VINCENZO STRATIG�
(1822 - 1885)
I precedenti guerrieri e non ignobili
della famiglia da cui nacque, si ritrovano in un documento del 13 novembre 1533,
conservato nell'Archivio della Real Camera Summaria, in cui a foglio 42 si legge che il RE (Carlo
V) informato dal Principe di Melfi, Andrea DORIA del valore dimostrato contro i Turchi
dagli STRATIGO', Antonio Demetrio, Giovanni e suoi germani: sia nell'assedio che nella presa della Citt� di Corone, e
informato altres� delle condizioni di miseria in cui erano piombati dopo l'abbandono della cara terra e il passaggio in
Italia, li armava cavalieri e assegnava loro una somma di 70 ducati annui ed altri privilegi, compreso quello di stabilirsi liberamente nel
Regno (di Napoli) e di avere terre e case in Puglia e in Calabria. Gli Stratig� sono dunque tra quelli albanesi
venuti in Lungro nell'ultima fase delle migrazioni (prima met� del secolo
sedicesimo). Li troviamo, da quell'epoca, ininterrottamente, fra le persone, pi� in vista. Abbiamo gi� parlato di un Angelo, medico
autore di una monografia di CEPHALOGIA; e di un Luigi sacerdote, professore a Cosenza e Cassano. -Nel 1822 nacque
Vincenzo, figlio del magistrato Angelo e della nobildonna Matilde Mantile. Come gli altri figli di famiglie
cospicue fu inviato agli studi nel Collegio di S. Demetrio Corone e, compiuti gli studi
classici, alla Facolt� di Diritto in Napoli. L 'insofferenza del carattere, in una al fascino delle nuove idee sociali, fecero di lui
uno dei pi� ardenti e non sempre prudenti cospiratori.
La Polizia borbonica, prevenuta maggiomente contro gli studenti di Calabria dopo l'insurrezione del
marzo 1844, non
tard� a notare che Vincenzo Stratig� era pericoloso e lo tenne d'occhio. Nel 1848, subito dopo i moti del 15 Maggio lo
rimpatri� coattivarnente a Lungro interdicendogli l'ulteriore residenza a Napoli.
Vincenzo STRATIGO' giunse in tempo per partecipare alla resistenza di Campotenese e Monte Sant'Angelo.
Sfugg� alla repressione giudiziaria ma dopo il process� che frutt� la condanna di
DAMIS, TRIFILIO, MARTINO e altri, venne colpito dal provvedimento di domicilio coatto e
destinato a Badolato. E il padre Angelo venne trasferito da Tiriolo a
Muro Lucano dove infieriva il colera che lo trasse a morte nel 1855. Nel fermento ideologico del decennio, Vincenzo
Stratig� che era sopra tutto
poeta, accolse la mistica mazziniana di Dio
e Popolo e condivise la tesi socialista di Pisacane di portare la
rivolta dalla elaborazione ideologica della borghesia alla rivoluzione attiva delle masse popolari.
Intanto a Lungro disertata e percossa dalle conseguenze della rivolta della primavera del 1848, semina le sue idee
mantenendo vivo il clima rivoluzionario; Usava per la propaganda, la cospirazione segreta, gli scritti ad amici, i versi in italiano
e in albanese. Nel 1852 una laude popolare in onore di S. Elia, la cui festa ricorre in luglio,
veniva cantata dalla massa dei fedeli durante la processione del Santo, la cui immagine lo
rappresenta armato di spada e in atteggiamento guerriero. Per tutta risposta le autorit�, che apprezzarono le chiare allusioni
politiche dell'inno, vietarono la processione negli anni seguenti fino a1860. E non sappiamo quanto quei versi
abbiano influito a determinare il domicilio coatto dello Stratig�. Il 16 Luglio 1859,
alle notizie che giungevano dei fatti di Magenta e di Varese, Vincenzo Stratig�, fatto radunare, ad opera dei suoi fidi Pietro
Irianni, Cesare Martino ed altri, in una Piazza di Lungro, molto popolo, lo arring� incitandolo alla rivolta. Le
conseguenze, come abbiamo altrove detto, furono gravi, ma, dei promotori del moto tutti sfuggirono all'arresto, mentre i loro familiari
ne subirono le conseguenze. La sessantenne madre dello Stratig�, donna Matilde Mantile, poco dopo scriveva al figliuolo
latitante: � io sono nelle prigioni di Lungro insieme ad altre donle i tuoi fratelli godono e cantano nelle prigioni di Cosenza son i fratelli di Agesilao Milano �.
Nel luglio dell'anno seguente, quando il Comitato insurrezionale Centrale di Cosenza ordin� la
mobilitazione e in Lungro
si organizz� la schiera dei 500, Vincenzo Stratig� fu messo a capo di una delle cinque compagnie e inoltre fu nominato
commissario politico della formazione.
A Napoli in piazza S. Francesco (non ancora del Plebiscito) arringa il popolo assieme con padre
Gavassi. Al Volturno
non smentisce se stesso.
Incorporato nell'Esercito, nel 1864 lo troviamo membro del Tribunale di Guerra per la repressione
del brigantaggio in
Basilicata. A Lagonegro dove risiede, fonda scuole e promuove opere sociali tanto che il
Consiglio Comunale, il 27 maggio 1864, gli conferisce la cittadinanza onoraria. Nel 1866 � capo di Stato
maggiore del generale Durante. Poco dopo per� resta disgustato dalla boria degli Ufficiali di
carriera che mal vedevano
l'ascesa dei colleghi garibaldini. A mensa, un giorno, insofferente dell'ennesima provocazione di un Ufficiale Savoiardo, gli lancia
piatto in faccia e si dimette.
Tornato a Lungro riprende gli studi sulla questione del mezzogiorno, sull'evoluzione del proletariato e continua a
poetare. Nel 1867, dopo i fatti di Mentana, che avevano riaccese le polemiche sulla questione romana, indirizza a Garibaldi versi
come questi:
� Avanti! Avanti! Pallido e ardito battagliero di Mentana,
Ferito dal piombo delle Sante Chiavi! �.
Come aderente al movimento socialista, subisce perquisizioni alle quali risponde con scritti di protesta. Ma a questo
punto il nostro compito � di rimandare i curiosi a consultare
quel che scrissero di Lui il Prof. Alberto Stratic� nella �Letteratura Albanese � (Hoepli
1896), Cesare Lombroso nel suo � In Calabria� (Catania 1892). Il Prof. Giuseppe Ferrari nella
�Storia della Letteratura Albanese � dell'Universit� di Tirana, nonch� tanti altri, su giornali e riviste del suo tempo e fino ai
giorni nostri.
Mori in Lungro il 29 settembre 1885.
Da "Parliamo di Lungro"
Sheshi16 Llonar
Tat�madhi im ish poet e patriot e shum� ish i fort. I benej k�ng� Shin Llirit atij m� t� mirit. Rre Burbunin m� n�ng donej e Italljen doj t� shtonej. Nj� dit ka sheshi duall e t� liga pir Burbunin mbuall. I tha gjindies se t� zgjofshin e m� mos t� vjofshin. Gjith t� luftarjin e ka tirani Kallabrjen t� lib�rarjin! Ai at dit shkaptoi ma e j��ma nd� filaqit furnoi. |
Piazza 16 Luglio
Mio nonno era un poeta, un patriota ed un uomo molto forte. Componeva inni a S.Elia, il santo migliore. I Borboni voleva scacciare e l�Italia voleva riunire. Un giorno in piazza � uscito e del Borbone ha sparlato. Ha invitato la gente a ribellarsi e a non nascondersi pi�. Tutti ha incitato a combattere per liberare la Calabria dal tiranno! Lui quel giorno dovette scappare e la madre in prigione fin�. |
Poesia scritta da Alessandra Stratig� - classe V , Scuola Primaria di Lungro (1997)
Scrive Orazio Irianni in "Risveglio albanese"
"Lettere di amici ci partecipano la morte di Vincenzo Stratig� avvenuta in Lungro sua terra natale.
Noi ne siamo inconsolabili perch� in lui non perdiamo solo il nostro amico e maestro, ma vediamo spento un nobile carattere, un patriota insigne un apostolo e un milite della democrazia calabrese.
Vincenzo Stratig� agli slanci del cuore univa i pi� alti concepimenti del pensiero. Soldato, poeta e scrittore, combatte nel �48 e nel �60 per l'unit� d'Italia e ne cant� ne versi mirabili le speranze e i trionfi.. Poi, quando i1 nuovo strazio della patria avvis� che una rivoluzione diventa presso a poco inutile, se ad una signoria viene a sostituire un'altra, egli, spirito sapientemente ribelle, si tir� in disparte e cominci� a interrogare i novelli bisogni del popolo.
E la sua ultimo parola, come il suo ultimo pensiero, fu: Repubblica sociale!
Se non che, la morte inesorabile non permise che il nostro amico salutasse l'alba del giorno desiato!.... Egli ci venne rapito quando i tempi si fanno sempre pi� bisognosi di uomini della sua tempra.
Chi occuper� il tuo posto, o Vincenzo Stratig�?
Addio. o uomo incorrotto. a campione della democrazia, o vanto di Calabria e delle Colonie albanesi.
Possano i tuoi atomi, volando per gli spazi infiniti, ringagliardire la fibra dei giovani s� che questi si mostrino degni delle alte prove che ci riserba l'avvenire.
E il migliore auspicio che invochiamo dalla tua santa memoria."