DOMENICO DAMIS
(1824 - 1904)
 
 

        Il suo nome, uscendo dai confini della Calabria, appartiene ai primi piani della Storia del Risorgimento. Per questo il Comitato ha voluto riassumere in Lui tutto il contributo della nostra terra alla rinascita della Patria Italiana. Baster� pertanto riportare schematicamente le tappe della sua vita di uomo e di patriota. -Nacque il 24.2.1824 da Antonio e da Lucia Irianni; studi� a S. Demetrio Corone e poi a Napoli. Il 16.4.1847 consegu� il diploma di 1� grado in .belle lettere e filosofia. Il 25.6.1847 quello in giurisprudenza. Il 30.6.1847 la laurea in giurisprudenza.

        Gi� nel 1844 era stato della � Giovane Italia � e assieme col fratello Angelo aveva preso parte al moto insurrezionale cosentino. Nel 1848 comand� i 200 e pi� insorti di .Lungro che partirono per lo sbarramento del passo di Campotenese, combatte poi a Monte S. Angelo. 

        Nel 1851 venne arrestato in Lungro in casa del gregario Raffaele Molfa e tradotto prima a Castrovillari e poi a Cosenza.

         -La Gran Corte Criminale, con sentenza 9.8.1852 lo condann� a 25 anni di ferri di 4� grado per attentato e cospirazione contro lo Stato. Ducati 300 di malleveria. -Il 26.11.1852 internato nella galera di Procida col numero 9849 di matricola; venne accoppiato alla catena prima con Costantino Bellizzi da S. Basile che mor� dopo 5 mesi e quindi col compaesano Raffaele Martino. -Dalla matricola della prigione risultano numerose inquisizioni a carico di lui per il sospetto di cospirazione. Spesso venne inviato a Nisida e a Napoli per subire interrogatori, essendo sospettato di intesa col Kossut, col Mignogna, col Poerio, col Fanelli ed altri. Durante la prigione si dedica a rigorosi studi letterari e storici compilando commenti alle opere di Tacito, di Cicerone, al Paradiso Perduto del Milton. Nel 1856 rifiuta di chiedere la grazia per non sconfessare le sue idee e scrive vibrate e dignitose lettere agli amici ed ai parenti che avrebbero voluto indurvelo. -Nel 1859 inviato in esilio perpetuo dal Regno sbarca invece in Irlanda. A Londra con Settembrini, Spaventa, Poerio, Pace, riprende la fila dell'azione politica per l'Unit� d'Italia. Nel maggio del 60 � a Genova e parte coi Mille. Alla presa di Palermo � decorato di medaglia di bronzo; nella campagna di Sicilia medaglia di argento. -Il 20.6.1860 il Dittatore gli attribuisce il grado di Capitano che gi� aveva assunto nella rivolta del '48. -Il 26 giugno lo nomina Giudice Istruttore del consiglio di Guerra, come tale � addetto allo Stato Maggiore di Garibaldi cui viene confermato e assegnato definitivamente con decreto 3.9.1860. 

        Al Volturno � tenente colonnello e comanda il reggimento albanese e nel combattimento sotto Capua dove guadagna una  medaglia d'argento al V.M. e riporta una ferita ad un occhio che in seguito perder�. 

        Entra nell'esercito nazionale, vi percorre la carriera fino al grado di Tenente Generale. -Fu il primo deputato del Collegio di Castrovillari ove fu eletto nella VIII - IX e X  legislatura. -Membro dell'accademia Pitagorica, Membro del Consiglio Albanese di Roma, Commendatore di S. Maurizio e Lazzaro. Croce d'Oro di Savoia.  

Dall'epistolario conservato dalla famiglia traspare la convinzione, comune agli intellettuali del risorgimento, della inscindibilit� del.binomio Dio e Patria. -Mor� il 4 ottobre1904 a Lungro ove � sepolto. -Di lui si sono occupati diffusamente molti scrittori ai quali rimandiamo per notizie meno schematiche di queste: Il Monaco, nella pi� volte citata opera sui galeotti politici ne scrive: " Damis Domenico di Antonio e di Lucia Irianni, di Lungro (Cosenza) nato nel 1824, legale. Condannato a 25 anni di ferri dalla Gran Corte Criminale di Cosenza il  9 agosto 1852, come complice in attentato e cospirazione contro lo Stato. Il 2 settembre 1852 la pena ridotta a 18 anni. - Ricevuto a Nisida il 15 novembre 1852. Trasferito a Procida il giorno dopo, a Nisida il 3 agosto da tenersi separato per ordine ministeriale. Il 27 dicembre 1858 la pena. residua commutata in esilio perpetuo dal Regno. Il 16 gennaio 1859 partito per l'esilio, che fu la liberazione in Irlanda. Era stato della Giovane Italia, e aveva preso parte al movimento insurrezionale cosentino nel 1844. Nel giugno 1848 comand� i 200 e pi� insorti di Lungro che partirono per lo sbarramento del passo di Campotenese.Dopo il combattimento alle falde del Sant'Angelo, nel quale opposero indarno, una resistenza vigorosa contro le .. truppe, i contingenti di. Compotenese sfiduciati si sbandarono, e i generali Busacca e Lanza poterono unire le loro forze e avanzare verso Cosenza. Di ritorno dalla liberazione in Inghilterra prese parte alta spedizione dei Mille e alla campagna garibaldina fino at Volturno sempre da valoroso. Entrato poi col grado di maggiore nel l'esercito italiano fu deputato nell'VIII, IX e X  legislatura, e cess� di vivere Tenente generate in pensione a Lungro nel 1904",

Da "Parliamo di Lungro"

KA NJ� QIND VJET �� VDIQ

XENERALL DAM�SI *

 

Af�r Vollturnit i trubulluar

nj� ushtar luftonej

me shabje e bajonet� nd�r duar,

ish i bukur, me hj�,

dukej se Skanderbeku

u kish prier mbi dh�.

Af�r lumit, ket nj� shesh,

luftonej ai p�r krje

me prapa tjert arb�resh,

tring�lis�nej shabulla,

gjimonej bajoneta

e Burbun�rat nxir ka jeta.

Ishin ata ushtar�

t� fort si hekur,

dukej se Skanderbeku e t� tijit

n�ng kishin maj vdekur.

Brul� me brul� me Gariballdin mik

luftonej ai ushtar

e vrit shum� armik,

ustrojin bashk� l�tinj e arb�resh

me gjith� z�m�r  e pa pritur,

se t� b�jin Italljen ngjitur.

Arb�resht gjith�

shtijin gjak

t� ngr�jin fjamurin e liris pak e pak,

te pririjin mender�

at� flamur �'i dha e jema

kur ishin m� der�.

A CENTO ANNI DALLA MORTE

DEL GENERALE DAMIS

 

Sulle rive del Volturno dall�acqua intorpidita

un soldato combatteva

con in mano sciabola e baionetta,

era bello, avvenente

sembrava Skanderbeg

ritornato di nuovo sulla terra.

Sulle rive del fiume, in un piazzale,

combatteva in prima fila

seguito dal suo esercito di albanesi,

tintinnavano le sciabole,

tuonavano le baionette

uccidendo i soldati borbonici.

Erano quei soldati

forti come il ferro,

sembrava che Skanderbeg con i suoi

non fossero mai morti.

Gomito a gomito con Garibaldi

combatteva quel soldato

e uccideva molti nemici,

combattevano insieme italiani e albanesi

con coraggio e con l�intento

di rendere l�Italia libera e unita.

Combattevano gli albanesi versando sangue

per portare in alto a poco a poco

la bandiera della libert�

e riportare a casa con onore

quella bandiera che la madre

aveva loro consegnato prima della partenza.

 

Poesia scritta da Rachele Domestico -  classe V , Scuola Primaria di Lungro (2004) - 1^ classificata al concorso di poesia "Premio Skanderbeg 2004" - Chieri (TO)