nonni anziani e inesperti.

Decise allora che avrebbe dovuto trovare una soluzione che aiutasse tutti i ragazzi in difficolt�.

Si adoper�, cos�, per l�istituzione dei �Collegi�, Centri di assistenza da lui voluti e diretti, che furono proficuamente attivi per oltre 40 anni e che hanno ospitato, aiutato e, in alcuni casi, recuperato alla vita, molti giovani, provenienti da tutta la Calabria.

Il legame con questi ragazzi fu molto forte: fu per loro padre e amico, un sicuro punto di riferimento. Credeva nelle loro capacit� e li incoraggiava a coltivare i loro interessi.

La sua disponibilit� diventava particolarmente concreta con i ragazzi pi� bisognosi di affetto e di attenzioni ed egli trascorreva, in loro compagnia, la maggior parte del suo tempo libero, offrendo il suo sostegno, il suo conforto, i suoi preziosi consigli.

Per alcuni di loro, pi� sfortunati degli altri, soffr� molto. Soffr�, ad esempio, profondamente quando si rec� presso l�ospedale di Catanzaro dove era ricoverato il giovane Piero Petta ( ex ospite del Centro di Assistenza), in coma, in seguito ad un terribile incidente. Presso il letto del ragazzo pianse e preg� il Signore perch� lo facesse �risvegliare� presto.

Quando, poi, gi� avanti negli anni, egli stesso, colpito da ictus, si trovava in ospedale, riusciva a rallegrarsi, piangendo per  la commozione, nel verificare, se mai ce ne fosse stato bisogno, quanto la sua gente gli fosse vicino nel momento della sofferenza, quanto bene gli volesse veramente.

Tante altre cose belle potrebbero essere dette di lui, ma noi riteniamo che gi� questi pochi ma significativi episodi del suo passaggio terreno siano tasselli sufficienti per comporre anche noi un mosaico, il mosaico della sua nobile figura, il  mosaico dell�uomo prima ancora che dell�uomo di chiesa.

Noi siamo sicuri che lo ricorderemo sempre: ricorderemo l�atteggiamento serio e austero, addirittura �severo�, quando, predicando, affrontava e trattava in modo esauriente e brillante, nei suoi sermoni,, oltre a importanti temi teologici, problematiche sociali attuali.

Ricorderemo la sua immancabile presenza in ogni manifestazione culturale, artistica e folcloristica, dove offriva sempre il suo contributo con opinioni originali ed incisive.

Ma la cosa che ci piacer� maggiormente ricordare, ereditare e raccontare � il suo brio, la sua vivacit�, la sua gioia mentre scherza felice coi  �suoi ragazzi� che chiama con nomignoli scherzosi ma affettuosi; il suo essere perennemente �giovane� nel mentre, gi� in et� avanzata, gioca a calcio coi ragazzi del paese e quelli del Centro nel campetto (da lui stesso fatto costruire) adiacente al Collegio e colpisce un pallone in volo.