MELE GIOVANNI. Nacque ad Acquaformosa il 19 ottobre 1885. Dopo aver terminato gli studi di filosofia e teologia nella Pontificia Università di Propaganda Fidei di Roma, fu ordinato sacerdote il 7 giugno 1908 e consacrato vescovo nel 34° anno d’età della nuova diocesi di Lungro l’8 giugno 1919. Tenne il governo della Eparchia per circa mezzo secolo, impegnandosi nella salvaguardia del rito greco-bizantino, ripulendolo di tutte le infiltrazioni latine che erano andate accumulandosi durante i secoli.
Fu anche poeta e scrittore. Scrisse, però, solo poesie a scopo didattico e morale.
Morì a Lungro il 10 febbraio 1979.
MELE GIOVANNI
Vescovo
POESIE
Tipografia Patitucci – 1962
Al Sommo Pontefice Giovanni XXIII
E' stata udienza semplice e cordiale
(1)quella che a Roma Vostra Santità
ha conceduto a me che un orientale
rito professo con sincerità,
il rito di Giovanni Boccadoro
e d' Atanasio e di Basilio il Grande,
che volete conservi il suo decoro
con l'altre costumanze venerande.
Quando dissi che il rito bizantino
nella calabra terra è circondato
da stima e onor d'ogni fedel latino
tanto che da qualcun viene invidiato,
vidi brillar di gioia i mobilissimi
occhi Vostri paterni e udii condanna
di chi volesse il rito manomettere
invece di rivolgergli un osanna.
Amor verace ed umiltà profonda,
di cui Voi siete fulgido esemplare,
affermaste che rendono feconda
l'idea sublime dell' unificare
i popoli cristiani nella luce
dell' Evangelo, senza discussione
acre e prolissa che spesso conduce
ad una più estesa divisione.
Intercedenti Giovanni il Battista
tutor del Vostro focolar natale,
e l' Apostol Giovanni Evangelista
titolar della Vostra Cattedrale,
le preghiere che Vostra Santità
di giorno in giorno Gli rivolge ardenti
il Signore di certo esaudirà,
benché non sempre in modi appariscenti.
1) il 24 ottobre 1959
MELE GIOVANNI
Vescovo
PENSIERI
Tipografia Patitucci – 1969
Pensando a una famiglia composta di padre, madre e dieci figlioli, ci vien fatto di dire: Erano due persone e sono dodici; quattr'occhi e sono ventiquattro, e così via. Creazione continua.
Immaginiamoci che due gocce d'acqua si moltiplichino cos1 da divenire fiumi e i fiumi un mare immenso, e avremo un'idea della miracolosa propagazione del genere umano. Da principio due sole persone e poi gruppi di persone e di famiglie, e quindi popoli e popoli che si spandono, ed oggi tre miliardi di persone vive.
Le inclinazioni dell'anima sono diverse, e perciò avviene talvolta che si piange e si ride, si teme e si spera nello stesso tempo.
Solo pensando alla corruzione della nostra natura possiamo in qualche modo comprendere le contradizioni che sono in noi, contradizioni che non sarebbero se la nostra natura non fosse corrotta.
L'uomo è cosa meschina se si considera da un lato, è cosa grande se si considera da un altro. Onde avviene che se egli si abbassa si può inalzare, e se si inalza si può abbassare.
Se parliamo di cose spirituali e intendiamo cose spirituali, vuol dire che in noi è un principio che non è materiale ma spirituale, e cioè un piccolo lume spirituale acceso in noi da un lume che splende di per sé ab eterno ed è infinito.
Le mirabili invenzioni moderne, fra cui le automobili, gli areoplani, i satelliti artificiali, la radio, la televisione, le macchine calcolatrici, i microscopi elettronici, sono una chiara conferma della verità che l'uomo è infinitamente superiore alla materia bruta.