L'articolo di Teresa Liguori "Aiuto! Ci vogliono restringere il Parco "

La replica

del Presidente del Parco Nazionale del Pollino

Francesco Fino

a Teresa Liguori

 

Scrivo per rispondere all'articolo "Aiuto! Ci vogliono restringere il Parco", pubblicato da Calabria, n. 215 di maggio, a firma della presidente regionale di ItaliaNostra, Teresa Liguori. Sono profondo e convinto assertore della necessit� ed opportunit� della libert� di parola per tutti, anche ovviamente in contrapposizione tra le parti e chiedo ospitalit� per una replica perch� dissento, anche profondamente in alcuni punti, da quanto affermato dalla Liguori.

Intanto i numeri: viene affermata una diminuzione della superficie dell'area protetta di 9.000 ettari. Ci� risponde a verit�, ma la stessa � risultanza di entrate ed uscite su entrambi i versanti regionali. Per quanto attiene la Calabria si registrano uscite pari ad 8.104 ettari a fronte delle quali vi sono nuovi ingressi per 4.534 ettari (con un saldo negativo pari a 3.570 ettari), mentre in Basilicata si registrano solo uscite pari a 5.990 ettari. Il tutto porta ad un saldo negativo di 9.560 ettari.

Un aggiustamento quindi sul territorio dell'area del Parco, con anche ampliamenti e nuovi ingressi, senza che questi vengano minimamente accennati nell'ambito dell'articolo forse perch� testimoniano un rinnovato interesse per il Parco da parte del territorio.

E sono proprio tali comportamenti, evidentemente volutamente omissivi e strumentali, che finiscono con il rendere poi poco credibile l'intero ragionamento che viene portato avanti; la necessit� di far colpo finisce con il fare perdere quella obiettivit� necessaria in qualsiasi discorso, tanto pi� quando lo stesso non riguarda fatti personali, bens� un intero territorio ed i cittadini che vi abitano (ricordo che all'interno dell'area parco risiedono circa 200.000 abitanti).

Altra omissione � la mancata spiegazione di come si � giunti a tale delibera da parte del Consiglio Direttivo dell'Ente nel mese di novembre scorso. Intanto, e solo ai fini della comprensibilit� del discorso, consentitemi di fare un discorso di divisione territoriale tra Basilicata e Calabria. Ho sempre inteso il Parco nella sua unit� e mai come versanti regionali ed anche la riperimetrazione va necessariamente intesa in tale ottica. Ma dal momento che in questo momento sto colloquiando con l'organo di informazione della Regione Calabria, allora � forse opportuno "dare i numeri" (esatti per�!) che riguardano il territorio regionale calabrese del Parco Nazionale del Pollino.

Ed allora si scopre che sul versante calabrese il Parco, bench� in diminuzione, sembra destare, come detto, un rinnovato interesse dimostrato dalla richiesta di nuovo ingresso di comuni allo stato esterni all'area protetta. Tale interesse � forse dovuto (ma non sono io che lo devo certificare) proprio alla volont� e disponibilit� da parte dell'Ente di affrontare concretamente e senza false e demagogiche ideologie le problematiche in discussione, consapevole anche del rischio di mettersi in discussione come progetto complessivo.

Mi sembra per� che, almeno per il versante calabrese, non sia mai stata in discussione la validit� del Parco allorquando si � stati disponibile a valutare (e non accogliere acriticamente) le esigenze che dal territorio provengono e che solo la richiesta di fuoriuscita da parte di comuni lucani genera un risultato complessivo fortemente negativo; peraltro, ma questo � solo il mio pensiero, uscite lucane causate da motivi solo ed esclusivamente di ordine "politico": Senza peraltro dimenticare che i numeri dicono che si tratta di una diminuzione contenuta in meno del cinque per cento del territorio attuale.

Preferisco quindi credere che la dotto- ressa Liguori non sia stata esattamente informata sulla questione e si sia quindi lasciata andare in un discorso fazioso e di parte, non obiettivo.

D'altro lato per� dalla semplice lettura delle premesse contenute nella delibera "incriminata", peraltro come sempre avviene in tutte le delibere molto stringata e contenuta, si evince chiaramente di come si sia giunti a tale determinazione. Semplicemente con un grosso lavoro di partecipazione e concertazione con il territorio; grosso lavoro svolto dalla Comunit� del Parco ed in particolare dalla sua consulente su tutto il territorio con discussioni ed incontri che hanno visto la partecipazione in primo luogo dei sindaci dei singoli territori interessati, ma che insieme a loro a visto partecipare, insieme molto spesso, associazioni venatorie e associazioni ambientaliste; non sempre si � raggiunta una piena intesa, ma molto spesso si � riusciti a trovare, grazie anche all'intervento preciso ed autorevole in materia del Corpo Forestale dello Stato al quale va il mio personale ringraziamento, un punto di equilibrio nella gestione del problema.

E tale grosso lavoro di concertazione ha portato alla delibera della Comunit� del Parco, pressocch� unanime, di proposta di riperimetrazione poi discussa ed approvata dal Consiglio Direttivo dell'Ente.

Si � cercato quindi di dare finalmente voce concreta al territorio e far nascere dallo stesso la nuova perimetrazione del Parco, correggendo senza stravolgerla, la attuale perimetrazione, come pi� volte detto non da me, "calata dall'alto".

Si sar� potuto anche commettere qualche errore ma sembra strano di come la stessa dott.ssa Liguori sembri ignorare, dopo una lunga, dotta ed interessante dissertazione storica sulla formazione della legge 394/91, quello che � l'iter che ancora tale provvedimento deve seguire prima di essere operativo.

Mi sembra di sapere che il Ministero dell'Ambiente, al quale formalmente � stata inviata la delibera completa di allegati, abbia gi� provveduto alla convocazione delle Regioni interessate per l'esame della proposta stessa. Un primo incontro, causa probabilmente campagna elettorale in corso, � andato deserto, ma presto, ne sono convinto, seguir� altra convocazione. In tale sede la Regione Calabria potr� eventualmente fare valere le proprie ragioni lo dico che tale provvedimento soddisfa, e solo parzialmente, le esigenze e richieste del territorio; alla Regione ed i suoi rappresentanti istituzionali il compito di una verifica e la responsabilit� di una posizione precisa.

Una ulteriore considerazione, mi sia consentita. Riguarda la presunta svolta "antistorica" ed il "ritorno ad anni bui" in caso di approvazione definitiva della proposta da parte del Ministro Matteoli.

A parte anche in questo caso la ignoranza sul complessivo iter di formazione del provvedimento, voglio solo ricordare alla dott.ssa Liguori di come proprio sotto la gestione dell'On. Matteoli siano state istituite nuove aree protette, terrestri e marine, proseguendo nell'azione di tutela e salvaguardia del territorio nel suo complesso ed aggiungendovi, magari, il rispetto verso chi quei territori con grossi sacrifici abita e vuoi continuare ad abitare.

Quanto poi agli interventi richiamati nell'ambito dello stesso articolo:

-ricordo alla dott.ssa Liguori gli incontri succedutisi alla presenza del Direttore Generale Arch. Prosperetti della Direzione Generale per i beni culturali e paesaggistici della Calabria e come da tali incontri sia scaturita l'approvazione da parte dello stesso del progetto del Punto Informativo dell'Ente Parco nei pressi del santuario di Madonna delle Armi di Cerchiara;

-faccio presente e ricordo alla stessa di come il progetto dei parcheggi a Piano Visitane, non da me approvato ma da me pienamente condiviso, gode di finanziamenti regionali gi� da molti anni, di come lo stesso sia stato rivisto nella sua dimensione ed invito la stessa a recarsi negli stessi luoghi in determinati giorni per rendersi conto di come lo stesso vada proprio in direzione di una regolamentazione del traffico, e quindi tutela del territorio, evitando il c.d. "parcheggio selvaggio". A meno che non si voglia chiudere l'intera area alla fruibilit� di residenti e turisti, assumendosi le conseguenti responsabilit� di tale decisione;

-lascio alla sua considerazione la definizione di pseudo rifugi a costruzioni non raggiungibili se non che a piedi e perfettamente inseriti nell'ambiente ove sono stati realizzati;

-in riferimento infine all'annoso problema della caccia, e relative proposte parlamentari, non credo che ad alcuna associazione, ne tanto meno al Ministro dell'Ambiente, sia consentito di proibire ad un gruppo di parlamenta- ri della Repubblica la presentazione di una proposta di legge; di proposte di legge, le pi� astruse e stravaganti, ne esistono tante negli archivi dei due rami del Parlamento, l'importante, e mi pare non possano sussistere dubbi in merito, � la ferma e decisa presa di posizione contraria, nel merito, da parte del Ministro Matteoli, ancorch� la stessa proposta fosse cofirmata da alcuni colleghi di partito del Ministro stesso. Altra cosa � l'ipotesi di modifica della legge 394/91 in merito alla possibilit� di transito delle armi nel territorio del Parco. In questo caso si tratterebbe solo di venire incontro alle legittime e giustificate esigenze di una categoria alla quale non appartengo personalmente, ma che ha diritto di veder rispettate le proprie esigenze senza ingenerare facili ma demagogici "processi alle intenzioni".

In chiusura vorrei rivendicare il diritto di poter essere considerato anche io detentore del principio della tutela dell'ambiente. Non si pensi da parte di nessuno, ItaliaNostra WWF e quanti altri, di essere gli unici ed esclusivi detentori di tali principi, quasi gli fossero stati assegnati per "volont� divina". Anche "altri" pensano a tutelare e proteggere l'ambiente, insieme con chi lo abita; la storia ci dice che � cos�, ed io mi annovero tra gli "altri".

 

Articolo pubblicato sul N. 217 - luglio-agosto 2005 - di

mensile del Consiglio Regionale