ANSELMO LORECCHIO
(1843-1924)
Avvocato, giornalista, poeta e scrittore, fu uno dei personaggi più importanti della storia e cultura arbëreshë. Diresse per oltre ventisette anni il periodico La Nazione Albanese, bollettino politico- letterario -culturale. Scrisse diverse opere tra cui ricordiamo: La Questione Albanese, Il pensiero politico albanese in rapporto agli interessi italiani, Memorandum, Albania.
Vi proponiamo di seguito la biografia tratta da L'Albania nell'opera di Anselmo Lorecchio(1) di Oreste Camillo Mandalari (Roma 1939) e la lettera del prof. D. Gabrani (2)
(1)
LORECCHIO cav. uff. avv. Anselmo fu Bernardo da Pallagorio, Circondario di Crotone, Provincia di Catanzaro ed ivi nato il 3.11.1843.
21 dicembre 1868: Laureato in Giurisprudenza nella R. Università di Napoli.
10 novembre 1869: Iscritto nell' albo dei procuratori presso la Corte di Appello di Napoli.
24 maggio 1870: Procuratore del Banco di Napoli. Sede centrale di Napoli.
31 maggio 1878: Con Decreto Ministeriale nominato Delegato Scolastico per i Comuni di Pallagorio, Umbriatico e Verzino, Circondario di Crotone, Provincia di Catanzaro.
11 Marzo 1879: Con Decreto prefettizio nominato Agente demaniale per i Comuni di Cerenzia e di Umbriatico.
12 marzo 1879: Id. Agente demaniale del Comune di Roccabernarda.
15 aprile 1879: Id. id. id. del Comune di Casino.
26 agosto 1880: Eletto consigliere provinciale pel mandamento di Savelli.
14 settembre 1880: Socio effettivo del Club Alpino Italiano, Sezione calabrese.
1880-81-82: Vice Segretario del Consiglio Provinciale di Catanzaro.
30 marzo 1881: Come tale su proposta del Ministro degli Interni, nominato cavaliere nell'ordine della Corona d'Italia, in occasione del viaggio in Calabria delle LL. MM. il Re e la regina.
Il dicembre 1881: Con decreto ministeriale su proposta della Reale Commissione d'inchiesta sulle opere pie, nominato membro del Comitato Circondariale di Cotrone per la inchiesta stessa.
17 settembre 1882: Eletto membro titolare della Deputazione provinciale di Catanzaro.
30 settembre 1882: Membro del Collegio Arbitrale per gli Affari della Sila di Calabria, con sede in Cosenza.
lo settembre 1883: Incaricato dal Prefetto di Catanzaro di una ispezione economica, amministrativa e disciplinare nella R. Scuola Pratica d'Agricoltura di Catanzaro.
25 ottobre 1883: Incaricato di una inchiesta sullo stato della scuola normale con annesso Convitto di Catanzaro.
30 ottobre 1883: Membro della commissione incaricata di studiare e proporre le riforme richieste dagli ingegneri ed impiegati dell'Ufficio Tecnico della Provincia di Catanzaro, per essere pareggiati al personale del Genio Civile.
3 luglio 1883: Conferitagli la cittadinanza onoraria di Verzino da quel Consiglio Municipale.
5 dicembre 1883: Membro del comitato provinciale di Catanzaro per il pellegrinaggio a Roma alla Tomba del Gran Re.
1883-1884: Segretario del Consiglio Provinciale di Catanzaro.
6 febbraio 1884: Membro della commissione deliberata dal Consiglio Provinciale di Catanzaro per far conoscere coi suoi prodotti la provincia all'esposizione nazionale che ebbe luogo in Torino quell'anno istesso.
15 agosto 1884: Incaricato dal Prefetto di Catanzaro di una rigorosa inchiesta su gli amministratori dei Monti FrumentAri di vari comuni della Provincia. 20 novembre 1884: Delegato dal Consiglio Provinciale di Catanzaro alla sorveglianza dei pubblici stabilimenti sussidiati dalla provincia nel circondario di Cotrone.
21 novembre 1884: Delegato dal Consiglio Provinciale di Catanzaro alla commissione per la requisizione quadrupedi nel circondario suddetto.
21 novembre 1884: Delegato dal Consiglio Provinciale di Catanzaro al Consiglio di Leva del circondario.
Dal 1885 al 1888: Presidente della Commissione per le imposte dirette nel mandamento di Savelli.
28 aprile 1885: Rappresentante della Provincia di Catanzaro nella Commissione Interprovinciale per le strade silane.
12 giugno 1885: Membro del Consiglio Provinciale Scolastico di Catanzaro. 30 settembre 1890: Con decreto dei Presidente della Corte di Appello delle Calabrie nominato Giudice Conciliatore nel Comune di Pallagorio. 7 agosto 1891: Promosso Ufficiale nell'Ordine della Corona d'Italia, su proposta del Ministero delle Finanze, dopo espletati lavori del Collegio Arbitrale per gli affari della Sila di Calabria. . .
10 marzo 1892: Con decreto Reale nominato Sindaco del Comune di Pallagorio. 1892-1893: Membro effettivo della Commissione per l'accertamento dei redditi sui fabbricati nel Mandamento di Savelli, Circondario id., Provincia id. 2 ottobre 1895: Eletto Vice Presidente della “Società Nazionale Albanese”
21 febbraio l897; Eletto per acclamazione Presidente della Società stessa.
1898: Pubblicato: «La Questione Albanese» Vol. di 216 pagine.
Agosto1900: Incaricato di rappresentare ai solenni funerali che ebbero luogo in Roma pel compianto Re Umberto I: ......
1904: Pubblicato « Il Pensiero politico Albanese in rapporto agli interessi italiani» a vol. di 510 pag. con documenti, Presso Modes, Roma.
Dal gennaio 1897: pubblica e dirige il periodico quindicinale «La Nazione Albanese».
(2)
Egregio Signor Enrico Ferraro
Via Leporati, 13
P A R M A (Italia)
Grazie per la Sua cortese lettera del 30 giugno u.s. Sono contento di fare la conoscenza epistolare d'un compatriota arbëreshë.
Lei mi domanda di Anselmo Lorecchio. Si, effettivamente, non appena arrivato a Roma per intraprendervi gli studi alla “Sapienza”, i miei connazionali, studenti in quella città, mi avevano parlato del grande patriota e pubblicista Lorecchio e m'avevano accompagnato, pochi giorni dopo, nella casa di Lui che si trovava in Piazza San Giovanni in Laterano. E, una volta fatta la conoscenza dell'illustre Maestro, sono stato uno dei più ferventi ammiratori di Lui, uno dei più assidui discepoli suoi.
Anselmo Lorecchio fu il fondatore e direttore, per oltre trent'anni, della meravigliosa rivista culturale albanese, arbëreshe, di cui la redazione si trovava appunto nella casa di Lui, in Piazza S. Giovanni n.44. Ogni sabato nel pomeriggio andavamo li, in quell'indimenticabile “Centro”, cenacolo, che era anche un angolo della patria arberesh, dove non soltanto noi studenti albanesi ma anche e soprattutto personalità italo-albanesi, amici ed ammiratori, ci riunivamo. Ci venivano spesso anche il Prof. Schirò, l'Avv. Fancesco Argondizza, e tanti altri di cui non ricordo i nomi.
A quell'epoca Lorecchio era più vicino agli ottanta che ai settanta. Vi-veva in quella casa con la Signora, ch'era romana, e la loro figliuola quin-dicenne. La loro situazione economica non era molto agiata, anche per il fatto che per oltre trent'anni il grande patriota aveva sacrificato tutto il suo avere per la pubblicazione della sua gloriosa Rivista, fondata verso il 1880 (non mi ricordo purtroppo l’esatta data di fondazione de 'La Nazione Albanese’. Ma so bene ch'Egli non ha avuto nessun appoggio ed incoraggiamento dal Governo albanese, nè materiale nè morale. Nulla. La pubblicazione era si sovvenzionata dal Governo italiano, ma in modo quasi simbolico...
Sicchè quel bellissimo periodico aveva assorbito e dissanguato tutte le economie dell'illustre pensatore e lottatore.
Anselmo Lorecchio è morto in quella stessa casa, verso la fine del 1924, assistito dai suoi familiari, dai suoi compatrioti residenti a Roma, e da tutti noi suoi devoti e fedeli discepoli. Egli non aveva potuto lasciare a sua moglie ed alla figliuola che pochissime cose, quasi insignificanti. Ma c'era lì, nel suo studio, tutta la collezione de 'La Nazione Albanese', ol-tre trenta grandi volumi rilegati che costituiva un vero tesoro, la migliore documentazione storica e politica dell'Albania, Questa collezione era di ine-stimabile valore per qualche istituto di ricerche letterarie e storiche, o per il ramo di albanologia di qualche Università. Noi tutti (e particolar- mente il sottoscritto) c'eravamo sforzati perchè il Governo di Tirana acquistasse la meravigliosa collezione. La stessa Legazione d'Albania a Roma aveva ripetatamente scritto ai Ministero degli Esteri albanese , mandati an-che lunghi rapporti riportanti quasi per intero tutto il sommario dei detti volumi, l'elenco degli studi più importanti, ecc. Ma il miserabile governo di Tirana non fu mai a liveilo culturale tale da poter capire e valutare l'importanza storico-politica della collezione.
E non so poi com'è andata a finire quella storia. So bene che dall'Albania non è arrivato niente in merito a quella collezione. Molto probabil-mente gli amici italo-albanesi residenti a Roma di Anselmo Lorecchio si sono interessati per l'acquisto della collezione da parte di qualche istituto o biblioteca italiana.
Tale fu dunque la storia dei miei contatti coll'illustre Lorecchio. Egli fu discepolo di Girolamo De Rada ed amico anche del grande Grispi, suo compatriota. Ed un nipote dell'illustre Statista italiano, l'Avv. Crispi, era fra i più assidui frequentatori di quel nostro "Centro".
Gli italo-albanesi, gli "arbëreshë", furono, costituirono, l'elite di tutta la nazione albanese, insieme con gli altri "arbëreshë”, quelli di Grecia i quali, costretti ad abbandonare (come gli italo-albanesi) la madre patria dopo la morte di Scanderbeg ed il collasso del povero popolo soggiogato dalle orde asiatiche. Gli albanesi rimasti in patria non furono mai a livello di quelli emigrati in Italia ed in Grecia, i quali hanno saputo tenere viva e salda la religione e le tradizioni, la lingua ed il carattere, l'amore patrio e la cultura della loro patria d'origine, contrariamente a ciò che avvenne per gli albanesi rimasti sulle sponde orientali dell'Adriatico.
E quando nel 1912 per motivi geo-politici il disgraziato popolo albanese, l'Albania,ha riacquistata l'indipendenza dopo quasi cinque secoli, nessuno lì ha mai pensato di aprire le porte della patria riconquistata ai suoi figli in Italia ed in Grecia. Che, l'apporto di questi al risanamento del misero popolo d'Albania sarebbe stato miracoloso. Come è stato difatti, dopo il 1948,l'apporto degli Ebrei sparsi un po' in tutto il mondo, alla rinascita ed alla prosperità, del nuovo Stato d'Israele. Ma nessuno in Albania era a livello di poter capire 1'importanza ed il valore inestimabile di tale apporto..
Colgo l'occasione per porgerLe i miei distinti saluti
Prof. D. Gabrani Kempsford Manor- Kempsford
Fairford (Glos.) (England)