SALVATORE PISTOIA
L' e mail sotto riportata mi ha fatto conoscere il libro di poesie di Salvatore. Maria79 è una ragazza di Saracena con parenti a Lungro. Ha conosciuto Salvatore quando lui era segretario della Sinistra Giovanile a Castrovillari.
"Salve, sono una ragazza di Lungro ed ho visitato il sito che riguarda il nostro paese. Ne sono rimasta favorevolmente colpita. Permettetemi perciò di dare un suggerimento: nella sezione dedicata alla poesia, visto che il nostro paese è da tempo inaridito in questo, mi colpisce che non ci siano le poesie di Salvatore Pistoia, pubblicate pochi mesi fa (dicembre 2002 -ndr) dall'editore milanese Excogita. ....... Il titolo del libro è l'antico idillio e altri discorsi op.1, e contiene liriche per lo più dedicate alla cara memoria del padre.
Per
qualsiasi indicazione sono pronta a rispondere. intanto le do il sito
dell'editore www.excogita.it non conosco
indirizzi di Salvatore altrimenti potrei io mettermi in contatto con lui.
Grazie aspetto sue risposte - Maria79"
Salvatore Pistoia nasce a Lungro nel 1983. Dopo le scuole inferiori frequentate a Lungro, s'iscrive al Liceo scientifico sperimentale di Castrovillari. Ha quattordici anni, gioca a calcio e condivide interessi di molti suoi coetanei, pur cominciando a soffrire di una certa insofferenza: insofferenza verso gli ambienti e i circoli frequentati, insofferenza nei confronti stessi della società, che egli così poco ancora conosce ma i cui ideali già imparava ad allontanare da sè. Chi lo conosce sa che il 1999 è l'anno per lui della svolta; conosce la vera filosofia, quella diversa dal semplice studio scolastico e comincia ad avvicinarsi ai testi dei grandi pensatori, tuttavia con spiccato e forse troppo zelante spirito critico: si ferma a Nietzsche e Schopenhauer, e presto vi affianca Foscolo, Leopardi. Nello stesso periodo è introdotto da alcuni suoi amici alla conoscenza della musica classica e della fisica moderna. Ben presto inizia il suo lavoro di ricerca e riflessione. Nel 2002, tragico anno della morte del padre, esce il suo primo lavoro "l'antico idillio e altri discorsi op.1" dall'editore milanese Excogita, volume di 9 poesie e due brevi saggi su poesia e filosofia, in cui Salvatore tributa al padre commoventi riflessioni, ultimo approdo della sua ricerca. Dallo stesso anno conduce studi di filosofia teoretica presso l'università degli Studi di Siena. (L.S. )
DAL SITO DELLA CASA EDITRICE |
L'antico idillio L’autore, che da sempre si occupa del pensiero leopardiano, ha voluto includere in questo volume alcune sue composizioni liriche e due brevi saggi sull’arte del poetare, sulla figura del poeta “che non ama la sua poesia, bensì se ne difende” e sulla ricerca filosofica, che auspica possa essere condotta “in termini più romantici, poetici, armoniosi”; perché in fondo “l’esistenza stessa dell’uomo è una poesia: mirabile perché una, struggente perché vaga”. |
LA PREFAZIONE |
Parlavamo di
giustizia, papà. |
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Quante domande insolute. E ora a te,
che forse conosci la risposta di tutto, domando se sia giustizia questa. E
non riprendere la tua abituale veste da difensore d'ogni accusato, laddove
si tratti di un destino crudo, insolente, orribile. Mi rimane la speranza
che anche sotterra tu viva in armonia con le cose come è sempre stato.
Non una esagerazione, non una dimenticanza. Agire conformando la propria
volontà a quella degli altri. Oggi me lo chiedo: a che? Lasciarmi qui
consunto dalle lacrime e loro stesse consunte, ad invocarti e a
rimpiangere ogni frase, gesto futuro.
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Il padre Pasquale |
Canti di mai
Vi avrei cantati: unito quel sottile margine che passa dal cielo, colorato di parole le vette morbide accarezzato i vostri fianchi, verdi assetati di vita, gialli paventati di morte, resi ancora immortali; se vitali, paghi, colmi di anima non aveste rapito anche la sua arricchendo, arroganza, ciò che ricco era già. Non voleste le mie lodi, rifiutaste i miei canti. Addio a voi, inutilmente maestosi. Ma modesti, quando lasciaste un uomo che porgeva la mano.
Ode alla ballata op. 23
Sognai parole alte che ti conoscessero. Armai le ali fioche del mio genio per comprenderti verbo e cantarti simile più alle nuvole che agli uomini. Ma fu il cristallo delle tue note ad indicarmi che è inutile cercarti tra i versi di un poema; miseri, se paragoni la tua arte. Tu, come l'amore non ritornato o la storia che non si conosce o l'impossibilità di apprendere o un'esistenza, breve, di dolore, ti confesso, polacco alato di celeste tu mi facesti piangere. |
I morti versi
Non lamentate ai miei versi se non usano trite parole se non osservano le vastità di pini, voi non vedeste il suo volto quel giorno. Se non rispondono all'amore di Galatea se non sorgono divinamente dagli abissi degli antri marini, voi non vedeste il suo volto quel giorno. Se non si curano d'italiche fatiche se non si curano di caldi e geli e simili corpi se mai colgono rose nei giardini del tatto, voi non vedeste il suo volto quel giorno. Se non migrano al mese di settembre se disprezzano una verde cetonia se a Farsaglia uccidono la poesia, voi non vedeste il suo volto quel giorno. Se poi v'appaiono stanchi, laceri e usurati allora, non lamentate. Voi non vedeste il suo volto lì al cimitero dove un cadavere piangeva suo padre. Fu il cordoglio di natura. quella pioggia fine a inondare i ricordi e portarli sulla riva del pensare, mentre intorno tutto scoppiava di nero.
(Le tre poesie pubblicate sono state scelte da Maria79)
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