PRESENTATO IL ROMANZO “IL SOLDATO DI GARIBALDI” DI GEPPINO MARTINO
Romanzo
storico sul modello di quello ottocentesco e risorgimentale. Questa una delle
definizioni emerse dall’incontro di presentazione del libro di Geppino Martino
(ed. Rubbettino) dal titolo “Il soldato di Garibaldi”. In un incontro, moderato
dal giornalista Alfredo Frega, con la presentazione dell’opera affidata al
docente Unical Francesco Altimari e le conclusioni tratte dallo stesso autore,
molti sono stati gli spunti suggeriti dal romanzo del Martino.
Alla base dell’opera, è stato sottolineato, non solo l’intento di un racconto imperniato su uno degli uomini più illustri della Lungro del XVIII secolo, il generale Domenico Damis, ma la volontà di ricostruire un contesto storico e sociale che, complici diversi personaggi ideologicamente lontani dalle idee base borboniche, fanno del piccolo centro arberesh uno dei luoghi più indigesti al regime borbonico dell’epoca.
La Lungro di quel periodo, per strano che
possa sembrare oggi ai lungresi e ai non lungresi, costituiva una realtà assai
diversa rispetto al contesto tipico meridionale del tempo. I molti operai che
prestavano le loro braccia per l’estrazione del sale dalle viscere del terreno
realizzavano un embrione di carattere operaio difficilmente
rintracciabile, anche dal punto di vista numerico, in ambiti geograficamente
vicini.Questo tratto particolare aiuta inoltre a capire come l’adesione a ideali
liberali e antiborbonici abbia trovato a Lungro terreno più fertile rispetto ad
altri contesti viciniori. Ulteriore prova di quanto affermato sta nei numeri di
alcuni fatti eclatanti dell’epoca: sono duecento i lungresi, con in testa il
Damis, che nel 1848 nella battaglia di Campotenese impugnano le armi contro
l’esercito borbonico; saranno cinquecento, su una popolazione dell’epoca di
circa cinquemila, nel 1860 a unirsi ai Mille di Garibaldi, di cui Domenico Damis
era uno degli illustri componenti. Un’opera, è stato inoltre ricordato, non
sarebbe male fosse letta e commentata nelle scuole lungresi.
La fotografia scattata dal romanzo di Martino, infatti, non trascura l’importanza di molte figure femminili, che andavano oltre quelle che erano la concezione e le funzioni tipiche delle donne di quell’epoca, oppure la tempra e forza psicologica di uomini altrettanto utili alla causa risorgimentale e lungrese come lo stesso Angelo Damis, fratello di Domenico. Un romanzo, insomma, che aiuta a non dimenticare cosa abbia rappresentato l’intero mondo dell’Arberia nel periodo risorgimentale e, in particolare, a mettere in evidenza le peculiarità lungresi.