LUNGRO
sotto
i
riflettori
di
Eugenio
Marigliano
(Articolo
pubblicato sul quotidiano �La Provincia
Cosentina� del 07.02.2004)
Ungra
Katund i Arb�ris� (Lungro Centro dell�Arberia) � il titolo che l�autore,
Nicola Bavasso, ha scelto di dare alla sua pubblicazione. � una guida rivolta a
tutti coloro i quali hanno voglia di conoscere nel dettaglio i tanti
aspetti che una piccola comunit� arb�reshe pu� offrire. Lo stesso
progetto grafico, da cui un formato della guida quasi tascabile (e si spera)
assai invogliante alla lettura, � stato curato fin nei dettagli dall�editore
lungrese Edizioni Masino. Un testo, allora, pensato, realizzato e cucinato tra
le mura del borgo arb�resh e, come dice nell�introduzione Gianni Belluscio,
ricercatore dell�Universit� della Calabria: �Ruani mir� fotografit�,
djovasni fjal�t nj� e nj�, u g�zofshi! dhe udh� t� mbar� juve �veni,
�vini o �prireni Ung�r�, che tradotto significa �Ammirate con
attenzione le foto, leggete le parole ad una ad una, divertitevi! E buon viaggio
a voi che andate, venite o che tornate Ung�r�.
In
questo senso giova la ripartizione dell�opera in varie sezioni: dai cenni sui
primi insediamenti albanesi agli episodi del Risorgimento italiano che videro
protagonisti anche personaggi dell�Arb�ria, dalle particolarit� del rito
greco-bizantino a quelle della lingua parlata, dai contributi forniti dalla
letteratura popolare alle varie personalit� che hanno vissuto a Lungro, dai
beni culturali del luogo al ricordo della Salina e di chi vi ha lavorato spesso
in condizioni disagevoli, fino alla cucina tipica, aspetto dal quale, ormai,
pochi prescindono come testimonia per esempio il successo di tante trasmissioni
televisive.
Altre
parti della guida, inoltre, raccolgono alcuni aspetti che l�autore ha scelto di trattare separatamente (affidandoli a persone esperte):
dalle celebrazioni liturgiche all�iconografia, dal significato della gjitonia
arb�reshe alle risorse delle montagne che rientrano nel Parco nazionale del
Pollino.
Accanto
al testo, decine di fotografie scattate di recente e altre risalenti, invece, a
parecchie decine di anni fa, come anche i bei disegni di Luigi Manes che si
soffermano su scene di alcuni importanti momenti storici (dall�eroe nazionale
Skanderbeg alla sollevazione antiborbonica del
luglio 1859), piuttosto che su spicchi di vita quotidiana che hanno
radici antiche ma che non mostrano l�usura dei tempi (dall�esecuzione di
canti popolari accompagnati dalla zampogna karramunxat
al classico rito del sorseggiare davanti al focolare la bevanda yerba
mate, un�usanza capace di rendere pi� solidi i rapporti di vicinato e creare
cos� maggiore solidariet� nella gjitonia).
In
un caso per�, quello della Salina, riproducendo la stessa immagine a distanza
di decine di anni, l�autore piomba improvvisamente nel presente. E quello che
un lettore riceve � un vero e proprio pugno nello stomaco. La sovrapposizione
delle due foto non significa, per�, infliggere una pesante umiliazione a un
luogo-simbolo della storia di Lungro; ci� che quella pagina raffigura �
semplicemente dimostrazione di poca riconoscenza verso un luogo che molti
giovani lungresi, ormai, non sanno realmente cosa abbia rappresentato.
In
tempi come i nostri, nei quali la memoria storica � sempre pi� annebbiata,
sembra utile consigliare la lettura di opere simili anche a quei lungresi, e non
sono pochi, cui sfugge di certo tanta parte del loro recente passato.