TOPOPONOMASTICA, PASTICCIO IN SALSA ARB�RESHE
di Nicolino Mele
Doveva servire per valorizzare la tradizione e la storia della comunit� albanese. E invece, il progetto della nuova toponomastica di Lungro e di Acquaformosa si � rivelato un imbarazzante pasticcio. Gi�, perch�, chi conosce la lingua arber�sh e si reca nella bella citt� di Lungro, sede spirituale della tradizione greco-bizantina, rimane scosso nel vedere e leggere le nuove targhe - risultato di un progetto nei primi anni novanta e concretizzato solo di recente � collocate nelle strade e nelle piazze prive di segnalazione.
Sebbene l�iter burocratico sia stato rispettato dall�Amministrazione comunale, non � stata altrettanto rispettata la vera tradizione cultural-linguistica del popolo lungrese. In quasi tutte le targhe ci sono inesattezze e distorcimenti di traduzione dall�italiano all�albanese.
Qualche esempio: nella targa che indica la nuova variante che termina di fronte alla Chiesa di Santa Maria del Carmine si legge: "Via della Santa Croce". Mentre la traduzione in albanese, che dovrebbe essere "Udha e Sh�njties Kriqe" � stata tradotta in modo del tutto difforme in "Udha Zotit Krisht", che significa " Via di Nostro Signore Ges� Cristo".
Ancora: nella nuova insegna che indica la strada che inizia dalla Ss 105 e si collega con quella che prosegue verso la montagna si legge: "Via Enrico Berlinguer", tradotto nella nuova segnaletica: "Udha Enriku", che significa " Via Enrico". Il buon senso vorrebbe, poi, che a fianco al nome tradotto si scrivesse anche il cognome inalterato.
Che dire poi della via dedicata ai Padri Carmelitani che � stata tradotta in " Udha Kallogjervet te Karmunit" che significa "Via dei Cappuccini", mentre dovrebbe essere correttamente "Udha Tatravet Karmellitan". Anche perch� "Kallogje" (dal greco) significa monaco.
Nel vicino comune di Acquaformosa si sta verificando di peggio. Nel 1991, l�Amministrazione accettava la proposta di Angelo Matrangolo, cultore della lingua albanese, di progettare la nuova toponomastica del paese in bilingue. Il progetto una volta ultimato prevedeva da un lato il cambiamento totale di alcune vie, questo perch� esse nulla avevano a che fare con la tradizione culturale albanofona.
Cos�, per esempio, Via Roma divenne Corso Skanderbeg; Corso Vittorio Emanuele III divenne corso De Rada (poeta italo-albanese); dall�altro lato, prevedeva soltanto la traduzione in albanese, in quanto le strade preesistenti gi� conservavano il toponimo albanofono. Cos� per la Via Spela;Via Brego; Via Fontana Vecchia; Via San Francesco ecc. Invece, ad alcune strade del tutto anonime erano state date, sempre in bilingue, nomi propri della tradizione culturale acquaformositana: Via Olmo (Udha Vidhit); Largo Rupe (Sheshi Shk�mbit).
Nel 1992 il comune realizzava in marmo circa 30 insegne e le sistemava, seguendo le indicazioni del progetto, nelle principali strade a fianco alle preesistenti vie. Questo perch�, all�epoca l�Amministrazione comunale non aveva proceduto ad adempiere tutti i passaggi burocratici previsti dalla legge per il cambio. A distanza di undici anni, l�ente comunale ha rimosso le targhe marmoree in bilingue e sembra abbia inoltrato alla Regione Calabria un nuovo progetto per ottenere finanziamenti al fine di realizzare nuove insegne questa volta, per�, traducendo dall�italiano in albanese la vecchia toponomastica, in modo che nessun passaggio burocratico fosse posto in essere. Cos�, tra un paio di mesi nel paese di Acquaformosa saranno collocate nuovissime lastre in marmo che nulla hanno a che vedere con la cultura albanese, perch� Corso Skanderbeg ritorner� Via Roma con la traduzione in albanese Udha Roms; Via De Rada in Corso Vittorio Emanuele III con la traduzione in Udha Vittorit Emanuellit e cos� di seguito.
E dire che la Regione Calabria, dopo l�approvazione della nuova legge di tutela e valorizzazione delle minoranze linguistiche, ha stanziato circa un milione e mezzo di euro per finanziare i progetti presentati entro il 2001. Soldi buttati.