VINCENZO STRATIGO'

 

Nacque a Lungro nel 1822 ed ivi morì nel 1885.

Alunno del Collegio Italo-albanese di Sant'Adriano, si distinse per il suo amore per la letteratura romantica europea. Attraverso la lettura  dei maggiori esponenti di questa letteratura, entrò in contatto con le prime idee socialiste rimanendone affascinato. In esse trovò l'ispirazione per comporre le sue opere "Il proletario" e "Il bersagliere".

Nella lirica che proponiamo, L'Albanese, racconta la storia dell'Albania, le virtù del popolo albanese e le sue aspirazioni ad un'esistenza migliore.

Prese parte attivamente al movimento risorgimentale calabrese. Fondò, assieme a Domenico Damis, una società segreta aderente alla "Giovine Italia"  Partecipò attivamente, come comandante di una compagnia tutta albanese,alla battaglia di Campotenese. Il 16 Luglio 1859 incitò la popolazione di Lungro a scendere in Piazza e a manifestare contro il borbone al grido di "Viva l'Italia". La sommossa venne domata e molti furono gli arrestati, tra cui  anche due donne: Matilde Mantile, madre dello Stratigò, e Cinzia Mattanò.

Il borbonico "Giornale delle due Sicile", in prima pagina e senza rispettare del tutto la verità, esponeva così i fatti succeduti:

" Il 16 del corrente mese, nelle ore pomeridiane, pochi forsennati del Comune di Lungro cominciarono a percorrere l'abitato con grida sediziose incitando quella gente a fare altrettanto. Fra di essi un Vincenzo Stratigò si diè ad arringare la popolazione, ed alcuni suoi complici si condussero al vicino Comune di Firmo con lo stesso reo intendimento, ma fu vano il loro tentativo venendo assai male accolti da questi abitanti...."

La piazza in cui  tenne l'aringa, si chiama ora Piazza 16 luglio 1859.

Nel 1860 fece parte della spedizione dei Mille di Garibaldi, al comando di una delle cinque compagnie in cui erano stati organizzati i cinquecento volontari lungresi.

Morì nel 1885, amato e stimati per il suo impegno e per la sua onestà.

 

 

SONO ALBANESE

 

Ho fiero il guardo, l'alma sincera

Mi freme al petto virtù guerriera
lo nacqui, io moio pel mio paese
Sono Albanese
I prenci audaci nel rio livore
Spartirmi il sangue, ma non già 'lcore
Iddio concordia nel cor mio stese
Sono Albanese
Dal suol materno del dolce Epiro
I miei grand'avi un dì partiro
Partir piangendo dal bel paese
Sono Albanese
Lasciar nell'ira della sventura
Dei padri antichi la sepoltura
Piantar sui colli il bel paese
Sono Albanese
Là geme il cielo, qui rugge il vento,
Ripeter parmi un caro accento
All'arni, all'armi, o mio paese
Sono Albanese
O dolci campi, o mio giardino
Un di festanti sul mar vicino
O santi altari del mio paese
Sono Albanese
O cara Italia, o Italia bella
Tu mi accogliesti come sorella
Nel dolce seno del bel paese
Sono Albanese
Udii fanciullo dai miei maggiori
Di nostre pungne gli antichi allori,
E un'ira santa il cor mi accese
Sono Albanese
Lo Scander mio che in sacra guerra
Di turco sangue bagnò la terra
E vincitore tornò al paese
Sono Albanese
Scander che al lampo di sue pupille
Fugava i turchi a mille a mille
O sol raggiante del mio paese
Sono Albanese
Io nacqui al pianto, io crebbi all'anni
La morte affronto al suon dei carmi
Morrò, pugnando per mio paese
Sono Albanese
Altro non ebbi per mio retaggio
Che un cor fremente, un gran coraggio
Mi suona al labbro un dir cortese
Sono Albanese

Ho guerra al guardo, ho morte al viso;
Ma al cuor mi parla un paradiso
Mi suona al labbro un dir cortese
Sono Albanese
La fede antica, il patrio amore
Mi scalda il petto, mi accende il core
lo spargo il sangue pel mio paese
Sono Albanese
Non ho ricchezze, sprezzo il denaro
La spada impugno del mio Bozzaro
Bozzar. che è gloria del mio paese
Sono Albanese
Nel quarantotto nell'ira santa,
Quando la legge dal re fu franta,
Io presi l'arma del pel mio paese
Sono Albanese
Sol'io sul Crati al patrio squillo
Innalberava il mio vessillo,
Scossi le genti del mio paese
Sono Albanese
Là di Sant' Angelo sull'erto colle
Fei l'oste iniqua di sangue molle,
Là colse un lauro il mio paese
Sono Albanese
Nelle pianure di Camerata
Bea mille regi ho debellato,
Ed io sol uno del,mio paese
Sono Albanese
Lungro sorgea, sorgea Spezzano
Acquaformosa coll'anni in mano
All'armi corse il Platacese
Sono Albanese

San Giorgio, Firmo, San Costantino
Pugnar sui colli di San Martino
Pur Frascineto all'anni scese
Sono Albanese

E San Demetrio e Macchia altera
Spiegava all'aura la sua bandiera
Tuonava d'armi Campotenese
Sono Albanese
Là nella valle di San Martino
Pugnai da prode, ma fui tapino
Addio vessillo del mio paese
Sono Albanese
O Chiodi, o Tocci o Mauro altero 

Vi han pesto il capo, non già il pensiero
O puro sangue del mio paese
Sono Albanese
O fior di Grecia, o sommo amore,
Da voi si apprende come si muore
O nomi eterni del mio paese
Sono Albanese
Tu ancora Milano, tu ruoti il brando
Sol contra l'empio forte gridando
Muori, o tiranno del mio paese  
Sono Albanese
Santa la causa, santo il desio
Che arde e m'accende fulmin di Dio 
Fulmina l'empio del mio paese 
Sono Albanese
E tu codardo mi ascolti e ridi
Tu che la Patria tutta conquidi
Tu sei bastardo del mio paese
Sono Albanese
Tu calchi l'ara del suol natio
La Patria io salvo col sangue mio
Va, maledetto il ciel ti rese
Sono Albanese
Tu non uccidi con tua possanza
La mia virtude, la mia costanza
Io nacqui, io moro pel mio paese
Sono Albanese
Va maledetto, va maledetto
nessuna terra ti dia ricetto
Tu sei ribelle del mio paese
Sono Albanese
Quando Busacca di cor pupillo
Spiegò ver Lungro il suo vessillo
Allor Scander nel cor mi scese
Sono Albanese
Suonar le trombe le schiere strane
Ed io sonava le mie campane
All'anni corse il mio paese
Sono Albanese
Del patrio amore al gran ruggito
Tosto Busacca fuggì atterrito
Pari a colomba il vol riprese
Sono Albanese
Avverso al tempo, avverso al mondo
La sol virtude mi fa giocando
Vibro scintille pel mio paese
Sono Albanese
Sorse fra l'arni il mio pensiero
Mi freme al petto valor guerriero
Piango le piaghe del mio paese
Sono Albanese
"'Fra gente ignota sfido il periglio
Mi manca il pane nel duro esiglio
Patir mi è dolce pel mio paese
Sono Albanese
Purtroppo fermo fra le catene
Soffro, nè cedo fra tante pene,
Son vero figlio del mio paese
Sono Albanese

Pel giusto e santo, pel ver combatto
Sospiro il giorno del mio riscatto
Sorgi, o vessillo del mio paese
Sono Albanese
All'armi, all'armi che santa è l'ira
Che la sventura, che il Ciel m'ispira
All'arni, all'armi o mio paese
Sono Albanese