La Salina
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di Lungro A cura di Domenico CORTESE
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Salina
Ungra
kish salinin e
shum� gjind� shurbijin, me
hilnelt� shurbijin e
kripin ka dheu nxirijin. Dirsjin
k�mish� shtat� po
Ungrin b�jin t� b�gat. Nani
pa f�tig jemi e
trimrat a spasu kemi. Salina
u b� nj� skarac e mit� zun� rac. |
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La Salina Lungro
aveva una salina che
dava lavoro a tanta gente, lavoravano
con la luce dei lumi e
il sale estraevano dal sottosuolo. Sudavano
sette camicie e
Lungro facevano ricca. Adesso
non c�� pi� lavoro e i giovani sono disoccupati. La salina � diventata un rudere e i topi vi hanno trovato asilo. |
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(Poesia scritta da un alunno di
classe V della scuola Elementare di Lungro) |
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IERI |
OGGI |
La millenaria storia della salina di Lungro si conclude nel 1976 allorch�
i Monopoli di Stato deliberano la rinuncia alla concessione mineraria.
Quando
sia incominciata l�estrazione del sale non � possibile risalire per
mancanza di fonti. Il primo a scrivere sulla presenza del sale nella zona
� Plinio il Vecchio
(23-79), scrittore e naturalista latino, che nell�opera �Naturalis
Historia� parla di cristalli balbini (da Balbia, antico nome di
Altomonte).
Il
Padula ritiene che l�estrazione
sia iniziata nel periodo della Magna Grecia: �La
prima galleria � un modello di greca architettura. Si conobbe dunque sotto i
greci,��.
L�estrazione del sale, per molti secoli avvenne in superficie o
a giorno. Per l�Ing. Bellavite, direttore
della Salina alla fine dell�800: �Tale
sarebbe quello di aver trovato in molti punti nell'interno degli scavi
recenti, e ad una certa profondit� dalla soglia attuale del portone
d'ingresso, il masso salifero, con l'impronta delle picconate insieme a masse
di creta e terreno vegetale con radici, ricoprenti avanzi di utensili come
manichi di attrezzi, scale, recipienti, ecc., seppelliti dalle materie che
dovevano trovarsi all'orlo superiore della frana prima che se ne determinasse
il movimento. L'altro fatto � l�avvallamento che si riscontra fra il Cozzo
delle Belle Donne e la collina di San Leonardo;
quel vuoto
in antico
non doveva esistere, e doveva
essere la parte superiore del giacimento che lo riempiva,
poich� a qualche metro d'escavo nel recente allargamento del Pozzo Galli in
un punto elevato di metri 20, sulla soglia del portone d' ingresso, si �
trovato il masso salifero,�. �
L�estrazione mediante cunicoli e gallerie, con molta probabilit�
inizia intorno all�anno
mille. Infatti scrive il Bellavite: �Del secondo
stadio, ossia della lavorazione merc� gallerie sotterranee vi sono tracce
nelle antiche puntellate, che si riscontrano in parecchi luoghi, e ci�
rimonterebbe appunto al 1145.
La
salina in quel periodo apparteneva ad un unico proprietario. Pare che uno dei
pi� potenti sarebbe stato il Conte di Bragalla (anno 1145) come si desume da
quanto riferisce l�Ughelli nel tomo nono della sua Italia Sacra, parlando di
una certa quantit� di sale che il detto conte assegnava sulla propria salina
al monastero di Acquaformosa.�
L�Ughelli,
nella stessa opera, riferisce, inoltre che nel 1156, il Conte faceva la stessa
concessione ai monaci basiliani di Lungro.
Nel
corso degli anni la miniera cambi� spesso proprietario.
Scrive il Tajani: �Al
principio del decimo terzo secolo lo imperadore Federico secondo in luogo del
tributo riscosso dai Normanni fiss� il prezzo del sale, ed arrogandosene la
vendita attribu� al governo anche le saline dei privati. Rigorose prammatiche
furono emanate all'oggetto, e non meno rigorose applicazioni ne fecero poi i
Vicer� onde sempre pi� rivolgerne i provventi a solo beneficio dello Stato.
I metodi di riscossione furono diversi, dapprima collo esclusivo monopolio,
indi con cedere in appalto la esplotazione riserbandosene lo smercio, pi�
tardi con gli arrendamenti, ovverosia partiti a vendita forzosa�.
G.
Sole: �..il
pi� famoso di esso fu sicuramente Federico II, il quale. una volta
impossessatosi di essa, fiss� perla prima volta un prezzo del sale e sfrutt�
maggiormente la miniera senza apportarvi per� miglioramento alcuno. Dopo la
morte di Federico II, avvenuta nel 1250, la miniera fu data a Gullelmo
Pallotta. poi ad Uberto De Aurelianis e successivamente ad Adelisia d'Artus.
figlia di Gerardo, uno dei primi signori che vennero dalla Francia con Carlo I
d. Angi� per la conquista del Regno. Re Roberto, poi, nell�anno 1308
invest� Filippo Sangineto come conte della contea di Altifiume (Altomonte),
nome che fu cambiato in Altomonte poco tempo dopo dalla regina Giovanna I.
Subentr�, in seguito. la casa dei Sansiverino. Un membro di questo casato,
Luca. verso la fine del 1500, aggiunse ai suoi stati anche la Signoria di
Bisignano. e fu investito dal Re Ferrante I d�Aragona col titolo di principe.
Questo periodo � importante nella storia della salina, perch� proprio
allora, (nel 1501), si stabilirono nella zona gli albanesi, giunti dal loro
paese per aiutare Alfonzo d'Aragona nella conquista delle Calabrie. In questo
periodo si inizio l'estrazione del sale in profondit� e le prime gallerie
sotterranee furono puntellate con travi di legno�.
Pare
che nel 1330 Filippo di Sangineto abbia accolto nella sua contea circa 200
ungheresi, allontanati da Caroberto in quanto troppo irrequieti. I duecento
ungheresi, arrivati in Altomonte, vengono
destinati alle saline.
Il
De Marchis �Alcuni
dei trapassati ritenevano per fermo, che nello scavo delle fondamenta del
villaggio fosse apparso un teschio ischeletrico coverto di cimiero a lastra di
ferro, che si attribuiva ad un guerriero Ungarese spento nel territorio��.
Il
passaggio dai privati allo stato della Salina presumibilmente sar� avvenuta
durante l�occupazione francese.
Il
Bellavite:�Mancano
poi del tutto notizie particolari sul fatto del passaggio di propriet� delle
saline dai privati al Demanio. Un primo ordinamento amministrativo l'ebbe
questa salina nel 1811. Prima di quest'epoca essa era data in affitto dal
Governo per determinata somma da versarsi al Tesoro, ed il sale si vendeva
alla salina stessa. Nel 1811 si
pens� a dare alla miniera un ordinamento tecnico per migliorare lo stato
deplorabile in cui era caduta per la barbarie dei tempi passati e per la
nessuna regola d'arte nella sua lavorazione.
Prima si costru� il fabbricato esterno,
di men che modeste apparenze,
e si
form� una direzione speciale
composta di un direttore, un controllore, due commessi, vari pesatori, un
ingegnere, ed un custode alla porta, affidandone la sorveglianza alla guardia
doganale.�
A
conferma di quanto detto dal Bellavite sullo sfruttamento della miniera, Duret
de Tavel, ufficiale francese componente delle Commissioni militari in Calabria, ne1 1808
scrive: �Dopo aver percorso
venticinque miglia in questa zona singolarmente pittoresca, arrivammo al
villaggio di Lungro, presso il quale esiste una miniera di salgemma sfruttata
senza intelligenza e senza profitto, e che invece potrebbe essere di grande
utilit� per la Calabria e procurare un'entrata considerevole per il governo�.
Nel
1833 ��fu
onorata della presenza del nostro Augusto Sovrano in occasione del suo viaggio
per le Calabrie�, scrive l�inviato del periodico Poliorama pittoresco(1839/40)
L�Augusto
Sovrano era Ferdinando II di Borbone (Palermo 1810 - Caserta 1859), re delle
Due Sicilie (1830-1859). Non si hanno notizie, per�, su eventuali commenti o
dichiarazioni fatte dal Re.
Nel 1862 c�� un tentativo di cedere
la salina di Barletta e quella di Lungro ai privati. Infatti viene bandita una
gara alla quale partecipa la sola ditta francese
Erlanger. La Ditta Ali di Trapani, intenzionata a concorrere, �
impossibilitata a partecipare in quanto la circolare del Ministero
giunge lo stesso giorno di scadenza del bando d�appalto. Nella
circolare si parlava, per�, soltanto della Salina di Barletta. L�accordo
tra la ditta francese e il Ministero venne siglato. Gli Ali, tramite Agostino
Burgarella, loro socio, inviano
delle osservazioni sulla regolarit� dell�operato del Ministro
sia alla Camera che al Senato, in quanto necessaria la loro
approvazione per la cessione delle Saline. Il Bulgarella
sostiene inoltre che ��quel contratto era in grandissima parte mutato dal progetto gi�
proposto dal Ministero il 30 maggio alla casa Al� e agli altri concorrenti.
Le differenze fra questo nuovo contratto, di cui lo schema non fu mai
comunicato ai sottoscritti, ed il progetto del 30 maggio, consiste
specialmente in ci� : Che
il contratto suddetto. oltre le saline di Barletta concedute per anni 35
invece che per 30 anni, concede pure le minire di sale di Altomonte�..�
Il
progetto non viene portato a compimento perch� la Camera dei Deputati non
approva gli atti proposti dal Ministro.
Negli
anni successivi vengono realizzati diversi progetti per migliorare e la condizione di lavoro dei minatori e per l�estrazione
del sale. Alcune delle opere previste
in quei progetti vengono completate mentre altre interrotte. Ci� fa
naturalmente salire i costi di gestione con conseguente diminuzione dei
guadagni.
Anno |
Quantit� delle materie gregge scavate |
Quantit� di sale ricavato in quintali |
Rapporto del sale ottenuto colle materie
gregge scavate |
Spese relative alla produzione dei sali |
Costo per ogni quintale di sale |
1871
1872
1873
1874
1875
1876 1877 1878 1879 1880 1881 1882 |
102,381 96,778 92,387 81,045 93,336 167,042 178,373 175,204 178,165 195,604 207,312 216,392 |
57,250 54,378 47,335.38 52,579.38 49,491 67,025 63,163 59,344 56,370 63,925.57 69,228 73,000 |
55,92% 56,11% 50,74% 64,87% 53,02% 40,12% 35,41% 33,87% 31,60% 32,68% 33,40% 33,73% |
152,985.29 154,130.26 156,870. 30 160,609.08 159,929. 30 185,812
. 177,637.89 184,195.46 180,384
. 195,325.88 195,519.45 228,004.20 |
2.672 2.828 3.260 3.010 3.230 2.772 2.812 3.103 3.200 3.055 2.853 3.123 |
Sempre
il Bellavite sulla qualit� del
salgemma: � Il sale comune suddetto
� di una particolare purezza, come lo dimostra
l'analisi seguente dell'illustrissimo
professore signor Bechi:
Acqua Materie insolubili Solfato di soda Solfato di calce Cloruro di calcio Cloruro di sodio Cloruro di magnesio
Totale |
0, 021 0, 044 0, 140 0, 006 0, 015 9, 769 0, 005 10,000 |
Il sale di questa
miniera si consuma in Calabria ed in una piccola parte della Basilicata; da
qualche anno se ne spediscono piccole quantit� in Lombardia per la salagione
del formaggio e del burro.�
Il salgemma viene anche usato per creazioni artistiche:�..candelieri,
crocette, panerini, ed altri graziosi scherzi si lavorano col salgemma di
Altomonte�.
L�intenzione del Governo, per�, � quella di chiudere la Salina. Infatti
l�ing. Capo del distretto minerario di Napoli, Ottone Foder�,
nel 1879 cos� relaziona: ��.Dimostrato
che l�esercizio della miniera in esame, dar� sempre una sensibile
passivit�, anco nel caso che si profondessero le 200 e 300 mila lire
necessarie per introdurre tutti i perfezionamenti suggeriti dall�arte delle
miniere; parmi che l�unico partito da adottarsi debba essere quello di
abbandonarla completamente.� E ancora: �che tutta questa gente abituata al lavoro ed alla sobriet�
potr� senza difficolt� gradatamente sviarsi dall�abitudine presa di non
cercar lavoro che nella miniera, ed essere diretta ed utilizzata sia in lavori
stradali che in qualche nuova industria che dovrebbe impiantarsi nel paese, se
occorre con incoraggiamento a premi del Regio Governo, come, per esempio, la
manifattura della lana per le coperte ordinarie del1�esercito, marina ecc��.poi
non dovrebbe farsi tutta ad un tratto, ma gradatamente cominciando a non pia
adibire la classe degli avventizi che non hanno ancora acquistato alcun
diritto, e dal non pia rimpiazzare gli operai regolari ammessi in pianta, che
in buon numero, sia per morte od altre cause continuamente vengono a mancare,
cos� in brevissimo giro di anni il numero degli operai regolari verrebbe ad
essere ristretto ad una tenua cifra, che potrebbero allora, senza grave
sacrifizio, mettersi al riposo, concedendogli la pensione vita loro durante�
.
Si propone, quindi, la chiusura graduale della salina e la destinazione al
altro incarico degli operai. Le proposte del Foder� non vengono prese in
considerazione perch� la salina rappresenta una delle poche fonti di economia
non solo per Lungro ma per la zona intera.
Lo stesso Fodera assieme all�Ing.
Capo del distretto di Vicenza, Pietro Toso, viene incaricato, nel 1886, di
svolgere ulteriori accertamenti sulla ricchezza e fertilit� del banco
salifero, sui lavori di consolidamento per la sicurezza del luogo di lavoro e
sull�indirizzo da dare ai futuri lavori.
Fra le indicazioni che i due tecnici danno, vi � anche lo spostamento
della miniera: �8� - volendosi dare maggiore sviluppo alla miniera di
Lungro si eseguisca qualche ricerca
agli affioramenti presso la Valle del Tiro e si studino i vantaggi del
trasporto in questa valle del centro di coltivazione della Salina�.
I lavori che ne seguirono migliorarono, in parte, le condizioni di
sicurezza ed aumentarono la produzione di sale, ma il problema rimaneva sempre
lo stesso: gli alti costi di produzione.
Il Bellavite: �La
coltivazione della miniera di salgemma in Lungro � stata sempre molto
dispendiosa, e rilevanti somme di denaro furono perdute nell�attuazione di
costosi progetti, o non riusciti od abbandonati. La
predilezione dei calabresi per questo sale da un lato, e considerazioni d�ordine politico dall�altro, questa miniera
costituendo la principale risorsa di Lungro, decisero sempre l�amministrazione,
ad onta del costo del prodotto, a continuarne l�esercizio.�
Nel 1952 viene smantellato l�impianto di raffinazione, esistente da
tempo, e montato a Margherita di Savoia. Pare che l�impianto, a Margherita,
non sia mai stato messo in funzione.
Tra alterne vicende si arriva negli anni sessanta. La questione chiusura o
no ritorna alla discussione sia dei Monopoli che del Ministero delle Finanze.
Questa volta la cosa prende una brutta piega, nonostante le manifestazioni di
protesta sia degli operai della miniera che delle popolazioni della zona.
Infatti nel mese di luglio del 1960 la Direzione Generale dei Monopoli di
Stato presenta all�allora Ministro delle Finanze, Sen. Trabucchi, una
dettagliata relazione per la eventuale chiusura della Salina in quanto antieconomica. Il Consiglio Comunale di Lungro,
immediatamente convocato non appena conosciuta la notizia, approva un ordine
dl giorno in cui si contestano le argomentazioni prodotte dai Monopoli e si
chiede il mantenimento in vita della Salina. Il gruppo parlamentare calabrese
si incontra con il Ministro nel gennaio
1961,. Nella riunione si conviene che � necessario, dal punto di vista
sociale, non privare la zona dell�unica fonte stabile di lavoro e
soprassedere su ogni decisione in vista del
sopralluogo che il Ministro avrebbe effettuato presso la Salina.
Il sopralluogo del Ministro Trabucchi viene effettuato il 28 marzo del
1961. �Il lungo viaggio in auto del
Ministro dalla Stazione di Belvedere Marittimo a Lungro, attraverso le
tormentate valli e le giogaie del1'Appennino calabrese,dove pot� toccare con
mano la estrema povert� della zona, lo convinsero a studiare il problema non
solo sotto l'aspetto economico, ma anche sotto l'aspetto sociale e umano�
� si legge in un documento del 14.1.1964, inviato all�allora Ministro
delle Finanze Tremelloni, a firma PSI
�DC � CISL di Lungro. Nello stesso documento si sottolinea che il
Ministro, dopo l�incontro avuto con il personale della salina, autorit�
civili e religiose, organizzazioni sindacali, dichiara che
�1) �.qualsiasi sarebbe stata
la decisione sulla Salina di Lungro, mai il Governo avrebbe privato la zona di
una fonte stabile di lavoro; 2) che avrebbe fatto esaminare la questione da
una Commissione di studio costituita ad hoc�.
Qualche giorno prima, il 26 marzo, il Presidente del Consiglio, Amintore Fanfani,
afferma alla Camera: "Per accrescere
la partecipazione pubblica
alla sviluppo industriale della regione calabrese,il Ministro delle Finanze ha
impartito disposizioni affinch� la miniera di sale di Lungro venga non solo
mantenuta in servizio, ma sia ammodernata in modo da
accrescere le possibilit� di vita e di sviluppo�.
La Commissione di studio presenta, il 25 giugno 1962, la relazione al
Ministro. Nella relazione si
sostiene il prossimo esaurimento
della zona in cui si estrae il
sale e che � necessario estendere le ricerche.
La Commissione conclude :
�Non si tratta di risolvere un
problema di carattere tecnico ed economico circoscritto alla miniera di
Lungro, ormai destinata a breve vita, ma di avviare a rapida soluzione un pi�
vasto e delicato problema di natura sociale e politica, che trascende i limiti
dell' attivit� mineraria locale ed interessa tutta una zona priva di
particolari risorse agricole e di iniziative industriali�.
In effetti nella relazione appare chiara l�indicazione di trovare altre
vie per garantire l�occupazione nella zona.
La relazione Bianchi viene discussa dal Ministro e dai dirigenti dei
Monopoli, il giorno 8 agosto 1962, alla presenza dei deputati calabresi. Nella
riunione si pone la parola fine alla salina e si cercano soluzioni alternative
al problema occupazionale. Il Ministro decide di incentivare iniziative
private o a partecipazione statale disponibili a insediamenti industriali in
Lungro capaci di occupare almeno 350 persone di Lungro e zona.
Nel documento del 14.1.1964 si legge inoltre: �Dopo tale riunione,a distanza di molti mesi,veniva pubblicato dalla G.U.
il Decreto di stanziamento di �.250 milioni per ammodernare e meccanizzare la
miniera di Lungro. Finora,tuttavia,non � stato effettuato nulla di concreto e
rilevante, anzi le condizioni generali della miniera,e dal punto di vista
produttivo come da quello economico,vanno peggiorando,dando la chiara
sensazione che la si voglia far morire di consunzione naturale, commettendo
ancora una volta un atto di gravissima ingiustizia ai danni di questa povera
Calabria�.
Nel frattempo i lungresi non stanno ad aspettare passivi. L�Amministrazione
Comunale, guidata da Francesco Blumetti, i partiti e i sindacati continuano la
lotta contro la chiusura della Salina cercando di dimostrare che quanto
affermato dai Monopoli non corrisponde a verit�.
Il Consiglio Comunale, nella seduta del 3 aprile 1964, approva il seguente
o.d.g.: � Il Consiglio Comunale, visto
che la minaccia di chiusura, nonostante le reiterate promesse di
ammodernamento fatte dal Ministrero delle Finanze, incombe sulla Salina di
Lungro; considerato che il provvedimento di chiusura, se attuato, risulterebbe
oltremodo rovinoso non solo per la popolazione di Lungro, ma per tutta una
zona gi� cos� depressa ed incredibilmente povera di altre risorse
economiche; ritenuto che le assicurazioni di non procedere alla chiusura della
Salina di Lungro fornite dal Ministero delle Finanze, non sono sufficienti a
garantire non solo lo sviluppo ed il potenziamento tecnico, ma la stessa
esistenza; riconosciuta la necessit� che il Ministero delle Finanze prenda
con urgenza provvedimenti capaci di imprimere all�Opificio di Lungro
maggiore impulso ed incremento determinandone pi� responsabilmente modi e
tempi; ritenuto che il provvedimento pi� urgente e pi� giusto sarebbe quello
di procedere a nuove assunzioni per sostituire la manodopera che continuamente
viene collocata a riposo per raggiunti limiti d�et� o viene trasferita in
altre aziende dello Stato; DELIBERA di approvare, come in effetti approva, il
presente ordine del giorno inteso ad ottenere, da parte Del Ministero delle
Finanze e di tutte le autorit� competenti, un immediato e responsabile
intervento per un razionale ammodernamento delle strutture tecniche della
salina di Lungro che, oltre a determinare favorevoli ripercussioni sul
rendimento generale della Salina stessa, potrebbe certamente stimolare il
sorgere di impianti di raffineria e di altri complessi industriali�.
Vengono presentate dai deputati calabresi diverse interrogazioni
parlamentari.
Il Governo (Moro Presidente e Tremelloni Ministro delle Finanze), invece,
il 25 marzo 1965 risponde alle varie istanze approvando un disegno di
legge che, di fatto,
scrive definitivamente la parola fine alla Salina di Lungro.
La relazione al disegno di legge recita: �La gestione della Salina mineraria
di Lungro, che ha sempre rappresentato una
passivit� per
lo Stato a
causa degli
elevatissimi costi di
produzione,e venuta in questi ultimi anni a costituire un
problema la cui soluzione si pone in termini di estrema urgenza e di assoluta
indifferibilit�. L'antieconomicit� della gestione dello Stabilimento e
dovuta ai seguenti motivi:
I) Il giacimento di Lungro e costituito da Salgemma
intercalato a strati pi� o meno spessi di materiale eterogeneo,il che rende
unicamente possibile l'estrazione di sale- misto a materie eterogenee. La
separazione del sale dalle argille e gessi che l'accompagnano viene eseguita
manualmente, e tale cernita eleva notevolmente i costi del prodotto estratto
dal giacimento. D'altra parte, anche nel caso che si provvedesse ad una
modernizzazione dei sistemi di estrazione introducendo nel ciclo produttivo
gli impianti meccanizzati compatibili con la natura del giacimento, i costi
del salgemma di Lungro non potrebbero mai essere ridotti ad un livello
economicamente conveniente.
2) La miniera e ubicata ad
una altitudine di circa 600 mt. sul livello del mare e ad una distanza di ben
20 chilometri dalla pi� vicina stazione ferroviaria e dalla strada nazionale,
con la conseguenza che le spese di trasporto extra-ferroviario e di ricarico
incidono notevolmente sui costi a destino.
3)Le spese annue sostenute
dall'Amministrazione dei Monopoli per la gestione della Salina di Lungro
ammontano globalmente a circa 450 milioni di lire, per una produzione di circa
95.000 quintali di sale franco Calabria, mentre un uguale quantitativo di sale
siciliano di 1^ scelta portato sul continente pu� costare al massimo 35-40
milioni,il che significa che per tale produzione si vengono a spendere oltre
400.milioni in pi�.Tale situazione e venuta ad aggravarsi negli ultimi anni
perch� le popolazioni della Calabria, gi� abituate per lunga tradizione a
fare uso di salgemma in blocchi,vanno ora orientandosi sempre di pi� verso
l'uso del sale marino impacchettato, per cui la miniera e ormai giunta ad una
eccedenza di produzione,rispetto al consumo di circa 18.000 quintali annui. Il
fenomeno � in fase di rapido sviluppo ed � quindi facilmente prevedibile, a
breve scadenza,un ingente aumento delle giacenze di salgemma abbattuto e
cernito che ingombrano la miniera e non possono d'altra parte,essere avviate
al consumo, che e in continua diminuzione.
4)I cantieri di produzione si
allontanano progressivamente dal pozzo di estrazione,il che comporta spese
sempre maggiori sia l'estrazione del materiale, sia per la ventilazione della
miniera.
5)A causa delle numerose caverne sotterranee scavate nel
corso dei secoli, tutto il terreno su cui sorge lo Stabilimento e in frana,
per cui, soltanto per assicurare l'attuale antieconomica produzione,
occorrerebbe sostenere spese valutabili in centinaia di milioni di lire per la
sola sistemazione o costruzione ex novo degli impianti,e dette spese
porterebbero ad un livello insostenibile gli attuali gi� elevati costi di
produzione.
6)Come risulta dalla
relazione compilata lo scorso anno dall'apposito Comitato costituito per lo
studio dei problemi inerenti alla miniera,il giacimento salino di Lungro dev'essere
considerato ormai in fase di esaurimento, con una vita prevedibile di appena
una decina di anni, al ritmo attuale di produzione.
In tale situazione, che
comporta per lo steso un onere del tutto ingiustificato di centinaia di
milioni all'anno, ragioni di carattere economico consiglierebbero di far
cessare del tutto L�esercizio della miniera con effetto immediato, ma tale
soluzione non pu� essere adottata per considerazioni d'ordine sociale, in
quanto non si pu� non tener conto che attualmente la Salina di Lungro,
costituisce praticamente l'unica fonte di lavoro per gli abitanti di quel
comune.
Per eliminare
la Salina occorre pertanto costituire nuove possibilit� di
lavoro,stimolando il sorgere di iniziative che diano luogo ad imprese in grado
di assorbirne il personale operaio e di realizzare, nel contempo, un
incremento della produttivit� in settori pi� vantaggiosi all'economia
nazionale.
In tal modo riuscir�
possibile, non appena il personale della Salina sar� assunto dalle nuove
imprese, procedere alla chiusura dello stabilimento.
A questo fine si �
predisposto l'unito schema di disegno di legge col quale, all'art.1,
l'Amministrazione dei Monopoli viene autorizzata a concedere contributi da
erogarsi in cinque rate annuali, per un ammontare massimo complessivo di
L.I.500.000.000, a favore di iniziative economiche che sorgano nella zona di
Lungro ed assorbano personale operaio della Salina e viene stabilito che
le,imprese beneficiarie del contributo devono effettuare investimenti per una
somma pari ad una volta e mezzo l'ammontare del contributo stesso.
Con l'art.2 viene determinata
in �.6.000.000 la misura massima
del contributo per ciascun operalo assorbito dalle imprese, stabilendo che il
contributo stesso potr� essere concesso, entro il limite massimo di 5
anni,per ciascun anno di servizio che l'operaio avrebbe continuato a prestare
in Salina se questa non fosse stata soppressa. Lo stesso.articolo prevede la
possibilit� che, in sostituzione dell'operalo, possa essere assunto dalle
imprese la moglie
o la figlia (ci�
particolarmente nel caso in cui si tratti di attivit� economiche che occupano
in prevalenza personale femminile ) o; anche, altro familiare convivente.
L'art.3 fa obbligo alle
imprese beneficiarie del contributo di applicare nei confronti del personale
assunto condizioni economiche e normative non inferiori a quelle risultanti
dai contratti collettivi di lavoro di categoria in vigore nella zona.
Con l'art.4 si stabilisce che gli operai della Salina di Lungro assunti
dalle imprese, o la cui moglie o
la figlia o altro familiare sia stato assunto dalle imprese stesse, saranno
collocati a riposo con il beneficio di un aumento del servizio utile nella
misura di cinque anni da valere ai fini del trattamento di quiescenza, aumento
che e elevato a sette complessivamente nei confronti di coloro che abbiano la
qualifica di mutilato o invalido, militare o civile, per fatto di guerra o per
servizio o la qualifica di combattente o di partigiano combattente o di vedova
di guerra. Uguale verr� attribuito agli operai della Salina che chiedano di
essere collocati a riposo indipendentemente dall�assunzione presso le
imprese anzidetta.
L'a.rt.5 stabilisce che, con
decreto interministeriale, saranno determinate le modalit� pratiche di
attuazione della legge.
Infine,
l'art. 6 prevede
che alla
spesa relativa
ai contributi
A Lungro non ci stanno. Una delegazione composta dal Vice-sindaco Nicola
Scaglione, dagli assessori Nociti Giulio e Serravalle G.Battista, dal
segretario del Psi Vincenzo Borrescio e da quello della DC Domenico Di Sue,
controbattendo quando sostenuto nella relazione al disegno di legge,
si incontra il 6 aprile 1965 con il Prefetto di Cosenza. Nello stesso
tempo i parlamentari calabresi chiedono un incontro con il Ministro delle
Finanze. L�incontro avviene il 19 maggio. Vi partecipano alcuni parlamentari
calabresi, una delegazione lungrese, Il sottosegretario Valsecchi e il Dr.
Gualdi. Anche in quella riunione venne ribadita l�intenzione del Governo di
liquidare la Salina. Pare che in quella riunione il Gualdi abbia dichiarao:�Sale
ce n��, ma non abbiamo che farne�.
Viene immediatamente convocato il Consiglio Comunale che approva un ordine
del giorno in cui si chiede, ancora una volta, il mantenimento della salina.
Un ordine del
giorno a sostegno
delle tesi dei
lungresi
viene
approvato all�unanimit�, il 14 novembre 1965, dal congresso nazionale del
PSI.
Il 18 ottobre 1967 i rappresentanti delle sezioni PCI, DC, PSU, CGIL e CISL
di Lungro si riuniscono presso il gabinetto del Sindaco per discutere sulla
salina. Nella riunione si decide di costituire una Commissione Unitaria Pro-Salina composta da due rappresentanti per
partito politico e organizzazione sindacale. Presidente della commissione
viene designato all�unanimit� il Sindaco di Lungro.
La Commissione organizza, l�11 febbraio 1968 un convegno di studi sul
problema della Salina. Incomincia a farsi strada, anche a Lungro, l�idea di
insediamenti produttivi sostitutivi.
Nel documento finale del convegno si legge: �La richiesta per la creazione in Lungro di un�industria sostitutiva
della Salina � motivata anche dalle conclusioni cui � pervenuta la relazione
Bianchi,��.
Le tesi sostenute a Lungro sono riassunte nella lettera che
l�allora Sindaco, Angiolino Bellizzi, invia a ministri, a politici
calabresi e dirigenti nazionali dei partiti sia di sinistra che di centro.
�Lungro � un paese situato in zona
di montagna al centro di una vasta area depressa con scarsissimi redditi
agricoli ed artigianali. Lo stesso � a dirsi di un notevole numero di paesi
che gravitano attorno a Lungro quali Firmo, Acquaformosa, Altomonte, San
Donato Ninea, Saracena, San Sosti, Motafollone, Malvito, Cassano Jonio,
Castrovillari, S. Agata d�Esaro, ecc.
La
Salina di Stato ha costituito per� per secoli la preminente risorsa economica
di Lungro con effetti positivi su tutti i predetti paesi e, di riflesso, sull�economia
dell�intera provincia di Cosenza.
L�introito
annuo da essa derivante, tra salari e pensioni, raggiunge circa 800
milioni di lire che rappresentano un costante
flusso di ricchezza, di per s� notevole, per un�economia
povera come la nostra.
Da
un ventennio l�Amministrazione dei Monopoli di Stato ha ripreso a sostenere,
come aveva fatto agli inizi di questo secolo,: a) l�antieconomicit� della
Salina di Lungro per gli alti costi di produzione del salgemma ricavato; b) la
passivit� dell�azienda in quanto le spese di gestione sono superiori alle
entrate; c) il prossimo esaurimento del materiale.
Per quanto attiene all�asserita
antieconomicit� da parte dei Monopoli di Stato si osserva brevemente:
1. che le maestranze attuali, con un�et� media
di circa 60 anni, sono insufficienti sia per l�et� che per il numero per
una produzione che sia economica e adeguata alla domanda del prodotto. Infatti
l�ultima assunzione risale al 1958 e da allora il personale passato in stato
di quiescenza non � stato rimpiazzato da nuove leve. Ed oggi per esigenze
connesse alla produzione e di fronte alle continue richieste del minerale, La
direzione locale ha dovuto mobilitare anche parte del personale non addetto
alla miniera, trascurando di conseguenza tutti gli altri servizi di
manutenzione e assistenza indispensabili per garantire la sicurezza degli
impianti e delle strutture.
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Organico del personale: |
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1958 |
n. 307 |
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1968 |
n. 174 |
2. che i metodi di sfruttamento impiegati,
particolarmente per il sollevamento del minerale dalla zona di estrazione all�esterno,
non sono adeguati alla tecnica moderna;
3. che il materiale per 2/3 viene utilizzato, mentre per
1/3 viene portato a rifiuto
perch� commisto ad impurit�;
4. che il sale viene venduto, ora, solo in pietra, anzich�
raffinato, come avveniva anni addietro per buona parte del minerale estratto.
Dal 1952, infatti, con un futile pretesto, che il Monopolio ancora non ha
chiarito, veniva rimosso l�impianto di raffineria e trasferito ad altra sede
ed ivi lasciato inoperoso.
Per
quanto attiene alla passivit�, sar� bene premettere che essa va intesa in
senso relativo e non assoluto. Infatti, di fronte alla produzione di 100 mila
quintali di sale all�anno si ricavano 600 milioni (prezzo di vendita �. 60
al Kg.). Lo stato preleva da questo introito il 70% (420 milioni) mentre il
30% (180 milioni) resta al Monopolio. Siccome le spese di gestione dell�azienda
salifera ammontano a circa 450 milioni annui, il Monopolio presenta una
passivit�. Ma di grazia Stato e Monopolio non sono la stessa cosa?
Ma
anche volendo accettare la
tesi dell�Amministrazione
dei Monopoli noi chiediamo
perch� ci si ostina a vendere il nostro salgemma in pietra al prezzo politico
di �. 60, mentre invece il pi� volte richiesto ripristino dell�impianto di
raffineria consentirebbe di
vendere il
raffinato allo stesso prezzo
che si pratica per gli altri sali: �. 140 il Kg. O anche qualche cosa in
pi�, tenendo conto del maggior grado di sapidit� e della purezza che fa
preferire il nostro sale ad altri di diversa provenienza (viene prelevato
direttamente dalle societ� Doria, Pavesi, Carlo Erba, Robo, ecc..). Ci�
automaticamente farebbe salire l�entit� dell�introito di quasi tre volte,
annullando di conseguenza la lamentata passivit�.
Il
terzo punto da considerare � il presunto esaurimento del giacimento sostenuto
dalla direzione Generale dei Monopoli. Anche non volendo tener conto dello
studio geologico condotto nella zona nel 1898 a cura dei tecnici del Distretto
Minerario di Napoli e di quello di Vicenza, i quali ebbero a dichiarare ��il
giacimento di Lungro si estende per oltre un chilometro e si mantiene con la
stessa potenza, perch� non si pu�
ammettere che un profondo lago salato, capace di dare origine a un cos�
potente banco di sale, sia ristretto a poco pi� di 150 metri (tale � infatti
il diametro entro cui sono ubicati attualmente i cantieri di lavorazione); la
relazione tecnica del Prof. Bianchi, stilata di recente
per conto
dell�Amministrazione dei Monopoli,
neppure esclude la possibilit� dell�esistenza di altro minerale, in
quanto �si � di fronte ad un
vero e proprio bacino minerario�. A questo punto vale la pena precisare che
la relazione Bianchi (su cui massicciamente poggiano le tesi del Monopolio)
non si basa su nuovi sondaggi o su particolari prospezioni, avendo la
Commissione di Studio operato soltanto una visita di appena due ore nella
profondit� della miniera senza l�ausilio di apparecchiature di sorta. Ci�
autorizza a pensare che la Commissione stessa � venuta a Lungro con lo scopo
preciso di nascondere la verit� a tutto vantaggio di una manovra che l�Amministrazione
Generale dei Monopoli aveva architettato a nostro danno.
Premesso quanto sopra, bisogna
ammettere che si � di fronte ad un piano preordinato di chiudere la Salina. E
ci� a dispetto di ogni considerazione di ordine sociale, economico ed umano.
Questo stato di cose naturalmente incide sulla situazione generale di Lungro e
dei paesi viciniori. Il ventilato pericolo della chiusura della Salina, che
ormai consideriamo imminente dato il concorso di numerose circostanze
volutamente sfavorevoli, ha determinato, e da tempo, una generale psicosi, con
conseguente ristagno della vita economica e paralisi di ogni iniziativa: l�edilizia
� in crisi e cos� le professioni ed il commercio. Le classi giovanili
abbandonano in massa la zona alimentando, giorno per giorno, il triste
spettacolo dell�emigrazione verso terre straniere; la popolazione � scesa
da 4.780 abitanti del 1958 ad appena 3.172 del 1968 da cui bisogna detrarre
altri 1.000 e pi� abitanti che risultano residenti ma in effetti si trovano
sparsi nelle pi� disparate contrade d�Europa.
Anche
la scuola ha subito le conseguenze dell�esodo di intere famiglie. Fin dallo
scorso anno si � registrata la soppressione di ben due classi elementari.
E
ci� per quanto riguarda direttamente Lungro. Ma bisogna altres� tenere conto
dei riflessi negativi che una malaugurata chiusura della Salina avrebbe su
tutta la zona che secolarmente ha gravitato attorno all�economia lungrese.
La quale ultima ha rappresentato sempre un punto di attrazione e di consumo
dei pi� svariati prodotti agricoli.
Dopo
tutte queste considerazioni, balza evidente all�occhio di tutti lo stato di
precariet� e di disagio che da parte della cittadinanza si avverte da pi�
tempo. I giovani in special modo si sentono interessati al problema della
Salina, che per molti di essi potrebbe costituire una promessa di lavoro e di
sistemazione. Il Comitato Unitario Pro-Salina, nell�atto di costituirsi, ha
interpretato le lamentele e le richieste di tutte le categorie cittadine per
far valere i sacrosanti diritti di un�intera popolazione decisa a non
vedersi condannata alla fame. In definitiva si chiede PANE E LAVORO da parte
degli organi governativi, tanto solleciti e tanto ben disposti nei riguardi di
altre zone d�Italia, notoriamente meno depresse e meno sfortunate. Il
Comitato stesso attende atti concreti di buona volont� politica senza
essere costretto a dover ricorrere alle
maniere forti che potrebbero derivare da una insensibilit� o indifferenza da
parte dello Stato verso una popolazione che pensa di non avere mai demeritato
e alla quale non si pu� negare l�indispensabile.�
Un
promeria sulla salina, a firma di Angiolino
Bellizzi (sindaco), Nicola Scaglione(vice-sindaco), Tommaso Marotta, Francesco
Blumetti(CGIL Salina) e Santoianni Pasquale (CISL Salina),
viene presentata al Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat
Qualcuno non d�accordo con l�operato della Commissione, fa circolare un
volantino in cui si legge:
�Canto
dei Comitati Pro-Salina�
( sul motivo di Marina, marina)
Salina, Salina,
Salina
Ti voglio al
pi� presto FREGAR��.�
Il volantino proseguiva con la seguente poesia:
�Fra i Rossi atei e i ligi della chiesa Si � scatenata una contesa Che per cantarla ci vuol davvero La vecchia penna del grande Omero. Cantami, o Diva dei lungresi Achilli L�ira funesta che per la salina, cui gli uni e gli altri con grande zelo stanno preparando il nero velo. Da una parte pugnano i comunisti Dall�altra i preti e i socialisti Mentre ai fascisti in mente suona Fusse che f'usse la volta buona". Intanto il pubblico fa gli scongiuri Toccando ferro, grattando i muri, Ma se le cose vanno ancora male Attinge proprio L�ORIGINALE: I democristiani e gli alleati Al Ministero si sono recati? E i comunisti che non son fessi Al Ministero ci vanno anch�essi. E gli uni e gli altri accompagnati Da senatori e deputati. Poi ritornati al paesello
(Badate bene ora viene il bello) Tengon discorsi fanno promesse , per frastonare le menti�.. f'esse. Ma quando al dunque debbon venire Nulla di buono ci possono dire; |
Gli uni fan fiasco, gli altri lo stesso Il risultato � l�insuccesso! Ma per spiegare come e perch�, Ecco la scusa subito c��. �Son stati quelli che han rovinato L'ottimo piano gi� preparato, Quelli sono stati che hanno venduto Ci� che avevano gi� ottenuto"! �Non hanno amore per questa terra, Sono stranieri, facciamoli guerra!" "Quelli sono rospi di sporco pantano , Che vadan via stiano lontano.� E a gara fanno chi riesce prima
A metter queste cose in scelta rima. Per merito di questi scelti canti, Rischiamo di soccomber tutti quanti. Per merito di questi nostri eroi Le penne ce le rimettiamo noi, Se i ministri fregandosi le mani . la Salina la chiudono domani! Per Carit�, per carit�, Signori, O nati a Lungro , o venuti da fuori O religiosi o atei che siete, Lasciate l'acque nostre un p� quete! La salina , se a Dio piace,
Vivr� mill�anni ancora in santa pace. Noi vi preghiamo di tutto cuore, Fattevi i ca. .ncheri Vostri per favore.� |
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L�attivit� politica e sindacale per perorare la causa della salina
continua. Il Comitato Pro-Salina organizza uno sciopero a cui aderiscono tutte
le categorie dei lavoratori. Lo sciopero generale viene programmato per il 22
gennaio 1969. Il 21 gennaio, sulla Gazzetta del Sud, Silvio Rotondaro scrive:
�Mentre si susseguono le riunioni del
comitato pro-salina e lo sciopero generale proclamato per domani, il prefetto
di Cosenza ha invitato nel suo ufficio il sindaco di Lungro, insegnante
Angiolino Bellizzi. Non si conoscono i termini del colloquio ma � probabile
che il rappresentante del governo abbia dato assicurazione del suo pi� vivo
interessamento per la questione della salina e gli abbia rivolto l'invito ad
adoperarsi per contenere l'agitazione nei limiti di una civile protesta.
Intanto a Lungro tutto � quasi pronto per la grande manifestazione a cui
parteciperanno tutte le categorie sociali. I motivi della agitazione, oltre
quelli di ordine generale (mancata assunzione di unit� in sostituzione di
quelle che vanno in pensione; condizioni igienico -sanitarie in difetto delle
quali si svolge attualmente.�.
La grossa manifestazione del 22 gennaio non passa inosservata. Nel marzo dello stesso anno il Ministro
delle Finanze Reale nomina una commissione per
lo studio dei giacimenti di sale e l�eventuale prosecuzione dell�attivit�
estrattiva. Della Commissione fanno parte il dottor Attilio Moretti direttore
del servizio geologico, il prof. Peretti, del Politecnico di Torino ed il
prof. G. Rossi titolare della cattedra di arte mineraria di Iglesias.
La relazione finale della Commissione Moretti, anche se ritenuta dalla popolazione pi� positiva, non si discosta di molto da quella Bianchi. Se da una parte si richiedono altri sondaggi, dall�altra traspare la non convenienza.
Ancora manifestazioni e
scioperi (16 persone denunciate per blocco stradale) ma oramai si � capito che la sorte della Salina � segnata. Infatti
alla fine si decide di accettare la proposta avanzata dai Monopoli per la
creazione di un filtrifico (questa attivit�, dopo continue riconversioni, ha
cessato di esistere in questi giorni)
in sostituzione della Salina
Il 5 agosto 1976 i Monopoli di Stato deliberano la rinuncia alla
concessione mineraria che sar� ratificata dal Ministero dell�Industria l�8
marzo 1978.
A seguito della ratifica, i fabbricati passano di propriet� del Comune
ed � la fine, in tutti i sensi. Il giorno dopo il passaggio non � pi�
riconoscibile. Infatti, priva di custode, viene letteralmente saccheggiata:
tutto quello che poteva essere preso, viene preso.
Sono spariti tutti quegli attrezzi di lavoro che avrebbero permesso di far
conoscere alle nuove generazioni, quanta storia, quanta fatica e quanti sudori
erano insiti in quegli oggetti: picconi, perforatrici, carrelli, locomotori,
elmetti, ecc.
Come se non bastasse questo, successivamente viene concessa ad
alcuni privati che l�hanno utilizzata come deposito di auto da
demolire.
Una cosa hanno lasciato intatto: l�archivio. Anch�esso,
per�, sta facendo, se non ha gi� fatto, una brutta fine. Infatti giace
in uno sgabuzzino all�ultimo piano del fabbricato
principale alla
merc� delle
intemperie e a nulla sono valsi i ripetuti appelli all�Amministrazione
Comunale per il suo recupero. |
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Resti
del deposito auto |
Duemila anni di
storia distrutti in un momento.
L�archivio |
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BIBLIOGRAFIA
Giovanni
BELLAVITE: |
Cenni sulla miniera di salgemma di
Lungro � Roma 1894 |
Agostino
BULGARELLA: |
Osservazioni sul progetto di legge
relativo alla cessione delle saline di Barletta e Lungro � Torino 1862 |
Domenico
DE MARCHIS: |
Breve cenno monografico-storico del
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Ottone
FODER�: |
Infortunio nella Miniera di Lungro �
1879 |
O.
FODER� � L. TOSO |
Relazione sulla Miniera di Lungro -1866 |
Giuseppe
MELOGRANI: |
Descrizione delle Saline della Calabria
� Napoli 1822 |
Vincenzo
PADULA: |
Calabria prima e dopo l�unit� �
Bari 1977 |
Pietro
Pompilio Rodot� |
Del rito greco in Italia � Roma 1763 |
Giuseppe
SAMENGO: |
La real Salina di Lungro � � Il
Calabrese� -Cosenza 30.06.1845 |
Giovanni
SOLE: |
Breve storia della Reale Salina di
Lungro - Ed. Brenner Cosenza � 1981 |
Torquato
TARAMELLI: |
Sul deposito di salgemma
di Lungro nella Calabria Citeriore � 1879 |
Francesco
TAJANI: |
Historie albanesi - Salerno 1866 |
LUNGRO
- Ottobre 2001