Il documento qui di seguito riportato non ha data. Si presume che sia stato stilato nel 1963. Infatti Giuseppe Trabucchi � stato Ministro delle Finanze fino al giugno di quell'anno. (ndr)
CRONISTORIA DELLA CRISI DELLA SALINA DI LUNGRO
Con provvedimento del luglio 1960, la Direzione Generale dei Monopoli di Stato presentava al Ministro delle finanze in carica, Sen. Trabucchi, una relativa dettagliata relazione onde il Ministro medesimo esaminasse la possibilit� di chiudere la Salina di Lungro (Cosenza), in dipendenza di un preteso, scarso e antieconomico rendimento della Salina stessa.
Il Consiglio Comunale di Lungro in una immediata successiva deliberazione ha elencato le varie e fondatissime ragioni che escludono la possibilit� di un simile eversivo provvedimento che riuscirebbe assolutamente rovinoso per l�economia di una zona, gi� depressa per tutti i ben noti motivi per cui � depresso tutto il Mezzogiorno d�Italia.
Si aggiunga a ci� che, se anche fosse vero l�antieconomico costo di produzione, ci� si dovrebbe esclusivamente alla colpevole carenza di ogni opera di ammodernamento. Si pensi che il trasporto del sale viene ancora effettuato a spalla d�uomo.
Con la minaccia della chiusura della Salina di Lungro si verrebbe a profilare una molto strana situazione, la quale, per determinarsi in una zona meridionale del Paese, acquisterebbe una ben sintomatica e sconcertante significazione da una parte non si fa nulla per una vera e seria industrializzazione, nemmeno per potenziare le scarsissime industrie esistenti, e dall�altra si assume lo scarso rendimento di queste, dovuto appunto a tale mancato potenziamento, come ragione per giustificare addirittura la soppressione.
E� da rilevare che la minaccia di chiusura incombe sulla Salina di Lungro dai primi del secolo. Una vibrata protesta di tutto il popolo e una massiccia e tenace campagna giornalistica condotta dall�insigne pedagogo Camillo Vaccaro hanno indotto i vari Ministri delle Finanze a procrastinare ogni definitiva decisione in merito.
Si cerca tuttavia di porre rimedio al crescente deficit dell�azienda con sensibili riduzioni di personale e con la soppressione dell�impianto di raffineria. La relazione presentata nel luglio del �60 traccia il quadro di una situazione economico-finanziaria che consiglia la cessazione di ogni attivit�.
La gestione industriale dell�azienda dell�eserc. 59-60 presenta, infatti, un deficit di ben 299 milioni. La produzione di centomila quintali raggiunge un valore complessivo di 600 milioni; di questi il 70% (420 milioni) vanno all�Erario, il 30% (180 milioni) all�Azienda vera e propria, l�azienda, per�, ha affrontato delle spese pari a 479 milioni. Il deficit, pertanto, ammonterebbe a circa 300 milioni. Sono queste le argomentazioni tecniche di cui il Ministro delle Finanze si servirebbe per adottare il provvedimento di chiusura. In data 20-8-1960 il Sen. Militerni indirizzava una lettera al Ministro Trabucchi. Sette giorni dopo Trabucchi
risponde con una lettera che viene pubblicata anche a Lungro dalla locale sezione CISL. In essa si legge:
�Ricevo la tua appassionata lettera mentre ho sul tavolo una disastrosa relazione della Salina .....La conclusione a cui giunge la Direzione Generale dei Monopoli di Stato � talmente grave che non vedo realmente altra possibilit� che quella di chiudere definitivamente la salina. Mantenerla aperta costa oggi oltre 350 milioni all�anno, ma purtroppo la minaccia di aumento delle spese � sempre pi� grave.�
Vengono, pertanto, dallo stesso Ministro, formulate quattro proposte per giungere ad una graduale, lenta chiusura dello stabilimento:
1) Mantenimento del personale fino al limite del pensionamento;
2) Trasferimento del personale in altre aziende dei Monopoli di Stato;
3) Contribuzione dell�Azienda Monopoli per un certo numero di annualit� alla istituzione di qualche iniziativa redditizia in misura veramente considerevole;
4) Contribuzione straordinaria da parte dell�Azienda Monopoli alle Aziende forestali Demaniali per una azione di rimboschimento che occupi del personale.
La lettera di Trabucchi si chiude in maniera esplicita. �...........Continuare a tenere l�Azienda di Lungro aperta, significherebbe veramente un delitto.�
Il problema comincia ad interessare un po� tutti ed i parlamentari di tutti i partiti politici, rendendosi interpreti delle ansie di tante famiglie, presentano in parlamento alcune interrogazioni in merito. Il 4 gennaio 1961 il Ministro Trabucchi, ricevendo il gruppo parlamentare calabrese, assicura che �non si sarebbe proceduto affrettatamente; il lavoro, comunque a Lungro non sarebbe mai venuto meno.�
Il 28 marzo �61, Trabucchi viene indotto dalle proteste del popolo di Lungro, a recarsi in Calabria per rendersi personalmente conto della situazione. Il risultato pi� apprezzabile della visita � la nomina di una Commissione di Studio presieduta dal Prof. Angelo Bianchi della Universit� di Padova e composta dai Proff. Accordi, Caloi, Dal Piaz, Benco, Marra, Gualdi, Ogniben, Bardi. Durante il suo viaggio in Calabria, nell�aprile �61, al Presidente del Consiglio fu prospettato il problema della Salina.
Replicando in sede parlamentare alle interrogazioni relative ai risultati del suo viaggio, l�On. Fanfani parl� della Salina di Lungro e disse testualmente �..per accrescere la partecipazione pubblica allo sviluppo industriale della regione Calabrese il Ministro delle Finanze ha impartito disposizioni affinch� la Miniera di sale di Lungro venga non solo mantenuta in servizio, ma sia ammodernata in modo da accrescerne la possibilit� di vita e di sviluppo....�. Il 25 giugno �62 la Commissione di studio presenta la relazione al Ministro Trabucchi.
�In definitiva - vi si legge - non si tratta di risolvere un problema di carattere tecnico ed economico circoscritto alla Miniera di Lungro, ormai destinata a breve vita, ma di avviare a rapida soluzione un pi� vasto e delicato problema di natura sociale e politica, che trascende
i limiti dell�attivit� mineraria locale ed interessa tutta la zona priva di particolari risorse agricole e di iniziativa industriale�.
La relazione parla, inoltre, di un giacimento minerario esistente nel territorio di Lungro pari ad un milione e centomila tonnellate; l�attivit�, quindi, potrebbe procedere per altri dieci anni. L�8 agosto �62, nel Gabinetto del Ministro Trabucchi, in seguito ad una serrata e spesso aspra discussione, presente il Direttore Generale dei Monopoli di Stato Cova, l�Ing. Gualdi capo dei servizi sali, il Prof. Bianchi, l�On. Antoniozzi e il Sen. Militerni, viene dato incarico al Prof. Bianchi di preparare uno �schema di massimo esecutivo delle opere necessarie per il miglioramento della Salina allo scopo di consentire una pi� razionale coltivazione fino allo esaurimento del bacino�.
Nel corso della stessa riunione Trabucchi formula un�altra proposta: l�Azienda Monopoli di Stato � disposta, per un periodo di tempo che va dai tre ai cinque anni, a versare una quota pari a 350 milioni annui a favore di una iniziativa industriale localizzata a Lungro e che assicuri il lavoro a non meno di 300 operai. La Direzione dei Monopoli di Stato aveva mostrato chiaramente la volont� di arrivare gradualmente alla chiusura della Salina quando autorizz� lo smantellamento della raffineria; cominci� a stornare le commesse di sale pregiato e per fini industriali; non si volle impegnare per l�apertura di una nuova Salina, mentre spese circa 5 miliardi per potenziare quella di Volterra.
Questi sono fatti significativi di un piano tendente alla eliminazione della Salina di Lungro. La giustificazione sarebbe ineccepibile: la gestione � in grave deficit, il bacino � vicino all�esaurimento Il tempo tuttavia � trascorso inesorabilmente dal luglio del �60 e nessun provvedimento definitivo � stato posto atto. Le promesse erano tante e le speranze sempre vive. Le vicende politiche di questi ultimi mesi sembrano di avere accantonato il problema. La crisi in cui si dibatte la Salina si aggrava sempre di pi� ed il governo continua ad ignorare che le popolazioni di Lungro e del Circondario vivono ore di profonda trepidazione. Nessuna iniziativa capace di assorbire tutta la mano d�opera disoccupata, nessun provvedimento atto ad offrire una rassicurante prospettiva alla drammatica emorragia di capacit� lavorative calabresi verso il Nord e verso l�estero. Minaccia di chiusura da parte della Direzione Generale dei Monopoli, volont� di ammodernamento in modo da accrescerne le possibilit� di vita e di sviluppo espressa dall�On. Fanfani, offerta di iniziative private offerte dal Ministro Trabucchi. Nulla di tutto questo � stato, per�, realizzato, mentre continua l�inesorabile agonia della Salina di Lungro con le preoccupazioni giustificate di tutte le popolazioni del circondario.