Ordine del giorno presentato al Congresso Nazionale del PSI il 14 novembre 1965 ed approvato ad unanimit�
LA MINIERA DI SALE DI LUNGRO SI PUO� SALVARE
Da pi� di un lustro la A.M.S. (Amministrazione dei Monopoli di Stato) sostiene l'antiecomicit� della Salina di Lungro per gli alti costi di produzione del salgemma ricavato; sostiene la passivit� della Azienda, in quanto le spese di gestione sono superiori alle entrate; sostiene ancora che il giacimento � in via di esaurimento.
Questi i motivi che hanno indotto la A.M.S. a farsi promotrice di una serie di preposte, presentate al Ministero delle Finanze, per una graduale liquidazione della miniera, dopo una ultra centenaria attivit�. Ed oggi il Consiglio dei Ministri ha fatte proprie tali tesi approvando un disegno di legge, per mezzo del quale ai autorizza l'A.M.S. ad erogare la somma di UN MILIARDO E MEZZO �a favore di iniziative economiche industriali, capaci di assorbire la manodopera occupata nella Salina di LUNGRO.�
A parte il fatto che ci� costituisce una soluzione non scevra di pericoli e di timori per la zona di Lungro, in quanto una qualsiasi iniziativa industriale � data la mancanza assoluta in loco di materie prime e delle necessarie infrastrutture- non offrirebbe sufficienti garanzie per l'avvenire delle nostre popolazioni; le asserzioni su citate possono venire confutate con i seguenti argomenti.
1�) Antieconomicit�.- Questa tesi viene sostenuta, confrontando i costi di produzione del minerale di Lungro con quelli delle Saline marittime. Per� l 'A.M.S. si ostina ad immettere sul mercato nazionale il sale di Lungro in pietra, al prezzo politico di sola lire sessanta il Hg. mentre potrebbe benissimo RIPRISTINARE l'impianto della raffineria, inspiegabilmente smantellata nel 1952; la qualcosa permetterebbe di vendere il prodotto in pacchetti, a lire centoquaranta il kg., prezzo comune agli altri sali marini raffinati.
Da una produzione annua di n. 100.000 quintali di salgemma, lo Stato verrebbe ad incassare non pi� 600 milioni, ma la cospicua somma di un miliardo e quattrocentomilioni. Tutte le spese di gestione verrebbero cos� largamente compensate, e resterebbe anzi un margine attivo di parecchie centinaia di milioni il che costituirebbe una vantaggiosa eccezione, quando � risaputo che oggi buona parte delle Aziende di Stato sono passive, nonostante i continui incentivi elargiti dall�erario pubblico.
2�) Passivit�.- E' bene premettere che quando si parla di passivit� nei confronti della Miniera di Lungro, essa va intesa in senso relativo e non assoluto. Sul ricavato della vendita del su citato quantitativo di salgemma (600 milioni), lo Stato preleva il 70% (420 milioni), mentre il rimanente 30% ( 180 milioni) resta all�A.M.S. Siccome le spese di gestione dell�Azienda salifera ammontano a 450 milioni annui, l�A.M.S. medesima presenta una passivit� di 270 milioni... ! Ma -di grazia- A.M.S. e Stato non sono una stessa cosa? Pertanto la passivit� dei Monopoli � solamente relativa. Infatti, dai 600 milioni introitati complessivamente dalla vendita del salgemma, detraendo l�ammontare delle uscite, valutate in 450 milioni, si ottiene un margine di ben 150 milioni di lire!
Non si venga quindi a confondere le idee e a bleffare, quando invece le cose stanno in altro modo, e cio� proprio come, con dati di fatto, abbiamo pi� sopra dimostrato.
3�) Esaurimento del materiale.- Questa terza asserzione gratuita dell�A.M.S. non meriterebbe neanche di essere discussa, tale � la sua infondatezza.
Anche non volendo tener conto dei risultati dello studio geologico condotto nella zona nel 1898, dall'Ing. Capo del Distretto Minerario di Napoli e da quelle del Distretto di Vicenza, i quali ebbero a dichiarare �il giacimento di Lungro si estende per oltre un chilometro, e si mantiene con la stessa potenza, perch� non si pu� ammettere che un profondo lago salato - capace di dare origine ad un si potente banco di sale - sia ristretto a poco pi� di 150 metri� (tale � infatti il diametro entro cui sono attualmente, e da sempre, ubicati i cantieri di lavorazione); la relazione tecnica del prof. Bianchi, stillata di recente per conto dell'A.M.S., quantunque non basata su nuovi sondaggi o su particolari prospezioni, neppure essa esclude la possibilit� di esistenza di altro minerale, in quanto che "si � di fronte ad un vero e proprio bacino minerario".
Gli stessi dirigenti del monopolio del resto non escludono questa potenzialit� della Salina di Lungro, se � vero, come � vero, che il Capo Servizio Saline dott .Gualdi, in sede di riunione tenutasi a Roma il 19.5.1965, con una delegazione lungrese ed una rappresentanza di Deputai, oltre che alla presenza di Membri del Governo, ebbe a dire che �sale ce n'�, ma non abbiamo che farne.". Evidentemente si basava sui risultati dei sondaggi effettuati nelle adiacenze della Miniera, da una squadra di tecnici di Volterra, fatta venire appositamente nel 1952. Detti sondaggi dettero risultati abbastanza positivi, tanto che furono sospesi, perch� fatti iniziare coll'evidente scopo di cercare di dimostrare il contrario.
Premesso quanto sopra, si ha l'impressione netta e precisa di trovarsi di fronte ad un piano preordinato di chiudere la Salina. E ci� a dispetto di ogni considerazione di ordina sociale, umano ed economico.
Il Partito, quindi, impegna tutti i parlamentari e le personalit� di Governo del P.S.I. a risolvere questo annoso problema, onde evitare che centinaia di famiglie restino senza una prospettiva per il domani.
F/to: Bloise, Frasca- Patitucci delegati calabresi al Congresso Nazionale del P.S.I.